Rossi Francesco Maria

Buone feste

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    Penna suprema

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    Caspiterina! Aveva qualcosa del monologo, è vero...peccato tutto quel discorso diretto...
    Grazie, Lili. sei dolce come sempre. Non c'entra niente, ma voglio dirtelo: adoro i tuoi haiku con immagini. Un bacione.
     
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    Penna suprema

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  3. Vlad
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    CITAZIONE (bucaneve88 @ 17/12/2014, 14:34) 
    A quest’ora il salotto prende luce dal lampione del viale.
    Sembra una stanza diversa, con mobili neri e il ticchettio forte del pendolo.
    Il silenzio è rotto da piccoli botti, mi arrivano spifferi e fruscii. Ho un po’ paura.
    Sono rannicchiato dietro il divano, avvolto nella coperta di pile che ho preso dal letto e cerco di tenere i piedi coperti perché sono gelati. Il tappeto di giorno è caldo, adesso invece sembra bagnato; ci ho passato la mano: niente, è solo un’impressione.
    Se penso perché sono qui, al freddo, invece che nel mio letto, mi sale un caldo dal collo e mi si scalda tutta la faccia. Non posso dimenticare, anche se sono passati tre giorni.
    Antonio di terza, il cagone, ciccione e faccia di culo, che si diverte a fare il prepotente perché con una spinta ci atterra, ha saputo, da non so chi della mia classe, che io credo a Babbo Natale.
    Ha aspettato la ricreazione poi, mentre facevo la fila per il bagno, mi si è fiondato addosso.
    -Rossi Francesco Maria, è vero, frocetto, che credi ancora a Babbo Natale?
    Mi si è fermato il cuore. Lui non era solo, c’era tutta la sua banda e soprattutto nella fila del bagno delle femmine c’era Alice. E Alice aveva sentito. Tutti avevano sentito, anche i grandi che stavano uscendo in giardino. La testa mi stava andando a fuoco mentre la schiena si bagnava di sudore.
    Allora ho fatto come mi aveva insegnato zio Agenore: ho stretto i pugni, ho raddrizzato le spalle e gli ho strillato sul muso, da sotto in su:
    -Sì. E allora? Checcazzo ti frega?
    La maestra Michela, che stava sopraggiungendo, ha sentito solo questa mia risposta. Il vigliaccone si è eclissato e i miei amici avevano tutti un problema alle scarpe. Silenzio di tomba. Alice stava entrando nel bagno delle femmine e ho visto solo la sua treccia bionda lungo la schiena.
    -Rossi! Fuori fila.
    Mi ha preso per mano e, strattonandomi senza parere, è filata in Prima C. Si è seduta in cattedra.
    -Il tuo diario.
    Lo ha aperto alla pagina del giorno e ha scritto velocemente una frase.
    Mentre mi restituiva il maltolto, mi ha guardato con i suoi occhi nocciola che adoravo.
    -Mai più. Capisci? Mai più.
    Ho stretto i pugni e piegato la testa.
    -Sì.
    Non ricordo un solo momento del resto della giornata, avevo una sola idea in testa e una sola certezza: mamma non mi ha mai mentito.
    E adesso sono qui. Aspetto di vedere con i miei occhi.
    Nonna Anna per avere ragione dice:
    -E’ vero! L’ho visto con i miei occhi
    Calza su quel miei e tutti le credono. Questa notte vedrò con i miei occhi.
    Se ha ragione lo stronzo maiale, se mamma mi ha detto una bugia, inghiottendo il duro che mi viene in gola, gli chiederò scusa e gli regalerò la figurina di Totti anche se è rara .
    Ma se ho ragione io…Uddio! Se ho ragione io, glielo strillerò sul muso, lo farò diventare bianco e tremolante, lo indicherò ad Alice e ci rideremo insieme, poi le darò la mano.
    Uffa che freddo. Ma questo qui quando viene?
    Nevica! Nevica da matti. Quasi quasi mi alzo e vado a guardare dalla finestra.
    O vado a letto. Brrr sono tutto gelato.
    No. Lo devo vedere con i miei occhi. Adesso appoggio un momento la fronte sulla spalliera del divano, tanto quando lui viene lo sento, mica copro le orecchie, mi riposo.

    Eilà, ho dormito. E non nevica più, c’è la neve sul filo della… cosa è stato? Un tonfo. Nel camino. Il camino? E’ nel camino. LUI! Ommammamia, l’ho fatta addosso.
    -Ciao France’. Vien fòri, nun ave’ paura. So’ io. M’hai aspettato fino a mo’, vien fòri, a la faccia de Antonio cicciabbomba.
    Non mi viene su il fiato, mi ha sgamato. Sa di Antonio. Ma chi gliel’ha detto? Guardo pocopoco.
    Ommammamia è proprio LUI. E’ come dice mamma. Lo sapevo, lei non dice le bugie.
    E’ basso, credevo fosse altissimo, invece è normale. Non mette paura.
    E’ vecchio, però è buffo, con quel cappello rosso e il ponpon. Tira fuori delle robe da un gran sacco. Noooo la PS4! Quella è di sicuro la PS4.
    -Allora? Stai lì ‘mpalato? Ajutame co’ ‘sti pacchi, dai che c’ho fretta.
    -Certo.
    Mi avvicino cauto. Profuma di neve e di zucchero filato. Non è babbo. Non è uno che conosco e la barba sembra vera. Sorride. Anzi no. Ride proprio.
    -Embe’? Nun me devi chiede gnente?
    - La barba è vera?
    -La voj tirà, vero? Dai, tirala, ma piano. -obbedisco- Allora?
    -E’ vera. Antonio non ci crederà.
    -Troveremo ‘l modo. Libbera quel tavolo, leva ‘l vaso.
    -E le renne?
    -Le renne aspettano sul tetto, nun possono mica scenne. Dai, prende ‘l cellulare de mamma sul mobbile de l’ingresso.
    -Ma come sai che …
    -Che lo tiene lì? Me credevo che volessi sape’ come scendo dal camino.
    -Giusto! Come…
    -Dai France’, va’ a prende ‘l telefonino, ho fretta. Intanto me magno na fetta de panettone che ha preparato l’Anna.
    -Conosci nonna?
    - Eccerto. Da giovane era ‘na gran bellezza.
    Poi si alza, sorride e con la mano guantata si libera delle briciole di panettone, si liscia la barba, raddrizza il cappello. Vorrei che non andasse mai via. Vorrei che fosse mio nonno. Non ha il pancione come nel disegno del mio libro di lettura e la fibbia della cintura è lucidissima.
    -E adesso ce facemo ‘n bel selfie. Sei pronto Frà?
    Mi rendo conto di avere una larga macchia di bagnato nel cavallo dei pantaloni.
    -No, no, nun ce pensa’, solo de faccia: devono vede’ bene che so’ io, no tu padre o uno finto.Vieni.
    Mi prende in braccio, il suo viso accanto al mio, il suo odore buono copre quello della mia pipì. Allunga il braccio, scatta due o tre volte.
    -Pe’ sicurezza. - dice
    Mi rimette a terra. Controllo senza parere la sua manica, ma non è bagnata. Auff, che sollievo.
    - L’otto gennaio, quando arvai a scola e Antonio l’vede, se la fa ne i calzoni e je sta bbene, ‘mpara a fa ‘l bullo…ahaha -mi abbraccia- Ciao Francesco, ricordati di far firmare la nota a mamma e saluta Alice. Ci vediamo il prossimo Natale. Fa’ il bravo.

    Sa parlare anche in Italiano…
    Una battuta d’occhi.
    Scomparso. Ma dove…
    Guardo su per la cappa.
    Niente, solo nero.
    Corro alla finestra, c’è la neve che ha ripreso a scendere.
    Guardo nella strada, ma il manto è compatto, nemmeno un’orma.

    Tutti quei pacchi! Vorrei sbirciare, ma i pantaloni bagnati mi danno brividi di freddo, mi sale uno starnuto. Meglio filare a letto. Vado in camera in punta di piedi per non svegliare il mio fratellino.
    Mi cambio con mille attenzioni, mi infilo sotto le coperte, poi sorrido e penso:
    -Domattina non ci crederà nessuno, garantito al limone. Fortuna che ho i selfie.

    PS: Dialetto marchigiano, non romanesco; forse papalino, nel senso di Papi: le Marche sono state per tanto tempo Stato della Chiesa ed erano i loro esattori. Di qui il vero significato del proverbio:
    “Meglio un morto in casa che un marchigiano dietro la porta.”

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    Che perdita!
     
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    Che amici! Ciao, Vlad. Grazie.Non lo rileggevo da tanto. Ho rivisto la firma di Tonton e anche quella di Lupo! Bene! SpS c’è, forte e vitale come sempre. Per il momento vi abbraccio, spero di tornare per leggerci e ridere insieme.
     
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  5. Vlad
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    CITAZIONE (bucaneve88 @ 15/10/2020, 13:19) 
    Che amici! Ciao, Vlad. Grazie.Non lo rileggevo da tanto. Ho rivisto la firma di Tonton e anche quella di Lupo! Bene! SpS c’è, forte e vitale come sempre. Per il momento vi abbraccio, spero di tornare per leggerci e ridere insieme.

    Ma porca la miseria...!!! 😂 😂 😂
    Se il fegato a pezzi per organizzare questo concorso avesse come risultato anche solo il Tuo rientro, per me sarebbe già un successo straordinario!
    Un bacio forte, tanto so che posso permettermelo! 😂😂😂
     
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