Scorpioni neri fritti...

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    Dio della penna

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    Punkto lo scorpione voleva salvare il mondo.
    Normale, per un adolescente. Vogliono tutti salvare il mondo, a una certa età. Indipendentemente dal numero di scarpe, dal segno zodiacale o dalla crescita dell'acne.
    Anche Dennis Oonicx voleva salvare il mondo. Quarantatré di scarpe, acne di straordinaria fioritura, segno zodiacale: scorpione.
    Ora si sa che quelli che vogliono salvare il mondo dovrebbero cercare di unire le forze, ma se uno vive a Bangkok e l'altro ad Amsterdam, anche la dea bendata in persona dovrebbe dare una bella sbirciatina.
    Ma il caso, o forse le stelle, o l'equilibrio del grande sciame della natura formato dalla vita pulsante di milioni di miliardi di insetti, erano decisi a provare a dar loro una probabilità.

    Punkto viveva in periferia. Terra battuta e baracche di stuoie a perdita d'occhio.
    Fin da piccolo però sentiva che era venuto al mondo non per nascondersi in fessure della terra o della roccia, ma per disegni ben più grandi e imperscrutabili. Ed era fermamente deciso ad aspettare che gli si rivelassero.
    «Scrollati di dosso, Punkto» gli diceva sua mamma. «I tuoi fratelli zampettano già per i fatti loro.»
    Ma lui aveva pensieri pesanti da portarsi appresso, e di scendere dal dorso di mammà proprio non ne aveva voglia.
    «Fai qualcosa di utile, no? Vai a cercare cibo, per esempio.»
    Parole vane. Fosse stato per lui non avrebbe nemmeno mangiato. Era tutto ossa, se la parola ossa può definire un esoscheletro.
    Da vero adolescente, restava a guardare il mondo dal suo buco, come davanti a una TV 3D. Gente, gente e ancora gente. Anzi, piedi, piedi e ancora piedi. Piedi di bambini, soprattutto. Tanti, tantissimi, ovunque. E zoccoli, ma quelli erano delle mamme. Che lavavano, sgridavano, camminavano, sgridavano, cucinavano, sgridavano, e ogni tanto se li toglievano per farli volare dietro a qualcuno. Pochi piedi di uomini, che per lo più uscivano di mattina e tornavano di sera. Camminate esauste e a volte barcollanti, forse non solo di stanchezza.
    Punkto viveva in un'intercapedine sotto una casa in cui abitava una famiglia nemmeno più numerosa di altre. Bambini di età eterogenea in discreto numero (otto), quasi tutti con identico taglio degli occhi, una mamma, una nonna inferma, e un padre che barcollava solo qualche volta.
    Che la rendeva speciale era la presenza di una bambina dagli occhi rotondi. Aveva un sorriso un po' sghembo e non sapeva camminare né parlare. Si trascinava per casa e ogni tanto prendeva a battere la testa contro qualche cosa. Si chiamava Melika.
    Quando la mamma doveva uscire prendeva con sé i bambini più piccoli, sistemava la nonna e legava Melika a un paletto in un angolo.
    Punkto passava delle ore a osservarla, e avrebbe tanto voluto stare con lei, certo com'era che quella bimba molto avesse a che fare con gli imperscrutabili disegni che gli avrebbero permesso di salvare il mondo.
    Se lo sentiva nel pungiglione, insomma. Il momento era giunto. Così, un giorno di quelli, Punkto decise di venire allo scoperto.
    Melika lo notò subito.
    «Uunkt» disse, e poi rise.
    Punkto dovette credere che sapesse il suo nome, perché provò un'irresistibile e immediata simpatia nei suoi confronti. La bambina iniziò a far di tutto per acchiapparlo, come fosse il più bel gioco mai visto.
    «Pfss, nk nk» diceva Melika, e provava a prenderlo. Intanto la nonna sonnecchiava immobile.
    Accidenti che fughe, per Punkto! Eppure né l'uno né l'altra si erano mai divertiti tanto.
    «Gnd, unkt, sbffffffs!!», sbatteva la testa indietro e rideva, Melika, scoprendo le gengive coi dentini storti e un po' marci.
    Quando la mamma tornò la trovò così, a ridere tutta sbavata, con la testa riversa.
    «Melika, cos'hai fatto?» chiese senza davvero aspettarsi una risposta, pensando avesse avuto una delle sue crisi. Poi, rassegnata, se la issò in braccio e uscì al rubinetto sul retro, per cambiarla e lavarla.
    «Unkt, unkt» diceva intanto quella, tutta felice, guardando Punkto seminascosto.
    La mamma, come ogni donna di tempra forte, non era una sprovveduta. Vide lo scorpione senza dar segno e, per sfortuna, o fortuna, lo tenne d'occhio.
    Poi al momento buono lo acchiappò, lui e altri scorpioni del suo gruppo, unì un sacchetto di larve di vespa di cui controllava il nido, mise tutto in una scatola di cartone e andò al mercato a venderli. Una prelibatezza del genere non faceva per casa sua, lo sapeva.
    Doveva farci qualche soldo per comprare del riso, nonostante sapesse che i suoi bambini avessero bisogno di "proteine" (così diceva il dottore).
    Che doveva farci? Il riso saziava di più, non c'era dubbio. Lo sapeva bene lei, che mai aveva patito la fame come durante la gravidanza di quella bambina nata strana. Forse, se avesse mangiato meglio... ma scacciò il pensiero. Era già così difficile la vita che non voleva riempirla di se e di forse. Piena della dignità di chi non si lamenta, raggiunse la bancarella che cercava.

    Punkto era triste. Più che altro per aver perso un'amica. E anche, strano a dirsi, triste perché non era lei a mangiarlo. Non sapeva dove fossero diretti, ma poco gli importava. Quelli come lui lo sanno che non moriranno di vecchiaia. Sono troppo in basso nella catena alimentare. E se devono scegliere se essere mangiati da un topo o da un predatore più grosso, tanto vale morire in gloria. Tentare il salto in lungo degli anelli.

    Intanto Dennis Oonicx era giunto a Bangkok per un viaggio di ricerca ottenuto grazie ai voti strepitosi del dottorato universitario. L'acne, se da un lato gli aveva ostacolato i piaceri affettivi, dall'altro gli aveva regalato quello di studiare. Piacere davvero raro da trovare, per un giovane. Ma per lui questo paradiso non aveva avuto alcuna serratura. Provava un immenso gusto a immergersi nei libri tanto che avrebbe studiato qualsiasi cosa, persino i moscerini. Infatti aveva scelto di diventare entomologo.

    Insomma, l'occasione per il cosmo di tentare di far incontrare i due giovani stava ormai giungendo.
    Ma ancora gli ostacoli erano tanti. Bangkok, crocevia di ogni tipo di forma vivente, dall'essere umano all'organismo unicellulare virale presente un po' ovunque, offriva a Dennis e a Punkto la stessa possibilità di incontrarsi che quella di assistere a un matrimonio misto tra una formica asiatica con una termite dell'Amazzonia. Eppure, a un certo punto, il mondo parve saltare un battito.
    La donna, ora ferma a parlare con qualcuno, aveva alzato il coperchio della scatola, come per mostrarne il contenuto all'interlocutore.
    Come nell'attimo di un'extrasistole, davanti agli occhi di Punkto comparve La Rivelazione: una distesa di frittura mista di coleotteri, larve, scorpioni, vermi, destinati al palato umano. Il paradiso dell'insetto!
    Anche davanti a Dennis (superato lo sciame di bambini che chiedevano una moneta, dribblato risciò a folate e attraversato stoicamente stuoli di asian-girls che parevano non temere acne alcuna), apparve la stessa visione. E fu subito chiaro, per quanto lo riguardava, che quella bancarella avrebbe cambiato il mondo.
    "Direttamente dal produttore al consumatore" constatò Punkto tra lacrime di gioia.
    "Proteine alla portata di tutti, che sfameranno il pianeta" stava contemporaneamente pensando Dennis, commosso da tanto ovvia soluzione.
    "E via che saltiamo a chele pari anelli su anelli della catena alimentare!" aggiustò il concetto Punkto.
    "Ottime proprietà organolettiche nutritive, una strepitosa riduzione di emissione di ci-o-due e gas serra, a fronte di un tasso di conversione nutrizionale vantaggiosissimo..." fu invece l'elaborazione del pensiero di Oonicx.
    E continuò nella complicata elaborazione a lungo, confrontando il suddetto tasso con quello dei maiali, dei polli e di altri animali da carne, relazionandolo allo spazio e all'energia necessari per l'allevamento degli uni e degli altri e via dicendo, così che quasi non si accorse dei concitati movimenti di Punkto, che si trovava a pochi passi da lui nella scatola di una donna che stava per concludere una transazione con il proprietario del banco fritti.
    Ma poi, siccome non si diventa mica entomologi senza conoscere alla perfezione la danza del cerchio delle api, il valzer del moscerino, e l'ondeggiare del pungiglione scorpionico, Oonicx fu attirato dall'intenso scodinzolare dell'animale accanto a lui, e lo interpretò come scienza comandava. Interruppe la trattativa e comprò in blocco, alla donna, scatola e contenuto.
    Poi, notando il coltellaccio nelle mani del signor-banco-fritti, si affrettò ad acquistare anche diversi spiedini di bachi da seta, che regalò alla donna, incredula e grata.

    Non fu facile all'inizio per Dennis convincersi di non essere impazzito. Punkto, che invece era certo di aver captato le giuste vibrazioni in lui, dovette sculettare di pungiglione non poco per riuscire a comunicare correttamente col giovane. Ma ce la fecero. Gli altri scorpioni furono riconsegnati, con le larve, al signor-banco-fritti dove si produssero in felici tuffi acrobatici nell'olio di semi, e Punkto restò con Dennis Oonicx.
    Non aveva avuto torto, quindi, a pensare che la piccola Melika facesse parte della sua strada, e fu una strada davvero lunga.

    Prima di tutto Amsterdam. Oonicx non voleva certo intraprendere un viaggio on the road in auto o, dio ce ne scampi, in bicicletta. Zero. Ce n'era già stato uno che aveva attraversato un continente in moto e, per quanto lo riguardava, dopo di lui tutti gli altri avevano perso di originalità. Lui avrebbe salvato il mondo a suon di tabelle nutrizionali, chimica e biologia, e non si sarebbe certo arreso davanti a un check-in. Quindi elaborò un metodo per trasportare Punkto in una scatola pressurizzata, con un'abbondante quantità di aria, da mimetizzare in una valigia particolarmente zeppa di calzini usati.

    E con lo scorpione in scatola prese a girare il mondo.
    Punkto osservava le persone estasiato, mentre Dennis studiava, raccoglieva dati, scriveva.
    Venivano a trovarsi nelle situazioni più diverse. Dalle ricche camere d'albergo occidentali, alle zone rurali dell'Africa. Quanta gente, come Melika e la sua famiglia, aveva fame.
    Non era poi così facile essere l'"ultimo anello", constatò Punkto. Anzi.
    Elaborò tutto un complesso pensiero sugli anelli in cui quell'ultimo anello era a sua volta suddiviso, che nemmeno Tolkien. Una situazione al limite del fantasy: chi stava in basso non veniva certo mangiato, ma nemmeno gli restava cibo da mangiare.
    Aiutava Dennis come poteva: con i suoi sensori percepiva l'ambiente, le presenza di diverse specie animali (insetti, ragni, piccoli vertebrati...), e, dandoci dentro di oscillazioni, gli comunicava quei dati. Il giovane poi, a sua volta, studiava crescita, diffusione e tasso nutrizionale di parecchie specie per ogni luogo. Visitarono gli allevamenti di mosche dell'Argentina, tennero conferenze in diverse università degli USA, e soprattutto riuscirono a incontrare e convincere i vertici della FAO, che caldeggiò da subito la promozione dell'entomofagia nel mondo. Un nome che sembrava una brutta malattia, che invece avrebbe regalato, credevano loro, speranza a parecchi popoli.

    Ma Dennis Oonicx sapeva qual era il più grosso ostacolo da superare, e lo sapeva da quell'episodio extrasistolico dello sciame cosmico, quando la soluzione della fame nel mondo gli era parsa così ovvia: l'Occidente.
    L'Occidente era sua madre, e l'entomofagia la sua sposa. Ergo, l'Occidente era una suocera.
    Che lo dicesse o meno la FAO o l'intero mondo asiatico, che Amsterdam fosse all'avanguardia di certe legalizzazioni, la Grande Suocera aveva ribrezzo della nuora. L'avrebbe messa alla prova, guardata con sospetto, additata per la scarsa igiene... Insomma, una battaglia persa. Mai le norme sanitarie, gli usi e le abitudini alimentari avrebbero accolto la sua idea.

    Ma ancora una volta intervennero le stelle. O il fato. O il grande sciame cosmico.
    Tra appalti nebulosi e magie di diverso tipo, Milano preparava l'Expo.

    È stato proprio Punkto a suggerire al dottor Oonicx come allestire il padiglione Innovazione. Certo, saranno esposti studi e grafici, così lunghi e complicati da intimidire qualsiasi neofita, e non solo. Saranno vestiti con giacca e corazza nere, tutti a lucido per l'occasione, dandosi un gran tono di serietà. Ma è stato Punkto a decidere quali insetti o aracnidi scegliere per farli arrivare dal mondo, per mostrarli, metterne a nudo proteine e acidi grassi, e infine farli assaggiare. Ha deciso quali friggere, quali grigliare e quali, invece, glassare.
    Perché bisogna dire che è diventato un palato fine, in tutto questo tempo, nonostante Dennis abbia continuato a metterlo in guardia.
    «Lumache? Buone, ma attento a non ingrassare.»
    «...»
    «Cioccolato? Punkto, ti verranno i brufoli!»

    Ma Punkto ha una certa età, ormai, e non ha assolutamente intenzione di morire di vecchiaia. Aspetterà la conclusione dell'Expo e poi, proprio sotto il suo segno, salterà in gloria. Nel cioccolato fuso, se non cambia idea.
    Intanto speriamo di essere capaci di non fare tanto le suocere se ci vedremo offrire scorpioni neri fritti al padiglione Innovazione dell'Expo di Milano.
     
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    Penna suprema

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    Dunque: mia primissima impressione a pelle: fino all'incontro fortuito, ero galvanizzata dalla bellezza, dalla semplicità "alta" di questo racconto stupendo; poi mi sono un po' persa nelle varie elucubrazioni, nei passaggi, nella personificazione del piccolo, intelligentissimo Punkto del quale mi onoro essere parente.
    Tu, bella mia, scrivi da dio. Complimenti.
     
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  3. LEG
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    Bel racconto, scorrevole nonostante i pochi dialoghi e che cattura l'attenzione del lettore.
    Ti consiglio di virgolettare in questo modo "l'unico anello" perchè, come hai fatto tu, dà un impatto visivo bruttarello...ti ritrovi tre segni fra la elle e la u e ti si incrociano gli occhi! :tisupplico.gif: ahahah
     
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    Penna stilografica

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    Scrittura brillante ricca di spirito: questi i due passaggi preferiti.
    “… E zoccoli, ma quelli erano delle mamme. Che lavavano, sgridavano, camminavano, sgridavano, cucinavano, sgridavano, e ogni tanto se li toglievano per farli volare dietro a qualcuno. “: sarà mica un passaggio autobiografico? :)
    “L'Occidente era sua madre, e l'entomofagia la sua sposa. Ergo, l'Occidente era una suocera. Che lo dicesse o meno la FAO o l'intero mondo asiatico, che Amsterdam fosse all'avanguardia di certe legalizzazioni, la Grande Suocera aveva ribrezzo della nuora.”: qui ti sei divertito proprio autore!
    Il racconto mi è piaciuto molto fino al finale dove, a mio avviso, è calato leggermente di tono.
     
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  5. Silma Kemi
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    :rotfl: Per me hai già vinto autore!
    Sì, lo so, è solo il secondo racconto che leggo ma, insomma, quando si dice sapere scrivere...
    Mi hai fatto spataccare e credo di avere capito chi sei... ho un paio di idee ;)
    Poi, scusa, solo per la citazione di Tolkien meriti la cinquina :rotfl:
    Scherzo, ovviamente, te la meriti perché scrivi da dio, con una semplicità unica e azzeccata in ogni frase, mi fai un'invida nera!
    Mi inchino :appaluso: :appaluso: :appaluso:
     
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    Un po’ faticosa la prima lettura per la presenza di alcune incongruenze di carattere sintattico e logico “ Che la rendeva speciale”etc. mi sembra un periodo non strutturato.
    “Gli altri scorpioni furono riconsegnati, con le larve, al signor-banco-fritti dove si produssero in felici tuffi acrobatici nell'olio di semi” (felici? direi letali.)
    “E se devono scegliere se essere mangiati da un topo o da un predatore più grosso, tanto vale morire in gloria. Tentare il salto in lungo degli anelli.(?)
    “Direttamente dal produttore al consumatore" constatò Punkto tra lacrime di gioia.”(Disposto a sacrificare la vita per salvare l’umanità dalla fame? Ammettiamolo, ma la gioia forse è un po’ eccessiva.)
    “Ma Punkto ha una certa età, ormai, e non ha assolutamente intenzione di morire di vecchiaia. Aspetterà la conclusione dell'Expo e poi, proprio sotto il suo segno, salterà in gloria.(senza il punto) Nel cioccolato fuso, se non cambia idea.(kamikaze!) Meglio il condizionale col presente, no?
    Intanto speriamo di essere capaci … ”

    Tuttavia, rileggendolo, questo racconto mi sembra uno dei migliori per la fantasiosa articolazione della trama (due adolescenti vogliono salvare il mondo; uno è uno scorpione. Dopo alterne vicende, si incontrano), per aver inserito il tema dello step nell’attualissimo evento dell’ Expo, per l’ironia “Visitarono gli allevamenti di mosche dell'Argentina,”(questa è da sbellicarsi dal ridere).
    Complimenti!
     
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    Penna suprema

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    Racconto che terrò sulle ginocchia a lungo.
    Piccolo capolavoro umoristico che fa pensare.
    Strafavorito.
     
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    mamma

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    molto simpatico
    sia il racconto che lo scorpione
    è vero che è carente di dialoghi, però risulta perfettamente scorrevole
    una lettura molto piacevole per una storia che non disdegna di lanciare messaggi
    e non da poco, visto che parliamo di fame nel mondo

    :ok.gif:
     
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    Penna stilografica

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    Non so autore... non mi prende.
    Mi sono aggrovigliata in alcuni punti, soprattutto al centro. Ci sono molte ripetizioni e molte precisazioni inutili. Lo snellirei parecchio.
     
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  10. zacmail
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    Sono curioso di sapere chi sei. Il racconto è davvero molto bello, Realistico quanto basta, ma con quel pizzico di follia che fa proporre comportamenti improbabili, magari più sognati e desiderati che realmente possibili. Anche secondo me la prima parte è migliore della seconda, ma in realtà ho voluto a tutti costi cercare un pelo nell'uovo. Non mi pronuncio su grammatica, struttura, ecc.. perchè leggo di tutto e di più, qualcuno ci azzecca anche, qualcuno no secondo me. Cerchiamo di prendere sempre le piccole puntualizzazioni e le correzioni come suggerimenti e non come critiche, e ricordiamoci che molto di quanto criticato può anche essere molto soggettivo, altre volte la colpa è spesso degli editor di testo, altre ancora dei correttori automatici. Comunque, dopo questa considerazione che niente ha a che fare col tuo racconto, ti rinnovo i complimenti.
     
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    Penna stilografica

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    Sì, vero, i commenti sono soggetti, così come i consigli. In questo forum abbiamo tutti gusti così diversi... opposti direi...
     
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  12. Esterella
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    Una gran dose di ironia e un' ottima stesura. Due scorpioni diversi, ma affini in giro per il mondo, hai avuto una gran bella idea per un racconto pieno di verve. :ok.gif:
     
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    CITAZIONE (Tessa v. @ 9/5/2015, 14:07) 
    Sì, vero, i commenti sono soggetti, così come i consigli. In questo forum abbiamo tutti gusti così diversi... opposti direi...

    sì, i commenti sono soggetti e i gradimenti predicati verbali ;) :rotfl:

    Scherzi a parte, hai pienamente ragione Tessa.
    Peccato che in questo step manchi Viv a massacrare un po' di racconti... :ok.gif:

    Venendo all'autore. Be', hai osato.
    Qualcuno dice frasi perfette, altri frasi sospese... Condivido entrambi.
    Io personalmente, ogni volta che inizio una frase con "Ma" mi vedo per una settimana il fantasma della mia maestra delle elementari. Ma poi lo faccio comunque. Diamine, SPS non è la crusca (io preferisco i corn-flakes) e siamo liberi di usarla come palestra di espressione.
    Per quanto riguarda il contenuto... :sbam.gif: :sbam.gif: :sbam.gif: oddio, temo di diventare precocemente una suocera!
    Concordo con chi dice che scende di tono il finale, perché un finale non c'è. L'hai legato all'attualità, e quindi, o restavi nella finzione e ti inventavi un finale, oppure rischiavi la mossa "butta la palla al lettore". E l'hai fatta.

    Ha i suoi pro e i suoi contro...
    Del resto non è l'unico racconto che usa lo scorpione come spunto per "dare notizie".
    Uno step interessante, sotto questo punto di vista.

    La mia frase preferita?
    "Ce n'era già stato uno che aveva attraversato un continente in moto..." :tappeto.gif:
    (posso mettere una canzone? Ci manca anche la presenza di quiet...)
     
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    Penna suprema

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    Comincio i miei commenti da questo pezzo.

    Originale, simpatico, colto.
    La prima parte, fino all'incontro, è stratosferica, la seconda un po' meno, ma comunque eccellente.
    L'Autrice è una penna fina e fina ha anche la testa. Complimenti.
    Anche la mia maestra aborriva il Ma a inizio paragrafo e qui forse non è indispensabile.
    Naturalmente sei nella mia cinquina, Autor, non foss'altro che per la descrizione splendida della piccola Melika, del suo stile di vita, dei pensieri e delle azioni della sua mamma.
    Anche Punkto mi è piaciuto.
    Ti lascio alcune mie riflessioni, puoi regalarle all'uomo della friggitoria...

    Riflessione di Punkto: Non aveva avuto torto quindi a pensare che la piccola Melika facesse parte della sua strada(???)e fu una strada davvero lunga.

    Riflessione mia: ...salvare il mondo. Quindi elaborò un metodo...
    Perchè per salvare il mondo era indispensabile portarsi dietro uno scorpione?

    ...Melika e la sua famiglia aveva fame.
    Metterei un punto esclamativo.

    In questo paragrafo dici come lo scorpione aiutava Onix (un po' tirata per le orecchie)..., avrei detto prima perchè aveva deciso di portarselo dietro nonostante gli ostacoli da superare.

    Il paragrafo della "suocera" nelle prime righe non è chiaro.
    Si chiarisce con la faccenda del ribrezzo.

    "È stato proprio"...meglio "Fu proprio..." (Ecc)

    ...e infine a farli assaggiare.

    Brava. Ciao.
     
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  15. wyjkz31
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    Bell'idea e storia divertente e leggera per un argomento molto serio.
     
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25 replies since 2/5/2015, 21:36   419 views
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