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Rosita si guarda allo specchio, quello grande all'ingresso. Sorride compiaciuta: la coda di cavallo ondeggia ad ogni movimento. Si accarezza la candida camicetta di cretonne, con i fiorellini color pervinca, il colletto rotondo, la lunga fila di bottoncini a forma di cuore, infilata negli adorati jeans, si guarda le ballerine blu col fiocchetto di nappa morbide come le sue curve esuberanti che sprigionano scintille, non può fare a meno di pensare che loro due insieme faranno molta strada.
Mancano pochi minuti all'arrivo del suo ragazzo, un giovane dal ciuffo fulvo e dallo sguardo limpido come un pomeriggio di fine estate. Molto diverso dal suo patrigno, che la scruta morbosamente e la spoglia con gli occhi. Spesso si sente osservata specialmente quando sposta le ciocche ribelli dalla fronte, oppure quando siede pensosa sul divano spiegando la gonna ampia a coprire le ginocchia pallide, esangui, il viso da bambola imbronciata, gli occhi trasparenti e luccicanti come stelle filanti, la bocca ben disegnata carnosa e vermiglia, l'energia che sprigiona la rende affascinante, un insano desiderio a tratti un'ossessione per chi ha la fortuna d' incontrarla.
Spesso Rosita guarda oltre la finestra, sembra rincorrere un sogno, assorta nei pensieri, in quel preciso istante il patrigno sente nascere dentro di se un malessere, una gelosia strisciante, lui non conosce i pensieri di un'adolescente, quest'uomo povero di spirito, inetto, deve smetterla di rincorrerla nella fantasia, sono distanti anni luce, due stelle siderali che non si incontreranno mai, guai chi pensa diversamente. Di sicuro nel cuore di Rosita non c'è posto per lui.
Lei bella, sensuale, conscia del suo fascino, del suo potenziale erotico, ha il mondo ai suoi piedi, forte della giovinezza che tutto perdona, respira un' aria leggiadra, una leggera brezza le scompone i capelli, beata ragazza che assapora il peso del suo futuro sulla BILANCIA della vita, sbocciata come un fiore a primavera, tanto profumato da inebriare i sensi.
Sente il clacson fuori che la distoglie dai pensieri, adesso il ragazzo dal ciuffo fulvo e lo sguardo limpido è arrivato. Ecco l'incontro tanto atteso, il batticuore, due anime che si affacciano prepotentemente alla vita, tutte le malinconie svaniscono, le brutture si dissolvono, loro hanno occhi brillanti come pietre preziose, sfolgoranti stelle luminose, corpi pieni di luce come questo pomeriggio di settembre.
Rosita rimira le sue ballerine blu col fiocchetto davanti, maliziose come non mai, sicura che insieme andranno lontano, molto lontano.. -
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Delizioso racconto.
Credo fuori concorso perchè troppo breve, o sbaglio?. -
semprefalcone.
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carino. ecco anche io vorrei che gente senza cervello smettesse di inseguirmi... purtroppo è utopia . -
allerim.
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Breve brano descrittivo. Potrebbe essere un incipit . -
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qualche refuso e punteggiatura da rivedere
a parte questo, come dice allerim, potrebbe fungere da incipit a una storia molto più lunga proprio perché completamente descrittivo
sistemerei anche l'impatto visivo mettendo qualche a capo in più
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Neanche la metà dei caratteri minimi richiesti dal concorso e un tema sicuramente solo accennato: facile capire perché il racconto sia fuori concorso.
Non dà l’idea di un racconto finito, forse a causa della brevità, forse proprio per il finale che suggerisce e prospetta molti caratteri in più.
Così com’è non credo abbia giustizia, visto il potenziale che sottintende.. -
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Concordo con chi mi ha preceduta.
Un racconto leggermente imperfetto, ma con tante potenzialità.
Ci fa stare alla finestra mente si delinea una storia di vita probabilmente violenta, nera, ma forse il ragazzo con il ciuffo biondo saprà difendere la ragazza con le ballerine.
Autor, c'è ancora l'Ofiuco. Ci ritroviamo lì.. -
Sara_C..
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Sottoscrivo tutto quanto detto finora. E sottolineo il potenziale colto da Vivonic, ce n'è in grandi dosi! . -
LEG.
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In effetti, parte bene e lascia a metà. Poteva essere la presentazione di una storia interessante, peccato.
Mi permetto un'osservazione: mi torna in mente un commento, lasciato in un altro racconto, che riguarda le descrizioni; in questo caso eccedono, ti soffermi esageratamente su Rosita passando al setaccio ogni dettaglio...alleggerisci, se vuoi parlare di lei mostrami cosa fa, cosa le succede, scendi nei particolari mentre racconti la storia, puoi dirmi che colore hanno i suoi capelli da un gesto mentre parla con qualcuno, etc. Scusa l'elenco.
Comunque bravo/a per l'impegno.. -
Tiziano de Marchi.
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Non so chi sia l'Autore, ma il racconto, a mio parere, vale anche così. E' un fifty- fifty. Puoi portare avanti la storia di Rosita e del ragazzo col ciuffo fulvo ( che sicuramente la farà soffrire), puoi trasformare il patrigno eccitato in un mostro. Ma mi pare che traspaia una sua moralità sufficiente a trattenerne gli istinti o lasci così: un poetico ritratto della meraviglia della giovinezza spensierata di una ragazza che della vita non ha imparato nulla, ma sa che il suo corpo e la sua età possono darle tutto. Se i suoi sogni finiranno infranti (come spesso accade) puoi lasciarlo all'immaginazione del lettore.
Una cosetta:CITAZIONESpesso Rosita guarda oltre la finestra, sembra rincorrere un sogno, assorta nei pensieri, in quel preciso istante il patrigno sente nascere dentro di se un malessere, una gelosia strisciante,
Dopo pensieri io metterei un punto, perché introduci un nuovo personaggio e uno stacco più forte ci vuole.
Buona prova, comunque..