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La sensazione è stata quella di trovarmi, spettatore, nel mezzo di un videogioco di quelli ambientati in arene super colorate. . -
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Ciao Autor.
A me il tuo racconto è piaciuto molto, ma mi mancano un po' le sensazioni provate dai ragazzi: possibile che quando passano la finta porta e si trovano su una torre di acciaio senza ringhiera non danno nemmeno u'occhiatina intorno? S'immergono nel nuovo mondo senza colpo ferire, come se fosse roba da tutti i giorni. Sono su un mondo sconosciuto, forse un pianeta sconosciuto e non c'è moto di sorpresa nè meraviglia. Inoltre non ho proprio capito il finale: se Dado vinceva, avrebbe avuto onori e gloria e tutti sarebbero tornati indietro felici e contenti; essendo l'amico ricco, avrebbe sicuramente diviso la fortuna con loro; se perdeva, sarebbero rimasti tutti rinchiusi lì sotto.
Comunque, se anche in caso di sconfitta dell'amico loro avessero potuto andarsene, avrebbero comunque potuto scegliere di restare insieme a lui. Non ho capito la motivazione della scelta anticipata: non sono nemmeno rimasti a vedere la fine del combattimento!
La storia è bella ed estremamente fantasiosa, ma secondo me il finale ha dei problemi e manca il coinvolgimento del lettore.
Comunque una buona prova. Genere centrato, direi.. -
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Sono ancora una volta d'accordo con l'approfondito commento di allerim.
L'infodump iniziale è decisamente urticante, come lo è tutta la problematica legata a refusi, errori e formattazione, che è già stata abbondantemente rilevata e non merita ulteriori segnalazioni.
Il racconto l'ho letto davvero con piacere, anche stimolato dalla ricchezza di fantasia che l'Autore mi mette a disposizione; però ci sono quei buchi narrativi già abbondantemente sottolineati da chi mi ha preceduto che mi deludono un po'. Soprattutto resta senza spiegazione, nella caratterizzazione psicologica dei personaggi, per quale motivo i due amici (definiti accompagnatori, e quindi già tolti dai guai paventati dal tassista) si fanno fregare dalla serpentessa dalla tunica nera, nonostante l'avviso del sempre buon tassista.
Un altro particolare che mi ha fatto quasi sorridere, ma che in realtà è una rilevazione seria che faccio all'Autore: il protagonista si ricorda che il tassista gli ha detto di non distrarsi nemmeno per un attimo o sarebbe la fine; poi lo vediamo distratto nei pensieri mentre ricorda appunto le parole del tassita, mentre guarda i suoi amici con Tunica nera, mentre pensa a come avvisarli... E intanto vince pure la competizione
In conclusione, purtroppo non posso valutare positivamente questo racconto per tutti i vari problemi esposti.
L'idea di fondo c'è; bisogna (forse avendo più tempo a disposizione?) lavorare sulla presentazione e sul plot.
Mi spiace. -
ZEUSI.
User deleted
Contenuto ricco, avventuroso e... come sospeso in una bolla. Non è magico in senso di emozioni e sorpresa, ma ben costruito e ideato. . -
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Racconto che viaggia in modo abbastanza piacevole ma forse un po' troppo distaccato, come se chi lo scrive forse semplice spettatore per niente coinvolto, una sorte di cronaca. Il ritmo risulta così essere troppo omogeneo, senza particolari variazioni e pause. Manca così il tempo per emozionarsi. Alla fine resta una bella storia, tanta buona fantasia, ma... non so... emotivamente davvero poco. . -
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Mentre leggevo mi sono immaginato tutto come fosse un film degli anni 80. Alcune debolezze e incongruenze, io penso ingenuità, molti buchi narrativi, ad esempio: Chi è il vecchio Otello? Perché conosce il passaggio?
Comunque, nonostante tutto, la lettura è stata piacevole.. -
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"Oramai erano riusciti a passare di qua e tutto sarebbe stato meglio della vita senza futuro e senza speranze a cui erano destinati nella vecchia dimensione".
Parto di qui perchè da l'idea dello sbilanciamento che ho avvertito leggendo. Quasi tutto il racconto è ambientato nella Landa, si concentra sulla sfida, sul possibile premio, sui pericoli. Insomma parliamo di un posto dove la tua anima rischia di restare imprigionata per l'eternità. Però dici che è meglio della vita senza futuro e senza speranze della vecchia dimensione. Perchè? Questo mi manca. Qualcosa che motivi il passaggio, la necessità di vincere la sfida. Non è solo competizione. Deve esserci qualcosa di più. Non so nulla di quella vita senza speranze e senza futuro che mi convinca ad appoggiare i protagonisti nel loro desiderio di cambiare.
Al di là di questo, e di altre cose che ti hanno già fatto notare, il racconto ha sicuramente molti momenti appassionanti e si legge con partecipazione dall'inizio alla fine.. -
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Byron, ti ho attribuito il racconto per il particolare della colonia estiva abbandonata sul litorale. Chissà se è stato un caso o veramente è una tua suggestione legata al posto in cui vivi? . -
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Ciao Arianna, non è assolutamente un caso. Ho preso spunto da una colonia che si trova praticamente al confine tra Miramare di Rimini e Riccione, la colonia novarese. Quando ero più giovane passavo spesso da lì soprattutto nei week end. .