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Scrittura fine, misurata. Delicata e tagliente allo stesso tempo. Un ritmo molto intenso, senza soste. Un impianto classico e perfettamente in genere a sostegno di riflessioni molto belle sul potere della narrazione e della memoria. "Non esisti, senza il tuo nome. Non sei una persona. Non sei nulla, puoi anche scomparire". Piaciuto . -
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In realtà, da cosa dovrei definire questo racconto un fantasy?
Non c'è un elemento che sia uno che depone in favore del genere, quindi non colgo questo grande entusiasmo per il rispetto del genere. Quei pochi elementi fantasy che potrebbero emergere rimangono sottintesi, quasi suggeriti al lettore, come se l'Autore dicesse: "Lo step è fantasy, quindi io propongo e tu ci metti il resto". Ma a me sembra una narrazione alquanto reale dei fatti, ai quali (tutti) è possibile dare una spiegazione realistica extra-fantasy.
Non so se mi spiego. E con tanto di "C'era una volta" poi il rimando fiabesco è concluso. Boh!
Sono sostanzialmente d'accordo allora con Foglia nel vento, che ti sottolinea come tutta la magia del racconto resti in pratica un mistero mai approfondito nell'arco delle ventimila battute a tua disposizione.
Sarà che siamo a fine step e ho letto davvero troppi racconti fuori genere, che inizio a essere troppo rigido? Non so, può darsi anche questo eh...
In tutti i casi, per quanto mi riguarda ho letto un bel racconto con una trama anche ben articolata e interessante, ma credo che non possa trovare spazio nella mia personale cinquina.
Resta comunque un discreto lavoro, molto meglio della media dello step.
E comunque lo rileggerò.... -
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è una bella storia ed è ben scritta
ma il fantasy dov'è?
solo per il fatto che lei può aprire dei passaggi, non lo posso annoverare tra i fantasy
detto ciò, la storia, ripeto, è bella, pur se incompleta
manca qualcosa, mi spiace, per farmelo piacere
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Leggendo il racconto mi dicevo: adesso arriva la parte shockante, adesso arriva...
Alla fine mi sono accorta che la parte magica era la ragazzina, e se hai deciso così me la farò bastare perché il racconto merita davvero.
Bastava poco per centrare meglio il tema: far diventare le guardie degli orribili orchi che avrebbero inseguito i fuggiaschi a cavallo dei loro lucertolalli...
La magia in questo racconto arriva in silenzio, non ne è il punto cruciale.
Ma c'è.
Visto che alla fine il nome Roan aiuta Aron a ritrovare il suo nome, non era meglio (e più carino!) chiamarla Nora?
Complimenti davvero per questo racconto!. -
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Letta con piacere. Un accattivante incipit per una bella storia. . -
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Bello. Bella storia scritta bene... Ho trovato vi dialoghi un po' troppo lunghi... Verbosi... Troppo spiegato...questo per i miei gusti ha reso il ritmo generale storia un po' lento...
A parte questo.... Piaciuto.... -
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Passo prima dal mio racconto. Intanto, naturalmente, sono contentissima che, alla fine, il sia piaciuto.
Mancavano cinque giorni alla scadenza, e non avevo ancora scritto niente. Il lunedì notte, alle quattro del mattino, mi sono alzata da letto, in preda a uno dei miei attacchi di insonnia.
Pioveva. Diluviava, ad essere precisi. Sulla poltrona, sotto la coperta di pile, sentivo la pioggia cadere a secchiate, e io pensavo come fosse bello essere lì, al caldo e al coperto, e ho pensato a tutte le volte in cui invece, da ragazzina, via con gli scout, mi ero ritrovata fradicia sotto la pioggia battente. Così è nato l'incipit del racconto, poi il resto, che ci ho messo una settimana a scrivere, postandolo proprio nelle ultime ore prima della scadenza.
Rivederlo, l'avevo rivisto (per cui non mi sento di dire di essere stata trascurata), ma certamente arrivare un po' col fiato in gola mi ha impedito di vedere alcune ripetizioni che mi sono state segnalate.
Come dico a ogni step, tutte le osservazioni servono, per cui ringrazio tutti.
Con alcune, naturalmente, sono un po' meno d'accordo. Una in particolare mi ha colpito al cuore: la non appartenenza al genere. Io credo che il fantasy abbia diverse gradazioni e declinazioni. Io, questo racconto, lo vedo un po' un fantasy alla Silvana De Mari. Magari non tanto appariscente, ma il fantasy viene fuori dall'insieme degli elementi e del tono narrativo complessivo.
Se io prendo un elfo da solo, ho una leggenda. Se prendo un orco da solo, ho una fiaba. Se prendo un re e un guerriero, ho una fiaba o un racconto storico, a seconda del contesto in cui li pongo. Se però metto insieme elfi, orchi, re e guerrieri, in un modo particolare, allora ho il Signore degli anelli, che è un fantasy.
Nel mio racconto ci sono mondi paralleli, confinanti e interconnessi, sogni che cambiano la realtà e avvelenano le radici dei mondi, qualcuno in grado di viaggiare tra i mondi e di aprire portali all'interno della realtà delle cose e tra le dimensioni, ci sono due personaggi appartenenti a due dimensioni diverse, uniti da un legame che si intuisce non essere casuale: scusate se è poco. Certo, la magia non è esibita, i mostri agiscono in una dimensione più profonda di quella esteriore. Ma credo che gli elementi del fantasy ci siano. Soprattutto se si considera la struttura più profondamente vera del fantasy, non solo gli elementi "folkloristici" o esteriori.
A questo punto, allora, sono contenta che in questo step non ci fosse la commissione, perché probabilmente il mio racconto, che io ritengo ampiamente fantasy, altrimenti non sarebbe stato ammesso.
Certo, è solo la mia opinione, ma in questo caso la ritengo abbastanza fondata. Mi sembrava importante esprimerla, dato che in corso di commenti non potevo, per ovvi motivi.
Detto questo... arriva il western, e qui sono davvero guai!. -
.far diventare le guardie degli orribili orchi che avrebbero inseguito i fuggiaschi a cavallo dei loro lucertolalli...
No, per favore! Un videogame no!CITAZIONEnon era meglio (e più carino!) chiamarla Nora?
Ma, ma, ma... Caipi! No! Nora??? Come la nonna?!.