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.ciao, sono finito in una antologia 
Edited by mangal - 18/7/2019, 13:59
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Inizio dicendo che il genere fantasy non è nelle mie corde, poiché ho letto poco e niente di questo genere. Questo preambolo è per dire che non so quanto sarò attendibile nei miei giudizi.
Comunque questa mia prima lettura devo dire che mi ha soddisfatto. Il genere è sicuramente centrato, con l'ambientazione medievale e Aron è un bel personaggio. I personaggi citati nella storia sono quelli classici del genere, comunque l'idea di potere convogliare la propria rabbia nelle azioni del drago mi è parsa particolarmente azzeccata. In sostanza giudizio positivo. Piccola critica che ti faccio è che, come detto non sia un divoratore di questo genere, l'ambientazione e la trama in generale sanno un pò di già visto.
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Sostanzialmente centrato il genere fantasy, anche se l’elemento “Bibbia” mantiene le vicende forse troppo legate alla “nostra” realtà. Vengono introdotti dei particolari che poi, però, non trovano continuazione, chiusura, nella vicenda, risultano un po’ fini a se stessi: mi riferisco all’abilità di Aron come copista, alla sua capacità di leggere e scrivere. Mi rimane un po’ una sensazione di non perfetta coesione della narrazione. La forma è abbastanza corretta, manca o è da sistemare qualche elemento di punteggiatura. Nel complesso, non male. . -
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Una 'e' in più nell'ultima riga di questo bel racconto non rovinerà nulla, il resto è molto corretto. Appassionante la storia, piaciuta molto per come è pulita, semplice e nello stesso tempo ricca di idee e di ideali.
Bravo autore.. -
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Molto fantasy, direi azzeccato al contesto.
In effetti c'è un alone di "già visto", però qualche spunto qua e là riesce a tenere su un buon livello lo scritto, al di là di piccole incoerenze e qualche refuso.
Il difetto principale che trovo è la non buona resa dell'azione: la battaglia richiede qualche virtuosismo in più per non apparire piatta.
In ogni caso un lavoro con valide basi.. -
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Ciao Autor
Questo è un bel fantasy. Mi piace come hai preso un modello negativo come gli albini (in certe culture, ovvio) e ne hai fatto un eroe. "Figlio della nebbia" è un termine stupendo.
L'unico appunto che ti faccio è "Come fa un albino a stringere qualcosa tanto forte da farsi sbiancare le nocche?"
Comunque la storia mi è piaciuta e l'hai tratteggiata in maniera leggibile e piacevole. Effettivamente, come già detto, la battaglia aveva forse bisogno di un po' di verve in più, ma non va male.
Ci sono delle artificiosità ma, diamine, è un fantasy... lasciamo che la fantasia scorra libera.
Buona prova.. -
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Anche questo non mi ha proprio entusiasmato ma non saprei ben definire il perché ; forse è proprio che non sono portata al genere. Avrei preferito un'altra cronologia partendo prima dalla sua situazione di rifiuto d parte del padre e poi raccontando il resto fino alla rivelazione della sua natura. . -
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Bello, mi è piaciuto. La storia c'è, l'ambientazione e i personaggi anche. Anche la struttura del racconto mi è piaciuta, con il lungo flashback che tiene in sospeso la battaglia.
La scrittura non mi ha fatto impazzire, senza grandi guizzi e con un po' di punteggiatura da sistemare.
Una piccola incoerenza: all'inizio si dice che Aron è andato dal maestro Isak nella capitale, poi però la storia si svolge in un villaggio. E poi mi sarebbe piaciuto conoscere qualcosa di questi mostri, che descrivi come misteriosi, lasciando poi però questo mistero in sospeso.
Comunque bel lavoro.. -
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Piaciuto, ma non entusiasmato. Il titolo mi ha fatto subito venire in mente i Mistborn della saga di Sanderson e anche il protagonista albino mi ha fatto tornare in mente il Pratico Gelo della saga di Abercrombie, quindi sono partito prevenuto, pensavo di leggere il già letto. Invece il racconto si muove su altre direzioni, ma anche queste sono già state scritte. Insomma, il racconto è indubbiamente buono, ma per un amante del genere come me risulta non troppo originale. . -
Foglia nel vento .
User deleted
Genere centrato e trama interessante.
Hai utilizzato molti caratteri per sottolineare l'intelligenza del protagonista e il suo essere portato per la cultura, sottraendolo all'azione e questo è un peccato. D'altro canto non esiste modo di ricreare nell'immaginario del lettore, sia pur scrivendo in modo eccelso, l'immagine di un drago inferocito che distrugge l'esercito nemico sotto la guida del suo padrone che al fuoco è del tutto invulnerabile (Daenerys Targaryen docet). Bella comunque l'idea rabbia = fuoco e fuoco = drago.. -
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Aron, l’albino dagli occhi rossi, è un “diverso”. Disprezzato da tutti e cacciato da casa non riesce a stimarsi, ma il suo maestro Isak ne riconosce le qualità e ne apprezza la sete di conoscenza.
Quella diversità è una ricchezza che permetterà ad Aron di sconfiggere i bruti, acquistando consapevolezza di sé e divenendo il signore del luogo.
La trama è semplice e non particolarmente originale, ma l’ambientazione medievale utilizza in modo appropriato gli stereotipi del genere, creando un’atmosfera suggestiva. L’esposizione si avvale di un ritmo narrativo sostenuto che coinvolge il lettore, tuttavia lasciando il giusto respiro al tempo della storia.
Piaciuto. -
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Ciao Aut-
Quando ho letto "dragone" è come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco. Scusami. Purtroppo è il risultato della lettura di troppe traduzioni fatte male: "dragon" -> "dragone" NO! "dragon" -> "drago", perché il "dragone" (in inglese: "dragoon") è un cavaliere! E questo mi fa partire prevenuto verso il tuo racconto. Mi dispiace.
Mi perdo nell'ambientazione: all'inizio sembra un mondo fantasy creato ad hoc, poi tiri fuori la Bibbia e di punto in bianco mi ritrovo in un fantasy storico. Mi piace Aron che impara a leggere e scrivere sulla Bibbia della mamma, ma tutto questo non è funzionale al racconto perché in chiusura si scopre che si tratta di un guerriero capace di domare il drago albino. Dico pure che volevo già mandarti a quel paese quando è arrivato il flashback, poi però ti devo dar ragione: il flashback questa volta è funzionale al racconto, quindi per questa volta ti salvo e ti lodo pure.
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Ma in realtà "dragone" è un vocabolo di origini latine, accrescitivo di "drago".
Poi è passato a indicare la cavalleria leggera, ma il termine è del tutto legittimo, stando alle mie conoscenze.. -
.Ma in realtà "dragone" è un vocabolo di origini latine, accrescitivo di "drago".
Poi è passato a indicare la cavalleria leggera, ma il termine è del tutto legittimo, stando alle mie conoscenze.
L'aut- usa indifferentemente drago e dragone. Se l'ha fatto per evitare la ripetizione... non ha ottenuto l'effetto, visto che comunque suona lo stesso come ripetizione. 5 volte "drago", 4 volte "dragone", usati anche in frasi ravvicinate. Comunque non siamo qui per fare un processo alle statistiche. È vero che si può usare indifferentemente "drago" o "dragone" (fonte: vocabolario Treccani), ma visto che non evita la ripetizione sarebbe il caso di mantenere costante l'uso di uno solo dei due vocaboli.
Quello che mi dà fastidio delle male traduzioni che ho citato è proprio questo: usano quasi sempre drago durante tutto il romanzo, ma in qualche sporadica frase salta fuori il dragone e saltano anche i miei nervetti...
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Anticipo che non è un genere che frequento. Il racconto mi è piaciuto se lo riassumo per sommi capi senza pretendere di riannodare tutti i fili della vicenda. Altri ti hanno fatto notare le parti superflue che non aiutano a rendere fluida la lettura.
La forma non è perfetta e, a mio avviso, ci sono alcune pecche che in sede di revisione toglierei.
Nel complesso, il tuo lavoro, nella mia personale graduatoria, rientra nella fascia medio-alta..
Il figlio della nebbia |
