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Teropode assennato
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Il genere credo sia quello storico, anche se fotografato al passato.
Molto bello, caratteristico, qualche espressione troppo colorita l'avrei evitata, nel complesso mi è piaciuto.
Poi, vuoi mettere un macellaio che scrive racconti d'amore? La più bella incoerenza che il mondo può regalarci, tutt'altro che irrealistica, nonché la dimostrazione che il bene e il male sono solo una piacevole invenzione.
Dimenticavo: qualche dettaglio nella forma andrebbe rivisto. In particolare ho notato diverse maiuscole mancanti (Vietcong, El Mono, non andrebbero maiuscoli?)
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Che bella questa incoerenza!
Mi è piaciuto tanto questo personaggio malvagio che però riesce a scrivere storie d'amore tenere e dolci. Davvero non me lo aspettavo e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Poi il testo è scritto tanto bene e ho visto ogni singola immagine proposta, anche le più terribili.
Per me è davvero un lavoro meritevole! 
Curiosità: avete notato quanti racconti che parlano di scrittori, in questo step?
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Scrivano supremo
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Ciao Aut-
Il protagonista narratore spacca e pure El Mono, me li sognerò di notte. Bella la scena con la barista rossa, potrebbe essere un tuo omaggio a un autore che io stimo molto qui nel forum?
Grazie e alla prossima.
@Constance nello step del metaracconto era abbastanza prevedibile che ci fossero personaggi scrittori. 
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L'idea sulla quale è costruito il racconto mi ha preso, un po' meno lo stile, soprattutto nella parte iniziale... Troppo ricercato e forzato per i miei gusti. Immagini talmente elaborate da risultarmi finte. I richiami in corsivo sono buoni e sentiti. Molto efficaci. Un pochettino meno le altre parti. Nel finale perde un po' di efficacia... un po' troncato. Mi aspettavo qualcosa di più dall'intervista, malgrado la barista fosse lì ad aspettarlo... =0)
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E' certamente un fior fiore di racconto, in cui si mischiano sapientemente amore e morte. Non ho molte osservazioni da fare se non lo stile troppo yankee che non mi è affatto congeniale. Lo sopporto poco nei films americani ed è la discriminante che mi fa preferire (salvo pochissime eccezioni) lo stile recitativo degli attori inglesi a quello degli attori, pur bravi, statunitensi. Insomma che bisogno c'era, da italiano, da europeo, di andare a fare il verso a quel tipo di scrittura infarcita di espressioni ripetitive , stereotipi e frasi fatte. Mi sono dilungato fin troppo su questo aspetto e preferisco confermare in chiusura che il racconto è bello e ben congegnato.
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Stile coinvolgente, crudo e fortemente realistico.
Anche il messaggio è forte, questo mondo di contraddizioni
che vende per oro quello che oro non è.
Ma l'acqua S. Benedetto?!
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Penna stilografica
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Bello, soprattutto nella parte centrale.
L'inizio, tutto raccontato, mi è sembrato troppo artificioso e il discorso finale non aggiunge nulla in quanto erano già chiari i ruoli di Ortega e Vincent.
Mentre sono fantastici l'idea, i personaggi, le scene di guerra e l'immagine di Ortega che scrive sdolcinati racconti d'amore dopo aver squartato a destra e a manca.
Anche io preferisco ambientazioni nostrane, come ho già scritto in un altro commento.
Ho dei dubbi in effetti sul genere. Forse storico. Non metaracconto, in quanto non c'è il racconto oggetto della narrazione. Ecco, sarebbe stato perfetto se dentro ci fosse stato anche uno dei racconti d'amore di Ortega, in contrasto con le budella sparse e le ragazzine violentate.
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Davvero molto bello. Scrivere del Vietnam non è affatto facile, ma direi che lo hai gestito bene, senza eccedere negli stereotipi. Concordo con Aki che si poteva lavorare di più sulla morte di Ortega, dargli più spazio, e aggiungerei forse approfondire di più l'incoerenza, dargli delle motivazioni più profonde, perchè «Certo, è l'amore che muove il mondo, no?» non mi basta e la scollamento tra pensieri e azioni è davvero ampio e chiedi un salto al lettore che non è facile da fare. Però resta un racconto validissimo, scritto davvero bene. Complimenti.
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Un bel racconto dove l'autore si districa con agilità in una trama che, seppur breve, è ricca di avvenimenti "belli tosti".
Mi piace come l'autore dia lo spazio giusto ai vari eventi, alternando scene intense a momenti dove la narrazione rallenta soffermandosi sul protagonista.
L'incoerenza non si spiega e si accetta senza farsi troppe domande sia su fatti gravi che su quelli futili: criminali di guerra impuniti, un esaltato che scrive racconti d'amore, un uomo che, seppur ama la moglie non si tirerà indietro se gli capiterà di tradirla e un pubblico che osanna questa coppia di scrittori-assassini…
E questo disincanto, questo vivere ai bordi della vita stessa si riassume un pò nel monologo finale: le domande non me le faccio, ma fatevi da parte che vado a bermi ancora un cicchetto.
Spiazzante nella sua crudezza…
Anch'io come Resdei: ma l'acqua San Benedetto?
Poi, con calma, ci spiegherai la citazione...
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Lisbeth Pfaff
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All'inizio ho trovato qualche vezzo di troppo (l'immagine dell'inverno, per esempio) e nel complesso ci sono virgole e maiuscole rimaste nella tastiera.
Per il resto mi sembra davvero un bel lavoro a livello tecnico.
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24 replies since 26/1/2019, 12:40 531 views
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