Lingue diverse

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    Penna furiosa

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    La sfumatura rosa mi sembra piuttosto tenue, anche perché Mat-teo non ha bisogno di arrovellarsi tanto, visto che la ragazza “ci sta” quasi subito. Appena sfiorato anche il tema.
    Mi sembra che l’incomunicabilità sia fittizia “- L’avevo capito quasi subito che non eri straniero … ma un americano con la ca-tenina della Roma e le Superga ai piedi non si era mai visto…” e non solo perché i due si capiscono benissimo da subito, ma perché poi non fanno che parlare: io dico, lei dice, le dico, lei dice, le chiedo…
    Poco curata la punteggiatura nei dialoghi. Incongruenze di forma e di senso.
    “- Tu dovresti cedergli la tua disperazione…” Da cosa la ragazza arguisce questa disperazione? Lui non ne ha fatto cenno e i due non si conoscono.
    “Piange davvero. Dice che ho fatto esplodere la sua vita, e che ora si rende conto…” Tanto eh, per una passeggiata! Mi sembra esagerata quest’esplosione; un incontro può suscitare attrazione, simpatia, il desiderio di rivedersi.
    La storia “rosa” è di là da venire e non è detto che avvenga.
     
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    Penna stilografica

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    Gli irriducibili
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    Scrittura fantastica, bel ritmo, trovate linguistiche originali e divertenti.
    La storia però secondo me c'è poco ed è poco interessante. Sì va avanti nella lettura per il piacere del linguaggio, non per sapere cosa succederà. Cosa che da un lato rende onore alla bravura dell'autore, dall'altro è il limite del racconto.
    Concordo che l'incomunicabilitá è un po' debole.
     
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    Su chef

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    Naturalmente non si può che fare i complimenti più sinceri a questo "misterioso" autore. Mi piace come la scrittura cerchi sempre nuove forme espressive. E come in tutti i suoi racconti la prevedibilità della trama è forza e debolezza. Perché se sai già più o meno come andrà a finire, riesci ad abbandonarti al ritmo, non hai fretta, quasi passeggi anche tu per Roma, ti godi il paesaggio e i dialoghi, sei sereno perché sai che tutto andrà bene. Al contempo manca tutta la componente relativa al pathos, al conflitto, alla curiosità. Il racconto sembra zucchero a velo, è leggero, soffice, dolce, ma se non stai attento ti si appiccica alle dita. Devi saperlo mangiare, ecco. Io ho imparato da tempo a mangiarlo, sto attento e non mi sporco mai.
     
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    Penna furiosa

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    L'autore, con uno stile personale e unico, è riuscito a dare gusto e corposità alle parole.
    Come per altri prima di me, l'accostamento delle parole, l'uso originale degli aggettivi e delle similitudini, rimangono impressi lasciando dietro di se un sapore strano e piacevole.
    Questa particolare scelta espositiva è, a mio parere, il punto di forza dell'intero racconto.

    La storia, infatti, non mi convince fino in fondo: la parte iniziale è perfetta, mi è piaciuto molto l'escamotage inventato dall'autore come incomunicabilità, trovandolo tra i più originali del contest, ma inoltrandosi nella lettura ho avvertito un appesantimento delle scene. A tratti tutto è molto abbondante sopratutto il modo in cui si attorciglia il rapporto tra i due: accadono troppe cose e troppi malesseri vengono a galla in questa giornata romana, quando in realtà è l'incontro tra due perfetti sconosciuti.
    Va bè, parliamo di due giovani artisti ebbri di vita, della voglia che hanno di misurarsi e piacersi, ma lo stesso ho avvertito alcuni passaggi forzati e spinti in una direzione che non mi è sembrata giustificata nel complesso della storia.

    Finita la "pausa antipatica delle critiche" torno me stessa e mi sbottono: racconto indelebile che faticherò a dimenticare.
     
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  5. Neîge
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    Bella la descrizione di questo amore a "morsi e graffi", con i due piccioncini che si punzecchiano di continuo. Tante sfumature in questo racconto: dolcezza, romanticismo, una punta di amarezza ma anche di ironia.
    Bello stile, molto particolare. Mi ha strappato un sorriso la frase finale in francese, come un cerchio che si chiude (considerato l'equivoco iniziale per cui la ragazza viene appunto scambiata per francese dal simpatico protagonista).
     
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    Penna furiosa

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    …gli occhi neri come due matite temperate…
    È un'espressione fantastica!
    Per essere un primo incontro a "rimorchio",
    come si dice a Roma, è andata alla grande.
    Altro che incomunicabilità.
    Chiarito l'equivoco è stato un crescendo di affinità e complicità.
    Bella passeggiata tratteggiata benissimo per il centro di Roma.
    E il racconto è davvero molto gradevole da leggere.
     
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    Penna stilografica

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    Una storia che ho letto molto volentieri, dall'inizio alla fine. Ho trovato quell'alternanza di stili narrativi (tutto dialogo oppure quel "dice lei ... dico io) un po' fine a sé stessa e senza valore aggiunto. Però il racconto è bello ... niente da dire.
     
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    Penna furiosa

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    Si, quoto Aki, questo Autore con la A maiuscola devi saperlo mangiare. E ne ho assaggiati di racconti suoi. E anche questo è delizioso, arguto, mai banale nella scrittura. Certe storie bisogna saperle raccontare e quando la narrazione passa attraverso mille piccoli dettagli che spalancano mondi, beh allora io salgo a bordo, perché il viaggio vale sempre il prezzo del biglietto.
     
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    Dio della penna

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    Il vagabondo
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    mamma

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    storia d'amore nostrano
    la trama c'è e il racconto è anche piuttosto ben presentato, scorrevole
    l'ambientazione è ottimale, nulla da dire
    rimane il fatto che alla fine a me non resta niente in mano
    cioè, ripeto, la storia c'è, tranquilla e leggera, ma a me non lascia il segno
     
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23 replies since 22/3/2019, 20:37   463 views
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