Via Donizetti: capolinea

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Il vagabondo
    Posts
    14,769
    Me gusta
    +887
    Location
    mamma

    Status
    Offline
    Una voce metallica registrata annunciò: “Via Donizetti : capolinea”. Marta scese dall’autobus 86 e si mise a camminare a passo svelto, le mani infilate nelle tasche del soprabito invernale. La mano destra stringeva saldamente quella chiave. Non aveva voluto metterla nella borsa perché sapeva che poi sarebbe stato difficile trovarla: era sempre così e non voleva rischiare di perderla. Diceva a sé stessa che chiunque altro al suo posto sarebbe stato inquieto per come si era sviluppata la vicenda e, proprio la stranezza di quello che le era capitato, alimentava la sua curiosità e la sua fantasia che erano fra gli aspetti prevalenti della sua indole.
    Nonostante questo non si sarebbe mai determinata a fare quello che stava per fare se non avesse ricevuto quelle istruzioni da una fonte più che autorevole. Non poteva non fidarsi di un noto studio notarile della città. Non aveva avuto molte informazioni da loro: le era stato detto soltanto che una persona era scomparsa e che aveva dato istruzioni di consegnare a lei quella chiave e che lei avrebbe dovuto recarsi, da sola, a quell’indirizzo; in quell’appartamento al secondo piano, avrebbe dovuto trattenersi soltanto il tempo necessario e poi lasciare lì la chiave e andarsene.

    Mentre ripensava, camminando, a questa storia aveva raggiunto il numero civico 42 di Via Donizetti. Era in un quartiere periferico e popolare e il palazzo mostrava i segni del tempo. Al secondo piano nessun nome sul campanello. Tirò fuori la chiave di tasca; la filettatura le era rimasta impressa nel palmo della mano, tanto l’aveva tenuta stretta. Il portone era aperto e chissà da quanto tempo non veniva più chiuso, visto che mancava anche l’intera serratura.
    Saliva lentamente quelle scale e pensava che era stata una stupida ad andare lì, da sola: poteva farsi accompagnare da qualcuno, da Alberto, suo figlio, il maggiore, oppure da Enzo: erano separati da qualche tempo lei ed Enzo, ma i loro rapporti continuavano ad essere corretti e cordiali.
    Invece no, aveva voluto fare proprio come le era stato detto.
    Davanti a quella porta, dopo un attimo di esitazione, inserì la chiave, sperando in cuor suo che non entrasse e che la porta non si aprisse. Non accadde. La chiave entrò facilmente e fu sufficiente un mezzo giro a destra per far scattare la serratura …
    Buio. Sulla destra intravide un interruttore. Lo premette e la luce si accese. Una porta chiusa sulla sinistra. Marta proseguì con una certa apprensione per il breve corridoio d’ingresso.
    Era un piccolo appartamento che non dava l’impressione di essere stato abitato stabilmente, piuttosto spoglio se non fosse stato per quello che vide e che la distrasse da ogni altra considerazione. Le pareti, per il resto sguarnite, avevano dei grandi pannelli appesi a cui qualcuno aveva fermato con puntine da disegno decine e decine di foto e in mezzo a quel piccolo soggiorno un tavolo e una sedia rivolta verso l’unica finestra. Sul piano del tavolo erano appoggiati fogli e documenti senza un ordine apparente.
    Sentì il cuore che rallentava i suoi battiti, mano a mano che prendeva consapevolezza che lì non c’era alcun pericolo per lei. Cominciò a guardare quelle foto, dapprima in uno sguardo d’insieme, da una certa distanza: c’erano panorami, persone, monumenti, scorci di città. Quasi sempre c’era una donna. Si avvicinò per vedere meglio. Ebbe un sobbalzo e il cuore ricominciò a battere forte.
    Quella donna era lei. Guardava quelle foto spostandosi rapidamente dall’una all’altra, da una parete all’altra. Su quei muri c’erano appesi decenni della sua vita. Le più vecchie risalivano a quando aveva circa venticinque anni, le più recenti a poche settimane prima. Si riconobbe in una vecchia foto in bianco e nero, con il mare alle spalle, che risaliva agli ultimi anni dell’Università; in un’altra, il giorno del suo matrimonio, all’uscita dalla chiesa, sorridente e sommersa da manciate di riso; poi, per la strada mentre spingeva una carrozzina, con suo figlio Alberto; in una gita a Parigi, con la Torre Eiffel sullo sfondo, perfino a San Pietroburgo, qualche anno dopo, mentre ammirava la Promenade di Chagall al museo di Stato; ancora lei all’uscita dalla scuola mentre attendeva Marco, il più piccolo e tanti altri momenti della sua vita quotidiana, fino ad arrivare quasi a oggi. Quella foto che la ritraeva al Bar Corsini a sorseggiare un caffè con la sua amica Alba era appena di una settimana prima. Ma chi poteva aver fatto tutto questo? E perché?

    Si avvicinò al tavolo per guardare quei fogli; la testa cominciò a girare, si mise seduta su quella sedia, per non cadere. Prese in mano quei documenti, ad uno ad uno: la matrice di un biglietto della Traviata al Regio di Parma, nel 1992, 26 aprile. Si ricordava di esserci stata, era il suo compleanno. Un biglietto del musical “Cats” a New York, il 15 settembre del 1997: c’era anche lei a quello spettacolo! Un biglietto di un concerto di De Andrè a Roma, nel febbraio 1998, al teatro Brancaccio: aveva visto anche quello. E poi altri eventi teatrali o musicali il cui ricordo riaffiorò subito alla mente da angoli sperduti della memoria.
    C’erano poi alcuni ritagli di giornale che la fecero rabbrividire, facendo riemergere ricordi ancora più profondi che pensava definitivamente sepolti. Parlavano di fatti di cronaca: un bambino, un certo Alberto P., miracolosamente salvato in Versilia dall’annegamento grazie all’intervento di un ignoto soccorritore che si era dileguato dopo aver compiuto quel gesto.
    Un altro articolo descriveva il tentativo di aggressione subito dalla signora Marta L. mentre di notte, all’uscita dal teatro, cercava di raggiungere la sua auto al parcheggio. Anche in questo caso un intervento di un passante, poi sparito nel nulla, aveva fatto dileguare il malintenzionato. La signora rivolgeva un appello all’uomo perché si presentasse per ricevere almeno i suoi ringraziamenti.
    Poi c’era un articolo ritagliato dal “Sole-24 ore” che, letto alla luce dei precedenti, assunse per Marta un preciso significato. Parlava dell’azienda Termomeccanica sas di Enzo Poggi & C. che, dopo aver rischiato il fallimento, era tornata a nuova vita grazie ad un misterioso intervento finanziario di una Holding svizzera con un nome impronunciabile.

    Credette che niente più di quello che aveva visto e letto fino a quel momento potesse ancora stupirla quando, in mezzo a quei fogli confusi, intravide la propria calligrafia. Prese quella lettera fra le mani, ma passò qualche minuto prima che avesse il coraggio di abbassare lo sguardo su quel foglio. Era datata 14 febbraio 1984 e lei scriveva così:
    “Mi spiace doverti scrivere proprio oggi, San Valentino, quanto sto per scriverti. Abbiamo passato insieme un periodo stupendo, ma ora che abbiamo concluso gli studi ognuno deve prendere la propria strada … “
    Rialzò lo sguardo; ricordava quasi a memoria tutto quello che aveva scritto tanti anni prima a Dario e non serviva continuare a leggere. Marta aveva avuto l’offerta di uno stage importante all’estero ed aveva sentito quel legame come una catena che la tratteneva dal compiere in libertà le proprie scelte di vita. Dario aveva risposto a quella lettera dicendo che probabilmente quella era la giusta scelta da fare, che la capiva e che le augurava ogni fortuna.

    Lacrime inarrestabili rigavano il suo volto. Lei, senza cercare di fermarle, le lasciava cadere su quei vecchi fogli in cui c’era tutto il concentrato dolce e amaro di quella vita alternativa che il destino le aveva riservato. Quelle mura erano intrise d’amore, il più grande possibile e lei se l’era fatto sfuggire, senza possibilità di appello.
    Perché Dario, prima di morire, aveva voluto predisporre quella messinscena per lei? Perché aveva voluto che lei sapesse? Non poteva essere una vendetta. Chi cerca vendetta non si vota a proteggere con dedizione l’unico e vero grande amore della sua vita.

    Appoggiò la chiave su quel tavolo, come le era stato chiesto e stava per alzarsi per andarsene. Una mano si appoggiò delicatamente sulla sua spalla. Marta non ne ebbe paura, anzi, visse quell’attimo come rinascita e risveglio. Non ebbe il coraggio di voltarsi subito, ma vide quell’immagine riflessa sul vetro della finestra di fronte al tavolino. Passarono solo brevi istanti, nei quali assaporò il calore di quella mano, riconobbe quel viso, anche se era cambiato e sembravano passati secoli dall’ultima volta che si erano visti, o meglio che lei lo aveva visto. Pensò con amarezza a quanto era stata stupida e superficiale, ma aveva pagato a caro prezzo la sua leggerezza giovanile. In fondo era lei e non Dario quella che aveva perso di più in quella storia. Quegli anni le scorrevano davanti agli occhi ad un ritmo frenetico e lei li aveva vissuti inconsapevolmente circondata da un amore di cui non aveva in alcun modo goduto. Dario invece aveva saputo tutto di lei, l’aveva vista, le era stato vicino, l’aveva protetta, aveva coltivato giorno per giorno, con pazienza, il suo amore.
    No, non era troppo tardi per rimediare.
    Appoggiò la sua su quella mano e, raccogliendo il coraggio di alzarsi in piedi e voltarsi, la coprì di teneri baci.
     
    .
  2.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Teropode assennato

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,308
    Me gusta
    +173

    Status
    Offline
    Carino, tiene bene il ritmo, almeno fin quasi alla fine, poi tende a diventare un pochino prevedibile. C'è del buono in questo racconto, e tratta il tema dell'inconsapevolezza in modo sagace, lasciandola bene in evidenza ma senza citarla mai.
     
    .
  3.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,653
    Me gusta
    +429

    Status
    Offline
    Una storia che trasuda amore e che ha anche un bel finale rosa. Leggerla mi ha fatto sentire bene, come mi accade quando leggo belle storie. Devo fare anche un apprezzamento sullo stile di scrittura, pulito, chiaro, coinvolgente. Complimenti aut

    Inviato tramite ForumFree Mobile

     
    .
  4.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,824
    Me gusta
    +369

    Status
    Offline
    Carino, forse un po’ troppo raccontato.
     
    .
  5.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna stilografica

    Group
    Member
    Posts
    819
    Me gusta
    +111

    Status
    Offline
    Una bella fiaba d'amore che finisce come però io non me l'aspetttavo. Avevo visto qualcosa di soprannaturale. Io e non tu autrice. Brava.
     
    .
  6.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Member
    Posts
    5,248
    Me gusta
    +416
    Location
    Marche

    Status
    Anonymous
    Avevo creduto di capire che “lui” fosse morto...
    Una bella storia che si dipana senza fronzoli e con un finale che soddisfa il lettore.
    Forse è una mia impressione, ma ho “sentito” tanti aggettivi e pronomi dimostrativi; se pubblicherai questo racconto, Aut, controlla tu stesso. 🎈
     
    .
  7.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,451
    Me gusta
    +154

    Status
    Offline
    Esordio migliore dello svolgimento; genera nel lettore un’aspettativa che rimane, a mio parere, disattesa.

    La scrittura mi sembra abbastanza scorrevole, ma trovo eccessivo l’uso di più relative nello stesso periodo. Lo svolgimento e la conclusione mi sembrano davvero poco credibili.
    La “messa in scena” allestita dal personaggio maschile lo configura come uno stolking; mi sarei aspettata un finale horror, piuttosto che rosa. Sarebbe stato più verosimile.
     
    .
  8.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    22,997
    Me gusta
    +327

    Status
    Anonymous
    Un bel racconto con alcuni tratti che mi ricordano certe letture di Poe. Stile pulito e scorrevole e una stanza che ci parla e vive con noi. La vita ritorna e l'angelo custode si rivela essere quel ragazzo che l'aveva amata. Una storia che nella sua leggera malinconia prende i miei gusti di lettore e mi trascina in tanti altri pensieri. Complimenti aut...
     
    .
  9.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna d'oca

    Group
    Member
    Posts
    227
    Me gusta
    +23
    Location
    San Vincenzo (Livorno)

    Status
    Offline
    Mi sento un bruto a dire queste cose, ma io se trovassi la casa piena di mie foto e venissi a sapere che una persona pedina me e mio figlio a tutto penserei meno che all'amore. A parte l'alterazione letteraria del genere che esagera le gesta romantiche, mi ha reso veramente distante il fatto che per me l'amore esalta la vita di chi lo vive, non l'abnega uno in favore dell'altro. Così mi è difficile commentare questo racconto, ma per fortuna non sono tutti poco rosa come me.
     
    .
  10.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,178
    Me gusta
    +190

    Status
    Anonymous
    Un rosa con un pizzico di mistero. A mio parere il mix è riuscito bene. Non sono amante dei rosa ma questo l'ho gradito.
     
    .
  11.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,438
    Me gusta
    +260
    Location
    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

    Status
    Offline
    Storia inquietantebdi uno stalker che stalker non e', ma lo si scopre solo "dopo". Non amo il genere in particolare, ma piu' in generale trovo che l'amore che alla fine lei crede di provare, sia solo riconoscenza per tutto quello che lui ha fatto per lei.
    A parte le mie elucubrazioni, la Storia fila via bene, un pochino pesante nel mezzo, e con un finale prevedibile. Tutto sommato, una buona prova.
     
    .
  12.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,014
    Me gusta
    +257

    Status
    Anonymous
    Un racconto che si legge volentieri, e che tiene anche un buon ritmo, ma la storia in sè l'ho trovata un po' schematica e poco realistica. Sarà che se scoprissi che un mio antico spasimante rifiutato mi ha spiato per decenni, accumulando documenti e foto e di ogni... più che innamorarmi di lui, credo chiamerei la polizia... ma forse sono solo io poco romantica... :)
     
    .
  13.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    L'amore nascosto non mi appassiona, ma tu sei veramente brava, autrice, e me lo fai dimenticare.
     
    .
  14.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,383
    Me gusta
    +227
    Location
    Branzack

    Status
    Anonymous
    No, ci sono rimasto male perché Dario me lo aspettavo sotto forma di spettro. Un po' come in "Ghost", dove Sam risolve tutto e poi passa oltre (per dirla alla Ghost Whisperer). Sì, vedo solo fantasmi. Detto questo, il racconto è ben scritto, l'ho letto con piacere ma l'amaro in bocca resta.
     
    .
  15.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,495
    Me gusta
    +286

    Status
    Offline
    Il freno a mano finale non me l'aspettavo davvero!
    Hai catturato la mia attenzione, autore, ti ho seguito lungo la narrazione sgranocchiando pop corn come se fossi al cinema: ho visto la stanza tappezzata di foto, i biglietti degli spettacoli, la lettera di lei…
    Ti ho seguito in questo appartamento sconosciuto, dove mandi la tua protagonista e fin, dall'inizio, sono stata un pò in apprensione per lei: come nei migliori film di paura dicevo: non ci andare da sola, non entrare (situazioni tipiche…)!

    Invece trionfa l'amore…

    Ecco, forse sei uno scrittore horror e non lo sai…

    Dario è talmente inquietante che mi ha ricordato certi personaggi di Stephen King (addirittura… anzi cito Primavera da fragole… che ne dici Byron?): un tipo così potrebbe essere capace davvero di tutto e non nego che il finale ha il magico potere di far perdere quota ad un racconto che per me volava alto.
    La storia è ben gestita (forse un pò abbondante nella parte centrale), scritta bene, scorrevole e intrigante.
    Colpa mia che ti ho preceduto non sapendo la strada…

    Rileggendolo nell'ottica rosa, devo dire che ha il fascino ambiguo di certi amori tra cinquantenni che, con un senso di rivalsa verso la gioventù perduta, s'inventano le peggio cose.
    Però se a lei va bene iniziare una relazione con un tipo così… perchè no.
     
    .
22 replies since 22/7/2019, 20:24   364 views
  Share  
.