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Ciao Buck, quell'annottava all'inizio - delizioso - ti avrebbe rivelata come una firma se il racconto fosse stato anonimo.
E anche il resto, in realtà, quell'aria che hanno i tuoi racconti e solo i tuoi racconti è tipica come l'odore delle stigghiola per le vie di Palermo o come l'odore della formalina nel laboratorio del doctor Frankenstein.
Aria di altri tempi, di borghi antichi, di gente ormai estinta e che sopravvive fra le tue righe.
Come in Purtìn, tanta emozione, tanta panza in una storia che ognuno di noi avrebbe scritto in modo diverso, ma meno male che c'è Buck che le scrive a modo suo.
In tutti i commenti precedenti al mio ci sono osservazioni plausibili, altre meno, precisazioni doverose e dopo averle assimilate ho riletto il racconto senza che la mia prima impressione abbia vacillato.
Forse proprio perché l'atmosfera creata mi ricorda quando ero piccolo io, quando giocavo a scacchi con Napoleone e i conti in banca si aprivano con una firma e una stretta di mano e quando si mandavano i telegrammi e quando le Madri superiori avevano il potere di prendere decisioni che al giorno d'oggi se si azzardano ti arrestano e ti saldano la cella ma a quel tempo era così, la sciura aveva deciso che il figlio non doveva sapere niente e se lui non fosse andato a cercare la tomba dei suoi sarebbe stato così e nessuno si sarebbe fatto male, dopotutto il figlio stesso ha trovato la madre che non poteva più riconoscerlo come invece era avvenuto nel sogno.
Respirava sì ma era ormai un'estranea al punto che lui stesso torna a casa ad aspettare quella busta che quando arriva si ancora all'excipit in maniera encomiabile.
L'incontro madre/figlio in apertura lo vedo incorniciato su tela, tanto lo hai reso vivido, e l'incontro alla casa di riposo altrettanto scritto a pennello, se mi passi il termine.
I dialoghi e le reazioni sono credibili, le descrizioni quanto basta per non appesantire, in linea con il numero di battute.
Il fraseggio è preciso e pulito.
Per la serie "a ogni genere la sua critica," fosse stato un racconto giallo tutte le osservazioni nei commenti precedenti avrebbero pesato come macigni su una valutazione in vista del voto.
Invece la verosimiglianza qui ci si attacca come il mocio sui chiacchieroni e quindi bom, riprenditi la cartucciera, niente proiettili per oggi.. -
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Grazie, Rub. Vuoi salutarmi Ti-s? 🎄 . -
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Fatto e ha già ricambiato. . -
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Ciao Bucaneve.
Sì e no. Sì nel senso che non ci sono dubbi che sia un racconto scritto bene e che mi ha fatto entrare in contatto con sentimenti forti e se non li avessi sentiti povero me! Significherebbe che mi sono inaridito.
No perché la trama non mi convince. Il protagonista lascia la moglie molto provata dal parto da sola per due giorni e due notti col bambino appena nato per inseguire un sogno ed è convinto di dover solo posare dei fiori su due tombe. Non condivido queste priorità, mi dispiace.
L'excipit calza perfettamente.
Grazie e alla prossima.. -
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Beh, che la moglie fosse sola da dove lo evinci? Avrebbe potuto avere i genitori al piano di sotto...
Ma è un tuo convincimento e tanto mi basta. Ciao, Achi.😉. -
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Ho trattenuto le lacrime fino all'ultimo per non interrompere la lettura, poi, dopo l'ultima parola ho pianto. Non so che dire, forse che vorrei anche io poter reincontrare mia madre (lei è davvero morta quando avevo tredici anni), forse che vorrei scrivere come te, forse che vorrei che mi sta accanto vivesse con più serenità le proprie emozioni, forse. Sicuramente mi beccherò un richiamo perchè il commento non è calzante. Provo a riprendermi: è bellissimo, veloce arriva dritto al cuore, scorrevole, sei bravissima e ho poco da dire. Anche l'excipit è azzeccato. Grazie per questo dono! . -
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Grazie, Pegaso. Un abbraccio. Anche io ho perso i miei.🌷👍🏻💝🎄 . -
.CITAZIONELei alzò la testa, lo guardò con occhi di spinello nero e sorrise.
Con occhi di spinello ho capito. Con occhi di spinello nero no. Ma potrei non aver capito niente di niente.CITAZIONESopraffatto e in preda all’agitazione, scese dal letto attento a non svegliare Sara, guardò Luigino che dormiva,
Qui ho capito con quale excipit avresti concluso. Dico subito che secondo me ci sta bene.
Il titolo non mi convince, troppo semplice per una storia così profonda, ma il racconto è tuo.
Ho apprezzato molto i dialoghi poiché sei riuscita a mio parere a renderli realistici attraverso il dialetto. A tal proposito, la parte centrale della tua storia è ambientata in Umbria. Orbene, ma tu non sei marchigiana? I dialetti sono simili no?
E' un peccato che l'ingegnere, dopo aver scoperto la verità sulla madre, non abbia potuto godere un po' del rapporto con lei a causa della malattia, essendone stato privato per tutta la vita. Se la storia continuasse sono sicuro che prima o poi, avrebbe detto alla moglie la verità, ho percepito il tuo protagonista come una persona dall'animo buono.
Il racconto è scritto bene e si legge fluidamente.
Ciao !. -
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Ciao Gin. Innanzitutto complimenti per la bellissima scrittura. Davvero. Non ho nulla da segnalarti. Hai uno stile molto personale, moderno eppure così corretto, moderato, tipico degli scrittori di cinquant'anni fa. Leggerti mi rilassa. Ho notato però delle incongruenze nella trama e se non avessi dato le spiegazioni che hai dato sarei rimasto con parecchi dubbi. E qualcuno ancora c'è l'ho; ognuno agisce come vuole, vive come meglio crede, prende le decisioni che reputa le migliori, e ci sta. Inoltre è finzione, quindi niente da dire, ma come può Carlo non essere mai andato a visitare prima la tomba dei genitori? Come può aver la madre simulato la sua morte, senza un funerale, senza un lascito? Insomma, il tuo è un bellissimo racconto, che richiede però un grande sforzo del lettore. Come si chiama, sospensione dell'incredulità, ecco. Io l'ho fatto e non me ne pento. . -
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Sospendere l’incredulità è dimostrazione di grande fiducia. Grazie, Aki. 🌹 . -
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Ciao Bucaneve,
la sensazione che ho avuto leggendo questo racconto, è che dietro ci sia stato un gran lavoro e un bell'impegno per renderlo chiaro, limpido e ben strutturato.
La prima parte mi ha molto coinvolta: la madre che appare dal nulla tra gli alberi chiamandolo con il suo nomignolo è un'immagine intensa che lascia un brivido scorrere lungo la schiena.
Con Carlo sei riuscita a creare un personaggio complesso e molto fragile: a me hanno colpito molto i suoi modi di agire quasi insensati, la sua confusione e il disorientamento emotivo di cui (volente o no) è una vittima innocente.
Alcune incongruenze saltano fuori nella lettura (la coincidenza dei due Logli, per esempio, mi aveva fatto presupporre che fosse un elemento importante per la storia, ma poi ho capito che non era così), ma devo dire che non mi hanno particolarmente dato fastidio: ho lasciato prevalere il sentimento alla voglia di spaccare il capello in quattro. In questo racconto si respira un'aria d'altri tempi, una sospensione strana e piacevole della realtà (sei molto brava a farlo!) e quindi mi sono fidata e ti ho seguita, emozionandomi.
L'excipit è calzante e chiude un cerchio che, anche se magari non è perfetto, racchiude al suo interno una moltitudine di emozioni che valgono la lettura.. -
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Ciao, Caipi: suscitare brividi a una giallista è emozionante...😉🎄😂 .