Matteo 1, 1

mangal

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    Penna suprema

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    Quanta verità in questo diario, in questo racconto.
    Tu non ti spacchi di botulino, la tua faccia è sempre quella vera, autore. Non ci sono mistificazioni, tutti abbiamo assistito a quell'inferno e ti crediamo.
    Un uomo senza connotati divini decideva di quella povera gente e trascinava la folla dalla sua parte. Perché era giusto fare così, bisognava fermarli, abbatterli, farli affogare.

    Ora che moriamo a migliaia, innocenti.
    Ora arriva la vergogna per quello che potevamo fare, e non abbiamo fatto.
    Ma non ci devono essere punizioni.
    Le punizioni rovinano il racconto. Io le toglierei.
    Meglio i premi.
    Per chi ha diritto alla dignità di una vita normale, a una paga normale.
    Per chi raccoglie fragole e sangue.
    Per chi era su quella nave.
     
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    danilo raineri

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    Io.mi arrendo . Meno male e solo un racconto . Di possibile realta . Devo essere onesto . Ho letto . Tutto . Mi sono girate le balle ma poteva andare anche cosi . E avrei scritto che mi dispiaceva per matteo , che siamo in un regime , che .. sono venuti a prendermi .. ops
     
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    Penna d'oca

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    Comincio dal tuo racconto, mangal.
    A giudicare dal tenore (dal numero come dall'autorevolezza) degli interventi credo che, diversamente da quanto affermi, il tuo obiettivo sia stato centrato in pieno. E ti spiego perché.

    Ho scritto un racconto ispirato ai medesimi fatti l'anno scorso, pieno di furore se vuoi, e m'è venuto in mente di farlo partecipare a una gara letteraria, in un altro sito diverso da questo, mentre l'episodio in questione è ancora bello caldo e il Capitano sbanca i sondaggi di gradimento. In molti, la maggior parte, non hanno approvato il tono il tenore il tema, fioccano proteste (e proteste contro le proteste), col risultato (non disprezzabile) di aprire uno straccio di dibattito e mettere la pulce, o la zecca, del dubbio a qualche coscienza in bilico.
    La disobbedienza civile come unico mezzo contro la supposta difesa della sovranità nazionale da un pugno di naufraghi?
    Ne riporto un brano del mio:
    «Non ci posso pensare...» aggiungo ad alta voce.
    «Non piangere, povero tesorino» fa lei.
    «A quella povera capitana tedesca» preciso, «finita ai domiciliari per sostenere un imperativo etico. Proprio non ci posso pensare al Capitano che la tratta come una criminale e chiede il carcere. Ai miei tempi mi hanno rinchiuso a Peschiera del Garda perché non volevo fare il soldato. Obiezione di coscienza, tutti lo sapevano; e pure in carcere mica ti consideravano un criminale… come adesso, che ogni cosa pare bianca o nera, e nessuno sa distinguere tra disobbedienza civile e un delitto qualsiasi.»
    «Vedrai che tutto andrà per il verso giusto» insiste Elena.
    «Esisterà un giudice a Berlino. Tutto annirvatu sono!» urlo.
    I nervi mi strizzano le viscere.

    Quell'episodio allora non ha detto molto alle coscienze letargiche dei nostri connazionali. Forse il tuo racconto è venuto fuori anche per questo. Come nel mio anche nel tuo vedo uno sfogo, che smuove le interiora e annerva corpo e anima; un racconto il tuo che ha il carattere dell'invettiva, dove i suoi protagonisti non possono essere empatici, ma devono essere antipatici e cantare una messa eretica, non conforme alla liturgia: è distopico, ed è anche il mezzo con cui provi a veicolare una tesi: il Maestro (la massoneria) sono i poteri forti che muovono la politica.
    Perciò, mangal, non solo può non piacere, ma non deve piacere.
    Non ti conosco personalmente, mangal, pure se credo condividiamo quel che resta di una grande idea che ormai pare esistere solo nei meandri della rete (sinistrainrete per chi volesse). Dal tuo modo di scrivere e adoperare il linguaggio, replicare quello dei media o quello tecnico giuridico, deduco che non sei uno sprovveduto. Al contrario, il racconto è scritto in modo impeccabile (un solo refuso: grazi invece di gravi) e nelle ventimila battute concesse dipana una storia verosimile in modo non mi pare dissimile da quelle degli altri concorrenti.
    Ti dirò, io non amo i complotti, anzi ritengo che i complotti siano un comodo mezzo per ridicolizzare e sminuire la posizione di chi nutre dubbi e si pone delle domande. Evito i complotti come la peste. La verità, e lo dimostrano le recenti vicende pandemiche, è che la gente, il popolo, è disposto a rinunciare a tutte le libertà costituzionalmente garantite senza un minimo, non dico di protesta ma di discussione, per un briciolo di sicurezza, anche solo du çiavuru, dell'aroma, della sicurezza.
    Non mi faccio illusioni: la politica, come l'etica, la religione, che rappresentano la millenaria tradizione dell'Occidente, hanno perso centralità e sono ridotte a pure ancelle di comitati scientifici, di tecnici esperti, siano essi sanitari o economici poco importa, che concedono quel che vogliono quando più li aggrada. Ci ritroviamo in una selva oscura che nel pensier rinnova la paura.
    Non voglio banalizzare un discorso molto ma molto complesso, in cui entra anche la tecnica e l'assoluta mancanza di critica verso di essa - soprattutto a sinistra -, e mi taccio; solo mi viene in mente il mito della caverna platonico riletto da Heidegger.
    A rileggerti.
     
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    Bar, intanto ti ringrazio per l'accurata analisi del mio racconto, poi ti confermo che sì, credo abbiamo storie politiche piuttosto parallele pur non conoscendoci.
    a parte il fatto che porti un cognome a me ben noto, ma di questo scriverò privatamente.
    sì, hai ragione, la mia storia non può piacere e, tutto sommato, era quello che immaginavo.
    premesso che il capitone proprio non lo posso vedere, confermo che avrei potuto fare a meno di faro crepare, tanto non conta nulla comunque, nella mia storia.
    la massoneria ha sempre avuto ruoli centrali nelle politiche italiane, e qui prosegue.
    qualcuno si chiederà perché il tavolo è a forma di pesce, ma lo spiegherò alla fine, anche se non ci vuole molto a comprenderlo, visto dove si pone il maestro.
    grazie ancora.
     
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    Impressione a caldo: se dopo aver concluso la lettura del tuo racconto non avevo quasi nessuno dubbio; dopo la lettura dei commenti che sono seguiti le mie perplessità sono aumentate. Colpa di Bar Abbas? Anche...ma ciò che mi sta facendo più riflettere ora è quel tavolo a forma di pesce, a cui non avevo dato troppo peso fino all'ultima risposta dell'autore Signor mangal. Parto da qui.
    Se il maestro è lontanamente paragonabile al Maestro (quello dello spoiler), allora non è difficile comprendere come quel pesce sia uno dei simboli più importanti della tradizione cristiana. Attenzione, non conosco i particolari circa questa simbologia e potrei sbagliarmi clamorosamente, ma ho subito pensato all'anello del pescatore che indossa il "mio" Papa nel mio racconto. La massoneria si fonde dunque con la religione? Chissà, con la politica è certo.
    Detto questo, veniamo al complotto che potrebbe emergere dal tuo testo: tralasciando il fatto che mi è piaciuta l'idea, non sarebbe tanto strano se tra qualche tempo saltasse fuori che il virus sia stato fatto "scappare" dal laboratorio di Wuhan (ancora 😭🇨🇳, ci sono cascato anch'io 😭😭😭) opportunamente modificato. Del resto, sono notizie di questi giorni che il supervirologo americano Fauci dichiara che il Covid-19 è naturale smentendo il suo presidente (che lo voleva licenziare e poi non la licenziato), lo stesso l'oms con il conto corrente più gonfio grazie ai soldi di Xi Jinping, ecc. Sono certamente notiziole da poco ma che fanno quantomeno riflettere. Ma io mi chiedo, in virtù di quanto sopra: ma se veramente 'sto virus lo hanno creato e ce lo hanno messo (con un boom spropositato di contagi nelle tre regioni italiane più importanti - scusate la parentesi locale) Trump e la sua mega intelligence, tra l'altro culo e camicia con il Mossad, possibile che non ne sapessero niente? Se è così, il buon tycoon non è uno dei personaggi seduti al tavolo a forma di pesce dall'altra parte dell'oceano.
    E veniamo al nostro Matteo. Te lo dico subito: effettivamente il tuo racconto è un po' partigiano. Di certo il tuo Matteo non sarebbe mai ammesso al fritto di paranza del maestro. È soltanto un burattino e questo aspetto lo hai reso benissimo. Come il fatto che, purtroppo per tutti noi, in questo fatto non c'è ucronia, né mai ce ne sarà, a prescindere dal colore.
    Sono ucronia, eccome se lo sono, le azioni e le conseguenze delle azioni perpetrate dai personaggi manovrati dal buon Matteo. Effetto perfettamente riuscito secondo me. Certo che 'sta Carola della Sea Watch ha fatto venire il mal di pancia a un sacco di persone, tranne alla Merkel che nella realtà mi pare non abbia mosso un dito per lei né per quei poveracci che trasportava.
    Eh sì, che il Matteo tu me lo faccia morire di coronavirus, effettivamente, mi dispiace. Se per il maestro è un imbecille in meno, io me lo sarei tenuto per vedere cosa avrebbe fatto e detto nel futuro, una volta uscito dal carcere. Sai com'è, buona condotta, mezzo indulto, qualche aiutino e avrebbe passato al fresco pochi anni, sempre che non fosse uscito prima per decorrenza dei termini di custodia o prescrizione.

    Lo spezzettamento che hai dato al testo crea buchi nel ritmo, come ti hanno fatto notare, ma a me non è dispiaciuto. Come non mi è dispiaciuto il taglio meno narrativo e più giornalistico che hai utilizzato.

    Non ho altri appunti tecnici da fare.
    Per me è un buon lavoro.

    Edited by Molli Redigano - 10/5/2020, 08:50
     
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    beh, molli, hai quasi scritto un altro racconto :)
    sì, politica e religione si intrecciano da sempre, purtroppo.
    e i risultati non sono certo esemplari.
    la tua analisi va addirittura oltre il mio pensiero, e va bene così, significa che hai una capacità di interpretazione non da poco.
    confermo la tua opinione sulla punizione al posto della morte, ma ormai è tardi (a meno che non lo faccia risorgere in qualche modo) per rimediare.
    grazie per il commento
     
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    Ciao Fausto. Difficile commentare un testo così netto, schierato, limpido come questo, senza farsi influenzare dalle proprie opinioni. Il fatto che con me sfondi una porta aperta non credo ti sorprenderà, quindi evito tutta la parte morale, sociale e politica, che risulterebbe scontata. Mi è piaciuto il contenuto? Sì, per le intenzioni, per il sottotraccia. Meno la realizzazione e il livore di cui è pregno il testo. Voglio fare il gioco di Viv, e ti dico che il taglio del racconto, questo saltare da una scena all'altra, e anche il cipiglio cronachistico del tuo narratore onnisciente, l'ho trovata una scelta non convincente. Anche perché si allontana dal tuo solito modo di scrivere e snaturarsi non è mai consigliato.
     
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    CITAZIONE (Akimizu @ 10/5/2020, 19:41) 
    Ciao Fausto. Difficile commentare un testo così netto, schierato, limpido come questo, senza farsi influenzare dalle proprie opinioni. Il fatto che con me sfondi una porta aperta non credo ti sorprenderà, quindi evito tutta la parte morale, sociale e politica, che risulterebbe scontata. Mi è piaciuto il contenuto? Sì, per le intenzioni, per il sottotraccia. Meno la realizzazione e il livore di cui è pregno il testo. Voglio fare il gioco di Viv, e ti dico che il taglio del racconto, questo saltare da una scena all'altra, e anche il cipiglio cronachistico del tuo narratore onnisciente, l'ho trovata una scelta non convincente. Anche perché si allontana dal tuo solito modo di scrivere e snaturarsi non è mai consigliato.

    ciao, aki.
    non volevo apparire onnisciente, e invece ho ottenuto l'effetto opposto, a quanto pare.
    sì, vero, non è il mio modo di scrivere solito.
    ho provato a fare qualcosa di diverso e non mi è venuto molto bene
    lo terrò presente nei prossimi lavori.
    quanto al livore, beh, hai ragione, ce n'è parecchio...
    e d'altronde in qualche modo lo dovevo scaricare, mica potevo farlo su mia moglie...
    :www.MessenTools.com-Anime-Gotas :www.MessenTools.com-Anime-Gotas :www.MessenTools.com-Anime-Gotas
     
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    Negli ultimi 50 anni abbiamo visto servizi deviati, tentativi di colpi di stato, logge segrete, terrorismo rosso e nero, stragi di stato e quindi non mi sono scandalizzato per questa tua rivisitazione fantasiosa di un fatto già abbastanza vergognoso per un paese che si dice civile. In fondo sei partito da fatti reali, sviluppandoli in storie di fantasia, in forma semplice, lineare, di facile comprensione, usandole come veicolo di un chiaro messaggio politico. C'è chi ha vinto un Nobel seguendo questa strada con coerenza e onestà.
    E’ evidente che quello che hai scritto non può piacere a tutti ma penso che tu lo abbia messo in conto. Personalmente l’ho trovato ben scritto, ma quel che è peggio, plausibile! Ho apprezzato anche qualche nota ironica, come il repentino passaggio, nel notiziario del 12 gennaio, dal Tribunale del riesame alla pizza, patrimonio dell’umanità Anch’io avrei evitato il decesso finale che mi è parso troppo.
     
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    Penna furiosa

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    Probabilmente questo è uno dei pezzi che ha suscitato più dibattito qui su Sps negli ultimi periodi A me sinceramente non ha sorpreso la tua posizione poiché la conoscevo già e neppure mi ha dato fastidio. Sì, è un pezzo partigiano, che non condivido totalmente ma che capisco: credo che la scrittura, come hai detto anche tu, sia una sorta di valvola di sfogo, un modo per cambiare il volto a un mondo che non ci piace. Per quanto mi riguarda, il mio disprezzo è più ecumenico, si rivolge a tutte le parti politiche, perché un solo uomo non può essere tirato in ballo per le storture di un paese o per il condizionamento che esercita su una piccola o grande fetta della popolazione. Una grandissima colpa ce l'hanno anche quelli "bravi", quelli che hanno perso il contatto con la gente e che hanno permesso ai chiacchieroni urlatori di turno di ipnotizzare le masse. Comunque credo che oramai ogni politico conti poco, faccia parte di un sistema che si alimenta da solo e che non potrà mai cambiare senza una buona dose di violenza che venga dal basso. In questa mediocrità generale è praticamente inutile ogni passione politica, perché totalmente fine a se stessa: la sola utilità è quella di non deprimere ancora di più le persone, far credere agli uni e agli altri di appartenere a qualcosa, di essere parte di un grane progetto di cambiamento che invece non esiste.
    La dipartita di Salvini forse è gratuita, anche se io all'inizio l'avevo collegata a una macchinazione del Maestro e in quel caso ha un senso. Ciò che ho trovato ingenua è invece la carcerazione di Matteo: va bene che è un racconto utopico, ma in Italia di politici che vadano in galera non ce ne sono. Se ci pensi poi, neppure i mafiosi sono più sicuri del loro posto dietro le sbarre.
     
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    Penna d'oca

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    Ciao Man.

    parto con l'assunto semplicissimo che se davvero potesse andare cosi, come tu hai raccontato, farei parte di una nutrita fetta di popolazione italiana che gioirebbe. Tralasciando questo aspetto puramente personale sul fatto trattato ( e mi prendo licenza per aver letto gli altri commenti di farlo ) proseguo su ciò che dovrebbe essere il commento, ovvero una valutazione secondo i criteri stabiliti.
    Non ho trovato refusi da aggiungere a quelli che ti hanno già citato.
    Ho trovato il tuo racconto ( perchè poi di questo si tratta ) gradevole leggendolo oltre il contenuto di ciò che hai proposto. Mi sono piaciute molto le immagini che hai creato, cosi come le intenzioni che hai voluto esprimere nei concetti.Mi è piaciuta anche quella cattiveria ( permettetemi..) che hai usato in determinati punti. Ironico il continuo telegiornale, ma un bel punto anche quello. Forse un pò macchinoso la voce fuori del narratore, che poi detto da me fa strano usandolo praticamente nei miei...ma in un racconto come il tuo, forse risulta troppo onniscente, spero di essermi spiegato abbastanza.
    Il finale. Ecco quello mi ha sorpreso a dirti la verità.
    Avevo immaginato sin dall'inizio quando avevo compreso la linea del racconto, che si potesse prevedere qualcosa di epico sul finale, di cosi completamente fuori dalle righe che mi sarei sorpreso. E cosi è stato infatti. Non so se sia troppo o meno la morte finale e sinceramente, vado oltre quel pensiero, dicendoti che se fossero sati nomi e nazioni inventate, forse sarebbe risultato meno "conosciuto" e più digeribile ( per quanto riguarda la mia idea, rileggi le prime righe e comprenderai )

    In fondo a tutto, voglio solo farti i complimenti.
    Grazie e a rileggerci.
     
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    Teropode assennato

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    Ciao Man.
    Qui si va a ruota libera e quindi mi accorpo alla gazzarra.
    Scherzo.

    Credo abbiano già evidenziato le criticità del tuo racconto. A me non ha disturbato lo stile spezzettato della scrittura, semmai l'ironia, che di tanto in tanto affiora, fa perdere un po' di solidità allo scritto. Per me, ovviamente.
    Il messaggio che volevi passare, quello che il virus non sia stato un caso, non arriva e ti spiego perché, a parer mio: il finale spinge troppo verso la punizione divina.

    Questa frase è quella incriminata:
    CITAZIONE
    ricoverato la settimana scorsa per chiari sintomi della malattia che sta sterminando mezza Europa. Un caso anomalo, dicono gli esperti, visto che il virus colpisce in maniera letale soprattutto persone di età avanzata.

    Dici che il virus sta sterminando mezza Europa ma anche che Matteo è un caso anomalo. Le due cose si contraddicono.
    Se mezza Europa sta venendo sterminata non può essere strano che Matteo soccomba al virus.
    A meno che la prima non fosse un'iperbole (di fatto lo è).
    A prescindere, il fatto che un uomo in carcere, quindi in un contesto di relativo isolamento, muoia per il virus è anomalo, o quantomeno difficile, specie se non anziano e senza malattie pregresse.
    Appare debole la suggestione che il Maestro abbia causato la pandemia al solo scopo di eliminare un testimone scomodo: un virus letale più che altro per gli anziani è poco efficace come arma per un omicidio politico in un carcere.
    Se il virus è solo la copertura, infine, non ci hai dato le suggestioni per arrivarci.

    Il tutto spinge verso la punizione divina, insomma.

    Parlando del finale aperto, ti dirò, nessuno mi toglie dalla testa che il buon Matteo sia davvero pilotato da personalità ammantate nell'ombra, certo forse più coreografiche che pericolose.
    Ma non penso tanto alla massoneria, quantopiù a quell'estremismo cristiano che fa capo a certe personalità di spicco della Russia.
    Fa ben strano infatti che il noto politico si sia messo a baciar madonnine e rosari di punto in bianco.
    Forse col tavolo a pesce del finale volevi spingerci in questa direzione.
    Ci dirai.


    Infine, visto che tutti più o meno si sono espressi anche sul contenuto, io ti dico che in sé non mi ha disturbato più di tanto, neppure la brutta fine del Matteo, che ha la sola colpa, secondo me, di sembrare troppo la punizione "dell'autore" che non una naturale conseguenza della storia.
    Sempre per i motivi sopra espressi.
    A me non piace Salvini, non mi piacciono "i" Salvini, ma non mi piacciono neanche le Carola Rackete, quindi qui non sapevo bene da che parte stare e ho preso tutto come veniva. :P
    Al di là del mio pensiero politico e sociale, che penso abbiate ormai almeno un po' inquadrato, io voglio fare un plauso alla tua onestà intellettuale. Anche se ha le sembianze di uno sfogo, anche se gli sfoghi sono istintivi, di pancia, e quindi perdono rispetto a un freddo lavoro di logica, nondimeno ci va coraggio per scegliere un tema che non può piacere a tutti e per metterlo giù senza peli sulla lingua, addirittura facendo morire l'antagonista.
    Può piacere, può non piacere, ma è comunque una scelta coraggiosa.
    Certo, ci sono scelte più ardite e impopolari, ma sull'atto in sé hai il mio rispetto letterario.
     
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    Scrivano supremo

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    Ciao Mangal.

    Ho trovato un refuso "grazi" al posto di "gravi". Nient'altro, almeno non evidente, dal punto di vista grammaticale. Sono andato a controllare ed effettivamente la mediatrice culturale della Sea Watch si chiama Haidi con la a.

    Ho trovato poco incisivo il presente narrativo, secondo me non rende con un arco temporale così ampio. Il risultato è un taglio giornalistico, che ci sta nel virgolettato ma non ci sta nel narrato. La cronaca, reale o fittizia che sia, prende il sopravvento in questo racconto; mi ricorda i primi capitoli di alcuni romanzi di Agatha Christie, che io reputavo noiosi ma necessari per arrivare alla soluzione dell'enigma finale. In questo racconto abbiamo un "Maestro" che fa da enigma e anche, immagino, da finale sospeso per il futuro; in questo racconto non trovo tutta questa necessità: il punto cruciale penso dovesse essere proprio il "Maestro", invece c'è dentro tanta roba; non c'è focus sulla sofferenza dei migranti, né sulla determinazione di Carola, e Matteo mi sembra più stereotipato che caratterizzato.

    Grazie e alla prossima.
     
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    Penna furiosa

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    A me è piaciuto. Di solito mi danno fastidio i racconti molto frammentati e prediligo una narrazione il più lineare possibile, ma qui ho trovato il ritmo incalzante. E anche funzionale, perchè il flash diventano progressivamente sempre più brevi e distanti tra loro fino alla scena finale che è quasi sospesa nel tempo. Non amo nemmeno la politica, quindi l'argomento non mi è congeniale, ma il racconto si legge facilmente e sono arrivato fino in fondo senza alcuna fatica. Per me è un punto a favore. Si forse manca di approfondimento in certi punti e i personaggi restano un po' sulla superficie, ma si sente la rabbia che c'è dietro, e salta fuori e ti investe in modo molto deciso e questa è un'altra cosa che ho apprezzato.
     
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    Penna furiosa

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    Ciao Mangal,
    in questo racconto s'intrecciano diversi temi, anche molto sostanziosi, che per forza di cose risultano condensati.
    Carola, migranti, virus, Matteo e questo misterioso Maestro e il suo tavolo a forma di pesce. Tutto si collega in modo fluido e non si percepiscono forzature, anche se alcuni temi sono solo accennati, senza l'adeguato approfondimento, lasciandone un pò in penombra il peso e il significato.
    La storia mi è sembrata un pò "asciutta" senza i tocchi di delicate emozioni che sai dare ai tuoi scritti e che mi piacciono tanto, anche se comunque ho molto apprezzato il fatto che il racconto strizza l'occhio a qualcosa di molto interessante e mettiamoci anche inquietante và, che ci sta sempre bene.
    Le varie scene si susseguono con un ritmo sempre più incalzante: la scena iniziale è quella dove ti sei soffermato di più, giustamente essendo il cardine intorno al quale si avvita tutta la vicenda, ma allo stesso tempo ho notato un distacco forse troppo netto tra questa e le successive, tanto che ricorri spesso a veri e propri riquadri dal taglio giornalistico. Forse anche perchè il traguardo dei 20000 occhieggiava sempre più da vicino e l'urgenza di dare informazioni reclamava il suo spazio.
    La scelta ha però il merito di dare un buon ritmo a tutta la seconda parte della storia, dove ci si addentra sempre più a fondo in una vicenda che assume tinte fosche e che, immancabilmente, affascina.
    A questo proposito ti faccio notare questa frase:
    Quell’Europa che quando serve un aiuto non c’è mai, ora urla contro. Che coraggio, che ipocrisia.
    Questa non è espressa da nessun giornalista e nemmeno dal narratore onnisciente: ti è scappato un sospiro liberatorio, che ha messo un pò la firma al testo.

    Nel finale il racconto prende un bel guizzo che lo solleva e lo fa andare "altrove", cioè il posto dove mi piace andare quando leggo.
     
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