Incomprensioni nel mezzo di una pandemia

aut. andrepoz

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    Penna furiosa

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    Come ha detto qualcuno molto resoconto e poco racconto, dialoghi praticamente inesistenti eppure, nonostante questo, sei riuscito a delineare un tratteggio psicologico e comportamentale dei due protagonisti davvero valido.
    Il limite è che succede poco o nulla, ma nonostante questo, grazie alla tua scrittura, sei riuscito a rendere la lettura ugualmente gradevole e interessante.

    Eppure in fondo, nonostante tutte le differenze, si volevano bene. Si erano incontrati quando lei era rimasta vedova e lui era stato cacciato di casa dalla moglie. Due solitudini che si erano riconosciute e avevano deciso di percorrere un tratto di strada insieme. Un tratto che ormai ammontava a diversi anni. Avevano imparato in qualche a modo a convivere, anche se lui era un cuor contento e lei una donna sempre sull’orlo della depressione. Lui aveva accettato le paure e le ossessioni di lei, lei aveva trovato nella semplicità di lui un’evasione dalla gabbia grigia in cui troppo spesso finiva per autoconfinarsi.
    A fatica avevano trovato un loro equilibrio.
    Questo è il passaggio che più mi è piaciuto, due solitudini che si erano riconosciute e che nonostante le differenze erano riuscite a trovare un punto di equilibrio.
    Una buona prova, non da primissimi posti ma comunque ben riuscita.
     
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    Triste la situazione di reclusione in cui ci troviamo, triste il resoconto che ne fai: una coppia che scoppia, però alla fine, forse no. Ecco, il finale l'ho trovato poco congruente con il resto della storia, ma è vero che la realtà spesso è meno logica della coerenza narrativa. Nel complesso l'ho trovato un racconto un po'grigio, non succede niente, enunciate sensazioni comprensibili, ma poco interessanti per farne un racconto. Bye. :)
     
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    Penna furiosa

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    Direi che hai raccontato la quotidianità di molti in questi mesi di pandemia. Hai realizzato una sintesi scritta in modo pulito e corretto.
    Incipit ed excipit sono ben integrati.
     
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    Chissà se qualcuno di noi ha usato en excipit diverso (io ho lo stesso). Credo che Achillu abbia dato la risposta ma fino ad ora (Sono al mio quinto racconto) siam tutti li "ad andare decisamente peggio". Il tuo è esattamente lo specchio di quello che oggi sta succedendo scritto benissimo ma privo d'emozione proprio perchè tutto quello che scrivi lo stiamo vivendo e tu ce lo sta ripetendo come la moglie del tuo personaggio. Non credo tu abbia fatto molta fatica a scriverlo, si nota una grande facilità di penna. Son sicurissimo che al prossimo giro ci metterai più fantasia. Come mi diceva sempre la maestra a scuola: bravo ma non si impegna.
     
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    ciao
    paura e angoscie comprensibili e condividibili da tutti, in questo periodo, un film già visto e vissuto da molte coppie,
    al limite della solitudine.
    Il tuo protagonista, mi sembra di capire non giovanissimo, vive in una situazione psicologica di forte disagio.
    Mi è piaciuto, però, l’epilogo e qui l’excipit calza meglio dell’incipit.
    Nonostante tutto riesce ad apprezzare ancora quello che ha, con uno sguardo fiducioso al futuro.
    Stile buono, asciutto ed essenziale.
    A rileggerti presto
     
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    Ciao Andre.

    Nessun dialogo. L'unico discorso diretto sono i monologhi della moglie del narratore. Ciononostante hai costruito un flusso di coscienza che tiene alta l'attenzione dall'inizio alla fine e sono qui alla terza rilettura che cerco di capire come hai fatto e non ci riesco. Ben delineati i due personaggi e soprattutto mi piace il modo in cui, dopo aver raggiunto un equilibrio, lottano per costruirne un altro. Ottimo il collegamento con incipit ed excipit. Giusto perché un difetto lo devo trovare: c'è un cambio di stile brusco tra l'incipit scelto e l'inizio della parte originale. Non è vero, nel senso che non è brusco.

    Grazie e alla prossima.
     
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    Giocare con l'attualità ancora viva e purtroppo pulsante, non è facile. Il tuo è un gran bel tentativo.
    Scritto bene, senza sbavauture. Tuttavia anche senza slanci, invenzioni, cambiamenti di ritmo, sorprese.
    Un telegiornale dei sentimenti in periodo di covid.
    Grazie e alla prossima.
     
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    Arrivo tardi a rispondere ai commenti, quindi non riesco a rispondere a tutti, scusatemi. Ringrazio tutti di cuore per le vostre osservazioni, sia quelle positive sia quelle più critiche, che del resto condivido in pieno: so bene che la fantasia nella scrittura è un mio limite, su cui devo di sicuro lavorare. Un grazie speciale a chi mi ha fatto notare i refusi, che purtroppo per quanto si rilegga scappano sempre. Mi permetto di citare un solo commento, perché l'ho trovato davvero divertente e molto calzante (anche se ti assicuro che scrivere non è mai proprio facilissimo):

    QUOTE
    Son sicurissimo che al prossimo giro ci metterai più fantasia. Come mi diceva sempre la maestra a scuola: bravo ma non si impegna.

    Ecco, dicevano spesso anche a me la stessa cosa ... devo proprio mettermi sotto!
     
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    Una curiosità: dalle mie parti si dice: “Chi muore giace e chi vive si dà pace”, ma il senso è comunque quello…
    Come già detto da altri, ho trovato la prima parte più vivace, grazie alle citazioni della moglie. La seconda, con qualche dialogo in più, avrebbe preso più colore, ma ti capisco visto che anch’io sono piuttosto avaro di dialoghi in quello che scrivo.
    Per il resto il tutto è scritto molto bene e scorre che è un piacere.
    La frase: “Guarda che la moglie di Battistini pare sia positiva, puoi evitare di parlargli insieme se lo incontri?” Metterei un punto dopo “positiva” e toglierei quell’”insieme” che mi pare superfluo.
    “…curare l’orto o il giardino di qualche coppia di medici in pensione”. Sostituirei “una” a “qualche”.
    Bella l’espressione: “quel legame era rimasto a galleggiare al di sopra del mare di incomprensioni che si stendeva tra di loro”.
    Una riflessione scaturita dal tuo racconto e dai commenti letti: molti, me compreso, hanno riconosciuto che nelle pareti domestiche si assiste continuamente a questo diverso approccio al problema del Covid, con tutte le discussioni che tu hai raccontato cosi bene. Ma non sarà che questa diversità in fondo è uno dei segreti della resistenza di coppia?
     
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    Racconto che se letto un po' velocemente e distrattamente può apparire banale e scontato ma che invece non lo è affatto.
    Si potrebbe pensare che chiunque quest'anno sarebbe in grado di scrivere qualcosa sulla pandemia e sul come siamo costretti a viverla ma non è così.
    A parte il fatto, non secondario, che scrivi molto bene, in perfetto italiano , scorrevole e chiaro anche nei periodi più lunghi, ma quel che mi ha colpito è la capacità di cogliere gli aspetti più importanti di questi mesi di forzate clausure e forzate convivenze e farli emergere in un contesto come quello che chiunque di noi potrebbe vivere o aver vissuto.
    Piaciuto davvero tanto.
     
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    Per quanto riguarda lo stile linguistico, il racconto è ben scritto, in maniera molto semplice e lineare. MI sembra quasi di sentirti parlare, proprio perché il linguaggio è molto alla mano, non è affatto ricercato.
    Il tema purtroppo è ben conosciuto ed è la realtà che stiamo vivendo ora. La prima parte soprattutto ci rimanda alle regole che noi tutti siamo costretti ancora adeso a seguire e rispettare. In questo caso, infatti, avrei tagliato qualche raccomandazione (lavaggio mani, sapone, strofinare tra un dito e l'altro): sono troppe e forse appesantiscono la lettura, visto che anche noi ormai ce le abbiamo come un triste ritornello ancora nella testa.
    Incipit e excipit calzano a pennello
     
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    Ciao Andrepoz,
    inizio subito con i complimenti: mi piace molto lo stile fluido che hai e la dimestichezza con la lingua. Le frasi sono ordinate e curate e scivolano via senza fatica restituendo una piacevole lettura. Sei riuscito, a mio avviso molto bene, a rendere comprensibile il malessere interiore di questa coppia che, per motivi opposti, si trova a far fronte a una "crisi di coppia" che nessuno si sarebbe immaginato: come reagiscono due persone costrette a convivere quando le loro paure più profonde salgono in superficie?
    Metti a nudo l'antico concetto della maschera: da tutti, chi più e chi meno, viene indossata. Nel tuo racconto fai riflettere su un aspetto destabilizzante: siamo sicuri che non la indossiamo anche con chi crede di conoscerci?
    Tutto questo sotto forma di un lungo flusso di coscienza che, anche se viziato dal punto di vista, riesce a essere esauriente e ricrea molto bene lo stato d'animo di entrambi.
    Il testo proposto ( e soprattutto la tua abilità nell'esplorare l'animo umano) meriterebbe di essere ripreso in mano e allungato: ne verrebbe fuori un buon romanzo breve dove finalmente potrei sapere due cose che mi sono mancate: il nome dei protagonisti (magari è una mia idea, ma il nome proprio mi avvicina di più al personaggio e me lo fa inquadrare meglio) e l'età (sono rimasta con il dubbio se siano dei sessantenni o magari degli ottantenni. Cosa cambia? In realtà niente, ma nel personale film che mi parte quando leggo qualcosa mi piace avere più dettagli possibili).
    Un racconto che non racconta niente di specifico, ma che rimane sospeso sulla strana e inattesa foschia che si frappone tra i due: riusciranno a trovarsi? E quando la nebbia si diraderà, sapranno riconoscersi nel nuovo aspetto che avranno l'uno agli occhi dell'altra?
     
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    Uno spaccato di vita vissuta, un paio di pagine strappate dal proprio diario, alla fine una verità raccontata con diligenza senza particolari colpi di scena o dietrologia mi, così, com'è la vita di quella della porta accanto in questo periodo. Sicuramente Attuale e ben scritto, complimenti.
     
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    Dio della penna

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    Racconto che percorre il metro della storia e questa è percorsa con gli occhi di chi seduto su una panchina, mentre legge il giornale, guarda il mondo nel scorrere e in questo mondo egli si traveste in cento volti e cento nomi e nelle restrizioni si palesa tutta l'insofferenza del protagonista e per gli altri, prevale una vena di egoismo. Tracce di vita quotidiana e d'affanni personali intercalati nel momento storico. La trama si è scritta da sola e il reportage dei fatti dipinge con tratti larghi e ampi dei personaggi che potrebbero avere mille volti differenti nella storia stessa come già rimarcato. Narrazione scorrevole semplice e senza elevate cime di scrittura, molto asettica... Un lavoro che non mi ha lasciato quel segno che una vicenda così tragica dovrebbe ispirare, sembra quasi che non sia vissuta dentro. Mi dispiace ma il mio giudizio è negativo. Ciao e alla prossima scrittura.

    Edited by Giancarlo Gravili - 22/12/2020, 11:58
     
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    Scrivano supremo

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    Ben scritto, scorrevole, stile pulito e coerente e buon ritmo.
    Manca la storia che mi vuoi raccontare; il pezzo prende le sembianze di una premessa in attesa dell'arrivo di una storia che non arriva.
    Mi hai descritto il protagonista e come ha vissuto il lock down, mi racconti della sua compagna e delle loro incomprensioni e poi tronchi la storia.
    Mi aspettavo una sorta di aneddoto dove lui e lei per anche solo un attimo si trovano a ridere insieme (dico ridere per dire, può essere piangere urlare etc) riscoprendosi. Nel finale mi fai una lista frettolosa di quanto son stati vicini e si sono supportati. Secondo me dovresti mostrarmela, questa loro complicità e dovresti mostrarmi il loro rapporto, attraverso qualche dialogo e qualche scena più dettagliata.
    A rileggerti
    Ele
     
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