E vissero per sempre felici e contenti

aut. Caipiroska

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    Penna d'oca

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    Se non è rassicurante e lineare questo titolo, veramente il mondo si è capovolto.
    Entro timidamente tra le righe, mi piace l'osservazione dei passi arrabbiati, dei tacchi larghi, da manuale. Poi arrivo a pensare che la protagonista del racconto non la sento parlare. Si chiama Ariel, fantastico, lui sulla sedia a rotelle Victor. Questa è la mia chiave, presunta. Un bimbo che è affetto da "progeria" credo si chiami così. Racconto toccante una madre, muta, che vede morire il proprio figlio. No non lo vede morire, se ne va. Ma come è possibile...poi l'intuizione, è immortale
    quindi abituata, suo malgrado a vedere morire le persone a cui ha voluto bene. Infatti nel passaggio "Lei avrebbe per sempre avuto sedici anni, e per sempre sarebbe stata condannata ad amare gli uomini, amanti o figli." Geniale. L'ho letto un paio di volte. Originale, struttura buona, personaggi
    ricercati e minuziosamente modellati per il racconto. In ed Ex pertinenti
     
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    Penna stilografica

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    Il racconto incatena e abbacina, come i riflessi delle luci da un cristallo sfaccettato, a ogni paragrafo cambiano le aspettative del lettore e la narrazione sembra trasformarsi in un gioco enigmistico. Abbastanza efficace la voce del narratore, con qualche opacità di stile che più avanti segnalo. Lo sviluppo però è povero di indizi e quei pochi sono troppo criptici. Non so quanti lettori arrivano alla Sirenetta e alla Bella e la Bestia. Io non ci sono arrivato, e il fatto di non appartenere alla minoranza che riesce ad arrivarci mi ha seccato moltissimo :-).
    Percé non ci sono arrivato? Perchè nella sirenetta Ariel non c'è l'immortalità (Ariel vive trecento anni, se non sbaglio), perlomeno in quella di Andersen, in quelle cinematografiche non so. E poi perché non trovo il motivo dell'accostamento a Belle (versione Beaumont).
    Quindi direi che il racconto ci guadagnerebbe molto se perdesse la sua cripticità. Dovrebbe essere più chiaro che le modifiche alla favola di Andersen rendono E vissero per sempre felici e contenti una favola assolutamente originale. E bisogna anche rendere più chiaro che i segni significano mutismo. Io li avevo percepiti come magia.
    Le mie osservazioni riguardo a certe espressioni:
    - "Rimase ancora un attimo a fissare quella frase, che con il tempo era diventata un po' il motto della sua vita, anche se presto non poté più farlo, perché le parole iniziarono a vacillare." 'fissare' quella frase lascia intendere che la veda scritta, invece, probabilmente, l'aveva fissa in mente (era il motto della sua vita) 'presto' potrebbe riferirsi alla sua vita, cioè a un momento del passato, oppure al momento attuale, in questo caso sarebbe meglio dire 'subito' o qualcosa di simile. La frase è oscura perché lo dici dopo che sta leggendo un libro. Tu lo sai, ma il lettore no.
    - Gli a capo sono troppo frequenti. Non è obbligatorio metterli a ogni punto fermo. Anzi, dovrebbero essere centellinati per segnalare salti logici o cambi di argomento.
    - "in modo che la guardasse e segnò". Quel segnò incomprensibile urta il lettore. Bisogna far capir subito che lei è muta.
    - I riferimenti al mare rimangono senza seguito. Ariel fa pensare all'aria,ci vuole uno sforzo per ricordarsi che era una sirena. E il mare non viene più citato nel racconto.
    - "li sentiva volteggiare intorno alla testa come rapaci intorno alla preda" Ripetizione di intorno troppo ravvicinata.
    - L'excipit non lo trovo coerente col racconto.
    Refusi:
    - da l’eco della falcata= Dall'eco della falcata. Perchè 'eco'? non basta suono?
     
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    senza nulla togliere a tanti altri, per ora questo è il miglior pezzo che ho trovato.
    sono rimasto sconcertato nella prima parte, non riuscendo a comprendere bene, poi il puzzle mi si è ricomposto e ne è uscito un disegno splendido.
    prova eccellente, che dimostra ancora una volta quali sono le tue capacità.
    splendide descrizioni, sensazioni che arrivano dritte... fantastico.
    scritto benissimo, stracomplimenti.
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    Cara Caipi
    ma che bel racconto :). Mi ha subito affascinata dalla prima lettura, e più lo leggo e più mi piace,
    Mi sono sempre domandata anche io cosa c'è dopo il :e vissero per sempre felici e contenti.
    Forse perché le favole sono sempre state lontanissime dalla mia realtà ma vicine alla mia fantasia.
    Ariel è uno dei miei personaggi prediletti e tu hai saputo renderla concreta nel mondo reale con tutte le sue peculiarità.
    Hai saputo renderla umana e renderla parte degli esseri umani. La custode dei suoi amori finché c'è vita.
    Il finale di Ariel non esiste, lei non è destinata a finire ma solo a veder finire gli altri. Straziante e intenso.
    Brava Caipi, un lavoro splendido.


    Ele
     
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    Penna stilografica

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    Di solito scrivo di getto il commento su quello che leggo senza andare a vedere come la pensano gli altri ed eccolo: una straordinaria favola che mi ha messo un po' in confusione pur capendo ovviamente che c'è del fantastico. Mi è piaciuta moltissimo (mento perchè personalmente avrei preferito l contrario) la storia di lui che invecchia e lei che rimane sempre giovane. Ce ne sono tante così ma la tua è veramente particolare forse perchè riesci a creare l'atmosfera giusta con quei colori dei capelli, del cielo e del mare. La tua scrittura è sempre molto scorrevole e piacevole ho solo inciampato in un "da l'eco" che avrei preferito leggere "dall'eco" ed è tutto. C'è qualcosa però che non mi convince: da dove salta fuori quella "Belle"? Adesso vado a leggere quello che dicono gli altri.
    Beh son proprio un bel pirlotto! La favola della Sirenetta! E chi se la ricordava? (soprattutto per uno come me che non si ricorda nemmeno qual'era il mio racconto). Bravissima è un racconto ancora più bello.
     
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    Vado controtendenza ma il racconto non mi convince del tutto, l'idea di base è geniale ma a mio parere gli indizi che vengono dati al lettore sono davvero pochi e, non capendo a chi ci si riferisca con il nome di Ariel, il racconto finisce per essere molto criptico. Sarà che non sono un grande fan dei cartoni animati e delle favole, ma io prima di leggere i vari commenti pensavo che Ariel si riferisse allo spirito de La Tempesta di Shakespeare, e non ci avevo capito proprio niente.
    Per il resto, niente da dire: stile molto buono e incipit ed excipit centrati. Se ci fossero stati più indizi per aiutare a capire il senso della storia, sarebbe stato un eccellente racconto, così l'ho trovato molto buono ma non del tutto riuscito.
     
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    Il racconto è ben scritto e i periodi semplici e non eccessivamente lunghi danno fluidità alla lettura.
    La scrittura è corretta e non ci sono particolari errori ortografici da evidenziare, a parte le seguenti espressioni:
    Lei: e vide i suoi capelli e il suo sorriso.
    Lei: e tutto si tinse di una nuvola rosa.
    Lei: e il modo tutto strano che aveva di essere ironica
    Non mi convince come scelta per la ripetizione del pronome seguito dai due punti e la congiunzione.
    Dal punto di vista della storia non mi ha coinvolto più di tanto, ma mi ha trasmesso molta quiete e tranquillità, credo per la figura del vecchio ben caratterizzata.
     
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    Come Andrepoz anch'io avevo pensato alla Tempesta shakespeariana e ovviamente qualcosa mi sfuggiva. Anche il difetto di favella non mi era così chiaro, tant'è che avrei chiesto lumi su quelle espressioni "... e segnò" e "cercava di segnare ancora qualcosa", “lei disegnò nell’aria il segno più bello…” che se tu avessi espresso in forma meno ermetica mi avrebbero evitato una figuraccia. Per fortuna ho letto i commenti da cui ho capito qualcosa in più alla seconda lettura.
    Sorvolo sulla forma perché non ho trovato difetti (sarebbe veramente dura trovarne in Caprioska!).
    Per tutto il resto non ho che elogi da fare: bella l'idea, bello lo sviluppo della storia e notevoli alcune espressioni e descrizioni che nella loro suggestione, hanno il solo difetto di rivelare un po' di autocompiacimento.
    Bellissimo lavoro, comunque, come sempre.
     
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    E qua si deve il tocco esperto di chi sa come creare una trama intrigante, non banale con quel tocco in più che non molti anni. Interpretandolo in maniera surreale dà l'impressione di vivere in uno spazio dove i personaggi si mescolano in un tempo senza tempo e dove l'esperienza della vita è in grado di plasmarsi a secondo della regia... Vedo il racconto come una sceneggiatura per un film e non verrebbe affatto male, essendoci dentro
    tutti i canoni per attirare il lettore-spettatore e legarlo con la mente alla visione delle esperienze dei protagonisti. Il filo che lega la trama sembra essere quello del divenire nel tempo che per paradosso non diviene e non ha tempo.
    Una tecnica narrativa che lega le descrizioni dei personaggi fatte con tocchi sapienti di colori e pennello e la sorpresa del non capire fino in fondo dove la trama sfocerà nel suo finire... verso quel mare che è la comprensione finale del lettore che per regola base deve essere catturato nella scrittura. Complimenti Caipi...
     
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    Penna d'oca

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    Il racconto è bello e scritto molto bene.
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    Pensieri, solo pensieri: li sentiva volteggiare intorno alla testa come rapaci intorno alla preda

    è una frase splendida, potente e incredibilmente vera. Tanto che non aveva bisogno d'altro e potevi metter il punto prima.
    Ho capito relativamente presto la storia: ho due figlie, oramai grandi, ma che sono cresciute a pane e principesse disney, si può dire che sono del ramo.
    E' una splendida metafavola.
    Eppure...mi da un senso di incompiuto. Una bellissima operazione di maestria, ma al servizio di cosa?
    Una favola necessita di una morale. E qui la mporale un po' mi preoccupa. A questo punto mi pare più moderna e interessante Mulan fra le principaesse disney.
    Comunque molto brava.
     
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    ciao
    bravissima Caipi.
    complimenti tantissimi!

    Sei talmente brava, nel costruire qualsiasi trama, nel regalare immagini splendide e poesia pura, che potresti rendere interessante anche la lista della spesa. (mi piacerebbe vederne una, di lista!)

    all’inizio pensavo fosse una storia simile al ritratto di Dorian Gray, qualche strano patto per cui il figlio è destinato a invecchiare e la madre no.

    Aveva letto la storia di sua madre mille volte e ancora adesso rimaneva un mistero come avesse potuto renderlo così felice: o forse era tutto semplice per chi vive con il solo compito di rendere felice gli uomini che ama.
    Una frase che parla della solitudine di chi sopravvive ai propri affetti: che cosa tremenda sopravvivere ai propri figli.
    Non era certo nelle tue intenzioni ma il titolo mi è sembrato ironico, forse mi sbaglio.
    il “per sempre” è bene che prima o poi finisca.

    alcune frasi le ho trovate splendide

    Il mare è troppo orgoglioso, non si può capire.
    Lei disegnò nell’aria il segno più bello, il più importante.
    “Anch’io ti amo e ti amerò per sempre, mamma.”



    e si concentrò su quella camminata….
    Poi le mani iniziarono a muoversi veloci
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    incredibile come riesci a caratterizzare una persona da piccoli particolari, dal suono dei passi, dalle mani, dalla testa che agita i capelli…

    una curiosità: hai chiuso con una battuta: “Pensa se tu fossi stato il figlio di Belle!” e poi il tuo excipit

    non ti è balenato in mente un altro finale? visto che avevi anche il mare a portata di mano?
     
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    Beh, non il mio genere preferito, ma mi è piaciuto e si legge facilmente, unica pecca , secondo me, il finale, potevi fare meglio, comunque complimenti!
     
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    Ma come scrivi bene!
    E' stato un vero piacere leggerti, leggere come scrivi, ancor prima di entrare nella storia per apprezzarla come merita.
    Fiaba originale, ricca di detti e non detti sufficienti comunque a farci comprendere tutto.
    La prima parte, quella in cui il vecchio è solo, in attesa dell'arrivo della ragazza/mamma è pura poesia e secondo me è la parte migliore di tutto il racconto.
    Decisamente candidato al podio, il tuo racconto.
     
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    Mi puoi credere sulla parola se ti dico che con le principesse ci vado a nozze. Del resto, solo loro sanno dare certe emozioni che, per fare un esempio vintage, He Man e i dominatori dell'universo se le sognano. Circa la scrittura, lo stile, non parlo, poiché ciò che ho letto è lo stile e la scrittura dell'autrice che tutti noi (almeno, chi c'è da un più tempo sul forum) conosciamo e a cui ci ha abituato. Quanto al contenuto, troviamo la favola che si sposta su un piano "più fantastico", passatemi la definizione, a cui non siamo abituati a pensare. Perché di solito certe fiabe finiscono lì, ci fanno commuovere sorridendo e mai ci chiediamo quale potrebbe essere la loro evoluzione. Mi spiego meglio: Biancaneve, Cenerentola, La Bella Addormentata; La Bella e La Bestia e la stessa Sirenetta, non hanno mai avuto un seguito cinematografico. Finivano lì: e tutti vissero felici e contenti. Soltanto le fiabe moderne continuano e Frozen, per esempio, avrà un seguito come La Piovra probabilmente. Cazzate a parte, dove ci porta questo sentiero che l'autrice ha iniziato a tracciare, a parte che in cima a una classifica? Io provo a cercarlo dentro di me.
     
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    Penna furiosa

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    Un racconto scritto da Caipiroska che si intitola “E vissero per sempre felici e contenti” mi fa venire in mente subito un ossimoro, per cui ho iniziato a leggere con un certo senso di attesa.
    L’idea è incredibile, bellissima e – mi sembra – davvero originale.
    La realizzazione non mi prende del tutto, per un annoso problema di enfasi linguistica di cui ormai ti sarai oltremodo stufata di sentirmi parlare, quando leggo i tuoi racconti.
    Comunque, non badarmi: evidentemente quello è il tuo stile e credo anche piaccia ai tuoi lettori, quindi non ti curar di me ma guarda e passa.
    Mi risulta oscuro questo pezzo:
    “Lei: e vide i suoi capelli e il suo sorriso.
    Lei: e tutto si tinse di una nuvola rosa.
    Lei: e il modo tutto strano che aveva di essere ironica.”

    “Pensa se tu fossi stato il figlio di Belle!” = Belle è un essere umano, per cui non ho capito bene cosa faccia ridere i due, e credo che non sia il pensiero che lui, così, sarebbe prima o poi rimasto orfano.
    La Bestia torna un essere umano, prima di sposare Belle, per cui immagino che non sia nemmeno una qualche battuta sul suo aspetto.

    La scrittura è corretta. Ti segnalo solo
    da l’eco= dall’eco
    chiudendo la porta alle spalle= alle spalle di chi? “Alle proprie spalle” oppure “si chiuse la porta alle spalle”
    e segnò= qui non avevo proprio capito cosa tu intendessi; avevo l’impressione che si trattasse di un pezzo rimasto da una precedente versione del racconto, poi ho capito, andando avanti a leggere, però secondo me è un passaggio da chiarire

    Alla fine, il titolo trova nel racconto il suo compimento e la sua ragion d’essere e, come un po’ mi aspettavo, è pure un po’ ironico.
    Incipit ed excipit sono integrati molto bene.

    Quanti dei tuoi racconti (per tacere del tuo romanzo) parlano di madri con figli maschi, nati o non nati! E dei sentimenti di queste madri verso i figli… Ora che ci penso, forse quasi tutti. Evidentemente, non sono l’unica la cui mente gira attorno a dei temi ricorrenti.
     
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32 replies since 28/11/2020, 18:07   507 views
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