Corri e basta

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  1. tommasino2
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    Penna suprema

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    Gli irriducibili
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    Corri e basta



    Seduti sul muretto con i piedi nel vuoto aspettiamo di riunirci agli altri.
    Le teste di bambola che ci passano davanti sono diverse dal modello che abbiamo a casa, sono più snelle.
    I loro occhi ci strisciano addosso come fari nello specchietto retrovisore. Decidiamo di muoverci dentro la nostra tuta color seppia con doppia fodera.
    All’aperto sembriamo meno ridicoli. Il riscaldamento sul fango è come fare sesso con un crampo a un ginocchio.
    Carmine mi vede ancora come un amico bravo e buono e non mi abbandona nemmeno quando il gesto limpido e meccanico della corsa si affossa.
    Ci viene voglia di un caffè, manca più di un’ora alla partenza.
    Tra le ragazze più desiderabili della città non c’è la cassiera del bar, ha parecchi anni e comincia a dimostrarli.
    Il merletto rosso delle sue labbra consumato a malapena riesce a esprimere un: Desidera?
    Ha il nome di battesimo su una targhetta di cartapesta scritta a macchina, aggiunto alla marca di caffè pubblicizzata.
    Il testone di un bambino che sorride in costume da bagno divide la cassa in due comparti, da una parte gli affari multi color dei gratta e vinci,
    dall’altra i sentimenti e gli affetti famigliari in foto.
    Senza chiedere il mio parere Carmine ordina tre caffè intuendo che nell’intervallo di pensiero si è aggiunto a noi Alessandro.
    Getto la gomma in una pianta di pitosforo abbandonata tra uno stock di panettoni con lo sconto e mi avvicino al bancone.
    La barista dipinge sul mio caffè macchiato una specie di segnale stradale triangolare che indica pericolo.
    Ha un tatuaggio sul seno destro che sembra muoversi e vivere per proprio conto.
    Non si capisce che voce abbia, l’unico rumore che emette è quello dei piattini contro le tazzine.
    Usciamo sbandando sul viottolo bagnato, scivolando con le nostre suole di gomma.
    Il cielo sempre più rappreso sembra non promettere nulla di buono, ma questa è una gara fortunata e uscirà il sole.
    Coperti dalle fenditure dell’automobile indossiamo il completo da gara che è uguale al completo non da gara con numero e un chip in più.
    Carmine dietro i suoi occhiali da vista fuori modissima saluta vecchi compagni di allenamento.
    Consapevoli di trovarci alla partenza poggiamo i piedi in ultima posizione per evitare la ressa, per non rincorrere un obiettivo cronometrico impossibile.
    Il recinto si apre, la gara parte in discesa. La pioggia che ha fatto schiumare i tombini è finita. Il sole da un cielo capovolto filtra sull’acqua sporca.
    Le pozzanghere rimaste sembrano dire.
    Statemi vicino.
     
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3 replies since 4/1/2021, 08:39   96 views
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