Bella come la mia bronchite cronica

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  1. tommasino2
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    Penna suprema

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    Bella come la mia bronchite cronica.

    In autunno il mio reale pigmento appare bianco mentre me ne torno a casa dentro un goffo giaccone di jeans.
    Trovo il cane che dorme sulle mattonelle della cucina, inselvatichito dalla fame nemmeno mi scodinzola come fanno tutti i cani del mondo con il loro padrone.
    Faccio suonare le tasche per illuderlo che ci sia qualcosa di buono per lui.
    Non sono stato capace di scegliere una vita diversa, un lavoro diverso, ma non è colpa mia e ci rimette pure lui, povera bestia.
    L’inverno è la stagione che mi spaventa meno, ogni tanto per non essere al verde mollo il ristorante, che quello sbattimento di piatti e bicchieri mi ha stufato più del conto.
    Mi accontento dei piatti unici senza profumo della rosticceria.
    Non pensavo che si diventasse vecchi veramente, avevo occhi e barba strafottenti quando ne parlavo,
    come se invecchiare per me fosse un’impresa lontana e impossibile, grazie a un colpo di culo che la natura mi aveva regalato.
    Le mie difficoltà non sono in ballo da secoli, solo ora le sento così profonde.
    Svelo un piccolo segreto, quando sono troppo in difficoltà alzo gli occhi e cerco aiuto dall’altra parte del vetro, non fuori, dentro, dove sta la madonnina.
    Quella che se la giri ha la neve addosso. Nemmeno ricordo chi me l’ha regalata, ma deve essere stato qualcuno dei miei amici che era andato a sciare.
    E se mi hanno abbandonato in massa è solo per colpa mia, del mio essere orso. Abbiamo sempre avuto un rapporto rispettoso e cauto. Il cervello scivolerà due gradini sotto l’intelligenza del mio cane, quello che non mi saluta, ma l’amicizia non la dimenticherò facilmente, ho solo sbagliato a avere amici troppo giovani: sto invecchiando solo io.
    Per continuare a far finta di essere un essere umano e smetterla con i testamenti spirituali mi sono rasato barba e capelli.
    Spingo ogni giorno lo stesso carrello al supermercato, quello al quale ho fatto il segno con lo scotch bianco sull’impugnatura, illudendomi che nessuno lo userà.
    Mi fanno meno male le ginocchia se mi sposto spesso, mi ci è voluto parecchio per capirlo, ma l’ho capito.
    La cassiera con una rassegnazione lunga quanto il suo turno mi sorride sempre.
    Lei immagina le mie vecchie conquiste, le vede appese al soffitto, vivaci come palloncini colorati le mettono allegria.
    Anche se non ne parlo mai, le mie vecchie conquiste mi inseguono e sorpassano meglio di ogni parola.
    Non ho mai raccontato a nessuno come si vive da soli, ma me lo chiedono spesso. Mi piace stare nell'ombra, non voglio rischiare di essere giudicato.
    Che c’è di male a voler tastare sempre le stesse cose, quelle che conosco e che mai mi darebbero il minimo dolore?
    Quelle passate le ricordo poco, come se fossi morto tante volte, tante volte scomparso.
    La memoria che sta per sparire mi mette in salvo, senza il cruccio di un rimorso, bella come la mia bronchite cronica.

    La terza volta, è la terza volta che mi piscio sotto.
    Pure questo sto per dimenticare.
    Sopravvivere in queste condizioni è quasi un atto rivoluzionario, ce la devo fare.

    Edited by tommasino2 - 6/1/2021, 10:42
     
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10 replies since 4/1/2021, 09:22   148 views
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