Libertà ( ricordando Verga)

"Libertà" un breve testo che vuole far riflettere sul significato di questa parola tanto sbandierata e ripetuta, a volte purtroppo un po' a caso

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    New entry

    Group
    Member
    Posts
    24
    Me gusta
    +4

    Status
    Offline
    Libertà
    (Ricordando Verga)

    Come un mare in tempesta i cittadini scesero dalle proprie case dopo ‘ultimo TG che, per tutelare la “salute” di tutti contro il virus mortale,
    annunciava la chiusura totale di bar, ristoranti, osterie, negozi, magazzini, centri commerciali, parrucchieri, piscine, palestre
    e perfino di parchi e giardini. Uomini, donne e bambini si ritrovarono in strada per marciare verso il Palazzo.
    Sulle bocche di ciascuno una sola parola: “Libertà”.
    I più muscolosi tenevano alti, come vessilli, cartelli e bandiere, i più piccoli gridavano.
    La folla si fermò un momento, c’era bisogno di un capo riconosciuto che guidasse il corteo, pena la sconfitta. Le mamme con più pragmatismo dissero di far presto, i vecchi e i bambini piccoli a casa non potevano essere lasciati soli.
    Il percorso era tracciato, dalla piazza della Chiesa al Palazzo del governo. Una sirena squarciò il cielo con le sue luci blu accecando tutti, la folla sembrò vacillare.
    In fila, uno dietro l’altro, i cittadini marciavano compatti, la parola “Libertà” era il collant che dava coraggio. La giornata era nuvolosa e a un tratto si videro grosse gocce di pioggia cadere sulle spalle delle donne e sui cappelli degli uomini. Superata una stradicciola la folla sfociò sulla piazza della Chiesa, transennata, sorvegliata da alcune pantere nere con dei gorilla, le braccia conserte, il casco in testa.
    Il prete uscì dalla Chiesa e invitò i facinorosi a retrocedere facendo il segno della croce. “Prima della libertà”, disse, “viene l’ubbidienza”.
    Le donne si fermarono, dubbiose se andare avanti o no. Provavano un certo disagio a disubbidire al loro parroco, ma un uomo di età, che aveva combattuto al fronte disse: “Senza “libertà” non si vive e non si può neanche andare in Chiesa quando si vuole.
    “Noi”, continuò il vecchio, “non vogliamo né regali, né soldi, vogliamo essere ascoltati e chiediamo la restituzione della nostra “libertà” che ci è stata rubata con la paura della malattia e della morte. Conosciamo da sempre la malattia e la morte non ci spaventa, ci spaventa invece la fame”. Un lungo applauso dette l’impulso a procedere.
    La parola “libertà” accompagnò il corteo fino al grande portone del Palazzo.
    La folla sventolò la bandiera e attese di essere ricevuta dal governatore.
    Il silenzio avvolse la piazza, nessuno osava parlare, i cuori in sussulto nell’attesa, i bambini, gli occhi al cielo, forse pensando che un mago sarebbe venuto dal cielo a portar loro un piccolo dono.
    L’attesa fu molto lunga, gli stomaci vuoti da ore cominciarono a scalpitare, i bambini avevano fame. Anche gli uomini, la gola secca, desideravano un goccetto. L’oste con il grembiule ripiegato in vita guardava i poveretti mentre sorseggiava lentamente il suo bicchier di vino.
    Non capiva la richiesta di quella folla urlante, la sua osteria non aveva ma chiuso neanche sotto le bombe. Si sarebbe trovato un accordo, non c’era bisogno di un corteo. Era quasi sera quando uscì dal palazzo un soldato dalla tuta mimetica che, salito su una sedia gridò: “Il governatore ringrazia tutti per la visita, ma è malato e si scusa di non poter venire a salutarvi, vi manda a dire però che la vostra richiesta oggi di “libertà”, è del tutto fuori luogo. “La libertà non dipende da lui ma dal Virus che fa il bello e brutto tempo. Tornare alle case ora, andate”.
    La gente, sorpresa, si guardò negli occhi, “Allora abbiamo affrontato il disagio di una giornata pesante per niente” “Ho paura che sotto ci sia qualche imbroglio”., disse il capo scuotendola testa.
    “E’ già successo che le autorità, pur di non confrontarsi con la gente, dicano bugie. Stiamo all’erta”. Quando, dopo alcuni giorni, il vigile arrivò e chiuse il negozio di Luigi, il” biciclettaro”, finito in ospedale per il contagio, tutti capirono che la parola “libertà” era “liquida” e insicura e ognuno poteva tirarla a suo vantaggio come fa un bambino con la gonna della mamma per ottenere una caramella.
    Avrebbero fatto bene a riflettere sul vero significato della parola “libertà” prima di sfilare di nuovo in corteo.
     
    .
0 replies since 21/8/2021, 08:37   12 views
  Share  
.