Scrittori per sempre

Posts written by bucaneve88

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    Ciao, Dalcapa.
    Comincio il commento partendo dalle strutture grammaticali:
    la fonologia e la morfologia, secondo me, non mostrano problemi di sorta, mentre la frase complessa, quella che contiene il discorso diretto, mi ha fatto riflettere: in più passaggi, tu inglobi riflessioni espresse in prima persona (o anche interventi diretti) all’interno del periodo, senza usare interpunzioni particolari; naturalmente la cosa non inficia la comprensione, può essere perfino un artificio narrativo, ma avrei usato magari il corsivo…
    Es: Brillano. Cosa sono? Da dove arrivano? / lo stava osservando severa, è inutile che abbassi lo sguardo / lui stava solo cercando per terra, cosa mi è caduto?...
    - Nella prima/seconda riga c’è un cambio di soggetto all’interno della stessa frase.
    Stop. Tutto qui.

    Passo alle considerazioni personali.
    Il racconto colpisce e spiazza: in concomitanza con dolori, strappi al cuore o vessazioni, al protagonista cadono pezzetti sonori (come monetina che rotola, rimbalza…tintinna), caldi e leggermente pulsanti, colorati, di un colore che si attacca alle dita. Stupendo. I pezzettini sono moltissimi, alcuni più grandi e altri meno, tanto da poter ricostruire una specie di puzzle.
    Ok. Ma come fa, anche se piegato accuratamente, a entrare in una busta? Questa è l’unica incongruenza che ho trovato.
    Una cosa che vorrei rimproverarti, invece, è la definizione di figura mostruosa. No, non può essere mostruosa una figura formata da pezzetti di dolore, da pezzetti staccati dal cuore per via della sofferenza patita. Mostruosa è la moglie che lo tradisce in casa sua (lui non si mostra, raccoglie i suoi pezzetti caduti – non lo vedono? – e si ritira in buon ordine), mostruosi sono i genitori che lo educano a schiaffi, mostruosa è la Vita che logora l’animo umano.
    L’excipit non mi sembra molto adatto: “costringi” il protagonista non solo a ingoiare tutto, ma anche a mostrarsi sorridente davanti alla “famigliola”.
    Scrivi bene, Dal. Ho ancora memoria di alcuni tuoi pezzi storici. Ciao.
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    Dunquedunque: seguo il Verbo dei Commenti:
    La fonologia è ok, mentre per la morfologia vorrei segnalarti la virgola che precede la e (ce ne sono diverse):entrambe hanno la stessa funzione, quindi o si usa l'una o l'altra... e la mancanza della virgola prima o dopo il ma (rafforza il senso dell'avversativa); la sintassi a volte è personale, il soggetto è posposto rispetto al predicato, ma penso faccia parte del tuo stile narrativo in questo pezzo; per il discorso diretto, ti riporto una frase per chiarire meglio; l’uso dell’inciso fra lineette me l’ha insegnato Ecly tanto tempo fa e sono contenta di riproporlo anche a te.
    - Come ci riesci - gli chiesi un giorno - come fai a farti amare da tutte?!

    Considerazioni personali:
    Il tuo pezzo mi è piaciuto molto, specialmente la seconda parte, quando il protagonista “si invaghisce” di Sapio e ne intuisce la personalità forte e ricca, l’intelligenza brillante.
    Il lettore segue con interesse l’evoluzione di una trama che lo sta guidando su strade impensabili e rimane a bocca aperta con il finale “esplosivo”.
    L’excipit è parte integrante del testo. Bravo, Fante, Generale di SpS. A rileggerci presto.
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    Ciao.
    Consigli da sorella maggiore, senza spocchia e senza pretesa che tu li accetti.
    - usi TANTI avverbi di modo, paroline che terminano in MENTE: secondo l’uso corrente, vengono visti come la peste, si usano con il contagocce e solo quando proprio non se ne può fare a meno;
    - ho trovato tanti elenchi (di cose, di sentimenti..); anche questo tipo di artificio va eliminato perché appesantisce e rallenta la lettura; consiglione: scegli il termine più giusto e usa solo quello, sacrifica tutti gli altri e il tuo lettore ti ringrazierà;
    - metti spesso (, e) : non va bene, è praticamente una ripetizione: la virgola sostituisce la congiunzione (e), quindi o l’una o l’altra;
    - non si mette virgola dopo il discorso diretto;
    - l’inciso del discorso diretto è fra due lineette, senza punteggiatura prima e dopo;
    - per una formattazione efficace, andrei a capo nelle sequenze significative;
    - metterei l’excipit in corsivo per dargli risalto. Penso che qui sia importante farlo per ribadire il senso del sogno.
    - Impressioni personali:
    - La tua scrittura, a mio avviso, è ancora “acerba”, direi “scolastica”, ma ha tutte le potenzialità per diventare efficace e interessante. Ad esempio, ho trovato il tuo tic tac tic tac iniziale efficacissimo: si piazza nella testa di chi legge e “costringe” ad andare avanti fino alla fine per capire di cosa si tratta. È un escamotage molto buono. Bravo.
    Bye.
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    Il cinque del pappagallino è splendido. Accetto quello.😛😉🥰🍀🎄
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    Eilà, Man. Lascio perdere il tecnico perché ti è già stato segnalato il poco che avrei da dirti; passo al pezzo.
    Non amo particolarmente questo genere per due motivi: il primo è che non saprei scrivere racconti distonici, il secondo è che quando sono così verosimili e ben scritti mi coinvolgono moltissimo, mi immedesimo e, dati i tempi bui che viviamo, mi spaventano.
    Bravissimo, Man. Uno dei pezzi più belli fra quelli letti e commentati finora. Dammi un cinque.👍🏻🥂🏵
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    Condizione del tempo/cognizione del tempo;
    mi corsero incontro abbracciandomi/mi corsero incontro e mi abbracciarono;
    Ciao, Piccola Artista. Ho trovato il tuo pezzo adatto alla tua età e alle tue esperienze: un insieme armonico di diverse fiabe (soprattutto quella di Alice nel Paese delle Meraviglie) e di situazioni alla Tom Sawyer, orfano e maltrattato... Sei stata molto brava ad armonizzare il tutto e anche a servirti di uno stile fiabesco corretto dal punto di vista ortografico.
    Sono sicura che, se avrai la perseveranza di continuare la strada appena intrapresa, otterrai delle belle soddisfazioni e darai a tutti noi due giri. Lasciati abbracciare, giovane scrittrice e guai a te se continuerai a darmi del lei facendomi sentire matusalemme. 😂😜🤪👹👺👏🏻👏🏻
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    💝👏🏻💝👏🏻💝👏🏻💝🎄🎄🎄Grazie, Petunia. Sei stata chiarissima.
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    Grazie, Petunia! Un bancario a disposizione non si trova tutti i giorni.
    Ho dato per scontato che la madre, al momento di passare a dipendente a degente, sia stata in grado di nominare la Superiora suo amministratore di sostegno...
    Per la donazione del figlio penso non ci siano problemi...
    Forse non sono stata chiara quando ho detto che il Direttore possa aver condiviso con il figlio la situazione economica della madre: per condivisione intendevo solamente a livello colloquiale dato anche il fatto che non solo era tutto in regola, ma la Superiora prelevava cifre giuste, se non esigue.
    Se hai tempo, Pet, mi spieghi ancora? Se volessi inserire questo pezzo in una raccolta vorrei che fosse preciso. Un bacione. Grazie.🌺🌸🌷💋🌹🎄
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    Le aveva gettato un’occhiata distratta (soggetto la lettera)
    Rimuginarci
    Lacrime
    Tre minuscoli appunti in una lettura semplice e lineare:
    racconta la storia banale di un uomo che si è fatto da solo e l’amante giovane fa parte del quadro.
    Proprio le descrizioni della sua seconda vita mi sono sembrate giuste, da manuale. Sono contenta che la moglie, da donna intelligente, gli abbia messo addosso una fifa blu e contemporaneamente gli abbia lasciato la prova di chi fosse il mittente della lettera e la motivazione della stessa. Brava, applausi a scena aperta. Ha salvato il suo matrimonio senza tragedie greche, facendo in modo che anche il fedifrago potesse salvare la faccia dando un taglio alla sua storia da sciocco. C’è da dire, per giustizia, che la moglie sapeva di essere amata nonostante “la signorina” e che una famiglia e soprattutto il futuro sereno del figlio, meritavano un escamotage degno ed efficace.
    Un applauso a scena aperta a te, Tony, e a tutte le mogli intelligenti che sanno tenere la famiglia unita usando intelligenza e cuore. 🎄💝🥂
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    Ciao, Riccardo. Grazie per il bel commento particolareggiato. Ti esprimo il mio punto di vista:
    - In un passaggio la superiora dice che lei stessa non ha voluto avvertire il figlio dell’esistenza in vita della madre in quanto molto malata e quindi impossibile da gestire da un figlio. Sappiamo che prima è stata la volontà materna, poi la scelta della suora.
    - Carlo non era più tornato in paese, non aveva parenti e non so come i paesani avrebbero potuto contattarlo.
    - Appena ricevuta la notizia, il figlio si è sentito male: l’oste lo invita ad aspettare rispettando gli orari del pranzo e del riposo di un qualunque ospizio per anziani.
    - La moglie era convalescente per la gravidanza problematica. Non sappiamo di preciso cosa avesse avuto, ma metterla a parte di una notizia tanto eclatante l’avrebbe messa soltanto in agitazione: erano passati 35 anni dal distacco, tutti, figlio compreso l’avevano creduta morta, aspettare qualche mese non avrebbe fatto differenza...
    - Il nome del ristoratore Carlo l’aveva letto nell’insegna...Lo chiama per nome perchè l’uomo era girato di spalle.
    - Non sono molto ferrata in problemi bancari, ma c’era, intestato a lui il conto che derivava dalla reversibilità del padre: non mi sembra strano che il direttore condivida anche la situazione finanziaria della madre, ma non sono sicura...
    Buona giornata, Ric.
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    Ciao, Luca.
    Ho letto il tuo racconto e l’ho trovato un po’ troppo “costruito”, con passaggi forzati che spingono il tuo lettore a stare sul chi vive per capire dove lo stai portando. Io sono un’anima candida, soggetta agli scherzi di amici, fratelli e compagno, quindi non faccio testo, però non avevo capito la faccenda del killer se non dopo aver letto i commenti di chi mi ha preceduta. Sono anche una lettrice accanita e, in qualità di tua futura “cliente”, ho un consiglio per te: dato che scrivi senza refusi e con proprietà di linguaggio, dovresti cimentarti con storie più semplici, alla portata di tutti i tuoi lettori. (Tanto per darti un’idea, hai buttato lì i nomi dei tuoi protagonisti e io sono tornata indietro più volte per essere ben sicura di chi si stava parlando).
    Comunque si sente che sei abituato a tenere la penna in mano: qui troverai pane per i tuoi denti e un mare di amici. Un abbraccione, Luca. Al prossimo incrocio.
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    Tony, grazie. Sono contenta di aver commosso anche un intrepido lupo di mare... :emoticons-saluti-6.gif?w=593:

    Grazie anche a te, Piccola Artista: ti prego, vuoi considerarmi una sorella più grande e darmi del tu? Un bacione.
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    Ciao, Petunia. Parto dalla parte tecnica mostrandoti le piccole cose che ho rilevato.
    - Fonologia- apostrofi:
    del’ autopsia, di importante, una immagine, Si.
    - Sintassi- ripetizioni:
    …a nozze con questo caso: (e) io (ormai) sono stanco, (e) mi sento impotente e frustrato.
    …il laconico referto dell’autopsia (che) confermava che la bambina era deceduta....
    fisicamente non si assomigliano (affatto) né per il colore dei capelli, né il taglio e neppure per la corporatura.
    - rivedrei la formattazione togliendo gli spazi in eccesso.

    Tutto il resto mi sembra OK

    …la morbosa curiosità della gente comune che, credendosi immune da simili tragedie, si permette di commentare e colpevolizzare i comportamenti delle famiglie, della scuola, della società

    Osservazione sacrosanta che condivido pienamente.

    Considerazioni personali:
    Il pezzo è ben scritto, con passaggi che invogliano il lettore a cercare l’assassino e possibilmente a strozzarlo. Ho un dubbio: ma il commissario oltre alla sorellina ha ucciso anche la piccola all’inizio del racconto? In quale stomachino è stato rinvenuto il frammento d’oro?
    Brava Agatha… Ciao
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    Ciao Daf. Il tuo racconto angosciante e ansiogeno mi è piaciuto, hai reso molto bene lo stato d’animo del marito, lo sciocchino che non ricorda come si è uccisa la moglie… Credo che Bruna abbia fatto il gran passo quando si è accorta di aver sposato un uomo di poca, pochissima sostanza. Ehehe
    Per la parte tecnica, ti segnalo alcune dritte per rendere, a mio avviso, il testo più scorrevole.

    se è caduta dal sesto piano o dalla terrazza dell’attico dei suoi genitori, se si è impiccata a un ramo robusto del platano del nostro giardino, oppure s’è addormenta nel letto di un albergo anonimo del centro, dopo avere ingurgitato troppe pillole …non saprei, il ricordo mi sfugge anche in questo momento.

    la bara alla quale non riuscivo ad avvicinarmi, sua madre...
    E le facce…, tutte mescolate tra loro delle quali vedevo i lineamenti, ma non esattamente i contorni..

    sostiene che il sogno racconta la mia croce, che i miei sensi di colpa me l’hanno piantata nel cervello; Bruna ormai non prova più dolore, e io devo imparare a liberarmene se voglio continuare a vivere.

    Un bacione, strega e sii di manica larga con i voti, ricorda che siamo sotto Natale e che i tuoi alunni hanno diritto di stare sereni.

    Avevo usato il grassetto per mostrarti le cose che avrei modificato, ma la formattazione è inflessibile. Io comunque ho fatto il mio dovere, parola di coccinella.
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    Beh, che dire… Il mio nome ormai è diventato molto comune, ma non l’avevo mai trovato (raramente trovato) in un racconto; la cosa mi ha commossa e coinvolta oltre misura. Anche se hai scelto a caso il nome della protagonista, ti ringrazio per l’emozione che mi hai regalato.
    E adesso veniamo a noi; ho preparato una pseudo griglia che seguirò per mia comodità.
    Parto dalla fonologia che, nel tuo caso, riguarda soltanto gli apostrofi e la punteggiatura.
    Mi spiego: usi molto spesso articoli che terminano per vocale davanti a parole che iniziano per vocale. La regola sarebbe mettere l’apostrofo. Es: trenta anni, mi apparteneva, mi invidiavano…
    Per quanto riguarda la punteggiatura, l’unica cosa che vorrei sottoporre alla tua attenzione è l’uso improprio che fai del trattino. Ho letto nei commenti sopra che qualcuno non si raccapezzava molto nel dialogo (a mio avviso assolutamente stupendo e vero) fra te e Ginevra. Se togli tutti i trattini fra le parole, non solo si identifica con facilità chi parla, ma anche cosa dice. Il lettore non viene “distratto” dall’assimilare il contenuto. Te lo mostro:

    - Ma che risposta…Ti sei offeso? Mi fa molto piacere quel ‘ce’ collettivo. Giuro, mi fa tanto piacere. Il mondo va così. All’improvviso tutto si rovescia e tutto appare come una stupida perdita di tempo. “La prevenzione, la prevenzione”…Tutti gli anni ho fatto la mammografia ed è servito a nulla, come è servito a nulla correre quella stupida gara che non sta immunizzando te dal dolore e me dalla malattia. Tu correvi per cinque chilometri mentre il mio corpo veniva fatto a pezzi dalla malattia, farcito di mine antidonna, da metastasi. Ma ti pare giusto? Mi piazzavo sempre all’arrivo per vedere le magliette rosa che tagliavano il traguardo sorridenti, mano nella mano, osservavo con gratitudine il pubblico che applaudiva, il cielo che esisteva ancora, le nuvole che esistevano ancora. Gli uccellacci che volavano sopra le nostre teste sembravano rondini, ma non erano rondini! E ora chi aiuta me che non so dove sbattere la testa? Che non so dove guardare? Mi mettevo vicino alle bottiglie di minerale e le passavo, le passavo a tutti: a uomini giovani, a uomini vecchi, a bambini, a donne operate, a donne non operate. Mi mettevo lì per avere l’arrivo più vicino. Ora l’arrivo ce l’ho dentro, a portata di mano, a portata di mano, a portata, di, mano…

    Questo monologo è di Ginevra, parla solo lei e dalle sue parole straziate traspare intero il suo dolore. Splendido. Ho tolto i trattini lasciando solo la punteggiatura canonica e fila benissimo. Altro intervento della protagonista, altri trattini da eliminare:

    - Come ai bei tempi? Come ai tempi di scuola? Non posso svignarmela, ma tu non ti azzardare nemmeno a pensarlo o ti uccido con le mie mani; o pensi di averla solo tu la forza? Ce l’ho pure io, anche se non vado in palestra. Ti uccido, Perdio, se solo la pensi quella cosa!

    In quanto alla chiusa, trovo che sia bellissima, dolce e particolare come tutto il pezzo. Il fiore bianco fa da rimando.
    Chapeau, Tommy. Non ho altro da dire.
2797 replies since 15/3/2013
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