Scrittori per sempre

Votes taken by allerim 4

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    Auguri, Silma, felicità!
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    ma quanto lo volete annacquare 'sto zodiaco?
    Prima la pausa per le favole, poi quella estiva perché la penna suda, poi fatidico annuncio del 26 giugno, (Caspita abbiamo avuto tre mesi, non tre giorni!) Ora c'è Piombino e c'è chi propone di slittare a metà ottobre. Be' facciamo dopo i morti e andiamo a Novembre, così lo seppelliamo 'sto zodiaco e non se ne parla più.
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    Augurissimi Tere ti-s, felicità a te e al tuo clan! Mangia pure tutti i dolci che vuoi. Dovessi prendere qualche etto, saresti solo più bella.
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    Svegliarsi con un'idea che puoi difendere. Bello!
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    INCIPIT CAFé

    Entro, ho voglia di bere. L’insegna dice “Incipit café” strano nome per un bar, però la ragazza al banco è molto carina, giovane anche, sì, intorno ai trenta. Capelli castani corti, fisico a posto, deve essere una che fa jogging.
    A giudicare da come sbatte bicchieri e tazzine nel lavello deve avere un caratterino… ho cercato di parlare con lei, niente di che, le ho solo chiesto il nome e mi ha risposto secca: «Silma» sbattendo con forza sul bancone il mio bicchiere di Gin.Neanche mi guardain faccia; cerca con lo sguardo il buttafuori.
    Qui dentro c’è un mucchio di gente strana. Parlano, parlano tutti insieme.
    Volgo in giro lo sguardo, senza darlo a vedere, solo per capire dove sono capitato.
    A un tavolo in disparte c’è un signore in lino bianco che sta scrivendo, indossa un panama e occhiali scuri, sembra Pessoa…

    Si può sempre cancellare, se non vi va.
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    Thelma e Luisa in versione “rodeo” alle prese con una pietanza disgustosa. Eliminerei questo passo:"«È per questo che siamo venute a mangiare qui, perché servono le Rocky mountain oyster. È la mia vendetta simbolica contro il mondo maschilista.»
    Con l’aria di chi sta per compiere un rito, Thelma taglia un boccone di carne e lo alza in aria. «Vuoi assaggiare?»

    No. Grazie, non mi piace. Sono vegetariana.
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    "raggiunge " invece di raggiungere.
    "... non ce la faccio»" Ci vuole un punto.
    "Sono io, il Saggio granchio dello Scoglio!». Qui il punto non ci vuole.
    «Allora, cosa vedi specchiandoti?». Nemmeno qui.
    «Un delfino di carta» Qui ci vuole il punto dentro i caporali.
    «Non importa, adesso sto bene». Anche qui, dentro.
    Dovresti controllare la punteggiatura. (Non me n'ero accorta, tanto ero presa dalla fiaba.)
    Buona l'idea del delfino di carta."È meraviglioso nascere dal disegno di un bambino."
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    Quanta poesia nella storia di Teo, il farfallo che si credeva sbagliato solo perché era speciale.
    Al di là della leggerezza con cui viene raccontata, affiorano tra le righe contenuti seri sulla diversità, sulla discriminazione, sui pregiudizi. I maschi non piangono, non si vestono di rosa e così via.
    «Davvero? E chi l'ha mai detto?»
    Chi l'aveva mai detto, in effetti? Stava scritto in qualche altra incisione antica?
    Ma è la bellezza del cielo all’alba a convincere Teo ad accettare la sua diversità: “Il grande cielo era diventato rosa! Come lui! E non è mica una femmina, pensò Teo.”
    Già, rosa è bello, come son belli i colori, tutti, perché la bellezza è un dono del cielo ed è nella luce. Al buio tutti i colori sono uguali.
    Bellezza è accettarsi: riconoscere la radice del proprio essere.
    Bravissimi ti-s e Mangal!
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    Eh no, Viv, è come se in un testo sulla Rivoluzione Francese si discutesse a lungo – poniamo – del meteo dell’89, dedicando alla fine una generica paginetta a Robespierre.
    Ma poi…
    Non ho scritto che il racconto non è in tema, ma che l’aderenza al tema mi sembra (a me, eh) marginale. Non è la stessa cosa.
    Su 7172 battute, e solo alla fine, 1477 vertono sul coniglio-ariete. (Come mai, non è il protagonista indiscusso?) Quasi tutto il dialogo è fondato sul battibecco tra marito e moglie – col sottofondo della “Fiera dei sogni” – che ha per oggetto “l’eterno conflitto tra le (loro) abilità cliniche” e reciproche incomprensioni, mentre Fabio sorseggia un paio di drink.
    Niente di allarmante. La serata finisce sul divano, dove Carmela si siede con le gambe accavallate e Fabio le accarezza delicatamente una coscia. Il programma di Mike è finito. Peccato, hanno perso la puntata.
    Mi aspettavo un seguito, almeno parziale, della vicenda, ma la mia attesa è andata delusa. Tu sai quanto pesino le aspettative del lettore, vero? Lo spazio c’era; restavano ancora 10.000 battute.

    PS: Riguardo all’ultimo punto, ti cito un tuo commento: “mi dispiace davvero tantissimo che tu abbia deciso di introdurre il racconto con quel maledetto incipit... :
    Secondo me, se io lo avessi letto senza, adesso starei scrivendo un commento completamente diverso.
    Che ruolo gioca l'aspettativa nell'emozione di un lettore!”
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    CITAZIONE (tommasino2 @ 10/2/2015, 13:51) 
    Gli attori hanno recitato ruoli insignificanti senza convinzione. Si sente che è una recita falsa; non ci sono emozioni.

    Se questro vede Allerim posso ben pensare che questo racconto è un vero capolavoro.
    Attori che non recitano e se recitano è tutto falso.

    Joan se ne va. “Ci vediamo la prossima settimana”, mi dice.

    E forse non è vero.

    Tom, non hai capito. Non ho scritto “attori che non recitano e se recitano è tutto falso”.
    Ho scritto il contrario “hanno recitato ruoli insignificanti senza convinzione” perciò “ si sente che la recita è falsa” Joan e il suo lui hanno vissuto la loro relazione come se recitassero un copione. A me questo “film” non regala alcuna emozione. Ho espresso il mio pensiero. Permetti?
    Ognuno ha i suoi gusti. Rassicurati.
    Ma che c’entra “Se Allerim … posso ben pensare…”?
    Ma pensa con la tua testa, anzi fatti una bella corsa, che ti schiarisci le idee.
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    Matri, mi cunfunnii! Ci torno.
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    Quoto Tommasino. Mai successo finora.
    Reggle ci ha accomunati nel commento. Scorgo nell’interpretazione dell’incipit una velata ironia sul genere noir. Mi ha divertito molto.
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    Se togliamo l’anonimato a concorsi come SETTE o ZODIACO, togliamo il bello.
    Anzitutto, l’assoluta libertà di commentare, perché stiamo commentando un testo, non chi l’ha scritto. Vi sento già obiettare: «ma dai, siamo tutti riconoscibili!» MA QUANDO MAI! Qualcuno forse riesce a identificare qualche autore, in ogni caso non può averne la certezza. Viv, per esempio mi riconosce spesso, io però non riconosco lui.
    C’è anche chi si diverte al gioco delle ipotesi, e perché toglierli il divertimento?
    Ma vi rendete conto, tanto per dirne una, quale imbarazzo proverei se mi trovassi di fronte a un testo di tonton, a dirgli che il tema dello step mi sembra appena sfiorato? e chi s’azzarda! (oh, ton è una battuta.)
    Qualcun altro propone di far arrivare i commenti solo all’autore; ora, è pure vero che a volte alcuni ripetono le stesse cose, ma basta fare un po’ di attenzione per evitarlo. Non è forse vero che ci appassioniamo a commentare i commenti?
    Fa parte del gioco, ma vedere come altri valutano i racconti e confrontarci anche nell’esercizio della critica è un mezzo per affinare la nostra capacità di lettori. A volte siamo distratti, o qualcosa ci sfugge e leggere il commento di altri ci aiuta ad approfondire, a ritornare sul testo.
    E poi, un’ultima considerazione, scrittori noti e importanti ricevono critiche d’ogni tipo; rispondono, ribattono, discutono, mica si offendono. E ci vogliamo offendere noi?
    Sette e Zodiaco, per me, sono i fiori all’occhiello di SPS.
    :no.gif: :no.gif: :no.gif: Formula vincente non si cambia.
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    "Erano figli di tutti, in estate." "Siamo qui."
    Vlad, m'hai fatto venire un nodo in gola che... non se ne vuole andare...
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    Qualcuno ha notato che nessun autore ha interpretato il rapporto tra gemelli in modo conflittuale. Questo racconto lo fa, senz’altro.
    Condivido il commento di Lupoalfa.
109 replies since 5/7/2013
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