Scrittori per sempre

Posts written by Byron.RN

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    Racconto scritto bene, col suo filo conduttore e con una buona connotazione psicologica della protagonista nonostante le poche righe a disposizione. C'è qualcosa però che non me lo fa apprezzare totalmente. Forse è troppo lineare, troppo statico, magari troppo vero, senza qualcosa capace di cambiare un pò il ritmo. O magari è che ad ogni 100 c'è sempre un racconto sul tema e, in mancanza di un guizzo, di un particolare, a livello inconscio può sembrare qualcosa di già letto.
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    Un racconto costituito da soli dialoghi è una scelta coraggiosa, perché è da ciò che dicono i protagonisti che il lettore può costruire la sua ambientazione.
    Qui di indizi ce ne sono davvero pochi, e questo è il pregio e allo stesso tempo il limite della storia, nel senso che ognuno può immaginare il contesto che più lo aggrada.
    Casa di riposo? Comunità di recupero? Due matti che discutono fuori dal manicomio? Vale tutto. È un pò come comprare l'impasto di una pizza, poi ognuno ci può mettere gli ingredienti che tiene nel frigo della propria fantasia.
    Dipende dai gusti, io di solito compro la pizza che mi piace, fatta e finita, oppure me la faccio tutta da me, impasto compreso.
    Questa via di mezzo è particolare, una sorta di scorciatoia, un compromesso poco coraggioso tra autore e lettore.
    Il dialogo comunque è gestito bene.
    Un piccolo refuso: ma domani, puntale(puntuale). Insomma non mi dispiace ma potevi metterci qualcosa in più su cui soffermarci.
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    Testo criptico, forse un pò confusionario in alcuni punti, però io l'ho trovato affascinante.
    Probabilmente alla fine non risulterà tra i migliori ma qualcosa di buono c'è.

    “Ma chi sei, chi ti conosce?” ed entra di filato nel negozio.
    E’ quello che le avrei detto pure io se me ne avesse dato il tempo.
    Questo lo trovo un gran passaggio, semplice eppure pieno di significato. Da rivedere, da rendere tutto più chiaro, ma il materiale da modellare c'è e non è male.
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    Come detto in altre occasioni io non sono un amante della poesia, del linguaggio aulico, quindi non riesco ad apprezzare totalmente questi testi, ma questo è un limite mio.
    Dal punto di vista della forma comunque, sia per musicalità che per l'accostamento delle parole, mi pare che il testo sia ben gestito e decisamente curato.
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    L'inizio è davvero buono, incuriosisce e crea aspettative, poi si passa al dialogo che mi sembra però troppo sbrigativo, e non mi convince pienamente, così come la parte del mercato che non è ben amalgamata col resto, nel senso che si capisce che è stata messa lì solo per riallacciarsi con la traccia della canzone.
    Poi tutto riprende quota, con quell'intimazione a non fuggire dai propri desideri che si rispecchia in un bel finale.
    In definitiva una buona idea, un buono spunto, anche se è da rivedere un pò la parte centrale.
    Bello il titolo,
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    Il senso della storia si capisce, ma alcuni passaggi sono un pò criptici.
    La donna è prigioniera del compagno a Goteborg, in terra straniera, è ormai allo stremo e sente la fine che si avvicina, ma quella scatoletta di tonno? Usa la latta per ferirsi e scrivere una richiesta di aiuto sul lembo della camicia col suo sangue? E poi getta il messaggio nella scatoletta fuori sulla sabbia sperando che qualcuno lo trovi?
    Credo che il senso sia questo, ma in un 100 come in un 200 metà dell'opera sta nell'essere il più chiari possibili.
    Ti segnalo anche un refuso: sono volata dalla lontana Goteborg, dovrebbe essere sono voltata nella lontana Goteborg.
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    Il pezzo è scritto correttamente, ed è presente una storia con un inizio e una fine. La scoperta della vita fasulla del protagonista che coincide con la simulazione del calciatore appare un pò forzata, comunque in un contesto narrativo di sole 200 parole ci può stare. Vedo che in molti hanno preso spunto dalla canzone di Battisti: va bene parlare di calcio, donne e membri, ma che ci sia uno che si sia preoccupato delle corna del droghiere e dell'ulcera del padre del salumiere.
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    Brava Pet :mazzate.gif: :mazzate.gif: :mazzate.gif:
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    Ciao Bar,

    quindi tu opereresti una netta distinzione tra libertà di scelta e libero arbitrio, giusto?
    Per capire meglio la differenza, volendo semplificare, il libero arbitrio, inteso come la capacità che Dio da agli esseri pensanti di poter scegliere, si riferisce meramente a questioni di carattere morale? Nel senso, io ti do la ragione per distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male, poi scegli liberamente cosa fare, assumendotene le responsabilità. Possiamo semplificarla in questo modo?(anche se parlare di semplificazioni per certi argomenti e irrealistico).
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    Io nel tempo mi sto allontanando dalle implicazioni materiali o tangibili che concernono il libero arbitrio per prendere più in considerazione gli aspetti "immateriali". Non sono un conoscitore di teologia o filosofia, non le ho mai studiate e mi riprometto di porvi rimedio, ma a sensazione, a istinto, penso più a una lotta di forze, a uno scontro di energie positive e negative che si fronteggiano per il predominio e l'uomo, coi suoi problemi, i suoi desideri, le sue miserie anche, si trova nel mezzo di questo vortice, sballottato da ogni parte, che prova ad andare avanti nel cammino cercando di mantenere l'equilibrio.
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    Io scelgo La donna cannone di De Gregori
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    CITAZIONE (Molli Redigano @ 23/9/2020, 13:12) 
    CITAZIONE (Byron.RN @ 23/9/2020, 11:20) 
    Comunicazione di servizio o se preferite nota di colore:

    comporrò il mio pezzo indossando la bellerrima maglietta di Sps. Chissà se lo far anche Molli?

    Secondo te? E mangerò spaghetti, cantando, tanto la maglietta è rossa e le macchie di sugo non si vedono...

    Ah! Ne ero sicuro
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    È da parecchi anni che cerco di capire se effettivamente esista o meno il libero arbitrio. A livello teorico ognuno è libero di scegliere(a livello teorico appunto) perché in pratica alcuni questa libertà non ce l'hanno oppure ne possono usufruire in maniera assai ridotta.
    Ma pensiamo a noi, alle nostre esperienze, alla nostra possibilità di mettere in pratica questo decantato libero arbitrio. Nella nostra vita ci è capitato di fare delle scelte, grandi o piccole che siano, ma io la sensazione che ho avuto più di una volta e acuita tanto più con l'esperienza, è stata quella di trovarmi di fronte a forze più grandi di me.
    Mi spiego meglio. Davanti a una possibilità ho valutato, ho raffrontato i pro e i contro, o confrontato anche le esperienze degli altri, insomma mi sono fatto un'idea di massima della questione e poi ho scelto. Ecco, lì ho esercitato il mio libero arbitrio, ma se poi durante il cammino mi sono trovato di fronte a tutta una serie di ostacoli, uno dietro l'altro che mi porta a valutare la possibilità di cambiare idea? Non dico qualche difficoltà che ci sta(la pappa pronta nessuno la può pretendere) ma tutta una serie di impedimenti che sembrano messi in atto da forze immensamente più grandi di noi.
    Prendete uno che voglia andare da A a B per una data strada. Molti prima di lui l'hanno percorsa con facilità o pochi impedimenti, poi quando tocca a lui sul percorsa si trova di tutto: alberi caduti, frane, animali feroci a sbarrargli la strada, in modo che sia costretto a raggiungere il suo obiettivo attraverso un altro percorso oppure ad abbandonare del tutto la sua impresa.
    A questo punto è davvero così reale il libero arbitrio? È solo una questione di fortuna? O magari è tutto già predeterminato per ciascuno di noi? O forse è tutto totalmente casuale, con una o più mani invisibile che ci spostano a seconda dei loro umori?
    Magari è solo un libero arbitrio teorico appunto, che vale nelle intenzioni ma non nelle finalità.
    Voi che ne pensate?
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    La mia maglietta è azzurra, Petunia. Siamo emanazioni diverse di una stessa idea. :mazzate.gif: :mazzate.gif: Mi applaudo da solo per questa frase ad effetto =)
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    Comunicazione di servizio o se preferite nota di colore:

    comporrò il mio pezzo indossando la bellerrima maglietta di Sps. Chissà se lo far anche Molli?
986 replies since 30/12/2013
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