Scrittori per sempre

Votes taken by Arianna 2016

  1. .
    Bravissima Ele! La migliore nei 100: da quando sono in SPS, è il secondo che vinci! E complimenti anche a Fante e a constance!
  2. .
    Agghiacciante e divertente lo scambio di battute, però non riesco a togliermi dalla mente l’immagine per me disgustosa (riferito proprio alla cosa in sé, non al racconto, che è carino) del pasto con globi oculari, tanto più se di bambini.

    Però, che bravo babbo, che educa bene i suoi bimbi...
  3. .
    Dunque, io ho capito che il cane è addestrato ad azzannare e a distruggere l’oggetto che viene nominato dopo il suo nome, per cui prima la scopa, poi… Immagino che ci sia un qualche doppio senso (che va oltre il significato inglese della parola) nel suo nome, ma non sono riuscita a coglierlo. Racconto un po’ forzato ma divertente, perché, secondo me, non ha intenti realistici, ma è surreale, altrimenti non sarebbe possibile che il cane comprendesse in modo corretto il secondo riferimento e facesse quanto desiderato dalla moglie.
  4. .
    Malinconico e dolce. A seguito della sequela di lutti degli ultimi anni, io guardo spesso le persone a cui voglio bene col pensiero che un giorno ricorderò quei momenti, nel momento in cui loro non ci saranno più (naturalmente, mi guardo bene dal dirglielo).
  5. .
    Ciao hacherina, rispetto ad altri tuoi racconti che ho letto su Ink, in questo ho trovato una maggiore partecipazione emotiva, nel rapporto tra i due personaggi, rapporto che piace al lettore e lo coinvolge nella narrazione. Il resto, però, finisce per sembrare un asettico taglia-copia-incolla di un riassunto. È come se tu ci stessi raccontando la (buona) trama di un lungo romanzo, una sintesi, una sinossi, in cui tu inserisci, qua e là, dei dialoghi. Potresti tenere questa trama per sviluppare un romanzo, oppure isolarne una parte per scrivere un racconto, ma tutto, in un racconto, non ci sta, perché un racconto richiede un tipo di sviluppo, di costruzione e di tecnica narrativa differente.
    Tra l’altro, per farci stare tutto, tralasci dei collegamenti logici che, alla fine, il lettore riesce comunque a fare, ma che percepisce come errori di narrazione (ad esempio, il legame tra Bill e gli uomini del ranch).
    Ultima cosa, che ti hanno già segnalato, la formattazione: lo spazio dopo il trattino del discorso diretto, a volte lo metti e a volte no; gli “a capo”; parole che non sono state staccate (“saraiun”). Manca un punto di chiusura; “tort”= torto.
    Comunque, il tuo racconto ha gli elementi di pregio che ti ho segnalato, ma va riscritto.
  6. .
    Quattro anni fa, per la prima (e attualmente unica) volta sono stata a Roma, d’agosto, con una mia amica che mi l’ha fatta girare alla ricerca dei luoghi del film “Vacanze romane” (è un’appassionata di Audrey Hepburn). Ho colto un’occasione, ma ero abbastanza convinta che questa troppo grande città non mi sarebbe piaciuta. Mi sono dovuta ricredere. Roma e soprattutto la sua luce mi sono piaciute tantissimo. Nei tuoi racconti, Tom, ogni volta le ritrovo. Ricordo in particolare l’atmosfera dell’incipit di “Gino, gabbiano vegano” e la passeggiata romana dell’aliena del bar. E questo bar a picco sul Colosseo, dopo averlo trovato scritto qui, mi sembra proprio di averlo guardato e di ricordarlo. Ho in mente la vastità di tutta l’area di Via dei Fori Imperiali, e la sensazione che trasmette. Tu non racconti, ma fai ogni volta apparire le cose, le riveli, con una personalità espressiva, una libertà sintattico/lessicale che, sinceramente, ti invidio, perché non è assolutamente imitabile.
    Mi suscita invece sempre un istintivo allontanamento quella sensazione di scoramento, di tristezza, di disillusione che mi trasmettono i tuoi dialoghi (evidentemente ben scritti, visto che rendono queste sensazioni con tale naturalezza).
  7. .
    Conoscevo già i personaggi :), che quindi mi sono apparsi come noti. A me la frase finale di chiusura è piaciuta, perché in realtà è un’apertura sul passato di Giuseppe, ed è un’apertura che mi piace, dice tante cose di lui, o almeno le lascia supporre, gli crea intorno un’aura mitica, quella del “grande” decaduto, dell’eroe che si è allontanato dalla luce dei riflettori per un qualche - ancora sconosciuto ma emozionante e importante – motivo. Luce dei riflettori che lui, volontariamente, rifugge. Alle spalle di Giuseppe c’è un passato, si immagina di investigazioni, storie appassionanti e tragiche. Una storia di cui lui, a un certo punto, si è stancato, da cui qualcosa lo ha fatto allontanare, e noi ora lo ritroviamo qui, su questa spiaggia. Chi lo guarda vede solo un vecchio barbone col suo cane, e non sa della sua grandezza. Marco però sa, sa che “Giuseppe conosce tante cose”. A questo punto però il lettore si aspetta il seguito della storia e, in effetti, rimane un po’ deluso dal troncamento della vicenda. Mi chiedo se il ritrovamento della ragazza non avrebbe potuto essere il punto di partenza di un giallo, racconto lungo o romanzo breve, con il taglio drastico di tutta la prima parte (il dialogo e l’omicidio), da ricostruire poi nel resto della narrazione, magari intrecciata a piccoli squarci di luce sul passato di Giuseppe. Piccoli, brevi, per lasciare al lettore sempre la curiosità di scoprire altro su di lui, per non esaurire il materiale subito nel primo racconto/romanzo breve. Il dialogo, comunque molto asciugato e un po’ più essenziale, potrebbe tornare fuori più avanti, ad esempio tramite la testimonianza di qualcuno.
    Al di là della vicenda gialla, mi sembra che siano interessanti, a livello narrativo, i personaggi della triade Mario/Giuseppe/Flick e le loro dinamiche relazionali.
  8. .
    Buon compleanno, Achillu!
    :wine.gif: :wine.gif: :wine.gif:
  9. .
    Congratulazioni e auguri! Achillu, sei circondato (... da donne!).
  10. .
    Un altro racconto con elementi di precedenti step di Ink : iniziamo a citarci. :)
    Una scrittura lineare, piacevole, che porta il lettore a seguire la vicenda senza annoiarsi o stancarsi.
    Anche io però ho trovato il finale non in linea con il livello del resto del racconto, anche se fatico a spiegare perché.
    Non ho capito alcune cose:
    - la necessità dei due nomi per Deanna/Diane, considerato tra l’altro che quello vero è così facile conoscerlo
    - il senso, ai fini della narrazione, della discussione tra Masterson e la Osten, a proposito dei titoli della Seymur
    “Disinnestare la parte meccanica di un cyborg è un’operazione chirurgica, ma per fortuna alle lezioni di primo soccorso insegnano le manovre di emergenza per eseguire l’espianto in sicurezza, anche se non sei un medico.” = nel suo universo lo scrittore può fare succedere quello che vuole, ma, a me lettore, questa affermazione suona comunque un po’ forzata.
    A parte questi elementi, il racconto è carino e piacevole.
  11. .
    A livello di forma, mancano molte virgole.
    Per quanto riguarda la struttura del testo, ho percepito una certa mancanza di coerenza narrativa. Il narratore segue il punto di vista di Amanda fin quasi alla fine poi, all’improvviso, a metà di una frase, questo narratore focalizzato su Amanda diventa un narratore onnisciente che ci svela in poche parole tutti i retroscena della vicenda. Amanda viene come pervasa in un istante dalla consapevolezza di tutto quello che è successo. Poi, poche righe dopo, si scopre che in realtà Amanda ha ordito tutto col cugino. A questo punto, allora, tutti i pensieri di Amanda, così come il narratore ce li ha presentati nella prima parte del racconto, tanti suoi genti e sue parole, mi sembra che non abbiano più coerenza.
    Ho l’impressione che tu abbia provato a scrivere un racconto con sorpresa finale, ma, nel tentativo di nascondere le cose al lettore, ti sia ingarbugliato nella costruzione.
  12. .
    Grazie per tutto il lavoro che fate! :appaluso: :appaluso: :appaluso:
  13. .
    Io penso che nel giallo ci possa anche essere un "investigatore per caso". Se invece entriamo nel sottogenere poliziesco, allora lì abbiamo i professionisti, poliziotti e via di seguito.

    Se l'investigatore è un cane (quindi pensante e consapevole) secondo me entriamo in una commistione con il fantastico: un giallo/poliziesco fantastico. Poi deciderà la commissione se è ammissibile o no.
  14. .
    Grazie Francesco!
    :) :) :)
  15. .
    Ecco, basta che sia un uomo a dirtelo...
235 replies since 27/9/2016
.