Scrittori per sempre

Posts written by Arianna 2016

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    Io ti ho messo al primo posto! :)
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    Una volta quasi finito, il racconto era lungo 350 parole. E mancava ancora la conclusione, per cui sarei arrivata forse sulle 400. Era domenica sera, avevo bisogno di consegnare perché lunedì non avrei avuto tempo.
    Taglia taglia, sono arrivata a 220 parole esatte. E ancora mancava la conclusione. L'ultima frase era "La luce è per lui, perché ritrovi la strada di casa."
    Erano le tre del mattino e volevo andarmi a letto. Così ho deciso che come era era, e pazienza se sembrava un po' tronco.
    Invece, a sorpresa, la chiusura fatta così è la parte che è piaciuta di più.

    Dopo, ho elaborato una versione che è una via di mezzo tra le 350 e le 220 parole (spero di avere sfumato l'effetto "telegramma", obbligato dai tagli ma che a qualcuno non è piaciuto). Sono 270 parole. Ho anche tolto il riferimento alla nave, che sentivo un po' obbligato a causa della traccia.
    Se qualcuno ne ha voglia, mi può dire che ne pensa.

    Tornò da lontano, spinto da un vento di tempesta nel cuore.
    Era stato venduto bambino. Dal suo villaggio, in tempi di magra. Lui ne aveva perso memoria, ma così gli raccontava il suo primo padrone.
    Schiavo, sopravvissuto, poi guerriero.
    Ritornò con la guerra nei ricordi e nelle mani.
    Vendicarsi, questo gli era chiaro. Come, erano confuse immagini nella mente. Bruciare, uccidere. Distruggere.
    Ma quando, risalendo la scogliera, scorse il villaggio, questo era abbandonato, in rovina. Un uomo però percorreva il sentiero.
    Fu facile saltargli addosso e piantargli la spada alla gola: ‒ Sei del villaggio?
    ‒ Sì, ma…
    In un attimo lo imbavagliò e lo legò a un albero.
    Poi rimase così, imprigionato in un’indecisione che non comprendeva.
    Il primo pensiero era stato limpido: avrebbe iniziato dall’uomo. Invece si era fermato. Forse perché non aveva mai ucciso qualcuno a sangue freddo.
    Forse per qualcos’altro, che non riusciva ad afferrare. Spostava lo sguardo dall’uomo al villaggio, al promontorio, al mare, su cui calava il tramonto.
    E d’un tratto sentì la brezza sulla pelle, lo stormire delle foglie, quasi un sussurro. Quasi una canzone. Antica. Dimenticata. Ritrovata.
    Il vento accarezzò i fiori.
    Senza strapparli.
    Lui aveva attraversato l’inferno. Ed era sopravvissuto.
    Tolse il bavaglio all’uomo e lo slegò: ‒ Non ti farò del male. Dove stavi andando?
    ‒ In cima al promontorio. Una tempesta ha spento il fuoco.
    ‒ Un fuoco?
    L’uomo annuì: ‒ Teniamo sempre accesa la luce.
    ‒ Perché?
    ‒ Anni fa, prima che spostassimo il villaggio in un posto più sicuro, arrivarono i pirati e rapirono un bambino. La luce è per lui, perché ritrovi la strada di casa.
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    Complimenti, Constance! :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
    Complimenti anche a Caipi e Fante!
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    CITAZIONE (mangal @ 4/10/2020, 09:13) 
    CITAZIONE (Arianna 2016 @ 4/10/2020, 08:55) 
    Mi è piaciuto molto, Fausto. Davvero ben scritto, ben costruito e condotto.
    Anche io una volta ho scritto un raccontino basato su questo inghippo delle "clausole in piccolo" che nessuno legge. :www.MessenTools.com-Hallowen-at
    Poi, a me piace molto il genere fanta-distopico.
    Questo è un buon racconto, da usare anche in altri concorsi.

    Io credo però che tu abbia anche detto, in questo racconto, molto, molto, molto di più di quello che sembra... Non so se tu l'abbia fatto coscientemente o no, ma credo che ci sia anche finito dentro il forum... in modo particolare alla luce degli ultimi eventi.

    Non so se è semplicemente un'elaborazione che ha fatto il tuo cervello senza che tu ne fossi consapevole, dando così voce a emozioni varie...

    Oppure è solo una mia associazione, senza alcun fondamento, ma mica per niente Caipiroska ha scelto per me un certo avatar...

    Questo fa la scrittura, dà voce a cose di cui nemmeno ci rendiamo conto.

    Bel racconto, bravo Fausto!
    :mazzate.gif: :mazzate.gif: :mazzate.gif:

    grazie, arianna.
    no, non è stata una cosa voluta, probabilmente l'inconscio ha lavorato da solo, seguendo un proprio filo.

    Bravo, inconscio di Pike Smith ;)
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    Dimmi tu quale delle due versioni preferisci che io legga.

    Anche tutte e due. Però delle volte si preferisce lasciare perdere una prima versione che poi è stata migliorata.
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    Mi è piaciuto molto, Fausto. Davvero ben scritto, ben costruito e condotto.
    Anche io una volta ho scritto un raccontino basato su questo inghippo delle "clausole in piccolo" che nessuno legge. :www.MessenTools.com-Hallowen-at
    Poi, a me piace molto il genere fanta-distopico.
    Questo è un buon racconto, da usare anche in altri concorsi.

    Io credo però che tu abbia anche detto, in questo racconto, molto, molto, molto di più di quello che sembra... Non so se tu l'abbia fatto coscientemente o no, ma credo che ci sia anche finito dentro il forum... in modo particolare alla luce degli ultimi eventi.

    Non so se è semplicemente un'elaborazione che ha fatto il tuo cervello senza che tu ne fossi consapevole, dando così voce a emozioni varie...

    Oppure è solo una mia associazione, senza alcun fondamento, ma mica per niente Caipiroska ha scelto per me un certo avatar...

    Questo fa la scrittura, dà voce a cose di cui nemmeno ci rendiamo conto.

    Bel racconto, bravo Fausto!
    :mazzate.gif: :mazzate.gif: :mazzate.gif:
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    Petunia, ho cercato il racconto in "racconti lunghi" ma non l'ho trovato.
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    Buongiorno, ragazze. Un caffè con schiumina anche per me.
    Devo decidermi a tornare a scrivere, mi ci vuole un po' di droga.
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    Complimenti, Fausto: quest'anno non ti fermi più!
    Fortissimo, così si fa!
    :mazzate.gif: :mazzate.gif: :mazzate.gif:

    Complimenti anche a Esterella!
    :emoticons-saluti-6.gif?w=593: :emoticons-saluti-6.gif?w=593: :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
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    Racconto dal contenuto molto forte, commovente, ben scritto. Anche a me viene da pensare che sia autobiografico. Se non lo è, hai reso bene gli stati d’animo.
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    Bello, ben scritto. Originale il posto in cui la canzone ti ha portato, ma immagino che la tua passione per la storia ne sia la causa.
    Mi piace che il nome di Lepanto salti fuori solo alla fine, come svelamento conclusivo.
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    Anche io sento la compressione nelle 200 parole. Come dice Tom, “C'è pure troppa storia per averla raccontata con solo duecento parole”. Ti dirò che sono d’accordo con Byron, che la sfida è proprio quella, invece, di riuscire a creare un testo organico ed efficace con ciò che si ha a disposizione. Quindi, anche io leggerei volentieri una versione più lunga.
    Detto tutto questo, il racconto non mi dispiace e, quando lo leggo, mi prende.
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    Il racconto mi è piaciuto. Scritto bene.
    C’è qualche particolare implicito che si capisce solo con dei riferimenti esterni, come la “Lanterna”, che non so cos’è. Dato che è qualcosa di alto con dei gradini, suppongo un faro, ma per farmene davvero un’idea, devo cercarla su internet. “Una vecchia canzone”, a cui si collega la domanda di Michele sui fiori, ma bisogna sapere qual è la canzone. Noi lo sappiamo perché era la traccia da cui partire, ma a un lettore che non abbia quell’informazione, il collegamento sfugge.
    Ti dico però che questi sono solo particolari, perché comunque il tuo rimane un buon racconto.
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    Racconto ben scritto, si legge e si comprende senza difficoltà. Forse toglierei qualche aggettivo.
    Nonostante il contenuto, non mi ha preso molto. Forse però è stato costruito così apposta, per procedere in modo piano.
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    Confesso di avere dovuto cercare cos’è un dread.
    A parte questo, il racconto mi è piaciuto abbastanza: mi ha trasmesso delle immagini e delle emozioni.
    Bello questo rapporto libraio/clochard.
    Non mi ha convinto l’aggancio con la frase-tema.
1491 replies since 27/9/2016
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