Scrittori per sempre

Posts written by Stefia

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    Mi è piaciuta la storia che hai voluto raccontare per dare una risposta a una strage di quarant'anni fa, e che il mandante fosse uno arrabbiato perchè hanno ricoperto le sue opere d'arto e lo hanno disturbato nel nido, la dice lunga su questi personaggi.
    Anche lo stile con cui è scritto il racconto mi piace, ma il personaggio di Sapio sembra vivere di millantato credito: perchè le donne lo adorano? E' una persona che se ne sta per i casi suoi, corre da solo, non sembra un compagnone, eppure diventa il fulcro di una strage.
    Volevi dimostrare che covava sotto la cenere come una brace? Però dal racconto, non emerge molto questo aspetto.
    La parte centrale è un po' lunga ma serve, secondo me, per arrivare al finale come si deve.
    Non ho notato refusi nè svarioni grammaticali, ma a volte le frasi sono un po' pesanti, forse perchè sono costruite in modo "particolare".
    Comunque sia, è una buona prova.
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    E' come se volessi raccontare tre storie in una volta sola, ma non sono riuscita a trovare nulla che le collegasse.
    Mi unisco al coro dicendoti sia quant'è bello l'incipit, sia quanto il racconto abbia bisogno di una rilettura attenta per refusi e punteggiatura.
    Esattamente come Dalcapa mi sono incagliata su quelle frasi e le ho rilette più volte cercandone il significato, ma senza successo.
    Ho persino pensato che la parte lirica abbia preso il sopravvento sul significato oppure, semplicemente, non hai riletto e saltato un pezzo nella stesura finale.
    Trovo che il mancato legame tra le tre storie penalizzi molto il tuo racconto e questo è un peccato perchè lo stile e la forma mi piacciono molto.
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    CITAZIONE (Lucabii @ 2/12/2019, 10:38) 
    Ringrazio per tutti gli utili consigli che mi state sando.

    Stefia, farnericanti mi creava l'immagine che volevo dare, nel senso di impazziti, fuori controllo.

    L'avevo intuito, ma farneticare è legato al linguaggio e un suo sinonimo è "straparlare". Io, personalmente, non l'abbinerei ai battiti del cuore. rischi che gente dotata di poca fantasia, come me, ti faccia notare l'incongruenza e non capisca cosa intendevi dire. :)
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    Ciao
    Molto ti è stato detto sulle problematiche varie del testo, e oltre i tempi verbali, voglio segnalare qualcosa che non mi sembra che ti sia stato ancora detto: c'è dell'incongruenza.
    Dici che il tipo sale sulla torre al tramonto, tutto è buio, tutto è scuro, e poi nella stanza la luce illumina i dettagli e l'ometto si mette alla luce. O ho capito male io, o devi farlo svolgere nel primo pomeriggio. ;)
    Lui sale le scale della torre seguendo questo battito ed evidentemente lo sente ancora, quando è dentro lo stanza, dato che sembra che termini solo nel momento in cui lui si mette davanti allo specchio.
    Allora, andare alla pendola, che emette il rumore, dovrebbe essere la prima cosa che fa, non l'ultima; lo so che ti serve che sia alla fine, ma in questo caso, il suono deve terminare in anticipo, magari appena apre la porta della stanza, in modo che non possa pensare che provenga da lì.
    Nelle descrizioni minuziose che fai, ci sono anche termini non corretti: la madre di lui avrà avuto "gambe lunghissime", non "gambe altissime"; la "parte sottostante dell'orologio" è la "cassa dell'orologio".
    Le frasi sono pesanti perchè descrivi fin troppo minuziosamente l'ambiente in cui si trova il protagonista, e usi molte ripetizioni o dettagli inutili ad esempio:
    "Com’è possibile?”, pensò tra sé, anzi, non lo pensò, lo disse, muovendo le labbra" ... disse muovendo le labbra. Se lo dice, è ovvio che muova le labbra se non muove le labbra devi aggiungere un "disse tra sè". Anche la ripetizione del "pensò, non pensò" è initle: taglia.
    Anche questa è bella pesante: "sentiva solo il rumore del proprio respiro, inaspettatamente era cessato ogni cigolio, nessun rumore, un silenzio quasi irreale."
    C'era silenzio, è chiaro... ;) :)
    Detto questo, la storia è bella e denota una bella fantasia.
    Io ero (forse lo sono ancora) molto ridondante nelle mie descrizioni. Una volta ho voluto partecipare a un concorso dove dovevo scrivere un racconto in 90 righe.
    Quindi ho scritto la mia storia, ovviamente lunghissima, e poi ho cominciato a leggerlo con occhio critico e a tagliare le ripetizioni per stare nelle 90 righe; ho cercato sinonimi che mi potessero servire per spiegare un concetto in poche parole e alla fine sono rimasta molto soddisfatta del risultato. Non ho vinto, non mi sono nemmeno classificata, ma è stato un esercizio molto interessante. Per il tuo racconto serviranno più di 90 righe, ma non importa: datti un limite e taglia il più possibile; vedrai che le frasi fluiranno più leggere e incisive.
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    Premetto: non ho letto gli altri commenti per cui scusa eventuali ripetizioni.

    Quando ho cominciato a leggere ho pensato che usassi troppe parole per descrivere lo stato d'animo di una persona: tutte le quelle frasi per marcare, e rimarcare e rimarcare, quanto, marito e moglie, fossero distanti, chiusi e lontani e quanto lui si sentisse estraneo in quella famiglia.
    In realtà, alla fine, tutte quelle righe ci stanno bene: chiariscono, al di là di ogni ragionevole dubbio, la situazione in cui il personaggio si trova.
    Far fuori moglie e figlio è, probabilmente, il modo migliore di uscire da quella situazione senza perdere i soldi ed ecco che il gesto esasperato si trasforma in decisione ponderata e, ai miei occhi la vittima diventa carnefice.
    Ma la mia interpretazione del racconto non è importante: quello che è importante è che la storia è ben scritta, e vorrei segnalarti un errore: a un certo punto scrivi "battiti farneticanti"... volevi scrivere "frenetici" ?
    Sei riuscito a fare emergere in maniere "naturale" la decisione del tuo protagonista e trovo che l'excipit si amalgami perfettamente con la tua storia.
    Buon lavoro
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    Non mi aspettavo un racconto fantascientifico/distopico e invece.. voilà!
    Forma e formattazione del testo perfetti; la situazione in cui si svolge la storia è chiaramente delineata senza noioso infodump.
    Personaggi ben delineati, plausibili e credibili; l'excipit è la naturale conclusione della storia.
    Posso sperare che questa storia sia l'incipit di un racconto lungo/romanzo con questa ambientazione?
    Buon lavoro.
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    Stando alla cronaca dei telegiornali questa, purtroppo, è solo una storia di ordinaria follia.
    I personaggi sono ben delineati, forse un po' troppo caricati, ma la violenza è violenza, e ci vengono presentati nel contesto quotidiano della vita all'interno delle quattro mura dove sono "più veri", dove possono mostrarsi per quello che sono senza le maschere che indossano in società.
    Leggendolo, ho pensato a un legame tra quanto si vede in tv e la foto del funerale della donna sul giornale; mi è sembrato che la concomitanza di eventi desse forza alla situazione e non ho pensato che fosse troppo "caricata".
    Però... cosa hanno "combinato" quelle due, al marito, il giorno prima? Forse hai perso l'occasione di scrivere qualcosa in più che permettesse di entrare più in profondità nei personaggi, delineare meglio la donna (che butta un occhio al telegiornale e forse comincia a "svegliarsi" da un lungo sonno?) e la figlia che, nonostante sia cresciuta in quell'ambiente non lo considera naturale e mostra già un carattere indomito e ribelle.
    Il fratellino è una figura quasi invisibile e non ci è dato sapere come "verrà su"...
    La storia c'è, è ben sviluppata ed è, tristemente, plausibile e realistica.
    Il finale calza alla perfezione.
    Un buon lavoro.
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    Grazie a tutti dei commenti e a Dalcapa un premio per aver "scovato il refuso" :) Mi è proprio scappato.
    Sinceramente nemmeno io sono come il mio protagonista, ma mi intrigava vedere se riuscivo a rendere la motivazione plausibile, pur essendo tanto fuori dalle mie corde.
    Dai commenti scopro che i pareri, a riguardo, sono discordanti: alcuni trovano la storia plausibile, alcuni sono perplessi, ad altri è piaciuta e a qualcuno proprio no; comunque non ha lasciato indifferenti e questo mi fa piacere.
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    Non ho letto gli altri commenti prima di scrivere il mio, per cui scusami le eventuali ripetizioni: non è pedanteria, ma ignoranza.

    Io all'inizio non ho capito dove, lo stagista, andasse a lavorare: per un po' mi sono fatta l'idea che fosse stato impiegato in una ditta e le telefonate, le valige, le partenze, fossero quelle dei colleghi in trasferta di cui lui doveva gestire spostamenti e prenotazioni. Per questo, quando un cliente ha chiesto una "coperta", mi sono meravigliata e il mio mondo immaginario ha cominciato a scricchiolare.
    Il colpo di grazia è arrivato quando Leo gli ha detto "portagliela tu" : allora, finalmente, ho capito dove si svolgeva la storia.

    A parte questo, ho notato qualche erroruccio qua e là:
    "...possibile che ha freddo al mese d’agosto?”" non mi sembra corretta: io scriverei "...possibile che abbia freddo in agosto?"
    "Nonostante non sapesse bene a cosa andasse incontro, poiché sapeva che la questione non poteva risolversi definitivamente dietro una semplice coperta,"
    Qui non mi suona bene il binomio "sapesse + andasse"; io avrei scritto "Sapesse + andava", e il periodo è appesantito da una ripetizione: "sapesse + sapeva", un po' troppo vicini.

    Un'altra ripetizione si trova anche nel pezzo che ti copio qui sotto quando scrivi:
    "..persone che parlano lingue diverse, alle valigie, alle prenotazioni o alle strane richieste di una coperta al mese d’agosto con trentacinque gradi all’ombra.
    “Scusami Leo, posso chiederti?” si rivolse al suo tutor che finalmente aveva un nome.
    “Dimmi, hai combinato qualche cazzata?” rispose lui ridendo.
    “Non credo…ma…”
    “Coraggio, sennò facciamo notte!”
    “Il signore al telefono mi chiede una coperta, possibile che ha freddo al mese d’agosto?”

    In pratica prima spieghi l'evento, e poi lo fai vivere al tuo personaggio.
    Credo che sarebbe stato più d'impatto se nella descrizione avessi parlato genericamente di richieste assurde, in questo modo il lettore si sarebbe trovato davanti la scenetta senza
    anticipazioni e sarebbe stato più divertente.
    Il personaggio dello stagista, con sogni, illusioni e con il morale che cambia ad ogni alito di vento, mi piace e mi sembra molto realistico.

    Il finale mi sembra un pochino troppo forzato.
    La storia mi è piaciuta e, rappresentando uno spaccato della vita d'oggi, mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca.
    Comunque un buon lavoro.
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    Con estremo rispetto e infinito amore, sostengo che devi avere una valvola che sfarfalla, per riuscire a scrivere cose del genere.
    In un testo relativamente corto ci hai infilato un miliardo di giochi di parole, di assonanze, di "probabili refusi" che tu stesso spieghi, nel giro di poche parole, per tranquillizzare il lettore: "no, non hai letto male, si è scritto strano, ma è voluto".
    Una fantasia prorompente che non vuoi frenare perchè ti diverti un mondo e scommetto che ridacchi, mentre scrivi, immaginandoti il lettore lambiccarsi il cervello ed aggrottare le sopracciglia cercando di capire cosa sta leggendo.
    L' unico appunto che ti faccio, oltre alla punteggiatura che in alcuni casi avrei disposto diversamente (ma chi sono , io? ;) ), è la lunghezza del testo: forse è un po' troppo lungo per lo stile che ti contraddistingue, e rischi che il lettore si annoi un po' e magari, per alleggerire la lettura, salti dei passaggi perdendosi delle chicche.
    Il legame con l'excipit ci sta anche se mi sembra che si noti troppo il cambio di registro: non lasci passare 4 parole senza un gioco, un calembour e, alla fine, eccole là: 4 o 5 righe belle, impostate, serie... ovvio: le ha scritte un altro! Ma, secondo me, risalta troppo il distacco con la "follia" precedente.
    Detto questo, grazie per la lettura.
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    Testo grammaticalmente e formalmente corretto, con una formattazione che agevola la lettura.
    La storia è plausibile e intrigante e prende abbastanza da spingere il lettore a chiedere "E poi?... cosa succede?" E questo è un grande punto di forza.
    I personaggi, basandomi sui film e su altri romanzi ambientati nello stesso periodo, mi sembrano realistici.
    Un unico, stupido, appunto, te lo faccio sul legno di ciliegio che consideri "morbido".. non mi sembra che sia morbido, anzi... ma a parte questa stupidaggine,
    mi sembra verosimilmente ambientato nel periodo storico che hai scelto e il finale è perfettamente amalgamato con il racconto.
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    La formattazione a "Muro di parole" è veramente ostica, da affrontare e le frasi breve e spezzettate sono sono coinvolgenti.
    La frase "Questa cascata che mi scorre addosso, che non riesco a trattenere nelle mani, è un’incredibile agonia. " non ho capito a cosa si riferisce.
    Alcune frasi le trovo fuori contesto o, forse non le ho capite io. Sembra quasi che, visto che si è sporcato le mani per arrivare dov'è, allora gli è venuto il cancro, una specie di "Karma" parecchio vendicativo. Il narratore parla del suo "Amico Rick", ma questo amico non gli dice della malattia e il narratore ne consegue che "non valevo più nemmeno quel poco tempo che gli rimaneva"... non so: non i sembra proprio così amico. Il narratore sostiene che "Non mi raccontò nulla ma io so come è andata", e allora come fa, il narratore, a sapere che lui è andato in bagno, si è chiuso dentro e ha strappato la busta?
    Più che un racconto, a me è sembrata una parabola nemmeno tanto originale, purtroppo.
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    Io non so se questa possa essere definita prosa poetica, ma la frase con cui si apre il racconto è pura poesia, e continua con della prosa, per cui....
    Non ho rilevato refusi o problemi grammaticali di alcun tipo, e la formattazione, separando gli eventi, aiuta la lettura.
    Lo stile mi ha catturato fin dall'inizio, con questi inserti poetici che rendono meno "banale" la storia degli studenti in classe.
    Forse il mio commento non ti sarà utile, autore, ma non so cosa dirti se non che l'excipit è fuso perfettamente con la storia e che il racconto mi ha commosso e colpito.
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    Secondo me è da rivedere la formattazione del testo: le righe vuote, quasi tra una frase e l'altra, mi hanno distratto e confuso rendendomi difficile distinguere tra ricordi e tempo presente.
    Io avrei lasciato gli spazi solo prima e dopo i testi in corsivo, per evidenziare i ricordi.
    Nonostante ci siano pochissime descrizioni, il testo è riuscito a farmi "vedere" perfettamente quello che hai raccontato.
    Quello che, mentre leggevo, mi era sembrata un'ingenuità (l'istinto che lo fa investigare sul quel vecchio caso), in realtà alla fine è perfettamente plausibile.
    Grammaticalmente mi sembra corretto: non ho trovato refusi e forse sarebbe da rivedere la punteggiatura (mi sembra che manchi qualche virgola)
    Il testo è coinvolgente e trovo che l'excipit sia perfettamente amalgamato con la storia.
    Per quanto mi riguarda, un buon lavoro.
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    Le costruzioni di alcune frasi sono un po' ferragginose e non scorrono come dovrebbero:
    "... rinchiudergliela alle sue spalle." costruzione troppo pesante: alleggerirei togliendo "sue"
    "...urgente alla sua segretaria, andò nel suo ufficio e accese il suo pc personale" sua, suo.... mi sembrano ripetizioni che appesantiscono e possono essere inutili. Toglierei.
    Sinceramente toglierei anche "pesonale": nel suo ufficio c'è anche un pc non personale?
    "...l’ultimo schermata, senza .." ovviamente, "ultimo/schermata" è un refuso.
    "...foglio minaccioso.." sostituirei con "foglio di minacce" : difficile che un foglio possa apparire minaccioso, di per sè.

    Il racconto è di piacevole lettura anche se infarcita di dettagli inutili per lo svolgimento della storia.
    Ad esempio, pensavo che tutta la spiegazione della segretaria al direttore (inutile, fondamentalmente, dato che il direttore sa perfettamente chi è il tizio a cui deve mandare la brochure e il motivo per cui farlo) fosse un infodump che serviva al lettore per capire la storia, ma in realtà non è così.
    Mi sembra un po' troppo veloce il ravvedimento del fedifrago e pretestuosa la giustificazione che gli incontri con l'amante fossero diventati troppo tiepidi.
    Anche il biglietto di minacce di morte del figlio scritto dalla donna, mi sembra eccessivo (o forse sono io ad avere una mente troppo sempliciotta e semplicistica).
    La storia è comprensibile e compiuta, ma mi sembra scritta frettolosamente e poco curata dal punto di vista stilistico.
1039 replies since 29/9/2016
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