Scrittori per sempre

Posts written by Stefia

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    Mamma mia... Frase, bravissimo davvero.
    Mi piace il titolo e la foto di copertina, già da sola, è un cazzotto.
    Poi arrivi tu e la batosta è completa. Chapeau.
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    Grazie, Akimizu. Non sei il primo che mi ha contestato l' HARGH... ma allora come posso rendere l'esasperazione che prova?
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    La storia e' molto bella e dolce, nel suo "orrore". I personaggi sono resi molto bene, sono realistici, con tutti I difetti, I dubbi e le angosce che li contraddistinguono.
    Per quanto mi riguarda, trovo che l'assenza di dialoghi penalizzi la storia: visto che, purtroppo, una situazione del genere non e' una novita', penso che i dialoghi avrebbero aiutato il lettore a sentirsi maggiormente coinvolto. Con il tuo racconto, invece, mi"dici" come si sente un personaggio (sei molto brava in questo) ma io,lettore, mi sento un po' a distanza dalla situazione che racconti.
    Ma forse sono solo io che mi annoio facilmente quando leggo testi con pochi dialoghi.
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    La trama non e' originale, infatti, e l'ho specificato, quando ho inviato il racconto: non intendevo imbrogliare: Tony ha anche detto che gli sembrava di aver gia' letto una storia del genere, da qualche parte: niente di nuovo sotto ilsole, quindi.
    Ho, ovviamente, cercato di scriverla a "mio modo".
    Comunque una sola cosa mi rattrista: che solo Arianna abbia dimostrato di seguire questa serie televisiva: e' bellissima! Dovete assolutamente vederla: ne diventerete dipendenti :D
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    Hai un'abilità tutta speciale nel dipingere le ambientazioni, e l'incipit è assolutamente meraviglioso.
    La storia mi è piaciuta molto ed ho apprezzato il colpo di scena finale, con la rivelazione del fatto che l'uomo è sposato; concordo con te: se il lettore l'avesse saputo da subito avrebbe letto la storia con tutta un'altra aspettativa. io, ad esempio, avevo cominciato a pensare che, la casa tutta bianca, dentro e fuori, e la sua solitudine, portassero a un serial killer, ad esempio.
    E' il racconto struggente di speranze disilluse e un po' l'happy ending mi è mancato, ma non poteva esserci e lo capisco perfettamente.
    I personaggi si muovono nei binari disegnati dalla vita che si sono scelti, ma non sono nè caricature nè stereotipi.
    L'excipit trovo che si incastri a meraviglia nella storia.
    Proprio un gran bel racconto.
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    La storia è corta, cruda e feroce. in poche righe ci fai stare tutto il dramma della depressione post-partum, che non è una cosa da poco.
    Alcune frasi hanno una costruzione un po' pesante ma, diversamente dal solito, la lettura è proseguita senza rallentamenti.
    Trovo che l'excipit sia legato molto bene al resto del racconto.
    Un racconto incisivo e struggente su come la depressione riesca a mascherarsi perfettamente.
    Proprio un gran bel racconto.
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    E' un racconto difficile da commentare: scrittura senza sbavature, nessun errore degno di nota, stile pulito e senza fronzoli, ma comunque accattivante.
    La storia è molto originale e intrigante. mai letto niente del genere.
    Mi è piaciuta molto l'idea dei pezzi di noi stessi che, durante la vita, perdiamo per strada senza accorgercene: se ne perdiamo troppi non siamo più noi stessi e ci dimentichiamo come eravamo.
    I personaggi sono descritti in maniera impeccabile dai loro comportamenti, e non serve nulla di più.
    Posso solo aggiungere che mi ha colpito moltissimo e mi ha fatto riflettere sui miei pezzi persi per strada.
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    La storia è molto bella: non è facile riassumere trent'anni di vita di due persone in un racconto.
    Ho rilevato diversi errori e la tua formattazione ("non formattazione") del testo mi ha reso faticosa la lettura.
    Se, da una parte, dialoghi non nettamente separati possono rendere visivamente l'accavallarsi di due persone in una una discussione, dall'altra continuavo a cercare un punto fermo a cui ancorarmi per cercare di seguire il filo del discorso (abbi pazienza: sono programmatore informatico e le cose devono stare tutte in fila, ordinate ;) )
    Usi delle immagini molto particolari che mi hanno colpito, come all'inizio quando dici che il ragazzo è il ventilatore a pale dell'uomore della ragazza; giuro che ho riletto il periodo almeno tre volte cercando di capire cosa intendessi, però alla fine ci sono arrivata e l'immagine mi è piaciuta molto.
    Mi è piaciuto anche i modo in cui cambiano i protagonisti assieme allo scorrere del tempo: l'hai reso molto bene, mentre l'excipit non lo trovo congruente con il resto del componimento.
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    Sì, la storia non sarà delle più originali, ma dopo "Rocky" è difficile scrivere qualcosa di originale sul mondo della box e dei rapporti tra allenatore e pugile.
    Ti hanno fatto notare degli errorini... e ne ho uno anche io che non so se ti hanno già segnalato:
    "Fortunatamente è vivo, si dice, aumentando nuovamente il passo e sferzando l'aria davanti a lui con una combinazione ragionata di pugni."
    Visto che usi "si dice" (dice a sè stesso), io avrei cambiato: -sferzando l'aria davanti a lui- con -sferzando l'aria davanti a sè -
    Avrei anche distribuito virgole in modo diverso e più generosamente, ma l'argomento punteggiatura mi è un po' ostico per cui meglio soprassedere per evitare figuracce.
    Mi è piaciuta molto sia la storia che hai raccontato che il modo con cui l'hai fatto, centrando il tutto su una zona d'Italia piena di problemi e di malaffare.
    I personaggi mi sembrano ben definiti e "reali" anche se l'allenatore mi sembra un po' troppo caricato: è spossato, è stato ripreso per i capelli, eppure continua a pensare ai giovani che non ha potuto salvare.
    Ma al di là di quest' inezia mi è piaciuto il dialogo finale tra i due protagonisti e trovo che l'Excipit si adatti naturalmente al testo.
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    La storia è bella perchè parla di una situazione che ho vissuto: l'assenza, l'amore che porta odio e i chiarimenti mai fatti e le cose non dette.
    Ho notato che nelle tue frasi, soprattutto nella prima parte, usi tanti incisi che potrebbero anche non essere necessari, se si rigirassero le frasi; non so se è la tua cifra stilistica o se è uno stile utilizzato solo per questo racconto.
    Le frasi corte, secche, lapidarie, non aiutano il coinvolgimento emotivo (per quanto mi riguarda) e così mi sono sentita colpita ma poco coinvolta dal racconto.
    E' anche vero che, dato che la donna era una maestra, in questo modo tu abbia voluto far percepire maggiormente il distacco tra madre e figlia.
    La parte del dialogo con la defunta, invece, non mi è piaciuta anche se ho capito la tua intenzione.
    Immagino che le due si incontrino durante un sogno, ma tutto il dialogo mi è sembrato un po' artificioso.
    L'excipit, invece, è perfettamente amalgamato.
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    Hai reso perfettamente l'ospizio dove soggiorna la signora e, con "perfettamente", intendo dire che ho annusato esattamente l'odore di deiezioni e disinfettante di cui parli.
    C'è mio suocero, attualmente, in un ospizio e ho rivisto l'ambiente attraverso le tue parole.
    Descrizioni efficaci e puntuali: poche parole ma ben calibrate per rendere l'idea.
    Il figlio è molto abbozzato, di lui si conosce solo il colore della pelle, mentre della donna si sanno più dettagli, dato che è vista attraverso gli occhi e i ricordi di lui.
    Non credo che i nazistelli siano troppo stereotipati: li hai semplicemente descritti e, in effetti, è così che sono; essendo vigliacchi, niente di più facile che se la prendano con un anziano e un ragazzo di colore.
    Tenera l'immagine dei due che si somigliano pur senza essere imparentati: al di là dello sguardo, alcuni atteggiamenti, tic, modi di dire, si ereditano l'un l'altro tra famigliari.
    La svolta "fantastica" mi ha stupito ma ci sta: le mamme sono mamme fino alla fine dei propri giorni!
    Il tuo stile narrativo si amalgama perfettamente con l'excipit, che sembra scritto dalla stessa mano.
    Davvero un racconto degno di nota.
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    Mi è sembrato che il racconto volesse ricalcare "Alice nel paese delle meraviglie", seppure con il tuo stile, è ovvio.
    Anche qui abbiamo il passaggio tra il mondo reale e quello fantastico e in questo caso è un piccolo diadema a permetterlo.
    La fantasia non ti manca, ed è una cosa che ti invidio davvero tanto: ci vogliono i tuoi anni e la tua freschezza per mollare le briglie in questo modo e tirare fuori un racconto del genere.
    Ci sono frasi un po' pesanti e situazioni strane (ad esempio quando indossa il diadema la prima volta, cade addormentata [presumo a terra] e si risveglia a letto), ma sono dettagli che affinerai con il tempo (ho ancora il primo racconto che ho scritto, a 8 anni, e non ha un decimo della fantasia che tu hai messo in questo).
    Ti consiglio di leggere molto e il resto verrà da solo con il tempo, vedrai.
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    Arianna 2016
    hai ragione che scema! C'è la mamma nell'excipit! :D
    Ma sì, guarda, la mia è solo una idiosincrasia che salta fuori quando ci sono le coincidenze (le sento come forzature), ma tu ignorami che è meglio: il racconto mi è piaciuto.
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    Il racconto è molto toccante e scritto davvero con maestria, ma la storia non mi ha convinto fino in fondo:
    non ritengo sufficienti le giustificazioni addotte dalla suora per il fatto che la donna non abbia mai cercato il figlio.
    Anche il fatto di dire a un bambino che la mamma è morta, per calmarlo, mi sembra un po' tirata per i capelli: dire che è morta, significa separarli per sempre.
    Oltre a questo, d'accordo che la moglie ha una gravidanza difficile, ma ha ritrovato la madre dopo decenni, e se ne va tranquillo lasciandola dov'è dopo un paio di giornate.
    Tutti questi dettagli, uniti al modo un po' semplicistico con cui terze parti gestiscono i soldi della donna, hanno tolto un po' di magia alla storia.
    L'excipit è legato alla perfezione e le prime due frasi mi sono piaciute moltissimo: veramente poetiche.
    Mi è piaciuta l'idea ma, tutto sommato, la costruzione è un po' debole.
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    Il racconto non mi sembra presentare errori o refusi di qualche tipo; la storia è scritta con uno stile pacato e lineare, ma è efficace perchè aiuta a immergersi nel mondo che hai descritto.
    Complimenti per la trama che hai ideato: la storia mi è piaciuta davvero tanto.
    All'inizio, tutti quei "ricordi" che arrivavano al omento giusto, mi avevano fatto storcere il naso e fatto pensare a una soluzione troppo semplicistica, e invece avevano assolutamente senso.
    Brava.
    La storia è magica e si conclude forse troppo bruscamente: si sente un cambio di registro alla fine, non so se voluto o se "capitato" per la necessità di concludere il racconto.
    Non so se mi è piaciuto il fatto che Zero e Nove fossero parenti... mi è sembrato artificioso e non necessario per il racconto, ma è solo una fisima mia che non ha nessun impatto sulla qualità del testo.
    Il finale si intreccia perfettamente con il resto della storia.
    Veramente una buona prova.
1039 replies since 29/9/2016
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