Scrittori per sempre

Votes taken by caipiroska

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    Un 100 che, purtroppo, si taglia le gambe da solo.
    L'idea, molto simpatica e originale che sta alla base del testo, non è degnamente supportata dalla grammatica.
    Un mini scritto "di pancia", se vogliamo, dove è stato dato poco spazio alla cura della resa finale.
    Il risultato rimane un pò sospeso: cento parole richiedono molto impegno e attenzione per essere efficaci e inattaccabili, e le carenze si notano subito.
    Per esempio, partiamo dall'incipit Domani è domenica, dissi una volta a mia madre: se lo dice alla madre, come mai non è tra virgolette?
    “DOMani è DOMenica” per questa frase, invece, usi gli stessi segni grafici del discorso diretto, ma sembra che nessuno la pronunci…
    Lo ammetto, per poco non mi ingannava! questa frase, nel punto dove l'hai messa, confonde molto. Se non è stato ingannato vuol dire che negli ultimi anni non è mai andato a scuola perchè per lui domani è domenica… Non ha senso…
    Il Tiè finale ci sta, riporta tutto sul gioco che facevano madre e figlio.
    E' tutto il resto che traballa...
  2. .
    Auguri Ele!!!
  3. .
    Tanti cari auguri Fausto!
  4. .
    Ciao Giancarlo,
    che tu scriva un racconto, o un testo documentaristico, non puoi barare: si sente che sei un poeta!
    In questo racconto predominano i toni caldi dei colori pastello, parole legate insieme con sentimento e cariche di emozioni: più dei fatti, più del contest stesso, ti sei curato di rendere lucido e chiaro un messaggio universale. Qualcosa che passa dal cuore e che può solo rimanere piacevolmente impresso.
    Portare la poesia nella prosa è un'operazione che non sempre riesce perfettamente: si rischia di seguire troppo le emozioni e relegare la struttura del racconto stesso a un altro livello. Questo forse accade anche qui, ma riesci a gestire tutto con eleganza e raffinata esperienza.
    Per esempio ho trovato che le varie scene del fidanzamento occupano troppo spazio: in realtà non è un evento importante, cioè a te serve solo per dare una particolare sfumatura al racconto, ma invece ti allarghi, ti lasci trasportare nella descrizione di questo nuovo amore che sboccia e si manifesta, dandogli un'importanza eccessiva.
    Sull'altro piatto della bilancia abbiamo Tibbets: il tono che usi nel descrivere lui e la sua storia è diverso da quello usato per i fidanzati: racconti fatti, racconti scelte vere, idealizzi poco e di conseguenza risulti più credibile e interessante.
    Qui sei carnale, ci parli di un uomo; là sei trascendentale e parli di spirito che aiuta.
    Un connubio interessante da indagare, anche se l'autore sembra dare una chiave di lettura che relega alla natura (o qualcosa di simile) l'armonia delle cose.
    Così sembra davvero che un bagliore impedisca a Tibbets di sganciare la bomba.
    Manca il travaglio dell'uomo, della sua scelta, del suo ripensamento.

    Ti segnalo questi due passaggi che non mi tornano molto:
    Non sono orgoglioso di aver ucciso 80.000 persone, ma sono orgoglioso di essere partito dal niente, aver organizzato l'intera operazione e aver eseguito il lavoro perfettamente, la notte dormo bene».
    Colonnello Tibbets

    Non ho capito il senso di questo intervento…
    Ma le uccide o no queste persone?
    Oppure scrivendo il giorno prima releghi questo fatto alla storia, perchè fin qui non c'è ucronia, ma poi la fai accadere in una sorta di universo parallelo?
    Perchè se lui asserisce di aver ucciso 80.000 persone vuol dire che la bomba la lancia, o no?
    Oppure le uccide un'altra volta?
    Capisci bene che inserendo questa frase a inizio racconto io, lettrice, so che Tibbets farà una strage. Però non la fa…

    E poi questa:
    La scelta del bombardiere fu curata personalmente da Tibbets che scelse un aereo a caso fra molti. Anche stavolta il destino fu strano, infatti il mezzo indicato era stato montato dagli operai durante un turno di fine lavoro e non dava garanzie d’affidabilità. La scelta era quindi caduta su un aereo costruito a inizio turno. Il tecnico asseriva che gli operai, sicuramente, avevano controllato i bulloni due volte.
    Dunque, dici che la scelta fu curata da lui, ma poi affermi che sceglie a caso.
    E sceglie il peggiore.
    Poi sceglie il migliore.
    Quindi non sceglie a caso ma dopo diverse scelte…
    Senz'altro per questa scena ti sei ben documentato e sarà sicuramente vera, ma forse non è molto chiara come hai deciso di descriverla ( e colgo l'occasione per sottolineare la diversità tra le "scene Tibbets" e quelle "fidanzati": qui si sbaglia, là mai.)

    Due piani di scrittura intrecciati sapientemente insieme, l'uomo e qualcosa di più vasto.
    Tutto rimane un pò sospeso, sembra che le scelte vengano decise da qualcos'altro e l'improvviso cambiamento di Tibbets perde il peso che dovrebbe avere, diventando poco giustificato.
  5. .
    Ho letto così tante volte questa discussione da conoscerla quasi a memoria…

    Lo ammetto: non ho partecipato perchè non ho capito benissimo il meccanismo del contest e, a fine letture, vedo che c'è stata una libera interpretazione da parte degli autori. E questo è un bene, per carità.
    Ma adesso che si avvicina la fase del voto mi trovo ancora immersa nella mia confusione…

    Ho un primo posto per il miglior racconto
    Un primo posto per la migliore ucronia
    e un primo posto per il miglior racconto autoconclusivo.
    E sì, sono tre racconti diversi…

    Ci sono racconti completamente immersi in un mondo alternativo che accennano brevemente alla svolta ucronica
    e racconti strettamente storici che accennano alla svolta ucronica senza fare nessun riferimento ai cambiamenti che porterà.
    E ancora racconti dove la svolta è lampante e racconti dove è appena accennata (e solo per appassionati).
    Pochi in realtà sufficientemente autoconclusivi (qualche pagina fa si era portato come esempio Terminator…).

    Questa è soltanto una mia osservazione e non pretendo chiarimenti ne risposte da nessuno.
    Finirò di commentare i racconti perchè gli autori sono stati eccellenti e hanno proposto delle storie inaspettate e molto gradevoli da leggere.
    Ma non se se voterò: dietro ogni racconto c'è tanta ricerca e mi rimarrebbe il dubbio di aver fatto un torto a qualcuno.

    Sono comunque molto curiosa di sapere chi sarà il vincitore di questo primo step!
  6. .
    Un abbraccio non si rifiuta mai!
    Grazie e contraccambio con piacere!
    Ma sì, comunque visto che siamo qui un brindisi lo proporrei lo stesso, no?
    Orsù, in alto i calici e brindiamo a... brindiamo a...
    a tutti.
  7. .
    Ciao EmaPiuma,
    domanda bizzarra la tua…
    Come moglie, mamma e lavoratrice il tempo per leggere e scrivere è sempre troppo poco, ma ultimamente ho scoperto le ore che vanno dalle 23.00 alle 3.00!
    Perfette! Pace, silenzio e solitudine che altrimenti non saprei dove cercare.
    Prima le utilizzavo per dormire, adesso per scrivere.
  8. .
    Un brindisi agli sposi!!!

    brindisi2_0

    Congratulazioni, ragazzi!
  9. .
    Grazie a tutti per il passaggio e per i complimenti!

    Sono d'accordo con Petunia e Dalcapa: in troppi passaggi continuo a essere troppo abbondante!
    Mannaggia a queste diete che non funzionano…

    Dafne: sì, in effetti la "trasformazione" appare come un fulmine a ciel sereno (e così volevo che fosse: quella moglie e quel figlio che spuntano all'improvviso dovevano essere una "sorpresa"...). In realtà non potevo spiegare in poche parole cosa fosse successo a Klimt per fare quella scelta: ho aggirato l'ostacolo rimanendo sul vago. Una decisione così drastica avrebbe avuto bisogno di tanto spazio per essere credibile. E io non avevo più molte battute...
  10. .
    Ciao Lucabii,
    il protagonista che ingaggia un killer per far fuori la famigliola la trovo un'idea semplicemente geniale.

    Vero è che tutto il racconto si basa però sulle elucubrazioni mentali del protagonista, sui suoi sensi di colpa dell'ultimo minuto: paradossalmente questo toglie qualcosa al racconto.
    Sì, perchè alla fine non dai nessun indizio su moglie e figlio: io, lettrice, non li conosco, non provo empatia per loro, non mi ci affeziono, e di conseguenza (brutto a dirsi…) per me non cambia molto se i due muoiono o meno…
    I pensieri sparsi di Fausto, i suoi vaneggiamenti e le sue pallide considerazioni, prendono gran parte della storia (anzi, tutto è basato su questo) infarciscono troppo la torta, tanto da renderla quasi stucchevole e alla fine io non so a cosa sia dovuto tutto questo odio feroce.
    Soprattutto per quanto riguarda il bambino: decidere di ucciderlo è una scelta narrativa impegnativa, che va preparata bene per essere accolta e "digerita". Ma di lui non si sa niente di niente, solo che assomiglia sempre di più al nonno. E questo mi deve bastare.

    Senz'altro la scelta di focalizzare l'attenzione su Fausto è interessante e ti permette di giocare sui tipi di paranoie che intasano l'anima di quest'uomo: forse alla fine non ci sono perchè per giustificare i gesti di una persona fuori di testa.
    Ho un pò faticato a entrare nel vivo della storia, in quanto ho percepito una sorta di pesantezza nella prima parte che ha avuto su di me un effetto un pò "respingente": tante (troppe) parole per descrivere lo stato d'animo confuso di quest'uomo.
    Quando allenti un pò la vena introspettiva il racconto diventa più fruibile e alcuni passaggi sono veramente gustosi, ti porto questa frase come esempio: "Come la più rognosa delle zanzare, il dubbio non smise di ronzargli nelle orecchie per tutto il pomeriggio. Non c’era modo di farlo secco. Più ci provava e più il ronzio si faceva acuto. Insopportabile." A mio parere quando diventi più secco e netto raggiungi meglio il cuore del lettore.

    Un buon racconto e una buona penna: anche tu (come me!) appartieni alla schiera degli "scultori": abbiamo bisogno di "togliere" per dare alla luce la nostra opera!
  11. .
    Ciao Rominaq,
    la storia che proponi è un racconto amaro di vite in bilico, un monito quasi su quanto sia facile perdersi oggi, e senza nemmeno un vero perchè.
    Le immagini che crei sono fluide e ben collegate e si passa tra le varie scene con facilità, avendo la sensazione di percorrere un percorso ben segnalato.
    Più della caduta verso il basso di lui, mi ha colpito come rendi il senso di colpa di lei: lui sbaglia e lei si sente quasi responsabile per non essere riuscita ad aiutarlo: situazione orribile, ma purtroppo molto comune in queste situazioni.
    Forse questa è la forza e la debolezza insieme di questo racconto: la forza di raccontare i fatti come sono e la debolezza di non aver il coraggio di proporre un finale diverso.
    Mi spiego meglio: lei lo ama. Va bene, però a me lettrice non arriva niente di quest'uomo, solo la sua debolezza e il suo vile egoismo.
    Non provo empatia per lui, insomma.
    E di riflesso nemmeno per lei che continua a voler tenere in piedi una storia tormentata: il clichè della donna che proponi non ha niente d'innovativo, è solo un'altra che si adagia nella sua situazione di sofferenza. Ancora una donna crocerossina che si annulla nell'amore.
    Forse sarebbe stato interessante leggere la storia ribaltata (lei drogata e lui innamorato perso), così scansavi la boa dell'exicipit.
    Sulla parte ortografica non mi espongo: voglio pensare a un qualche tipo di problema di formattazione, altrimenti tutto il racconto sarebbe una segnalazione.
    Formattazione che tra l'altro disturba un pò la lettura.
    In sintesi un racconto corposo che calza bene con il finale che hai scelto: una storia che inizia e finisce in maniera circolare. Il nulla farcito d'amore. Quasi un classico.
  12. .
    Ciao AloneInTheDark.
    Un buon racconto, carico d'intenzioni niente male.

    Leggendo questo brano mi sono un pò calata nelle atmosfere di fine '800, che hanno il loro fascino inquieto.
    Il testo si snoda in un crescendo di suggestioni che incalzano la lettura: le descrizioni ambientali sono azzeccate, l'intreccio è convincente ed è interessante il mistero che circonda Isidora/Obscura.

    La scelta di raccontare in prima persona i fatti, però, fa calare la tensione senza pietà: il narratore interno come scelta espressiva di questo genere di racconto, ha il brutto inconveniente di non poter focalizzare niente sui particolari del vissuto (di solito si descrive cosa si fa e poco cosa si pensa e vive), restituendo alla fine un susseguirsi di fatti spolverati qua e là di considerazioni.
    La trama, partita intrigante, si ingarbuglia verso i tre quarti, per annodarsi frettolosa nel finale.
    Dal momento in cui Alberto sviene dal direttore alla fine, il racconto acquista un'immotivata velocità quasi avesse voglia di arrivare subito alla conclusione.
    Per esempio: inizi dicendo che quello che leggeremo sono le memorie di Alberto. Bene, che fine fanno quelle memorie?
    Poco convincente (anzi, per niente…) il passaggio dove dici che verrà rinchiuso per 25 anni, e gli effettivi 25 anni trascorsi: come soluzione in extremis, almeno una riga si poteva saltare… Anche se sarebbero state interessanti due parole su questi 25 anni trascorsi prigioniero, sul come Obscura fosse penetrata in lui e sugli effetti nella sua mente deviata. Da qui poi ci si poteva collegare al 1977, facendo appunto intuire al lettore un male oscuro che si dilata nel tempo ( dove, come, perchè a fantasia tua!).
    La parte del 1977 di conseguenza risulta fuori contesto, il lettore non è preparato ad accoglierla e tutto risulta eccessivo e forzato. Con questo non intendo che non vada bene come finale, anzi, queste conclusioni aperte che collegano passato, presente e futuro (legati insieme magari da un simbolo che crea una solida catena) funzionano bene e lasciano il lettore a bocca aperta.
    Il problema è che in questo brano la scena finale arriva immotivata e l'effetto che lascia dietro è quello di lasciare il lettore perplesso.
    Rivedrei il tutto con più calma.

    Ho notato che fai un uso abbondante di "che" e "ero/era/erano". Sfoltirei.
    La parola location, in questo racconto, a mio avviso stona: non credo sia un termine in uso in quei tempi...
  13. .
    Che idea ganza!
    Bravo Giancarlo!
  14. .
    ARRIVATO!!!
    Grazie a tutti!!!

    100x100_1
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    Dura la vita con l'editor...
167 replies since 30/9/2016
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