Scrittori per sempre

Votes taken by caipiroska

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    Un uomo che soffre d'insonnia si alza nel cuore della notte e inizia a scrivere un racconto.
    E scrivendo a ruota libera, si sa, vengono fuori tutti i demoni che uno cova dentro.

    Il protagonista in preda all'impulso creativo, costruisce un nuovo se stesso, mette nero su bianco i suoi sogni segreti: Martina esiste davvero o è una proiezione di quello che lui vorrebbe vivere?
    Durante il testo tutto cambia: l'uomo maturo nella sua comoda posizione diventa schiavo delle sue fantasie sessuali, la moglie da "dolce metà alla quale vuole bene" diventa "una nemica glaciale", anche la figlia da motivo d'orgoglio diventa una parassita.
    Nell'intimo atto creativo il protagonista si toglie diversi sassolini e vomita una realtà che lo intriga, ma che non esiste.
    Questo racconto per me è uno sfogo, una confessione che non vedrà mai la luce ma che servirà al protagonista per sentirsi meglio.

    Domani tornerà innamorato della moglie e soddisfatto della figlia: Martina è stato il suo sogno di una notte, un volo di fantasia che covava dentro e che esorcizza mettendolo nero su bianco.
    Un sfogo che condivide con tutti i partecipanti di Ink.

    Interpretato con la mia personalissima chiave di lettura (che poi magari non c'azzecca niente con le intenzioni dell'autore!) posso allora accettare gli abbondanti corsivi (dettati dall'urgenza di scrivere) e la disarmante ingenuità di questo uomo maturo: occhio sessantenni, che a diventare ridicoli è un attimo!
  2. .
    Questo racconto è scritto molto bene e in più racchiude un fascino che non lascia indifferenti.
    La vita di Matteo è una ricerca continua verso se stesso, è un viaggio senza destinazione verso il vero Matteo: chissà se si troverà mai…
    Forse sta diventando pazzo, forse la troppa sensibilità lo sta annientando, forse non si sente all'altezza di ciò che la vita vuole da lui.
    Eppure sognava solo di battere i tasti di una qualsiasi cassa al supermercato…
    Qualsiasi sogno, anche il più modesto, non riuscirà mai a realizzarsi se chi lo fa non riesce a trovare il coraggio di provare a realizzarlo. Di qui l'oblio in una bottiglia lontano dal mondo, la voglia quasi di rinascere e ricominciare tutto da capo, perchè ormai ci siamo spinti oltre e non riusciamo più a vedere il punto da cui siamo partiti, ma il viaggio è così straniante che alla fine non sappiamo nemmeno più chi siamo e quale era quel desiderio che ci faceva tanto battere il cuore…
    A molti accade questo e i più s'incattiviscono diventando brutte persone.
    Matteo si accontenta di annullarsi nel suo infinito oblio.

    Testo profondo e arzigogolato, ma che alla fine arriva tutto.

    La citazione finale, secondo me, può essere tranquillamente tolta.
  3. .
    Grande Molli!
  4. .
    Infatti mi chiedevo il perchè del fuori concorso.
    Uffa queste scadenze…
    Come ti capisco!

    Sei sempre tra i migliori comunque per me. Sappilo!
  5. .
    Mannaggia per un pelo non mi hai votato!
    Ancora tanti complimenti!
  6. .
    Wow ragazzi!
    Siete tutti e tre nella mia quartina!

    Bravissimi!
  7. .
    Quindi, autore, abbiamo ancora un annetto scarso per redimerci?
    Visto come vanno le cose non abbiamo scampo...
    Scherzi a parte l'idea è carina e ironica allo stesso tempo.
    Speriamo che il Figlio riesca a farGli cambiare idea, anche se il Padre non mi sembra un tipo che accetti consigli.
  8. .
    Il primo 100 dell'anno: non esiste modo migliore per iniziare l'anno nuovo!!!

    Integrato dalla prima statistica inutile del 2019, molto curata e approfondita!

    Che dirvi ragazzi?
    Grazie di tutto: siete i migliori!
  9. .
    Questo 100 è simpatico, ma anche troppo strano…
    So che l'intento dell'autore è quello di sorprendere e strappare un sorriso, ma a me non ha fatto questo effetto.
    Il testo è quasi alienante e sfiora tante (troppe!) cose: la madre dichiara di essere vegana, animalista e tantrica, e io mi chiedo come invece sarebbe dovuta essere essendo un lamantino…
    Il bambino/cucciolo ci rimane quasi male di ritrovarsi davanti una madre… obesa? Un cucciolo così perspicace, che conosce il Natale umano, non sa che i lamantini sono molto ben in carne? (non credo nemmeno che siano obesi nel senso che intendiamo noi: per loro è naturale essere "abbondanti").

    Insomma, un testo curioso, ma che a mio modesto parere, non riesce a essere convincente nel modo in cui viene proposto, cioè giocando un pò con i doppi sensi e il dico-non dico.
  10. .
    Emozionata, ma allo stesso tempo decisa e imperterrita!
    Complimenti Arianna!
  11. .
    In ritardo come al solito, ma ti faccio lo stesso tantissimi auguri!
  12. .
    E io mi sento di mandare un grosso Grazie a Achillu per le sue statistiche "inutili" e a Bucaneve per leggere (e votare!) tutti questi Inkazzati senza partecipare!
    Siete dei grandi!
  13. .
    Questo racconto parte molto bene: le due donne sono ben delineate e i dialoghi sono convincenti e scorrevoli (cosa molto difficile da realizzare a mio avviso…).
    La situazione è chiara fin dall'inizio e chi legge si aspetta un crescendo di avversità che porteranno la povera Lara a scoppiare.
    In realtà questo non avviene, o avviene in maniera più blanda di quella che lo scoppiettante inizio aveva promesso.
    Ecco, forse è questa la pecca di questo gustoso brano: parte molto bene e segue un lento, ma graduale sgonfiamento.
    Forse Paola doveva rimanere ed essere il bersaglio della furia di Lara quando si accorge ( magari) che il suo orologio è indietro e ha mancato l'appuntamento…
    A quel punto l'esplosione di collera incontenibile avrebbe esaltato tutto il brano (d'altronde mica poteva frullare la gatta dalla finestra? O sì…).
    Ecco, per rendere perfetto questo racconto a mio avviso manca una belle esplosione finale.
    Incontenibile e devastante.
  14. .
    Senz'altro mi sbaglio, ma in questo brano ho percepito una ventata di King…
    Poi l'autore mi dirà...

    In questo racconto l'incazzatura viene accennata verso la fine: prima è tutto il monologo sull'amore perverso di uno psicopatico (ripetere più volte tutte quelle frasi sull'amore per Lindsay, mette già il lettore in allerta).
    La storia descrive l'attaccamento morboso verso questa donna: a un certo punto non è chiarissimo sul fatto che lei sia una donna vera o se è solo idealizzata costruita in base alle fantasticherie del protagonista ( sembra che la "crei" spiando più donne, leggendo libri...).
    Sta di fatto che alla fine una Lindsay c'è e fa una brutta fine.


    Ripetere allo sfinimento alcuni concetti rafforza molto il senso di paranoia che vuole trasmettere il brano, ma allo stesso tempo "allontana" il lettore da quello che dovrebbe essere il fulcro del brano: l'incazzatura.
    Lui la uccide perchè si arrabbia vedendola con un altro, ma in realtà questo arrabbiarsi è marginale alla dinamica del brano.
    L'arrabbiatura è lo scatto che fa fare al protagonista quello che ha fatto ( non ho capito se la imbalsama o se la tiene semplicemente morta nel letto...).

    Un innamorato respinto che sfoga la sua frustrazione uccidendo l'amata non è il massimo dell'originalità, anche se in questo brano l'autore è stato molto abile nel rendere vivido il processo mentale deleterio del protagonista.
    Una storia che diventa prevedibile proprio perchè la dinamica di questo tipo di situazioni di solito, finisce in un unico modo: questo.

    Questa linearità del brano non paga con il finale, perchè il finale stesso diventa quasi scontato, togliendo un pò l'effetto sorpresa, che invece in un brano che vuol tenere all'erta i sensi di chi legge, ci dovrebbe essere.
    Cioè, il finale con lei morta nel letto ci sta anche bene, ma doveva essere meno telefonato: già all'inizio l'autore ci presenta Lindsay descrivendola da vicino, come se l'avesse con sè.
    E in effetti è così, ma il lettore questo lo intuisce già dall'inizio.
    Poi quando si capisce che è pure psicopatico, non ci sono dubbi sul "come" lei sia accanto a lui.

    Se posso...
    Asciugherei un pò la prima metà del racconto, mi concentrerei su una incazzatura colossale (insomma, per ammazzare qualcuno bisogna proprio essere un pò fuori...) e stupirei il lettore raccontando i fatti magari lontani nel tempo, con l'immagine finale della mummia (o chi per lei) che sorride dal letto.
  15. .
    La maestra delle elementari…
    Una donna che era quasi una mamma e che con pazienza e passione insegnava.
    O forse io ero piccola e i miei ricordi sono disturbati dal tempo.

    Certo è che questi tre goliardici amici rispecchiano molto bene le fragilità su cui spesso costruiamo il nostro futuro: basta veramente poco per far sbocciare la malinconia.
    Forse perchè sotto sotto sappiamo che non saremo mai più felici e spensierati come allora...
167 replies since 30/9/2016
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