Scrittori per sempre

Posts written by caipiroska

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    L'inaspettato arrivo della Passione nell'esistenza di una donna ordinaria, persa dietro i mille ostacoli della vita.
    Che ancora si giustifica, invece di allargare le braccia e farsi possedere da Essa.
    Una ritrosia ben resa e palese, la paura quasi di lasciarsi andare a qualcosa che comunque sentiamo scalpitare dentro, nell'anima.
    Timore in realtà comprensibile e giustificato, perché farsi travolgere dalle passioni implica anche saper accettare che le suddette prendano il sopravvento e diventino qualcos'altro: cosa uccide di più di un grande amore che ti tradisce?
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    Un dialogo praticamente perfetto.
    Non c'è altro nella pagina, solo quelle parole, dalle quali trapela un rapporto quasi amichevole tra i due che giocano a stupirsi e non capirsi.
    Li accomuna un mistero che l'autore non condivide con il lettore, ma che, proprio per la sua assenza, stuzzica la fantasia di chi legge.
    Un modo originale di proporre una questione che rimane celata: forse gli indizi per capire di cosa stanno parlando ci sono tutti.
    Oppure no.
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    Un buon mini!
    Curato, scorrevole, con belle immagini e una sottile delicatezza che incornicia tutta la storia.
    La frustrazione di Ricky è ben descritta, sia nei gesti che nell'atmosfera del sogno, dove Max appare lontano, distratto, poco cosciente di ciò che hanno appena vissuto, senza percepire il nuovo mondo che sta per svelarsi ai suoi occhi ancora da convincere.
    L'urlo disperato di Ricky ( che in realtà non urla!) è il tentativo disperato del ragazzo di mettere l'amante di fronte alla nuova realtà.
    Il focus è tutto su Ricky, Max non appare nel testo, ma solo nel sogno del protagonista, che, sempre nel sogno, gli intima di svegliarsi dal torpore della sua situazione.
    Peccato che in questo bel mini una parola messa con troppa disinvoltura (quel Svegliati! finale) abbia spiazzato alcuni lettori, distraendoli dal nocciolo della questione.

    Molto importante per tutti questo episodio: come il peso di una singola parola possa sbilanciare l'equilibrio di un intero brano!
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    Chissà perché a me tutta questa noia non è arrivata...
    Anzi, mi sembra che il protagonista si ben contento di prendere quell'aperitivo con gli ex compagni di Liceo.
    Confermo che gli argomenti sono sempre quelli, e che ora come allora si parla sempre delle stesse cose: ma non è proprio questo il bello di queste rimpatriate?
    Riportare alla luce per l'ennesima volta quell'aneddoto o quella figuraccia?
    Un amarcord che fa bene al cuore!
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    Non nego che quelle cose contorte (al plurale!!!) che infili nell'utero d'eden, mi hanno un po' inquietato, sappilo!
    A parte questo, trovo il mini molto interessante: la torbida amarezza di un amore che finisce tra gli strascichi di rimorso e le conseguenti riflessioni sulla caducità delle cose.
    Forse il protagonista si dà anche delle colpe per aver investito troppo in questo rapporto, ritrovandosi a fare i conti con un'amara solitudine: tutto impreziosito da un linguaggio ardito, ricoperto da un velo quasi epico: quello che si riserva alle grandi occasioni (non è una grande occasione la fine di un amore?).
    Alla fine di questa "follia" per me ci sta anche il fatto che si dia del cretino.
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    Mi permetto una battuta, autore: qui C'è ancora tanto da fare...
    Questa frase per esempio: Mi aveva scritto parole dolci, io pianista affermata, mi sono intenerita, suonare ad un concerto, di arpa e pianoforte, per beneficenza, per i bambini della casa famiglia del suo paese, già il suo, e ci sono caduta, sono volata dalla lontana Goteborg sono volata da lui, buttandomi alle spalle maltrattamenti e cattiverie famigliari, sono volata dritta dritta in questa trappola mortale. Una sequenza di subordinate incoerenti e mal gestite, unite solo da virgole quando altri segni di punteggiatura avrebbero reso il testo più comprensibile e scorrevole. Essendo uno sfogo ci può stare anche qualche punto esclamativo:
    Mi aveva scritto parole dolci e io, pianista affermata, mi sono intenerita: suonare a un concerto, di arpa e pianoforte per beneficenza, per i bambini della casa famiglia del suo paese. Già, il suo. E ci sono caduta! Sono volata dalla lontana Goteborg, sono volata da lui, buttandomi alle spalle maltrattamenti e cattiverie famigliari. Sono volata dritta dritta in questa trappola mortale!

    Poi, un aspetto fondamentale del mini è la logica alterata del testo.
    Prima di far volare via la donna del profondo sud dalla Svezia, informa il lettore che ci è andata, altrimenti si creano incomprensioni.
    Se mi ritrovassi segregata, ma comunque con una lattina di tonno, una camicia e un modo per comunicare all'esterno, (e non su un vicolo, ma sulla strada che porta al mercato!) non credo che aspetterei il mensile per scrivere un messaggio d'aiuto e nemmeno userei un lembo della camicia! Mi taglierei con il bordo della scatoletta (tanto mi succede spesso a cose normali...) e scriverei un messaggio a caratteri cubitali su tutta la camicia! Non su un lembo ( che comunque non chiuderei in una scatoletta di tonno!). Sembra che accetti con più serenità l'idea di morire che quella di ferirsi un braccio!
    In definitiva per me il comportamento della protagonista non è ben giustificato: non mi sembra che faccia di tutto per uscire da quella situazione. Anzi, in generale, il testo mi sembra che getti una cattiva luce sulle donne, o almeno su alcuni tipi di donne: accettare l'invito del proprio aguzzino che propone di suonare a un concerto (anche se per beneficenza) credo che sia tra le dieci cose da non fare nella vita.

    Oppure il tuo 200 vuole puntare il dito sugli atteggiamenti errati delle vittime? Sulle coscienze annichilite dai maltrattamenti che sembrano quasi assuefarsi e accettare le punizioni che vengono loro inflitte? Sulla loro ingenuità e poca intraprendenza? (così mi giustifico il titolo...).
    Un testo che mi lascia dubbiosa.
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    Un racconto che ha il pregio di creare una bella atmosfera, ricca di significato e intensa.
    L'incipit è ben curato e incornicia qualcosa di prezioso, invita a una riflessione profonda.
    Un amore tormentato che, seppur oltraggiato da cicatrici, non trova il coraggio di mettere la parola fine.
    Un tema attuale in un mondo dove pochi sanno davvero cosa vogliono: pur di non rimanere soli e senza emozioni, qualcuno continua ad abbracciare quelle sbagliate e nocive.
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    Un racconto cupo e intenso: si avverte tutto il gelo che circonda la città e il velo di rassegnazione che ricopre le frasi.
    La colpa? Dell'uomo che è definito come un "fallimento".
    Non c'è speranza in questo mini, l'autore lo spoglia di qualsiasi bellezza, proponendoci un mondo che mai nessuno vorrebbe vedere.
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    Un buon 200, ben strutturato e curato.
    L'attenzione alla dimanica delle scene è ben riprodotta, anche se tutta quell'azione toglie un po' di sentimento al mini, rendendolo un po' tiepido.
    Segnalo questo passaggio: dai morti agitati nei flutti. Sostituirei con: i morti agitati dai flutti, altrimenti sembra che i morti si agitano sa soli (!).
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    Una bella storia condensata in uno stile telegrafico che non mi ha fatto impazzire (la scena dei fiori, per esempio, poteva essere scritta di seguito, inserendo una virgola senza spezzare la frase).
    Le frasi si susseguono a ritmo serrato: una scena dietro l'altra che rendono molto dimanica la narrazione, ma al tempo stesso tolgono qualcosa, rallentano il coinvolgimento emotivo.
    Molto azzeccato il ribaltamento finale: il protagonista, come il lettore, rimane piacevolmente spiazzato.
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    L'idea racchiusa in questo mini arriva in maniera vaga al lettore.
    Un incontro con se stessa? Con la parte repressa di una personalità disturbata?
    Le due figure potrebbero rappresentare la stessa persona che a tratti si riconosce e a tratti si rinnega.
    Questa frase Ma chi è? Mollarla ora e partire per una qualsiasi coordinata. non riesco a contestualizzarla.
    Forse l'autrice voleva descrivere l'incontro/scontro tra l'anima e l'essere, ma il tutto non è ben supportato dalla struttura del mini.
    Nemmeno il titolo aiuta: nel testo non muore nessuno e non ne ho percepito la tragicità.
    C'è molta confusione, questo sì, ma non riesco a capire se è voluta o se è solo il risultato della fretta o dell'inesperienza a rendere una determinata situazione con poche battute a disposizione.

    Ho appena riletto il testo, e niente: non riesco a trovare la chiave per decifrare ciò che è nascosto tra le parole.
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    Grazie Mangal!
    L'avrei senz'altro spedito all'indirizzo vecchio...
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    Ciao Mangal,
    Cosa si fa a poche ore dalla fine del mondo?
    Bho? Speriamo di non dover mai vivere questo momento, nel caso l'approccio di Sergio mi sembra un'atteggiamento sensato.
    Trovo che hai fatto ben risaltare il disorientamento generale: anche nell'ultima ora c'è sempre chi ha voglia di dare la colpa a qualcuno... Tipico degli umani...
    Stupita che il suo uomo faccia simili ragionamenti, qui non avrei ribadito che si tratta di lui perché il colloquio è solo tra loro due: Stupita da quei ragionamenti.
    Tutto è ben bilanciato in questo mini e traspare dalle righe una struggente amarezza che lascia tanta tristezza dietro di sé.
    Ma lo scopo era quello, no?
    Bel pezzo, di quelli che piacciono a me: senza speranza e possibilità di redenzione.
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    Ciao Giancarlo,
    deve essere stato davvero orribile quello che hai passato!
    Ma la cosa importante è che ne siate usciti vivi! Ripeto, vivi!
    Non sempre finisce così...
    Per caso oggi ho letto una frase e la voglio condividere con te:
    Non guardare indietro, non è lì che stai andando.
    Sembra facile, no?

    (Sì, lo so, è retorica: è difficilissimo non voltarsi indietro e rimanere ancora una volta traumatizzati da ciò che è stato... Già accettarlo sarebbe un bel passo avanti... Ma si rimane tutti lì, bloccati dal pensiero di ciò che ci hanno tolto, rimanendo prigionieri in un loop infinito che aumenta l'insicurezza e la sfiducia nel futuro...).
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    Complimenti Mangal!!!
    E un abbraccio forte forte per qualsiasi cosa!!!
1085 replies since 30/9/2016
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