Scrittori per sempre

Votes taken by Molli Redigano

  1. .
    100 in versione "addà passà a nuttata" che poi è ciò che tutti ci auguriamo. Una riflessione profonda che ci consegna uno spunto mica da ridere: che faremmo senza tecnologia? Beh, noi scrittori avremmo sicuramente carta e penna...e scusate se è poco.
  2. .
    Professioni in crisi... pensa a tutti quelli che lavorano in nero...per carità, divertente e piacevole, ma qualcuno potrebbe non capire, qualcun altro incazzarsi.
    Io a casa ho l'allarme e a puttane non ci vado, semmai le procuro😜.
  3. .
    CITAZIONE
    Là fuori, sulla città muta, splendeva il sole che mi mancava.

    Cerco di scovare l'attinenza al tema in questa frase: la città muta per via delle restrizioni. Allora guardo fuori dalla finestra ed è pieno di gente: ok, è fuori tema.

    Scherzi a parte, il testo rende bene, è buona la scrittura.
    Cerco di immedesimarmi nella bimba: costretta a casa, supera la noia diventando un po' per volta molti dei personaggi delle favole più comuni. Ma allora il racconto è perfettamente in tema...

    🤔

    Buon lavoro.
  4. .
    Mah, a giudicare dalle tue parole, non so se ce la fai.
    Comunque, apprezzo il tuo sfogo su carta anche se non mi è ben chiara l'origine del pizzicore alla base della nuca che ti tormenta. Questa quarantena prolungata di fa certi effetti? Continuava sfogarti su carta che ti riesce bene. E non ci pensare.

    P.S.: mangia!
  5. .
    Non capisco perché 'sto brufolo disturbi così tanto. E se avesse detto sto scrivendo con una mano sola e con l'altra attacco alla tapparella le caccole che mi sto tirando fuori dal naso? Come notato, frase a effetto, tra l'altro, almeno per me, ben riuscita. Ed è forse la trovata più originale di un testo che tutto sommato si legge bene nella sua semplicità.
    Concordo con chi sostiene che, in questa versione particolare del contest 100%, le riflessioni pure e semplici siano equiparate alla stregua di racconti come spaccati di vita. D'altronde, un aspirante scrittore/scrittrice, a maggior ragione se è da solo in quarantena a casa, che cazzo deve fare se non pensare, riflettere e scrivere?
  6. .
    Sebbene nella sostanza l'idea di fondo sia più che apprezzabile, ovvero il desiderio di vedere i propri genitori non soltanto attraverso il telefono, trovo che questo 100 sia un pochino troppo semplice, che cada quasi nel banale, come se fosse colpa dello Stato che ci ha imposto di stare lontano dai nostri cari. Oppure le cose semplici sono le migliori...🤔
  7. .
    Guanti di lattice, mascherina da imbianchino comprata in ferramenta.
    Uscì di casa di buonora per la spesa settimanale, almeno avrebbe evitato la fila per entrare. Non fu così, molta gente aveva pensato allo stesso modo.
    Era in fila anche lei, proprio davanti a lui. Riusciva a vedere soltanto i suoi occhi, profondi e blu come il mare, ombreggiati dalla frangia di una chioma di lunghi capelli neri. La mascherina chirurgica verde acqua s'increspò, dietro c'era un sorriso. Un sorriso per lui.
    Entrando, la perse di vista. La ritrovò che contemplava lo scaffale vuoto della farina. I loro sguardi s'incrociarono di nuovo, dandosi tacitamente appuntamento alla settimana successiva.
  8. .
    La colazione è stata servita nella grande sala da pranzo. Ora le principesse si preparano per le lezioni di italiano e scienze, la precettrice le sta aspettando dall'altra parte di uno schermo.
    Nelle cucine le marmitte hanno iniziato presto a sbuffare. La regina dà ordini a se stessa sulla preparazione della toeletta mentre il re è in conferenza cercando disperatamente di far quadrare cassa e integrazione per il suo popolo.
    Verso sera. "Papà, ma domani possiamo uscire?" domanda la principessa al re. "Non ancora purtroppo, il raffreddore non è ancora passato."
    Si abbracciano e, sorridendo, ammirano i loro novanta metri quadrati di regno.

    :welcome.gif:
  9. .
    Buon Compleanno Eleonora, un augurio che vale di più per il traguardo raggiunto 😜...gli "anta" sono tutta un'altra storia...🎉🎂
  10. .
    Ciao a tutti, in giornata dovrei commentare gli ultimi due racconti che mi mancano prima di procedere al voto. Sono due fuori concorso ma è una questione di correttezza a prescindere. Buona Domenica a tutti 👋
  11. .
    Sinceri auguri di buon compleanno 🎂🎉!
  12. .
    Io sto su SPS e #tuttoandràbene.
  13. .
    Grazie a tutti per essere passati di qua.

    Le notizie che mi arrivano da Wuhan sono surreali. L'hotel dove ho lavorato è chiuso e tutti i colleghi sono a casa senza stipendio. E' un peccato.

    Del resto, qui a Torino forse è anche peggio. Nel mio hotel siamo al lavoro a girarci i pollici. Prenotazioni e eventi cancellati a raffica. Da domani sono in ferie forzate.

    Ieri sono stato alla coop e ho visto gli scaffali vuoti. Pure quelli del sale (mia nonna conservava sotto il letto casse di sale durante la seconda guerra mondiale). Farmacie saccheggiate per amuchina e mascherine. Non c'è limite all'ignoranza.

    Spero che questa farsa finisca presto.

    Meno male che c'è TAS. ;)
  14. .
    Esattamente un anno fa stavo vivendo in pieno la mia esperienza cinese in quel di Wuhan, capitale della provincia dell’Hubei, Cina centrale.

    Nessuno, dico nessuno, neanch’io, aveva mai sentito nominare questa piccola città di oltre 11 milioni di abitanti, senza considerare il circondario.

    Eppure ricordo come fosse oggi, dopotutto è passato soltanto un anno, quando il sole apparve per la prima volta nel cielo della città cinese circa quindici giorni dopo il mio arrivo. Prima furono soltanto nuvole, tante, e pioggia, una finta nevicata e gelo.

    Un’altra cosa che ricordo, il cui pensiero mi fa ancora grattare la gola, era lo smog. Il mio smartphone parlava chiaro: alle prime ore del mattino, nel pieno dell’ora di punta, il livello delle pm10 oscillava tra 140 e 150. Qualità dell’aria buona sentenziava il display. Inquietante.

    Dalla finestra della mia camera osservavo spesso il rumoreggiare di una piccola porzione di città in movimento continuo e inarrestabile. Di giorno, lo scheletro sinistro di un palazzone di oltre quaranta piani sembrava coprire tutto il resto, immobile e involontario protagonista delle istantanee scattate a raffica dal mio sguardo curioso intento a trovare un particolare non scovato prima.
    Di notte, un trionfo di luci al led, fisse e intermittenti, cangianti, m’abbagliava prima che tirassi le tende per andare a dormire.
    Impagabile e per certi versi fastidiosa, la sensazione di camminare per larghi marciapiedi strapieni di gente avendo tutti i loro occhi a mandorla puntati su di me. Straniero in una terra straniera. Lontana, lontanissima dal mio minuscolo habitat naturale.

    Nessun pregiudizio, anzi. Posso affermare con certezza che lo sguardo, o almeno la maggior parte degli sguardi, non erano diffidenti, ma curiosi. Un intero popolo affascinato dall’occidente, dalla sua libertà, dai suoi vizi, dalle sue bellezze, dalle sue contraddizioni. Tutto involontariamente racchiuso dentro di me, scandito dai miei passi, celato dietro i miei occhiali da sole Gucci rigorosamente originali.

    Indimenticabile, arricchente, semplicemente fantastica, la mia esperienza lavorativa al Wanda Reign, dove ho visto il concetto di fare ospitalità portato all’esasperazione, in maniera quasi sommaria, schematica, maniacale, per cui trolley colmi di denaro contante e sonante facevano veramente la differenza, creando dubbi e incredulità nella mente di un poveraccio – perché così mi sentivo – proveniente da quello che si dice sia il paese più bello del mondo.
    Verso la fine del mio soggiorno, il sole si faceva vedere sempre di più. E con mio sommo stupore scoprii che anche il cielo di Wuhan era azzurro, bello, profondo e infinito come il nostro. Il bianco dei ciliegi in fiore sulle sponde dell’East Lake mi accecava di gioia e meraviglia. Una manifestazione della natura dolce come il miele, calda come il fuoco. Un tizzone ardente che ha marchiato il mio cuore felice e spensierato, che batteva rimbombando nel mio animo altrettanto felice, ma ansioso di tornare a casa.

    Prima di lasciare definitivamente la mia camera, volsi un ultimo sguardo fuori dalla finestra, come se dovessi un saluto a quel paesaggio incastonato nella cornice. Vidi subito quello che fu lo scheletro del palazzone: era completamente ricoperto di vetri a specchio e sulla piattaforma che svettava dal tetto come fosse una palafitta, vidi atterrare un elicottero.
    Tra me e me sussurrai zhao jiang. Arrivederci.

    Cosa è cambiato oggi? Tutto, o forse niente. Di certo, adesso, Wuhan la conoscono tutti.

    E’ tristemente nota come la città da cui è partito il focolaio del coronavirus che ha messo in allarme tutto il mondo. Non posso dirvi di non averci pensato. Non posso dirvi di non pensarci ogni giorno. Ho visto e rivisto in televisione le sue strade deserte, per cui posso solamente immaginare l’inusuale silenzio assordate, rotto soltanto dal suono della campana battuta dai monaci del tempio buddista di Guiyuan. E ancora: la metropolitana vuota, l’aeroporto di Tianhe affollatissimo di gente pronta a fuggire. Inevitabilmente il mio pensiero è andato ha tutte le persone che ho conosciuto durante la mia permanenza, le quali, per quanto possibile, mi hanno fatto sempre sentire a casa.

    Ogni tanto, prendo il mio portafoglio Luigi Vuitton – Luigi perché è taroccato – e guardo la mia banconota da un Jiao che conservo gelosamente. Soltanto un anno fa ero lì.

    Dal mio portamonete tiro fuori un euro per pagare il caffè. Ne ho bisogno dopo aver scritto questo reportage emotivo. C’è Mao che mi guarda: “Contraddictions among people to use the yuan to solve”.

    Zhao Jiang. Arrivederci.

    :asfalto.gif:
  15. .
    Non chiedetemi perché mi è venuto in mente di rispondere ora.

    Intanto grazie a tutti per i commenti. Senza mezzi termini, dopo aver riletto la mia creatura, dico questo: l'aggancio all'excipit di Arianna fa proprio cagare.

    Ci ho riflettuto molto, ma non posso far a meno di dire che certe storie vengono meglio solo quando si vivono sulla propria pelle.

    Quando ormai tre anni fa mi iscrissi a questo forum, nella presentazione scrissi: "...faccio un lavoro che non mi piace...". Ecco, quello descritto ne "Lo stageur" è il mio lavoro da oltre 14 anni e mi fa schifo sempre di più.

    Sono legato mani e piedi a un contratto "vecchio stile", per cui non mi sogno nemmeno di cambiare perdendoci soldi e tempo indeterminato. So cosa state pensando, ovvero che sputo nel piatto dove mangio. E' così e rivendico il diritto di farlo, da qui fino a quando, forse, andrò in pensione.

    Intorno a me gravitano nugoli di stagisti, a cui viene dato un calcio nel culo, senza pietà, alla fine dei loro canonici sei mesi. E io ricomincio da capo con un altro, sapendo già come andrà a finire.

    Un lieto fine però c'è, nettamente in controtendenza: Alessandro, che esiste veramente, nella realtà è stato assunto a tempo e con uno stipendio da fame a quasi trent'anni.

    Scusate, ma è come se mi fossi liberato di un peso.

    Non vi posso dire precisamente in quale hotel di Torino offro i miei servigi (coperte comprese), ma se ci capitate e non sapete dove andare, con un MP ci aggiustiamo in qualche modo.

    Ciao e grazie ancora a tutti gli amici di SPS.
141 replies since 16/10/2016
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