Scrittori per sempre

Posts written by Molli Redigano

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    1- La fabbrica dei sogni di Asbottino.

    Lo step che mi ha definitivamente convinto considerando i tre racconti nell'insieme. Questo primo posto lo meriti, e non me ne volere, anche per il voto che non ti ho dato nello step precedente. Come ho scritto nel commento, in certi casi i pipponi stanno a zero.

    2- All'ombra dell'albero di Dalcapa.

    Non ho mai nascosto l'ammirazione per il tuo stile, per l'originalità dei contenuti, per l'irriverenza. Ho notato anch'io un trend in decrescita rispetto al past, ma quando uno ti piace, ti piace.

    3- Rivelazioni di Petunia

    Paragonando questa competizione a un campionato di calcio (oh, mio amato, anche a porte chiuse), il tuo racconto, anzi, la tua trilogia è stata veramente la rivelazione (anche se nel primo step sei partita, a mio gusto, un po' in sordina). Se continui così diventerai l'ammazzagrandi.

    4- Un nuovo cerchio di Leroux.

    Te l'ho detto, il tuo finale non mi ha entusiasmato. Ma anche qui (e di più nello step present), hai saputo condurre bene il tuo racconto e meriti il mio voto.

    5- Renovatio imperi di therealnecromancer

    D'incoraggiamento per l'indubbia evoluzione nella scrittura durante tutto il percorso di TAS. Continua così!

    Grazie a tutti!
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    Sembrerà banale, ma certe cose non si dimenticano. O meglio, a volte sì, ma poi ritornano sempre. E quando ritornano ti viene voglia di scrivere pezzi così: stavolta lo hai fatto e condiviso qui perché ne sentivi il bisogno, altre volte i ricordi sono stati solo pensieri passeggeri, che svaniscono come una pioggia primaverile.
    Personalmente, ti posso dire questo, anche se non è certamente una verità assoluta: nel bene e nel male, ne è valsa la pena. Sempre. E se ancora ci pensi, almeno a me succede così, vuol dire che rifaresti tutto, con buona pace di mogli, fidanzate e compagne. L'importante è non fare torto a se stessi.
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    Complimenti ai vincitori e a tutti i partecipanti, il VERO zoccolo duro di SPS.

    Aldilà del risultato, sono sinceramente soddisfatto per i commenti e i suggerimenti ricevuti. Per questo vi ringrazio TUTTI.

    A prestissimo, dunque.
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    CITAZIONE
    «Ricordate, piccoli guerrieri, quando vi ho parlato della battaglia di Little Big Horne?

    Una cavolata: ma non era Little Big Horn senza e?

    Anche se in un contesto diverso, in un territorio diverso, con personaggi diversi e scopi diversi, il tuo racconto mi ha ricordato "Resistere non serve a niente" di Walter Siti.
    Come in quel romanzo, anche nella tua storia si comprende bene come la finanza piloti il mondo e influenzi i governi. Il bello sta nel fatto che, in questo caso, sono i discendenti dei nativi americani a manovrare i milioni e l'oro. La tua idea è la migliore tra i racconti dello step, senza dubbio.

    Scrittura fluida, semplice, che accompagna il lettore a scorgere i segnali di fumo che salgono dietro le montagne del canyon. E che contengono di sicuro un messaggio per il futuro: basterebbe soltanto saperli leggere.
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    CITAZIONE
    Steve sogna. Gli capita raramente ormai. È come farsela addosso bagnando il letto, una cosa di cui vergognarsi al risveglio.

    Inizio da qui, perché questa frase mi è piaciuta molto. In questa occasione, più che in altri passaggi del racconto, credo si manifesti più esplicitamente il dramma di Steve, regista caduto in disgrazia come tutto il cinema. Non so voi, ma io al sol pensiero di sognare raramente o non sognare proprio, rabbrividisco.

    In questo presente mi sono trovato meglio leggendo "di cinema" e il merito è tutto tuo, non soltanto per la scrittura notevole (come nel past del resto), ma anche per la vicenda in sé, un ex regista e un bambino sulla cui amicizia si potrebbe fare un film. Appunto.

    Concordo con chi sostiene che conosci bene i luoghi che descrivi poiché certamente li hai visitati da appassionato di cinema.

    CITAZIONE
    Non pensa alle cose che non ci sono più. Alle persone portate vie.

    "Alle persone portate via."

    Io ho trovato solo questo refuso.

    Non ci riesco a prenderti. Bellissimo.
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    Un piccolo refuso c'è:

    CITAZIONE
    in onore di Silvio che per prima l’ha avvistata.

    primo

    Ma non parlerai mica di quel Silvio li?

    Mi sono trovato perfettamente a mio agio leggendo il racconto nel senso che l'ho trovato in linea con il precedente in quanto a continuazione. Come nel past, anche qui viene fuori tutta l'irriverenza, l'ironia "seria" che si esprime nel tuo stile che ben conosciamo. Forse, ma non ne sono sicuro, questa volta è l'ucronia che è rimasta un po' in ombra, mentre nel passato le basi storiche erano più solide ancorché tu le abbia completamente scardinate. Tieni sempre conto che io sono un prepuzio quindi limitato per natura.

    Bello il titolo: oggi va di moda, la ministra, la sindaca, la dottora (🤔), la capitana...

    Ottimo lavoro, ancora una volta!
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    CITAZIONE (G.Leroux @ 20/5/2020, 23:59) 
    Usando una metafora culinaria, preferisco avere a disposizione gli ingredienti e crearmi un piatto che non assaporare un piatto ottimo ma già confezionato.

    Sono gli spaghetti pomodoro e basilico del 100% Byron!

    CITAZIONE
    Aveva già volato con Donna in un paio di occasioni ed era stato anche sul punto di portarsela a letto se è per questo, ma alla fine il rigurgito acido della fedeltà coniugale aveva avuto il sopravvento.

    Questo periodo, per me, vale tutto il racconto. Sarà perché ho, felicemente, il rigurgito acido tutti i giorni.

    Due refusi, credo dovuti a errori di battitura:

    CITAZIONE
    nella nuova filiale della dita di spedizioni per

    ditta

    CITAZIONE
    poi venne scaraventato come una bambola inanimata sopra Donna Whtitmore.

    C'è una t di troppo.

    Per me il tuo è un buon racconto, che m'ha preso all'inizio e mi ha portato per mano fino alla fine. Molto interessante l'ucronia parziale circa la tragedia dell'11 settembre 2001.
    Leggendo il tuo il ultimo commento ai commenti, mi fido ancora di più di te, nel senso che hai voluto vedere i nativi pienamente integrati nella società attuale come Adam discendente del puma triste del past. Ecco, e qui c'è un piccolo limite nella trama spalmata in tre epoche, ovvero che questo aspetto non è così d'immediata comprensione poiché il lettore è pienamente coinvolto nella narrazione di un testo che sembra una sceneggiatura di un film d'azione.
    E infatti, ho rivisto tra le righe un po' di Flight 93 (l'aereo che precipitò in Pennsylvania dopo che i passeggeri ne presero il controllo), un po' di Flight con Denzel Washington (per il personaggione che è il comandante Walsh) e un po' di Sully, con Tom Hanks, per via dell'ammaraggio nel fiume Hudson.

    Insomma, passa decisamente in secondo piano il "legame debole" col past, ma sono convinto che i nativi diranno ancora di più la loro nel futuro!
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    Ringrazio tutti per i commenti e i suggerimenti sempre preziosi.
    Questo present mi è stato un po' stretto, un po' per la fase interlocutoria, un po' per l'ansia da caratteri. A tal proposito nel futuro non andrà meglio: 22000 come tetto massimo mi costringeranno a lasciare qualcuno in panchina. Ratzinger lo lascio a Roma di sicuro.🤟
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    In effetti ti si vede meno da queste parti ultimamente, e la mancanza stona.
    Ma l'importante è esserci, in un modo o nell'altro, e anche qui ci sei con questo testo che è molto vicino al tuo stile. Dico molto vicino perché mi è sembrato che tu lo abbia scritto con il freno a mano tirato. E questo freno a mano sono sicuramente le incombenze della vita che ti stanno "tenendo lontano" da SPS. Succede, sono certo che ritroveremo presto il vero Giancarlo, con le sue battute e le sue poesie, la sua ironia e la sua sensibilità.
    E i vetri oscurati torneranno così limpidi da poter guardare attraverso.

    Ciao 👋!
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    Finora, mi pare che il tuo testo sia il meno "interlocutorio" di questo present, aspetto di cui soffrono, in positivo, molti racconti. E lo dico più che altro per il colpo di scena finale che arriva come un fulmine a ciel sereno. Sembra quasi che la storia finisca lì, lasciando il lettore con molte domande senza risposta, per esempio sullo scopo della missione del G-MUND e sul nome da dare al cadavere scoperto nel deserto che non può più essere Vincenzo. Se tutti ci chiediamo come abbia fatto Livio a capire che Vincenzo fosse quell'uomo che aveva visto a casa di Sandrina, per ora posso soltanto immaginare (molti passaggi del tuo testo trasmettono immagini, sei stato molto bravo in questo) che tale epilogo sia un ragionamento mentale di un uomo ossessionato dalla sua storia e dalla Storia, che unisce i pezzi di un puzzle complicato e intricato. Lui ha tutti i pezzi, a noi ne manca qualcuno, ma per questo c'è il futuro.
    Un ultimo appunto vorrei farlo sul tuo stile di scrittura: ci sei da molto tempo su SPS e piano piano ho imparato a riconoscere te e tutti gli altri, un po' come credo (e spero) sia successo con me. In questo present hai dato prova, più che in altri racconti, di grande maturità per cui l'attenzione e il tempo che hai messo per costruire le frasi, che sono un po' i vestiti della tua storia, pagano l'avidità del lettore che cavalca una folata di questo vento del deserto.

    P.S.: per scoprire l'identità delle ossa che non sono Vincenzo ci vorrebbe la Dottoressa Brennan di Bones!
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    Beh, intanto anch'io non m'aspettavo che "ricominciassi da capo" abbandonando il tuo validissimo racconto past. Scelta tua che rispetto.
    Orbene, sembrerà banale, ma mi ha colpito molto sentir parlare degli Stati Uniti che si ergono a paladini dell'ambientalismo per salvare la Terra dal cambiamento climatico. E fanno pure la guerra per questo, ma in quanto a guerra non c'è ucronia, sono più che abituati a impantanarsi e a mettere zizzania.
    Bella idea dunque, anch'io noto una curva della tensione che si abbassa notevolmente nella parte centrale del racconto, quando narri di come le due soldatesse si sono incontrate prima della missione. Mi sono piaciute 'ste due, hanno tanto fegato e soprattutto i coglioni.
    Lettura, scorrevole e piacevole, intrigante. Secondo me, stavolta, hai un motivo per sparare un seguito.
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    Mi aggiungo al club dei "Non conoscevo la storia dell'anomalia del Baltico".
    Secondo me il governo svedese ha titubato con le autorizzazioni per paura che Ikea potesse inserirsi finanziando le ricerche e brevettando di conseguenza i grossi e capienti armadi presenti nel serbatoio dell'astronave.
    Ecco, sono sincero, se non lo avessi specificato nel tuo ultimo messaggio seguente il commento di Akimizu, avrei faticato a collegare il present col past.
    Non mi hanno disturbato né la punteggiatura, né i muretti di parole, né gli spiegoni che, in una vicenda come questa sono necessari per non dire doverosi. A tal proposito credo che tante spiegazioni siano un plus che hanno contribuito, insieme alla bontà intrinseca della trama, a catturare anche un lettore come me che non ama certo questo genere di storie.
    Per me meglio questo presente rispetto al passato. Ci vediamo nelle profondità del futuro.🤟
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    Ci provo anch'io.

    Personaggi:

    Vecchietta
    Giovanotto

    Scena: androne del palazzo.

    Vecchietta (visibilmente affaticata dal peso delle buste della spesa): "Giovanotto, mi da una mano?"

    Giovanotto: "Piacere 🤝!"

    Tragedia pensata prima dell'avvento del coronavirus.

    🤔
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    In questo racconto colgo un salto generazionale, che riporta nel sangue del Dorando di oggi, tutta la forza di atleta che fu del Dorando di ieri. Ed ecco che non è difficile immaginare il Dorando di questa storia che taglia per primo il traguardo della maratona di Tokio 2020 anche se sarà nel 2021...se non ricordo male l'ultimo italiano a vincere una maratona olimpica fu Baldini ad Atene. Chissà cosa partorirà la tua penna per il futuro: di certo Dorando a Sezzadio proprio non ce lo vedo, con buona pace dell'amico Danilo.
    Sottile, come notato, anche se di grande portata, l'ucronia: il virus è stato sconfitto grazie a un vaccino.
    A costo di essere ripetitivo sottolineo ancora una volta l'inconfondibilità e la leggerezza del tuo stile, un po' come la corsa di Dorando, di ieri e di oggi, passo dopo passo sull'asfalto umido del mattino.
    È fastidioso, anche se non so a cosa è dovuto, vedere quei periodi che vanno a capo quando non devono. Lo segnalo per completezza nel mio commento.
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    E che ritorno. Mi è parso di capire che Nicolinho/Nicoletta, in questa fase, ritorna a fare i conti con i fantasmi per cui era fuggito dall'Italia nel passato. Un personaggio che appare "debole" al lettore, di carattere fragile e incerto,lui/lei le cose le fa e basta, senza pensarci troppo: credo sia questo l'essenza della tua protagonista, che emerge qui e di cui ci avevi dato un assaggio nel passato. Ci sei riuscito molto bene secondo me, come sei riuscito egregiamente a prendere per mano il racconto del passato nell'evoluzione della storia di Nicolinho/Nicoletta: per dire che adesso, il tuo past ha più valore.
    Ultimo due appunti: centrale e fondamentale per me l'apporto di Mauro alla narrazione. È al posto giusto nel momento giusto, sempre. Una sorta di "bastone" che tiene in piedi l'emotività di Nicoletta nella vita di tutti i giorni. Si nota bene come Mauro sia il compagno che va oltre il mero rapporto di coppia, lui è Nicoletta sono complementari.
    Interessante l'ucronia sulla situazione politica: a parte il presidente del consiglio e il ministro dell'interno (non lo nomini ma è sempre lui), non ho capito perché hai scelto l'attuale ministra dei trasporti e non la Azzolina o la Bellanova😭. Ci dirai.
    Tecnicamente nulla da eccepire.
    Non faccio nomi, ma il tuo racconto, insieme a un altro, è quello che mi ha più positivamente colpito per l'evoluzione rispetto al passato.
1155 replies since 16/10/2016
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