Scrittori per sempre

Posts written by Otter Dan

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    Un racconto che dona tanto quanto nasconde, e guarda che io sono un amante di ciò che sta dietro il sipario della storia, della sua tridimensionalità non raccontata, però sarebbe bastato mettere qualche "mollichina di pane" in più per seguire la storia senza perdersi. Se posso consigliare se hai intenzione di usare uno stile un po' difficile meglio partire un po' più semplice e fare abituare il lettore, mentre qui il primo paragrafo è quello che ha il lessico e la struttura meno facile. Però devo dire che mi ha trasmesso molto questo racconto e questo conta più di tutto.
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    Anch'io come Dafne ho trovato la cornice un pochino artificiosa. Il racconto per i miei gusti è un po' troppo normale, non perché deve essere tutto strano e inconsueto ma perché gli eventi speciali della vita mi piace sentirli raccontati in modo speciale. Però devo dire che mi è piaciuto un sacco l'uso del dialetto che è particolare e allo stesso tempo facilmente leggibile.
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    È un argomento che, per questioni personali, mi tocca molto. La forza dell'immagine però sovrasta a mio parere lo stile comunicativo che rimane spesso molto ermetico.
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    Mi sento un bruto a dire queste cose, ma io se trovassi la casa piena di mie foto e venissi a sapere che una persona pedina me e mio figlio a tutto penserei meno che all'amore. A parte l'alterazione letteraria del genere che esagera le gesta romantiche, mi ha reso veramente distante il fatto che per me l'amore esalta la vita di chi lo vive, non l'abnega uno in favore dell'altro. Così mi è difficile commentare questo racconto, ma per fortuna non sono tutti poco rosa come me.
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    Questo racconto mi è piaciuto tantissimo (chi ha detto Lovecraft?) anche se il finale non è al livello del resto. Fino adesso rimane comunque la storia che sono stato più affamato di seguire.
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    Devo dire che questo stile di inizio novecento non mi ha mai coinvolto troppo, questa disciplina d'animo cozza molto con la mia idea di vitalità. Nonostante questo e nonostante lo stile epistolare siamo molto rigido, il racconto è davvero scorrevole, non annoia e il tema scelto è una storia importante da ricordare.
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    A me questo racconto è piaciuto molto, sarà che ho un vero e proprio culto per l'adolescenza, o meglio per la voglia di uscire dalla nostra ingenuità e ritrovarsi in un mondo ancora incomprensibile, a volte bello a volte orribile, ma sicuramente emozionante. Dolce e leggero quanto basta, in un mondo di rapporti prestampati fa venire voglia di trovarsi in quella cabina a non capire dove si andrà a finire.
    Un particolare plauso al titolo, che insieme a un altro paio vince il premio "Hai la mia attenzione" di questo step.
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    L'idea è veramente ottima e a me che sono un grande ammiratore di Poe fa ancora più effetto. Però secondo me la gestione dei tempi non è ottimale: più della metà del racconto la occupa l'asta e il dialogo col tautatore che introducono al vero cuore del racconto che però si consuma in fretta. Peccato però perché la citazione da "Ombra" era riuscita a creare un clima perfetto per il brivido.
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    Io devo dire invece che questo racconto mi ha fatto piacere. Si, ha una storia semplice e uno stile altrettanto semplice ma è davvero carino, fa quasi compagnia. Il titolo effettivamente crea un po di aspettativa, però in realtà, per me che mi aspettavo la solita storia sul mostro, è stata una piacevole sorpresa.
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    Quando si scrive gialli, paranormali o no, con così poco spazio si finisce sempre per dire molto subito all'inizio, ma anche se il chi è palese dall'inizio il come e il perché sono tutti da scoprire. In questo racconto si dilunga troppo per cercare di nascondere l'innascondibile assassino e si velocizza sul come e il perché che a parer mio sono la parte più intrigante. Nonostante le scelte poco indovinate il racconto scorre bene ed è piacevole, cosa non da poco per un racconto fatto d'indizi e conclusioni. Il finale dovrebbe smorzare l'atmosfera ma è poco brillante.
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    La prima parte è scritta in maniera veramente attenta, ha uno stile non troppo originale ma perfetto con un ottimo utilizzo delle immagini e della suspence. Il racconto però si perde un po', oltre a l'immensa difficoltà di trattare un tema così disturbante e inflazionato c'è una scarsa fluenza dei dialoghi e delle azioni dei personaggi. La trovata finale invece è molto riuscita.
    Quello che mi dispiace di più è che si sente l'esigenza di vedere oltre i film e i libri in questa tragedia, tu stesso lo dici tramite il tuo personaggio, ma questo superamento, forse per ragionevole pudore, non c'è.
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    Un racconto che spezza in continuazione la visione superomistica che troppo spesso i personaggi letterari hanno. È deprimente? Si, ma quel deprimente che contiene la forza di rialzarsi, quel deprimente orgoglioso della propria sensibilità. È un racconto che non intrattiene, ma parla e questo è molto bello. Devo dire però che ci sono dei cali di tensione bruschi, evidenti forse perché immersi in un'atmosfera preziosa di cui il finale è la punta di diamante, e in un racconto in cui la tensione è tenuta volutamente bassa questi cali rischiano di far perdere l'attenzione del lettore.
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    Un racconto che ha un ritmo notevole, ti trasporta e ti fa arrivare in fondo senza staccare mai lo sguardo. Tutto molto bello anche se il male come viene mostrato ha un'immagine un po' semplicistica e l'utilizzo di figure metaforiche un po' inflazionate (bere il sangue, far cadere in trappola) fa allontanare un po' dalla realtà del comportamento antisociale. Che dire quindi? Poteva essere un racconto da brivido ma rimane comunque una buona lettura, leggera nel suo stendere una coltre nera.
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    Mi spiace ma lo stile di questo racconto non mi ha coinvolto molto, forse perché c'è una differenza troppo netta fra la parte introspettiva, molto carica, e il racconto degli eventi, che invece è quasi analitico. Cercare un'integrazione potrebbe portare ottimi risultati. La scelta di evitare i momenti di pathos (la morte del marito, la scoperta del tradimento) è interessante anche se forse in un racconto con un ritmo così poco definito avrebbero aiutato nel coinvolgimento.
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    L'idea di prendere dei maestri e metterti al tavolino è sempre interessante, anche perché ognuno ha i suoi maestri e le combinazioni sono infinite. In questo racconto però, forse per la grandezza dei personaggi, lo stile rimane un po' rigido e alcuni discorsi sono carichi di significato in maniera un po' pesante. Il finale e tutti i momenti in cui l'atmosfera si rilassa un po' sono invece assai carini.
187 replies since 4/10/2018
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