Scrittori per sempre

Posts written by Bar Abbas

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    Proprio così, Petunia. L'articolo prova a dire come sempre più il dissenso venga travestito da complotto per sminuirlo e renderlo ridicolo. In questo modo si scredita ogni voce che non si unisca al coro. È una questione di metodo nel trattare le informazioni che ci arrivano via media, sulle quali dovremmo esercitare il massimo dello spirito critico, come tu hai fatto.

    Con questo, Tom, non dico che la gente non muoia di Covid, me ne guardo bene. Ma so per certo che chi doveva fare qualcosa per impedirlo si è guardato bene dal farlo. La curva del contagio è in risalita da fine giugno e da fine settembre si è impennata. I primi a negare l'evidenza del virus siedono negli scranni del governo e non passeggiano per strada.
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    Vorrei scrivere del terrorismo dei media e dei servizi televisivi sviluppati ad hoc, con spiagge lunghe un chilometro schiacciate dai teleobiettivi a simulare capannelli di persone a prendere il sole, auto in fila davanti ai Pronto Soccorso, salvo scoprire, allargata l'inquadratura dopo il commento terrificante di turno, che le auto in fila sono solo quattro. Che fanno il paio con le immagini di discoteche piene osannate questa estate perché segno dell'inevitabile ripresa economica e della voglia di vivere del popolo italiano.
    Sono allora un negazionista?.
    Sì e no, però vorrei argomentare questa mia ambivalenza.
    Io all'esistenza del virus ci credo, ma ho il dubbio che il terrore distribuito a piene mani dalla propaganda dei media nazionali non sia casuale, che dietro si nasconda qualcosa.
    Riflettevo giorni fa sul termine negazionismo, che è un termine esonimo. Ossia un termine che non è stato scelto dalle persone che sostengono tesi negazioniste. L'esonimo ha sempre una valenza spregiativa, in questo caso il negazionismo a cui tutti pensano è quello che nega le camere a gas e i campi di sterminio nazisti.
    E quindi è un termine che avvolge con un'aura sinistra chi difende tesi negazioniste.
    Molto simile il negazionismo (se proprio non identico) al complottismo, si inserisce infatti nella stessa famiglia tanto disprezzata dai mezzi di comunicazione di massa. E quindi cos’è il complottismo, e di conseguenza, il negazionismo?
    Si definisce complottismo l’insieme di credenze aberranti, cioè che divergono in maniera inconciliabile dalle credenze comunemente accettate. Complottismo è anche il nome dato all’unificazione teorica di più credenze aberranti entro un quadro sistemico che aspira a una sua coerenza interna (il complotto giudaico, il complotto del Deep state, il complotto degli Illuminati, il negazionismo dell'Olocausto, eccetera).
    Fondamentale è capire chi ha il potere di definire complottismo questo o quell’insieme di credenze. Complottismo è infatti un esonimo: un nome dato a quelle credenze da chi non le sostiene. I marxisti chiamano se stessi marxisti, i trapper chiamano se stessi trapper, i complottisti non chiamano se stessi complottisti.
    Complottismo è il nome dell’insieme di credenze aberranti dato da chi reputa quelle credenze non solo aberranti, ma false. Il complottista sa che le sue credenze sono aberranti, cioè che divergono in modo inconciliabile dalle credenze accettabili, ma naturalmente non le ritiene false.
    Le singole credenze aberranti sono anche chiamate “bufale” o “fake news” in modo spregiativo, e possono o non possono fare a capo a uno o più teorie del complotto.
    Il complottismo verte su un ampio spettro di affermazioni e teorie al punto che questo viene spesso definito un’ideologia o una filosofia. Per questo è giusto sottolineare che l’affermazione inaugurale del complottista verte sui concetti di vero o falso, non di giusto e sbagliato. Il dibattito tra complottista e anti complottista è un dibattito intorno alla verità esterna, non un dibattito morale, politico o filosofico, sebbene poi lo diventi.
    Un’affermazione complottista può produrre una posizione morale o politica, ma non la implica.
    Possiamo dividere le affermazioni complottiste in due categorie: circa la verità storica e circa la verità scientifica. «L’amministrazione Bush era al corrente oppure ha organizzato l’11 settembre» è un’ipotesi storica, «I vaccini sono nocivi per la salute» oppure «il Covid è una semplice influenza» sono ipotesi scientifiche.
    Ovviamente le ipotesi storiche possono essere sostenute da ipotesi scientifiche («l’acciaio non si scioglie a quelle temperature») e le ipotesi scientifiche possono essere affiancate da ipotesi storiche («il cartello delle case farmaceutiche è responsabile della truffa dei vaccini»); ma storia e scienza fanno capo a due regimi di verità molto diversi ed è bene tenerle distinte.
    In breve: il metodo sperimentale delle scienze naturali prevede la riproduzione del fenomeno tramite un esperimento in condizioni di laboratorio, il metodo di indagine storica non può riprodurre i fenomeni ma solo indagare le tracce che hanno lasciato.
    iu8y7uuuuu
    Se l’oggetto del contendere tra complottisti e anti complottisti è inizialmente il contenuto di verità di un’affermazione sul mondo, presto la questione diventa politica, poiché una parte accusa l’altra di essere al servizio, consapevole o meno, di politiche maligne; l’altra considera i complottisti come una minaccia per il corpo sociale. Pertanto, dopo aver confutato i complottisti, l’anti complottista si domanda perché l’ipotesi avversaria sia così diffusa e cerca di rintracciare ragioni psicologiche che disegnano una vera e propria antropologia della soggettività complottista.
    La spiegazione psicologica del complottismo suona più o meno così: poiché il mondo è complesso, confusionario e spesso spaventoso, il complottista ricerca delle cause uniche dietro fenomeni complessi, per spiegarsi la realtà nel modo più semplice possibile. Questo ragionamento darebbe al complottista la serenità di cui ha bisogno.
    Come qualcuno avrà notato, la spiegazione psicologica del complottismo è esattamente la spiegazione psicologica che il positivismo ha dato della religione. L’uomo premoderno, spaventato dall’imprevedibilità della natura, inventava cause soprannaturali per spiegarla e controllarla, riducendo il molteplice all’uno. Questa analogia è spesso esplicitata dall’anti complottista, che considera il complottismo una secolarizzazione della religione: laddove la spiegazione soprannaturale della volontà di un Dio non convince più le persone, prende piede la volontà maligna di una élite.
    Ci sono due obiezioni alla spiegazione psicologica del complottismo, una esterna e una interna. L’obiezione esterna è che la ricompensa psicologica postulata dal ragionamento anti complottista – cioè la serenità del complottista – non sia per nulla certa. Il mondo del credente è governato dalla volontà benigna di Dio, mentre la società in cui il complottista crede di vivere è governata da una élite malvagia. Perché questa dovrebbe essere più rassicurante di un mondo governato dal caso o da meccanismi “più complessi”? Perché un mondo governato da forze oscure che nessuno riconosce e nessuno combatte dovrebbe essere preferibile a un mondo perfettamente conoscibile leggendo i giornali e influenzabile tramite gli strumenti democratici? Sembra piuttosto il contrario, cioè che l’ipotesi complottista getti le persone nello sconforto e nella sfiducia. Chiamo interna la seconda obiezione, perché contraddice un altro principio usato per confutare sia le religioni, sia il complottismo: il rasoio di Occam. Nel vivo della discussione su questa o su quella ipotesi, l’anti complottista dichiara che, in mancanza in altre informazioni, la spiegazione più semplice è quella corretta.
    Se, nel dibattito positivista, il rasoio di Occam confuta l’esistenza di un’agente soprannaturale dietro il visibile, nel dibattito anti complottista il rasoio di Occam confuta quel movimento del complottismo chiamato “dietrologia”. Perché devi pensare che sussistano accordi segreti, volontà occulte e informazioni celate dietro la narrazione di questi fatti? Può essere, sì. Ma meglio pensare di no, se possiamo comunque “spiegare” ciò che è accaduto.
    Come si concilia questa preferenza per la semplicità con l’accusa di rifiutare le spiegazioni complesse? Il mondo dell’anti complottista è contemporaneamente più complesso e più semplice di quello del complottista: più complesso a livello macroscopico, quando si dice che «le cose sono più complesse» (e pertanto inafferrabili, indiscutibili, immodificabili); più semplice al livello microscopico laddove si afferma che ciò che conosciamo attraverso i media coincide con ciò che è successo.
    L’anti complottismo cade in contraddizione logica nel momento in cui definisce la psicologia del nemico, ma cade anche in una contraddizione storica non appena costruisce e delimita il nemico stesso. Se i complottisti esistono come categoria metastorica, cioè come tipi umani che hanno la tendenza a non credere alle verità ufficiale a causa delle loro turbe psicologiche, questi complottisti hanno avuto spesso ragione nel corso della storia.
    Non è difficile dimostrarlo: buona parte della storia recente del nostro paese è costruita sullo smascheramento delle menzogne di Stato, cioè dalla vittoria sul piano storico (e talvolta giudiziario) dell’ipotesi complottista di quei tempi. Si veda, a titolo di esempio, l’indagine autonoma condotta dagli ambienti della sinistra extraparlamentare sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, dove non ci si fermò all’accettazione della “versione ufficiale” dei fatti. O l'abbattimento del DC9 Itavia al largo di Ustica, col ritrovamento della carcassa del MIG libico nella Sila.
    L’esistenza stessa dei servizi di intelligence e dei segreti di Stato è una prova apriori che non tutte le verità sono comunicabili e comunicate all’opinione pubblica.
    Questo non vuol dire ovviamente che tutti i complottisti abbiano sempre avuto ragione, ma che alcuni di loro ce l’hanno avuta e che probabilmente alcuni di loro ce l’hanno ora, per lo meno nella pars destruens, nella semplice affermazione: «Non credo a questa versione», «Non credo alla verità dominante», «Non credo a quel che loro dicono», dove «loro» indica l’assunzione di una cesura, di un rifiuto, di un conflitto tra due parti.
    L’anti complottista difende una verità di parte senza rendersene conto, si pone in maniera irriflessa dalla parte giusta della storia, che talvolta si rivela quella sbagliata per gli storici del futuro. E per la lotta di classe. In quanto tale verità, spesso, non è altro che quella dell’interesse generale, ovvero prodotta dalla classe dominante per se stessa e per i propri interessi.
    D’altra parte nessuno si auto percepisce come difensore della verità di Stato o dell’opinione dominante. Ci si sente invece come persone che non credono alle bufale o anti complottisti. Questa posizione a difesa della verità di Stato è possibile solo perché ci viene proposta ogni volta dai mezzi di comunicazione una verità antitetica e spesso strampalata: quella difesa dal complottista.
    Senza l’esistenza del complottista come individuo metastorico, come carattere psicologico, come deviante disturbato, non è possibile l’anti complottismo, cioè la difesa volontaria, inconsapevole e pregiudiziale della verità di Stato e della verità mediatica.
    L’accusa di complottismo è l’atto performativo con cui l’ideologia dominante disegna i suoi limiti e istituisce se stessa come verità.
    Senza la categoria di complottismo, avremmo solo molteplici credenze in lotta tra loro, alcune minoritarie, altre deliranti, altre ancora credibili che potrebbero diffondersi ed essere accolte.
    L’accusa di complottismo riunisce tutte le credenze devianti in un’unica imbarazzante famiglia.
    Complottismo è l’esonimo di quell’insieme di credenze che un tempo portavano l’endonimo di controinformazione. Non a caso, anche la parola controinformazione, nata con nobili origini militanti, ha subito una delegittimazione presso il sistema mediatico negli ultimi venti anni, entrando nella sfera semantica del complottismo assieme a fake news, bufale, negazionismo e così via.
    Secondo la definizione che stiamo seguendo, il marxismo è un complottismo.
    Se questa affermazione non vi piace, traducetela con un’altra che spesso viene usata come sinonimo contro varie correnti complottiste: il marxismo è antiscientifico.
    Dalla metà del diciannovesimo secolo ad oggi, si sono avvicendate innumerevoli confutazioni di parte o di tutto l’impianto analitico marxista e possiamo serenamente dire che hanno vinto. Nelle facoltà di Economia, Marx viene trattato come Freud in quelle di Psicologia: un signore bizzarro che aveva avuto qualche intuizione significativa per poi perdersi in quello che oggi l’opinione generale e la società civile riconoscono come un delirio.
    Guardando da vicino una tipica analisi marxista della società, ci rendiamo conto che è fenomenologicamente simile a quella dei complottisti.
    Laddove il sistema mediatico segue le dichiarazioni dei politici all’interno delle democrazie rappresentative, il marxista postula “interessi di classe”, cerca di individuare e accelerare “tendenze e controtendenze del capitale”, analizza “la fase” e attende “finestre rivoluzionarie”.
    Come il complottista e come lo gnostico, il marxista parla di una struttura profonda della società che viene attivamente occultata e mistificata dalla sovrastruttura.
    Senza dietrologia, non esiste marxismo. Esistono gli impegni presi dai partiti politici, le leggi emanate dai loro parlamenti e le litigate in televisione di ministri e premier.
    Non solo da un punto di vista fenomenologico, ma anche dal punto di vista ideologico il marxismo è sorprendentemente vicino a tante teorie del complotto.
    Al cuore di tante teorie del complotto c’è la convinzione che una piccola parte della società faccia i propri interessi all’oscuro e ai danni della maggioranza, arricchendosi a dismisura.
    Il marxismo è lo sviluppo rigoroso –Marx direbbe scientifico – di questa intuizione.
    Laddove il complottista rimane affascinato e sedotto dagli aspetti esoterici di questi gruppi, antropologizzando il conflitto, il marxista lo riporta alle sue radici economiche, politiche, sociali, quindi strutturali, sistemiche.
    Di converso, la figura dell’anti complottista si spinge a negare l’esistenza stessa di questa cesura nella società, preso dalla sua foga illuministica, facendo attivamente gli interessi della classe dominante. Notizia lampo: il Gruppo Bilderberg esiste ed è una conferenza annuale tra i più ricchi e potenti capitalisti del mondo, i cui contenuti sono segreti. Potete verificarlo su Wikipedia, l’enciclopedia libera e sul sito dell’associazione stessa.
    Qui e lì, nel corso della storia, il marxismo – e le sue traduzioni, versioni ed evoluzioni contestuali – è stato esplicitamente definito complottismo. Il sistema di pensiero delle Brigate Rosse, per esempio, con la sua «Resistenza tradita» e lo «Stato Imperialista delle Multinazionali», viene definito una forma di complottismo paranoide senza troppi complimenti.
    Se il marxismo non viene generalmente definito un complottismo è per due ragioni. Da un lato, nel corso del Ventesimo secolo, il marxismo ha conquistato una certa dignità presso le università e gli studiosi marxisti godono di un rispetto che li salva dall’accusa peggiore possibile.
    In secondo luogo, a differenza del comunismo rivoluzionario che prende le armi in tempo di pace, il marxismo oggi non è percepito come una minaccia tale da meritare la maledizione senza perdono.
    Le due ragioni si influenzano a vicenda: la neutralizzazione del marxismo passa anche dal suo retrocedere a semplice campo di studi accademico, aconflittuale, trampolino di lancio per carriere intellettuali, una meta-corrente all’interno delle humanities e non più lo strumento principe della lotta di classe.

    Il giorno che i marxisti verranno chiamati complottisti dovrebbero gioire: vuol dire che costituirebbero un pericolo concreto e che la nostra completa incompatibilità con il sistema sarà sotto gli occhi di tutti e non più riconciliabile.
    Ecco dunque perché vorrei essere un negazionista pur credendo all'esistenza del virus.
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    Informati sulla favolosa, so che nel Salento stanno reimpiantando gli uliveti con questa varietà, che dovrebbe fruttificare in meno anni e con più resa e tollera bene la xylella.
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    È na maledizione divina sta xylella. Mi spiace davvero, maledetta globalizzazione, è peggio della peronospora del secolo scorso. Veder morire un olivo è più doloroso che veder morire un cristiano. Esistono però dei cultivar resistenti anche se non autoctoni. Leccino, che è anche impollinatore e favolosa, un ibrido recente tra frantoio e ascolana. Qui la varietà nera è la cerasuola.
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    Domanda gettata là: ma se le regioni, come pare, non sono in grado di gestire l'attuale situazione pandemica, perché il governo non avoca a sé il controllo del SSN? E non ditemi che non può farlo.
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    Mi sento come Cratete di Tebe. Caro Fante, mi pari schiacciato dal presente, su quel passato che è passato, ma sei sicuro? È a causa della noncuranza con cui si è trattata la sanità pubblica ieri che ci troviamo nei guai oggi. Si è scelta l'efficienza invece che l'efficacia. In base a scelte fatte nel passato ci troviamo oggi a che fare, ciò che abbiamo preparato ieri ci troviamo oggi. Il presente è conseguenza del passato ma non solo: il passato ci permette di indagare la complessità della vita e di cogliere particolari che il presente non ci consente di notare. Il presente è solo un attimo che è già sparito, mentre nel futuro si dispiega la progettualità umana, quello che tu chiami fare.
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    Un bel pezzo, Lino, sulla nascita delle leggende. Il povero Lucibaut da capro espiatorio a uomo nero. C'è di che riflettere.
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    Caro il mio Fante. La Sicilia ha oltre cinque milioni di abitanti sparsi in oltre trecento comuni e in trentamila chilometri quadrati quasi di isola. Ieri hanno contato cinquecento e passa positivi di cui 35 ricoverati con sintomi in ospedale e tre in terapia intensiva. Su un totale di seicento ricoverati di cui novanta in terapia intensiva. Tanto per capirci erano duecento e quindici i primi di settembre, quando vigeva il liberi tutti e del Covid nessuno parlava più. Dai numeri, e quindi dai fatti, per adoperare i tuoi metri di giudizio quantitativi, la Sicilia non si trova affatto dentro una catastrofe epocale e apocalittica. Eppure da domenica in Sicilia vige il coprifuoco regionale notturno, oltre alle limitazioni nazionali. Però dai fatti, che non riassumono catastrofi, discendono limitazioni a tutte, dico tutte, le libertà costituzionali. E in primavera è stato molto peggio, sia per l'entità delle limitazioni sia perché in Sicilia non è esistita una reale diffusione del contagio, con numeri di molto inferiori agli odierni e quasi vicini allo zero.
    Questo per inquadrare la situazione con i numeri, e quindi con i fatti, come piace a te.
    Quanto al punto uno, seguendo il tuo ragionamento il provvedimento del governo è praticamente inutile sul medio periodo e finisce per danneggiare sia l'economia che la salute. Il mal comune mezzo gaudio lasciamolo ai luoghi comuni.
    Quanto al punto due, come salvi la vita delle persone? Impedendogli di vivere, di spostarsi, di guadagnare? O costruendo ospedali, formando medici e infermieri, investendo nella sanità pubblica e in una PA efficiente? Peccato che da trent'anni a questa parte ci abbiano ripetuto che il debito andava abbassato, le tasse aumentate, che bisognava snellire il settore pubblico, diminuire i salari, andare in pensione sempre più tardi e con assegni sempre più esigui e castronerie del genere. Da trent'anni il paese è in avanzo primario col risultato che è stato smantellato tutto ciò che è pubblico: scuole, università, ospedali, ambulatori, medici, tribunali, centri per l'impiego. Abbiamo il più basso numero di dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione d'Europa e sono i peggio pagati, fonte Eurostat, ti piacciano tanto i numeri valli a controllare come ho fatto io. Ora pare che fare debito non sia più peccato, ma invece di investire distribuiscono a pioggia sussidi alle categorie che loro hanno fermato perché la sanità pubblica su cui loro non hanno investito per decenni non regge l'urto della pandemia.
    Se tu personalmente ti senti ancora di attribuire fiducia a codesti cialtroni prezzolati con la faccia come il c. sei libero di farlo, a me fanno solo ribrezzo, di destra come di sinistra come quegli altri là che hanno sconfitto la povertà dal balcone del palazzo dei principi.
    Quanto al punto tre. Assimili il correre in autostrada al bere una tazzina di caffè. Non mi pare siano due comportamenti accostabili, perdonami. Ma ti seguo nel tuo ragionamento: se io vado a 200 l'ora con una Ferrari nuova di zecca e se vado entro i limiti con una Punto del '94 magari con ruote lisce e con freni a tamburo chi è più in pericolo di vita? L'autista della Ferrari o quello del cassone?
    Ecco, da mesi locali e uffici privati si sono attrezzati con mascherine, sanificazioni, igienizzanti, schermi protettivi e via discorrendo investendo risorse e tempo. Quello che il governo ci sta dicendo è che sono tutte baggianate. Il limite di velocità, ci sta dicendo il tuo governo, è solo una stronzata. Perché l'unica cosa sicura è stare dentro casa e non circolare proprio, né con la Ferrari né con la Punto.
    Quanto al punto quattro, quali sono le decisioni prese dal governo? Duecento miliardi di debito pubblico aggiuntivo in sei mesi quali risultati hanno prodotto (dati ISTAT questa volta)? Ti piacciono tanto i fatti e i numeri. Sono duecento miliardi in sei mesi. Ci hanno fatto uscire pazzi durante la Grande Recessione del 2008-09 e la seguente crisi dei debiti sovrani dicendo che il debito era peccato, che il deficit doveva essere portato a zero. Pure in costituzione l'hanno messo il pareggio di bilancio, votato dai tre quarti del Parlamento nel 2012, così niente referendum. I mercati, lo spread, ce lo chiede l'Europa e il governo Monti che sono seguiti ci hanno dissanguato. Oggi duecento miliardi in sei mesi di solo debito, con un deficit che l'anno scorso era 1,9 e oggi di sicuro oltre il 10. Che fine hanno fatto tutti questi soldi? Hanno assunto medici, hanno costruito ospedali, hanno potenziato la medicina territoriale, hanno investito sui trasporti pubblici, bus e tram (non dico metropolitane che ci mettono secoli a costruire una linea), hanno dato una lira a scuole e università e istituti di ricerca? Dove sono gli investimenti? Al CNR non ci sono fondi neanche per pagare i ricercatori, figuriamoci le ricerche.
    Queste domande dovresti farti. Stanno mentendo oggi o hanno mentito per decenni sulla situazione economica del paese? Non voglio semplificare troppo, ma è chiaro che quello che non si poteva fare ieri si può fare oggi. E oggi si può fare perché la BCE acquista debito pubblico quasi nella stessa maniera in cui la Banca d'Italia lo faceva dal Tesoro negli anni Settanta prima dell'avvento delle riforme neoliberiste di Carli, Ciampi e Andreatta e dell'adesione allo SME prima e poi a Maastricht.
    Invece pare che solo la limitazione di ogni libertà individuale abbia un senso e possa offrire dei risultati tangibili. Troppo facile, caro mio. E mi pare che solo questa limitazione tu difenda come sacrosanta. Troppo facile, Fante, troppo facile.
    Il mio medico ancora non ha il vaccino contro l'influenza, ma che vuoi che sia. Basta stare a casa per avere la certezza di non ammalarti.
    Se proprio vuoi che te lo dica, le uniche decisioni che ho visto prendere nell'ultimo anno dal governo sono questi stramaledetti Dpcm in cui si limita la libertà personale. Tutto il resto sono solo furfantarie, parole e pochi fatti, un po' di cassa integrazione, qualche ristoro, una manciata di sussidi e indennità in stile mussolinian peronista, millantato credito continuato e permanente.
    O, certo, anche questo è solo il mio pensiero.
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    Nel senso: tu non esisti, per questo ci sei. Ma per avere quel senso dovresti porla al contrario. La forza degli ossimori, o il loro bisticcio. Utilizzi essere ed esistere come sinonimi, e nel linguaggio colloquiale lo sono. Ma esistere lo è anche di Esserci. Sull'Esser-Ci Heidegger ha scritto un profluvio di parole. L'esistenza, il sussistere fuori (ek-sistenza) è proprio dell'uomo e degli Enti in senso lato. L'Essere è altra cosa, essere ed esistere sono due universi che si incontrano solo sui dizionari.
    Ma il senso dei due versi è altro, è Presenza nell' Assenza.
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    Non piaceva lui. E se non piaci non vendi. E se non vendi muori di fame e la stima di te va a farsi fottere. Chissà quanti van Gogh e Ligabue ci siamo persi.
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    Io proverei a metterla in versi. Per il resto è un buon esempio di prosa poetica, tanto buono che potresti pensare alla mutazione. Non che sia immediata o automatica certo, ma molti periodi hanno già la metrica giusta.
    Il colore del sole è giallo... da amante delle stelle sei sicura di una così grave affermazione? Lo so, lo so, una stella come il sole nel diagramma HR è detta nana gialla. Ma i nostri sensi ci ingannano sempre, ed essi inducono in errore la nostra mente e le nostre deduzioni e quindi il linguaggio e dunque i modi di dire che diventano di vedere e così via; ma non ingannano i sensi delle piante intorno a noi.
    Giallo è il colore dei Girasoli, verde quello di ogni foglia e di ogni pianta che ci circonda, persino quello delle Poseidonie che rivestono i fondali delle nostre baie.
    Eh, sempre bei pezzi, Petunia.
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    Sono proprio l'ultimo arrivato, ma da quel che capisco la ruota ha smesso di girare. Non basterà, se comprendo bene, comportarsi in modo diverso, ma assumersi delle responsabilità. Questo l'invito di Vlad.
    Però già scorgo, più nei silenzi che negli ammonimenti, una linea ormai tracciata, salva qualche titubanza.
    Mi chiedo, dopo questo post, se non sia opportuna qualche parola che rischiari la penombra che costringe a rallentare il passo, se non a fermarlo del tutto.
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    Ero sardonico, o sarcastico? Ma senza faccine forse non si capisce.
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    Dafne, quando penso alle faccine non penso a te, che ogniqualvolta cedo al mio lato sardonico spunti tu come se io dovessi pungere a te solo. Io gli Ottanta già lì odiavo dai Settanta perché avevo capito come sarebbe andata a finire e senza il bisogno che me lo dicesse Raf descrivendomeli come cosa meravigliosa. Che canzone di merda. Viva i Procol Harum e la PFM. Negli Ottanta è cominciato a finire tutto e Fausto se vuole concorda lui con me.
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    Il mondo ha scelto il denaro come unico metro di giudizio per il comportamento delle persone. Pertanto dovreste trasformare i distratti frequentatori di SPS in utenti a mezzo abbonamento annuale. O rivendere i loro dati personali per fare moneta, o variazioni sul tema fare moneta.
    Evito le faccine così non saprete mai se scherzo o dico sul serio.
208 replies since 3/2/2020
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