Scrittori per sempre

Posts written by Esterella

  1. .
    [QUOTE=MauroReperto,21/11/2020, 01:41 ?t=78059876#entry645314153]
    Ciao Estrella,

    Innanzitutto mi è piaciuta proprio la storia, con un finale che va in "controtendenza" alle banali aspettative di un lettore da "50 sfumature di..." e in questo forum credo non ve ne siano ). Anche la scelta degli aggettivi è personale, non scontata. è scritto bene. Essendo un racconto breve con finale chiusissimo, che mi ha lasciato comunque un po' a bocca asciutta, provo a gettare un sasso nello stagno: e se il cantante fosse non dico il gemello di Hans che non sapeva di avere, ma proprio un sosia alla William Williamson del suo futuro sposo ? Questo potrebbe aggiungere del pepe, che tu voglia p meno sviluppare il racconto ?

    Roberto
    [/QUOTE
    Grazie per aver gradito la storia. Il tuo suggerimento è interessante, se decido di ampliare il racconto ne terrò conto.
  2. .
    CITAZIONE (Digitoergosum @ 20/11/2020, 22:51) 
    Forse ti aspetti un commento competente, costruttivo, importante e benevolente. Io ti ho letto e mi sento di farti giungere che ti abbraccio, pur invidioso sano per chi scrive cose come queste. Si, ti abbraccio. Si, bello, molto, molto bello.

    Ricambio il tuo abbraccio sincero. E si in questo racconto c' è qualcosa di me che parla a ruota libera.
    Grazie.

    CITAZIONE (Vittorio Veneto @ 21/11/2020, 00:47) 
    Fa-vo-lo-so. Nooo, lecchino! Da Nobel. Esagerato! Sopra la media. Sì, liceale, ma va!

    Insomma, forse si è capito che mi è piaciuto molto questo tuo racconto, Esterella.
    La tua scrittura mi ha accompagnato nell'incontro con la protagonista,
    dalle prime righe che raccontano del suo "stato confuso di inerzia" fino al cambiamento,
    alla sua determinazione nel cambiare le cose, o almeno provarci.

    Impegno a cambiare le cose. Un augurio per tutti.

    ciao
    Claudio

    Claudio sei carinissimo, diciamo che non è male. Lo scrissi anni fa e l'ho rivisto
    Per un concorso .È stato anche selezionato, ma forse non lo mettono in antologia perché non ho comprato il libro. A voltenmi diverto a partecipare per avere una buona scusa per correggere i racconti che giacciono nei cassetti.
    Grazie.


    CITAZIONE (Daxcosti @ 21/11/2020, 11:13) 
    Estrella complimenti, molto bello piacevole, ho sentito perfettamente il sapore di quel bacio dolce, amorevole e speranzoso! Un piccolo mea culpa della protagonista che forse colpe non ha se non quella di amare e sentirsi amata.

    con estrema umiltà io:

    "Ho trovato fragili verità frantumate tra le dita nascoste dentro illusorie percezioni"

    avrei scritto cosi il tuo sesto verso perché trovo più corretto nel senso stretto del messaggio ossia, hai trovato (scoperto) quelle verità così fragili che si sono frantumate e immagino perché stavano nascoste, confuse "dentro" delle illusioni! Praticamente quelle che tutti noi ci facciamo quando siamo innamorati, le famose fette di prosciutto davanti agl'occhi che i nostri amici cercano di toglierci in alcune situazioni ^U^ che non riusciamo a vedere accecati! Io ho elaborato questo pensiero leggendo quella frase, ovviamente fatta sempre salva la licenza d'autore che magari volevi intendere anche altro... :mazzate.gif: :noviolence.gif:

    Grazie Daniele, in realtà io nasco come poeta anche se mi
    ostino a scrivere in prosa.
    Nella prima parte ci sono note poetiche, come quella da te notata. In realtà è una considerazione molto più estesa e profonda e non si limita alle false illusioni del mondo sentimentale, ma alle varie prove fa affrontare nella vita.
    Un caro saluto. :noviolence.gif:
  3. .
    Un racconto che starebbe bene nella sezione noir. Quella parola dai diversi significati alla fine ne ha uno solo: spacciato.
    Nei gruppi c'è sempre il personaggio contro e siccome è solo contro tutti viene sopraffatto. Una macabra storia, interessante.
  4. .
    La tua storia vita da me
    Sono la persona meno adatta a fare correzioni per anni mi sono dannata per la punteggiatura sbagliata e ancora oggi non riesco a scrivere decentemente, ma ci tenevo a fare la mia versione del tuo testo, con qualche virgola e a capo in più, specie quando i ricordi cambiano.
    Inizio conversazione sempre lettera maiuscola, dopo i tre puntini spazio. Il nove in lettere in genere le date vanno messe a numero.
    Papà l’ho messo in piccolo tranne la parte finale quella più emotiva.
    Spero che qualcuno più capace ti me ti possa indicare meglio, altrimenti ti devi accontentare.


    - Facciamo altri due passi vuoi? Come? Lo immaginavo…
    Al primo passo la sensazione non è come te l’aspetti, umida e fin troppo compatta, soprattutto fredda, la sabbia d’inverno ti lascia disorientato! Sono giorni che piove, al contrario oggi sembra schiarire per merito del vento di tramontana, forte, che soffia cacciando più in là nuvole minacciose ancora piangenti.
    Non si può camminare con le scarpe sulla sabbia, però , alla fine, poi ci si abitua e passo dopo passo si arriva in riva al mare
    - Quanti bei ricordi papà su questo lido… ricordo che qui c’erano almeno sei file di ombrelloni, pieni zeppi di gente tutte famiglie italiane: le mamme dal costume intero, i papà con gli slippini e i tanti nonni, anziani “rugosi” di una volta intenti a fumare la loro MS con i nipotini intenti a ricoprirgli i piedi di sabbia con le loro palette colorate sul bagnasciuga.
    Erano gli anni dei “vucumprà” e le loro quattro parole d’ italiano, le cinte contraffatte e gli orologi “Casio” ricordi? quelli con la calcolatrice incorporata... ma che cosa ci dovevamo fare con la calcolatrice poi?
    Però ne andavo matto e ogni volta io volevo tutto e tu con la mamma alla fine avete ceduto per il famoso orologio che andò miserabilmente perso dopo pochi giorni.
    Ricordi il cono palla? E mio fratello che prendeva sempre il Cuki, ne avremo mangiati un milione!
    Le passeggiate la sera in bicicletta e quella volta che investii un ragazzino?! Quasi mi dimenticavo! Giro la curva e me lo trovo davanti... quanto ero mortificato! Piangevo mentre tu e la mamma mi rincuoravate e contemporaneamente con l’altra mano soccorrevate il ragazzino, poi Giorgia. Avevo solo nove anni ma ricordo perfettamente i suoi occhi azzurri cielo, il sorriso che a me pareva immenso e luminoso come il sole.
    Adoravo i suoi capelli neri ricci e corti con la sua voce leggermente roca del tutto particolare per la sua età, sono sicuro che sia stato il mio primo amore, platonico s’intende ma ancora oggi mi piacerebbe rivederla. Certo ricordo solo il suo nome e la bambina che era.
    A proposito di amore erano gli anni di te e la mamma, mano nella mano passeggiavate sul lungomare avanti a me e mio fratello (sempre intenti a mangiare il gelato), eravate ancora innamorati.
    Ci incamminammo verso la scogliera, il vento spirava forte, l’aria frizzante del mare schiumato tra i massi ci regalava il suo profumo.
    - Quante ore passate qui a pescare, interminabili... eri sempre convinto che stava per abboccare qualcosa, ma alla fine non abbiamo mai preso niente, neanche un pezzo di plastica!
    Io mi annoiavo, ma in fondo credo sia anche grazie a questo che ho imparato l’attesa, non è una cosa assurda o ridicola per me è davvero importante.
    Quanto è importante saper attendere il momento giusto? Beh, tu me lo hai insegnato che ci creda o no. Ogni volta che mi trovo ad aspettare qualcosa di importante e decisivo, mi viene in mente la tua santissima imperturbabile pazienza e speranza su questo sasso e siamo qui proprio per questo papà. Voglio chiederti cosa è successo, perché dopo è cambiato tutto?
    Tu sei cambiato! Sono oramai venti anni, venti cazzo di lunghissimi anni Papà! Io ero lì ad aspettarti e avevo bisogno di aiuto, di un consiglio, di una spalla su cui piangere.
    Avevo bisogno di te, tutti noi Papà, tutti noi!
    Ma vedi che alla fine anche questa storia dell’attesa, beh, non è poi sempre la cosa giusta da fare. E adesso qui, dove pescavamo felici solo di stare assieme.
    Te lo dico mentre parlo con te chiuso dentro questa scatola, da oggi Papà ti “libero” non devi più aspettare.
    Vai pure! Non sentirò più la tua assenza, ma perdonami se continuerò ad amarti ovunque tu andrai, perché per quello proprio non riesco a perdonarti, ciao Pa’.




    :noviolence.gif: :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
  5. .
    I ricordi di quando si è ragazzi sono quelle care cose a cui tutti teniamo e che ora ci fanno sorridere, mentre all'epoca riuscivano a essere sgradevoli e a tormentarci. Eppure siamo sempre lì a tirarli fuori dal nostro cassetto dei ricordi. Piaciuto. :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
  6. .
    Il bacio dello scorpione

    Quest’aria è un soffio che attraversa la pelle, quasi carezzandola.
    Il bagliore del sole turba gli occhi, per non guardarlo seguo i miei passi, uno dopo l’altro.
    La terra ha sete di acqua.
    La polvere ha sete di pioggia.
    Io ho sete di liberarmi da questo stato confuso di inerzia che mi spinge incessantemente a chiedermi perché.
    Ho trovato fragili verità che nascondevano illusorie percezioni e si sono frantumate tra le dita.
    Ogni altro essere è per me uno sconosciuto contro cui lottare, da cui farmi accettare, e al quale non importa un accidente di me.
    Tengo a bada gli altri da quando mi sono accorta di essere immune a ogni tipo di avversione: ogni offesa, sia pur minima, nei miei confronti si ritorce come un boomerang contro chi l’ha prodotta.
    Loro non sanno di essere in pericolo, ma io adesso sì e devo stare attenta.
    Rimango in un’assolata solitudine a macerare farfalle di pensieri che vorrebbero volare.
    Le parole sono sussurri velati che escono a forza dalle mie labbra, non sono mai stata brava con le parole, mio amico è il silenzio e il canto dell’anima.
    Salgo piani i gradini che portano all’ospedale, tra poco ti vedrò.
    Anche stavolta è successo…
    La prima volta è stata a scuola con la mia insegnante che mi aveva deriso davanti alla classe non per i miei demeriti scolastici, ma per le mie scarpe logore e rotte, piansi per giorni, dopo una settimana lei si ammalò e chiese il trasferimento, non la rividi più.
    E poi quando andai a quella festa con la mia amica Manuela e lei se ne andò per conto suo, dovetti tornare a casa da sola di notte e morivo di paura, dopo qualche giorno lei ebbe un incidente e si ruppe una gamba.
    E ancora il veterinario, incredibile ma vero, aveva continuato a curare il mio cane, anche se non ce n’era bisogno, solo per spillare soldi, ho letto qualche giorno fa che adesso non esercita più la sua professione e vive come un barbone…
    E adesso tu…
    No, questo non doveva succedere! Io ero così innamorata, anche quando mi dicevi che ero uno scorpione scontroso e maldestro, ma mi guardavi con dolcezza e io ti amavo.
    Quando ieri sono venuta da te, credevo che finalmente volessi chiedermi di vivere insieme, del resto era la cosa più probabile, l’unica possibile.
    Poi ho visto come mi guardavi e ho capito tutto: mi stavi lasciando.
    Gesticolando cercavi di trovare le parole, sei bravo tu con le parole.
    Parlavi ma io non sentivo quello che dicevi l’unica cosa che capivo era che ti stavo perdendo. Allora ti ho stretto forte tra le braccia. Un bacio, un ultimo bacio e poi sono fuggita via da te.
    Durante la notte ti hanno portato all’ospedale per un caso di avvelenamento non ben precisato.
    Illusi, loro non sanno che sono stata io il tuo veleno.
    Faccio gli ultimi metri che mi separano da te e raggiungo la stanza dove giaci inerme nel letto.
    Il tuo respiro è calmo, gli occhi chiusi.
    – Ciao amore mio…
    Tu non senti, sei nell’incoscienza fragile dove tutto può succedere.
    Mi avvicino piano.
    Forse faccio ancora in tempo a salvarti.
    Le mie labbra si avvicinano alle tue, raccolgono stille di miele, d’amore, di vita e piano te le regalano, resto incollata a baciarti a lungo, assaporando il tuo odore.
    Quando aprirai gli occhi troverai me. Funzionerà? Deve funzionare…
  7. .
    Un racconto scritto con il cuore, pieno di emozioni vive che tornano attraverso i ricordi. Un dolore per una perdita intenso che arriva al lettore. Ci sono delle imperfezioni nella forma, ma quelle si correggono. Grazie per aver condiviso. :pazzo.gif:
  8. .
    CITAZIONE (Daxcosti @ 20/11/2020, 18:34) 
    Ciao Estrella confermo il piacere di leggerti, leggendo percepisco il momentaneo "bollore" che la protagonista si vieta prendendosi una pausa, il tutto, da una nota di umana imperfezione che a tutti (donne comprese) può capitare e che spesso viene assecondata mentre nel tuo racconto il senso dell'attesa del giorno "più bello" è sempre protagonista nella mente e soprattutto nel cuore di Hellen.

    Grazie Dax. Pensa che non ho mai partecipato o fatto feste di questo tipo quando mi sono sposata, ho provato a mettermi nei panni della protagonista e ho gestito la situazione a modo mio. :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
  9. .
    CITAZIONE (Daxcosti @ 20/11/2020, 18:21) 
    Che dire, io mi sono innamorato della neo mamma così attuale anche se viene dal futuro così come di Alex, che poi alla fine certe cose tra moglie e marito non cambiano mai neanche nel iper-spazio! Mi hai ricordato un pò di quando io invece al parto dei miei figli per fortuna ci sono stato e che certe emozioni non meritano di essere ferite da una tragedia del genere, ovviamente la mia sensibilità è rimasta colpita e affondata non mi aspettavo la dipartita. Nel complesso mi piace molto come scrivi e leggerò spesso le tue cose...mi sono incuriosito molto! :mazzate.gif:

    Grazie, in realtà di racconti di questo tipo credo di averne pochi, forse solo questo, spazio un po' tra diversi generi. Contenta che ti piaccia. :noviolence.gif:
  10. .
    L'amore è rapimento dei sensi. Come una lampadina che si accende nel buio.
    Descrivi bene quella sensazione di essere completamente catturato dall'altro e voler far durare quei momenti il più a lungo possibile.
    :emoticons-saluti-6.gif?w=593: :noviolence.gif:
  11. .
    Mi piace immensamente questo tuo modo di scrivere. Questo racconto non lo ricordavo ed è stato un piacere leggerlo. C'è magia nelle tue parole. Nel tuo modo di descrivere i personaggi, ed anche in quel po' di confusione che ti contraddistingue. Un abbraccio Tom.
  12. .
    Il sorriso di Alex

    Fantascienza a modo mio.


    Lona era molto stanca. Doveva ancora distillare l’acqua necessaria per il fabbisogno mensile dalla cisterna contenente acqua di mare che suo marito le aveva affidato: quando il bimbo sarebbe nato avrebbe avuto meno tempo per farlo. Il bip- bip- del videofono la distrasse dai suoi pensieri. Certamente era Alex che chiamava dalla stazione spaziale.
    Appena aprì lo schermo, le arrivò il suo sorriso.
    – Ciao cucciola, allora, come stai? Cerca di resistere, ancora un poco sarò di ritorno. Stanotte ho sognato che passeggiavamo insieme sulla spiaggia a piedi nudi. Ricordati che ti amo e mi raccomando non dire al piccolino che sta nella tua pancia che suo padre è uno scienziato pazzo…
    – Ciao tesoro. Oggi ho fatto una bella scorta di acqua, ne ho distillato quasi mezza cisterna. Avere un marito scienziato ha anche qualche vantaggio. Solo che mi manchi tantissimo; a volte quando sento il bimbo nel pancione vorrei che tu fossi qui e potessi sentirlo.
    – Lo vorrei anch’io ed è per questo che sto facendo gli esperimenti sul tele trasporto così posso raggiungerti ogni volta che lo desidero e tu lo sai. Inoltre, questa scoperta poterà un bel risparmio di risorse energetiche, solo che per adesso è solo un sogno.
    – Già… i sogni sono quella misteriosa materia che fa ricco l’uomo.
    – Ehi, pure filosofa mi diventi. Dai sorridi e dai un bacione a Manuel da parte mia. Ci sentiamo domani e non aver paura, io ti sono sempre accanto. Ciao amore.
    "Fai presto a dire sto con te... ho bisogno di sentire la tua mano nella mia, di emozionarmi guardandoti negli occhi"
    Seduta sul divano, strinse a sé la calda coperta che aveva accanto.
    Una fitta al ventre arrivò improvvisa.
    “Accidenti, stavo bene fino a un minuto fa” pensò Lona e mandò un messaggio a sua madre che abitava nella casa accanto.
    Si sdraiò sul divano cercando di regolare il ritmo del respiro. Le fitte dolorose si stavano disegnando sul suo volto quando la madre arrivò.
    – Lona, non fare così. Ho chiamato l’ospedale, l’ambulanza sarà qui in un attimo – le disse.
    – Mamma chiama tu Alex, ti prego, io non ho la forza di farlo.
    Da quel momento tutto avvenne in maniera concitata, in breve si ritrovò tra le pareti bianche di una stanza di ospedale. Credeva di avere poco tempo invece il suo ginecologo le aveva detto che il bambino se la stava prendendo comoda. Bisognava aspettare. Non riusciva a stare ferma cominciò a passeggiare avanti e indietro. L’emozione era troppa… il loro primo figlio. Lei e Alex avevano contato i giorni e quando lui era dovuto partire, a causa del suo lavoro alla stazione spaziale, lei si era sentita immensamente sola, anche se si sentivano ogni giorno col videofono. Sua madre la teneva sottobraccio e parlava, lei non sempre riusciva a seguirla in quei discorsi di pappe e pannolini, ma le era grata che fosse lì. Le fitte cominciarono ad essere più ravvicinate, l’infermiera la fece mettere a letto.
    Stava per nascere Manuel, ma dov' era Alex? Guardava in giro con gli occhi nella speranza di vederlo comparire. Sarebbe dovuto tornare in tutta fretta, con l’aeromobile mezz’ora era sufficiente, ma già erano passate alcune ore e lui non c’era. Poi cominciò il travaglio, avevano scelto i metodi antichi lei ed Alex, preferendoli ai nuovi metodi che prevedevano l’uso di potenti antidolorifici che avevano, però, gravi effetti collaterali.
    Le sembrò che fosse passata un’eternità quando vide la testolina bruna di Manuel tra le braccia del dottore. E Alex? Possibile che ancora non fosse arrivato? Strinse il piccolo a sé e gli diede un bacio. Era bellissimo.
    Nella stanza d'ospedale sua madre la guardava tenera, aveva gli occhi rossi di pianto.
    – Mamma, che fai, piangi? È andato tutto bene. Hai visto il piccolo? Una meraviglia... chissà come sarà contento Alex, quando lo vedrà.
    Sua madre le si avvicinò e le strinse una mano.
    – Tesoro, credo che Alex non potrà venire – disse seria.
    – Lui è il suo dannato lavoro, possibile che non l’abbiano lasciato partire?
    – Lona, ascolta, Alex ha avuto un incidente.
    Lona restò immobile.
    – Un incidente, ma dove, come…
    – Stava tornando, quando il suo aeromobile ha avuto un guasto, forse un problema di combustione. L'auto è esplosa… si è disintegrata.
    – E Alex?
    – Anche lui, tesoro, non ha fatto in tempo a espellere il sedile e lanciarsi – disse la madre con poca voce.
    Il dolore del parto lasciò il posto a un gelo immenso che non andò via fino al giorno in cui tornò a casa col suo bambino. Con Manuel tra le braccia sentiva meno freddo.
    Cominciò a parlargli guardando quegli occhietti scuri che sembravano scrutarla.
    – Tuo papà era uno scienziato, sai, un grande uomo e adesso si è disperso nell’universo di cui cercava di scoprire i misteri. Ma lui non ci ha abbandonati, lo ritroveremo in ogni particella viva che incontreremo e parleremo al mondo del bene che lui ha sempre cercato per l’umanità.
    Si avvicinò alla finestra e le apparve un cielo incredibilmente azzurro. Forse Alex faceva parte di quel cielo e pure nell'angoscia del dolore insopportabile che provava riuscì a trovarlo bellissimo.
    “È il sorriso di Alex” pensò.

    Edited by Esterella - 24/11/2020, 09:38
  13. .
    In genere non amo molto la fantascienza, ma questo racconto è particolare, dal titolo non ci si aspetta il racconto che ci ritroviamo a leggere. La freddezza della donna o essere di genere femminile che sia è ineccepibile, forse le donne sono portare a strafare in ogni cosa, nel bene e nel male. La brutalità sta nel fatto che lei non si accorge di fare del male, lo fa solo per far quadrare i conti e non per altro. Hai rivelato un altro lato del tutto modo di scrivere che si manifesta sempre più poliedrico. Ti leggo sempre con piacere. :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
  14. .
    Una bella fiaba che fa rimanere come bambini, curiosi di conoscere il finale. Palla di cannone diventa una star e tu una brava ideatrice di testi per bambini. :mazzate.gif:
  15. .
    La musica come espressione di tutto ciò che emoziona. La musica classica da sempre colonna sonora di grandi amori sta a pennello nel racconto. Neanche a me piacciono quei paroloni usati all'inizio, il resto del racconto ha un linguaggio più semplice e diretto . c'è un passaggio che non ho capito
    Violetta cantava un addio sofferto a Alfredo, ora in taverna come in teatro, Giulio ascoltava quella triste opera che riempiva il suo tempo dedicato alla musica.

    Che intendi ora in taverna, l'uomo era seduto sul divano...
    a parte questo i dialoghi sono ben costruiti, efficaci, e nonostante risuoni un po' maestoso, mi piace tantissimo il finale. un bravo te lo meriti. :mazzate.gif:
272 replies since 6/9/2020
.