Scrittori per sempre

Posts written by Parnassius

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    Un cento originale, senza dubbio.
    Una storia di nascita e rinascita non scontata: hai ambientato la tua storiella in un periodo storico ben definito e che fa da sfondo a tutto il cento, quindi l’attinenza al tema c’è ed è ben centrata.
    Forse lo sviluppo e la gestione dello scritto sono da migliorare: ho avuto difficoltà a capire chi stesse parlando, chi stesse dicendo cosa. Sono stato costretto a rileggere, ma probabilmente è stato un problema di spazio il tuo, autore.
    Una buona prova, comunque!
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    Un cento che sa di Settimo Sigillo.
    Non mi piace, personalmente, quel punto interrogativo alla fine del primo periodo; non è proprio il massimo utilizzare le virgolette alte per i discorsi diretti, meglio le basse o le lineette; avrei sfoltito il secondo periodo, ci sono troppe virgole, rendono la lettura frammentaria e in contrasto con il resto dello scritto.
    Il tema mi piace, utilizzato in modo particolare (non dico originale, perché il riferimento a Bergman è davvero lampante) ma trova il mio gusto.
  3. .
    Un cento intenso, L’attinenza al tema è labile, oserei dire assente, e questo ti penalizza.
    Hai scritto un racconto che fa leva sul cuore, sulla tenerezza e sull’amore.
    Caratteristiche che, nella lettura, mi annoiano.
    A ciò aggiungerei un uso decisamente migliorabile della punteggiatura
    Mi spiace, ma credo che il tuo cento abbia bisogno di una bella revisione...
  4. .
    Io subisco il fascino del dialetto, soprattutto del mio.
    Hai scritto un cento colorito, folkloristico.
    I dialoghi sono reali e plausibili, da popolo. Mi piace assai.
    La costruzione delle frasi col verbo alla fine conferisce maggiormente il senso della realtà a ciò che dicono i due protagonisti. Così come l’uso degli intercalari: vi assicuro che poteva usarne molti di più, il dialetto è molto colorito: e se fossero mancati non sarebbe stato lo stesso!
    Inoltre, da siciliano, vi posso assicurare che in dialetto il guanto si mette nella minchia, non sulla. Quindi qui il rapporto con le preposizioni è ottimo! XD
    Non capisco però il senso di andare a capo a metà delle frasi.
  5. .
    Un solo lungo, interminabile periodo, qualche virgola messa (per giunta!) al posto sbagliato l’unico appiglio per prendere fiato, qualche d eufonica di troppo. Un cento che non si presenta proprio benissimo, ecco.
    Qualche immagine poco riuscita: proprio non riesco a immaginare la protagonista che annusa e tasta il legno con un’espressione meravigliata, o che si stupisce guardando la luna. Sono gesti troppo comuni, troppo banali per riuscire a destare meraviglia.
    Più azzeccata l’idea dei lavori visti fare e mai fatti prima.
    Non mi piace neanche molto la costruzione della frase “guardando meglio nel mio più sincero sé”.
    In più sono le solite riflessioni personali che, credimi autore, stiamo vivendo tutti e a nessuno interessa quello che hai scritto, se non ci metti dentro qualcosa che incuriosisca.
    Troppe cose che non funzionano in sole cento parole, mi spiace.
  6. .
    Un cento scritto magistralmente. Nessun appunto da fare, né dal punto di vista formale, né stilistico.
    La penna è sapiente.
    Il tema è trattato in modo originale, direi filosofeggiante nonostante il riferimento scientifico.
    Forse il risultato è un po’ asettico ma, nonostante ciò, è davvero elevato.
  7. .
    Perdonami autore, sarò diretto: non mi è piaciuto.
    Una sequela di luoghi comuni, per carità tutti veri, ma credo che non ce ne fosse bisogno. Perché sono le stesse cose che sentiamo dire ovunque e ogni giorno: in tv, dalla vicina di casa che ha il balcone aperto, da mia nonna quando mi telefona mattina e sera per sincerarsi del mio stato sdi salute e per sapere se mangio abbastanza.
    Purtroppo, ahimè, si arriva al punto di perdere interesse nel momento in cui tutto è stato già detto, trito e ritrito e non c’è nulla di originale.
  8. .
    Un cento intenso, intriso di pathos e vino rosso.
    Qualche incertezza nell’uso della punteggiatura: manca un punto alla fine della seconda riga, mentre ne fai un utilizzo sovrabbondante altrove.
    Forse avresti potuto gestire la trama in modo diverso, rimpicciolire lo sbalzo temporale e concentrarti solo su una parte (preferibilmente la seconda, per restare in tema).
    Poco convincente il risultato, mi spiace.
  9. .
    La confusione regna sovrana in questo cento che necessita di una bella revisione.
    Per prima cosa bisognerebbe distinguere i discorsi diretti con le virgolette o coi trattini, altrimenti si fa una fatica immane a leggerlo.
    I punti di sospensione, tranne che nella seconda riga, sono superflui.
    L’idea è carina in effetti ma il risultato, a mio avviso, è decisamente migliorabile.
  10. .
    Analisi descrittiva della situazione attuale.
    Racconto senza trama, non susciti interesse, purtroppo.
    Un muro di parole, senza un a capo e con periodi lunghi e complessi, che andrebbero snelliti con qualche incidentale usata propriamente e con un migliore uso del gioco “coordinata/subordinata”.
    Il problema di queste riflessioni personali, in un concorso con 75 testi, è che a un certo punto sembrano tutti uguali.
  11. .
    Il tuo cento non mi ha convinto, autore.
    Non sono riuscito a coglierne il fine, lo scopo. Sono dei pensieri, lo dice anche il titolo: ma perché dovrei leggerli? Non sei riuscito a darmi un appiglio di interesse.
    Lo stile di scrittura è poetico ed evocativo, ma troppi puntini di sospensione che non sospendono nulla, i concetti sono conclusi, ci vuole il punto. Anzi, spesso ci vuole la virgola.
  12. .
    Anche qui non c’è trama, c’è solo la mera descrizione di un’azione, neanche poi troppo originale dato il periodo che stiamo vivendo, condito da qualche frase abusata, come quando si parla di trincea o di setto nasale squarciato.
    Manca una virgola dopo “eccomi qui”, uno spazio dopo il punto nella prima riga e una d eufonica da togliere.
    Un muro di parole, vai a capo ogni tanto, autore!
    Un giusto omaggio a chi in questo periodo si sta facendo il mazzo, ma niente di più.
  13. .
    Che bello questo racconto! Mi hai trasportato dentro la narrazione, mi sono sentito partecipe.
    Un taglio particolare dato al tema scelto, gli conferisce una certa originalità.
    Non ho notato refusi o errori, tranne per uno spazio mancante dopo il punto nella terzultima riga.
    Davvero, complimenti!
  14. .
    Un cento interessante. Il concetto che hai sviluppato mi ha incuriosito.
    Non ho gradito molto il taglio stilistico che gli hai voluto dare: troppo ampolloso, poetico, ridondante. La costruzione di certe frasi è persino quasi difficile da leggere.
    Però si vede che la penna è sapiente, la costruzione di certe immagini è superba.
    E poi io sono un misantropo, non patologico, per fortuna, ma sto bene da solo, sto bene chiuso in casa XD
    Un buon lavoro.
  15. .
    Un cento ironico all’apparenza, ma credo che nasconda qualcosa di più: forse i timori o le frustrazioni di molti genitori che sono costretti dalla situazione a prendersi cura anche dell’istruzione dei propri figli.
    Non mi piace molto l’uso della virgola davanti alla congiunzione e.
    Troppe incertezze nell’uso dei tempi verbali.
    Non so perché immaginavo diventassero asini, di pinocchiana memoria.
669 replies since 29/1/2009
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