Scrittori per sempre

Votes taken by E©ly

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    CITAZIONE (HachiHachi @ 21/3/2016, 17:24) 
    Sai, in italiano le poesie hanno differenti tipi di rime, non so se le hai mai studiate a scuola, ma sembra di no. La difficoltà di una poesia sta nel seguire una metrica ben precisa dandole un suono gradevole, che sia con l'uso una rima collocata alla fine o nel mezzo, ma senza uno schema metrico di alcun tipo e quindi anche senza rime non è che una banale accozzaglia di parole. Non pretendo che conti le sillabe, ma almeno potrebbe fingere di aver provato a scrivere una poesia piazzandoci delle rime, visto che già è un testo che va a capo per partito preso ogni due o tre parole, salvo rare eccezioni, anche se non cambierebbe nulla se non fosse divisa così la poesia.

    Che vi piacciano o meno le rime o la metrica, non vi scaldate. Siamo solo all'inizio.
    La poesia non è fatta solo di rime e metrica, grazie a dio, sennò questo concorso non ci sarebbe.
    M'illumino d'immenso, di Ungaretti, è solo un esempio citato da Zakka, potremmo stare qui delle ore, ma non è il posto giusto.
    Rispetto per l'autore innanzi tutto, ché se sceglie di scrivere senza rime né metrica nessuno può né deve sindacare, coma hai fatto tu Hachi, nella parte in corsivo.
    Non ti piace? Bom, non lo voti, son certo che l'autore se ne farà una ragione.
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    Potrei copiare in parte il commento fatto a Pretty Woman, ma non sarebbe giusto.
    Una storia di una dolcezza distruttiva, che sembra scritta da una bambina, e forse l'autore ha voluto usare proprio quel pdv, e in tal caso, che tipo di cura nella forma ci si può aspettare in un racconto scritto da una bambina?
    Se l'intenzione era quella, allora qui c'è del genio.
    Ma non so se sia così o meno, e allora devo per forza annotare gli innumerevoli errori sparsi per il testo, che se anche nel contenuto meritasse il primo posto, nella forma merita l'ultimo (a mio parere), e non posso non tenerne conto, perché c'è gente che si sbatte per rendere il proprio lavoro il più perfetto possibile, e se anche alcuni hanno deciso di soprassedere, io non me la sento di farlo, anche se vorrei.
    Ma se questo racconto vincesse, con il cuore che ha fra le righe, sarò contento lo stesso.
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    D'accordo col Bosone, ma che bella questa poesia. Una caterva di immagini ed emozioni in me replicabile solo quando penso alla mia amata Inter.
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    Mirella cara, dovrresti essere fiera di te. Zakka non faceva un intervento così lungo dal 1986, in occasione del perielio della di Halley cometa.
    E ha toccato un punto fondamentale: chi scrive sa che mica tutti sono in grado di farti l'esegesi del testo e poi, alla fine, esprimere un'opinione motivata debitamente... e a volte credo che possa trattarsi non di incapacità, ma di paura di fare il professorino - come tu accenni ...
    Questa è una grande verità, perché chi scrive, anche bene, magari non sa commentare, non ha voglia di spiegare il perché la morte di Mirko, avvenuta scoprendo che Licia aveva la cellulite galoppante, non lo ha convinto.
    I commentatori non sono editor né correttori di bozze (a parte rare eccezioni) e quindi dicono quello che provano leggendoti e bom, senza perdersi in lungaggini. Deplorevole, se vogliamo, ma mica possiamo puntare una pistola alla testa del lettore per farci quella che giustamente Zak chiama l'esegesi del testo.
    Possiamo solo invitare a commentare in maniera più costruttiva, nel bene e nel male, affinché a concorso chiuso ci sia rimasta qualche utilità fra le mani, che adoperandola magari si vince lo Strega come O'hara e finisci a scrivere per Mondadori.
    Bisogna crederci, e credendo, divertirsi a scrivere.
    Se diventa un peso, meglio spegnere il pciuì.
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    Cara Esterella, ti nomino ufficialmente Miss Fidelity SPS 2016.
    Non è facile digerire commenti negativi, nemmeno per me che sono rinomato per il mio rivestimento ignifugo.
    Ma un commento lascia il tempo che trova, ci piaccia o meno, e non possiamo desistere dallo scrivere per questo.
    Quello che raccomando è il bonton, sempre, quando si fa una critica, perché una cosa è dire le cose di persona, che magari anche il peggior commento finirebbe in una risata, un'altra è attraverso il monitor, dove gli stati d'animo non si percepiscono e si rischia di offendere pur senza volerlo affatto.
    In queste cose, la forma conta tanto quanto il contenuto.

    @Tommy: stupenda citazione.
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    Allerim cara, ti ringrazio vivamente di questo intervento (pensa che ho pure usato un avverbio).
    Come tu sai, come sanno tutti quelli che da un po' ci frequentano, lo scopo dei concorsi di SPS è proprio questo, più che di arrivare primi e vincere un libro.
    Quindi mi appoggio al tuo sfogo più che giustificato per sottolineare l'importanza della critica costruttiva e i regolamenti di tutti i concorsi invitano a farlo (10. Tutti i partecipanti dovranno, pena l’esclusione, commentare tutti i racconti in gara, o perlomeno la maggior parte con una critica costruttiva o un elogio motivato).
    Se il commento non ha costrutto, l'autore non può migliorarsi perché non riesce a vedere dove potrebbe migliorare.
    Tutti i concorsi vogliono fondamentalmente essere esercizi sul campo di battaglia, perché vuoi per lo spirito di competizione, vuoi per l'anonimato, in gara siamo tutti più spietati, a volte troppo, e quindi poi sta all'autore discernere quale commento è davvero costruttivo e quale no.
    I miglioramenti col tempo si vedono, li ho visti su di me (che ormai scrivo da dio, diciamocelo), li ho visti su tantissimi di voi, sempre più bravi e sempre più capaci di partorire idee e di buttarle giù in maniera sempre più coinvolgente.
    Alcuni sono molto sensibili alle critiche, al punto di non voler più partecipare, ma lo spirito con il quale lo facciamo è del tutto positivo. Altri sono persino sensibili ai troppi elogi, ma un elogio motivato può far capire allo scrittore qual è la sua arma vincente, in che modo può riuscire a colpire il lettore.
    Se può passare un elogio non motivato, la critica non motivata va molto meno giù.
    Frasi come:
    - Non mi ha preso (elogiabile solo se ti riferisci a un cecchino).
    - C'è qualcosa che non me lo fa piacere del tutto.
    - Non mi piace.
    - All'inizio è bello ma poi mi sono addormentato.
    - Non è il mio genere.
    - Non l'ho capito, boh, mah, uh, ma forse è un problema mio.
    sono altamente destabilizzanti per uno scrittore.
    Frasi come:
    - Non mi ha preso perché le descrizioni di persone e ambienti, che pure apprezzo, sono talmente tante che il ritmo rallenta e mi porta a distrarmi.
    - C'è qualcosa che non me lo fa piacere del tutto, e pensandoci credo che sia l'uso smodato di avverbi e la mancanza di rientri accapo. Il muro di parole stanza ancora prima di leggere.
    - Non mi piace il modo in cui il narrante si rivolge in prima persona al lettore, mi risulta come un modo artificioso di amicarsi chi legge.
    - Non è il mio genere, amo i gialli, dovresti riuscire a catturarmi dentro una storia d'amore e qui non ci riesci perché sin dall'inizio uso scontro Mirko e Licia tutto è troppo scontato.
    - Non l'ho capito, boh, forse è un problema mio, ma davvero non riesco a capire se è Mafalda che viene mangiata da un troll, oppure Hansel che mangia Mafalda perché Gretel era troppo piccolino e gli aveva fatto solo da antipasto.
    Tutto cambia, e ci vogliono solo poche righe in più.
    Spezzo una lancia, infine, in favore dei 100's. Lì quello che conta è l'impatto immediato sul lettore, la densità molecolare di una grande storia in pochissime parole. L'impatto è immediato, la risposta, spesso, anche più immediata. Sembra facile, ma è difficile quanto scrivere un romanzo. Il 100 perfetto non è ancora stato scritto (anche perché ho poco tempo in questo periodo).
    Vi voglio bene.
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    Verrà il giorno che passo dalle tue parti e te la offro io, amico mio.
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    Io sulle fratture potrei scriverci un saggio, Valentina cara, ma temo siano di altri tipi.
    Sei stata bravissima, la tua scrittura diventa più bella con il tempo e i risultati arrivano, come vedi, in maniera più che meritata.
    Tutta SPS è felice di condividere questo momento con te e codesta mattina mi fregio con la fascia da amichevole presidente di quartiere per unirmi con gaudio al plauso.

    :appaluso: :appaluso: :appaluso: :appaluso: :appaluso: :appaluso:

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    Molto bello e ben scritto, nulla da aggiungere.
    A parte il fatto che mi servirebbe una lavata alla macchina, magari se hai un buco ancora libero...
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    Un ratto su sps? :boss.gif:
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    Siore e siori, ledis en gentlemen, vi comunico che è in lavorazione l'audiolibro dell'antologia "se io fossi un animale", che verrà resa disponibile in formato digitale e che concorrerà alla causa intrapresa con questo concorso. Il più presto possibile ve ne forniremo un assaggino-ino-ino e alla conclusione dei lavori verrà condiviso anche questo nuovo obiettivo raggiunto, affinché possiate esserne partecipi.
    Ci riaggiorniamo presto, sapetelo.
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    Edited by mangal - 12/11/2015, 21:27
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    CITAZIONE (ti-s @ 11/11/2015, 16:18) 
    un bel lieto fine! giusto silma.
    e non hai idea di come aveva pensato di farlo all'inizio... AAARGH!!

    Miscredente... :omg.gif:

    Grazie Silma. :ok.gif:
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    Conosco gente che si è lasciata perché d'un tratto lei non sopportava il rumore che faceva lui quando mangiava.
    Lungi dall'essere banale come potrebbe apparire, questa storia ha un retaggio intelligente e profondo.
    Ed è scritta con mestiere, parolacce incluse (vorrei sentire voi sacramentare incolpandovi, con ragione, della fine di una storia).
    Bella zio.
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    CITAZIONE (tommasino2 @ 15/10/2015, 13:24) 
    No, ma che importa? Lei non c’è più, ha deciso.
    No, bello, hai deciso tu.


    Il tuo modo di raccontare le cose mi piace molto, autore.
    Mi piace la tua mancanza di rispetto, tu scrivi come parli.

    Mio favorito.



    Allora ho deciso di mettere l’acqua nell’acquario, e vaffanculo.
    A ‘sto punto, me lo sarei goduto da solo.


    Grande!

    Io amo quest'uomo. :rotfl: :rotfl:
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    Finalmente un po' di gente che ne capisce... :boss.gif:
195 replies since 20/12/2011
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