Scrittori per sempre

Votes taken by E©ly

  1. .
    CITAZIONE (mangal @ 14/1/2013, 22:45) 
    in ogni caso, continua a respirare a a vivere
    :ok.gif:

    Anche perché la cosa è collegata... :esaltato.gif:
  2. .



    Una volta per fare le rapine bisognava avere le palle, oltre che una smisurata dose d'incoscienza e di cattiveria. Bisognava mettersi il passamontagna ed entrare in banca, pronti a tutto. Una scelta di vita, un tipo di lavoro come un altro, si diceva che fosse.
    Adesso una scelta di vita, un lavoro che troppo spesso è un'autentica rapina è l'EAP, l'Editoria A Pagamento. Detto anche APS (Autori a Proprie Spese) secondo l’acronimo escogitato da Eco nel "Pendolo di Foucault”, si sta rivelando ormai da anni una vera e propria piaga dell'editoria. Chiamato emblematicamente Vanity Press dagli americani, si rifà alla capacità usata ormai come una nave rompighiaccio di passare attraverso i dubbi dell'aspirante Joyce solleticando la sua vanità.
    C'e da dire che gli EAP esistono da sempre, persino Alberto Moravia ebbe la sua prima esperienza con loro, nella sua ingenuità. Ma non si può tacere davanti a speculatori di sogni che ti promettono di trasformarti nel nuovo King per un piccolo contributo (iniziale) che varia da 1000 a 6000 euro, mediamente. Perché lo scrittore esordiente (alla faccia dell'autocritica che fa davanti agli altri) crede spesso di essere lo scrittore migliore del mondo e non resiste davanti a lettere tipo:
    Le abbiamo scritto in anticipo sui nostri tempi standard perché siamo rimasti sinceramente colpiti dal testo che ci ha inviato... la sua straordinaria capacità di far cogliere l'oscura chiarezza del suo messaggio... il dono che lei ha di trasformare i pensieri in parole che strappano il cuore del lettore... la bravura con la quale rende il simile inverosimile e trasforma il dolore in piacere... ci ha convinti di avere a che fare con un nuovo, eclatante caso editoriale; e se vorrà affidarsi a noi siamo convinti di poter farle scalare le classifiche dei bestseller e di farla arrivare nel gotha degli scrittori internazionali, così come merita.
    Lo scrittore esordiente medio crolla in ginocchio, ipnotizzato da quella lettera come dal canto delle sirene. Così il nostro novello Ulisse farà il giro amici con quel foglio in mano, fiero di sè.
    Non batterà ciglio davanti alla richiesta obbligata di centinaia di copie necessarie a coprire il fardello di spese della nostra sincera ma piccola casa editrice che arranca contro un mercato in calo. Una volta spennata la loro gallina dalle uova d'oro, tutto finisce. L'esordiente non vedrà l'ombra della pubblicità, delle presentazioni e della distribuzione promessa. Persino i libri che ha pagato spesso non arrivano. Niente bestseller, niente gotha e spesso nemmeno una copia venduta, a parte quelle acquistate da mamma e papà. Solo una palata di fango sul proprio nome, e sapete perché?
    Perché per le case editrici serie, per gli scrittori seri e soprattutto per i lettori accorti, un libro pubblicato con un'EAP vale quanto la cagata di un piccione di cinque chili sul soprabito nuovo. Nulla, zero, deserto.
    Perché? Perché non esiste nessun criterio selettivo, nessuna cura, nessuna voglia di creare un buon prodotto. Il pifferaio magico ha colpito, appiccicando l'ISBN e mettendo in commercio un vero insulto per la lingua italiana, farcito di tanti 'qual'è', 'un'altro', d eufoniche distribuite a cazzo di cane, apostrofi al posto degli accenti e una serie irripetibile di strafalcioni che causerebbero l'angoscia persino a un analfabeta.
    Pubblicare con un'EAP è un suicidio letterario, in ogni senso.
    Se un nostro racconto vale, prima o poi troveremo qualcuno disposto a investire su di esso. Ma non deve succedere per forza. Ogni aspirante scrittore deve realmente prendere in considerazione che forse non è ancora arrivato il momento, che forse non siamo all'altezza di essere pubblicati, che c'è ancora da studiare.
    Ma soprattutto bisogna capire che è meglio non essere mai pubblicati, piuttosto che permettere a degli speculatori di rovinare il nostro nome mettendolo insieme a quello della loro azienda.

    Dovevo scrivere questo post molto prima, ma la terribile esperienza di una mia amica mi ha spinto a non indugiare oltre. Oltre 3000 euro buttati al vento per un libro che è costato anni di lavoro, senza alcun risultato, senza nemmeno due righe spese dalla pseudo-casa editrice. Il titolo del libro su Google esce in terza pagina.
    Una vergogna. L'EAP è una vergogna.
    Statene alla larga.
    Meglio smettere di scrivere piuttosto che pubblicare con Albatros - Il Filo (alias Edizioni Nuovi Autori), Cerbero, Caosfera, Albus Edizioni, Edicom, Ibiskos. Europa Edizioni e le altre decine che ora non mi vengono in mente.
    Questo forum si unisce alla comunità sempre più in crescita di forum, siti e blog che lottano contro questo fenomeno, che occupa tristemente più della metà degli spazi stand alle fiere del libro.
    Il lavoro d'informazione svolto sta però dando i suoi frutti e sono in tanti quelli che hanno trovato la forza di resistere alle chimere dell'EAP. Ed è bello vedere tante case editrici esporre il logo NO EAP.
    Molti hanno cominciato prima di noi che siamo online da poco, fra i quali questo sito www.writersdream.org/ che ha svolto un intenso lavoro contro l'editoria a pagamento e che è riuscita a stilare un elenco aggiornato di editrici free, editrici a pagamento ed editrici a doppio binario.

    Lo stesso discorso non vale per le BOD (Book On Demand), aziende che stampano e pubblicano su richiesta senza intermediari e che spesso forniscono una distribuzione di tutto rispetto. Ideali per le pubblicazioni di libri con più autori, le antologie, che spesso sono il terrore di molte case editrici.
    Per quanto riguarda la stampa del proprio romanzo nel cassetto, ci sentiamo di consigliare sempre la strada più lunga. La scelta di una casa editrice vera, non deve essere per forza Mondadori, che creda nel vostro libro e investa su di esso.
    Uniti, faremo la nostra parte per fermare questo insulto alla nostra lingua, alla nostra cultura e al profumo della carta e dell'inchiostro.

    A chi passa di qua e aderisce a questa presa di posizione, chiedo la condivisione di questo messaggio tramite facebook, twitter e in ogni altro modo possibile.
    Grazie.

    Edited by E©ly - 19/8/2014, 09:09
  3. .
    E poi boh... capita che per scrivere due righe alla vigilia di Natale ti senti come il Presidente della Repubblica quando deve fare il discorso alla nazione.
    Solo che a me sudano le mani, perché io non ho dieci scrittori e dieci editors che scrivono le cose per me. Sono steso nel superlettino della mia camera doppia uso singola dell'ospedale di Albenga a cercare di farmi venire le parole.
    Perché oggi è il 24 Dicembre e domani è Natale, e in tutto il mondo rimbombano gli auguri, in partenza da chiunque verso chiunque, che lo si conosca o meno.
    Gli auguri.
    Solo che io proprio non lo so come si fa, perché come tanti di voi non mi è mai piaciuto seguire uno stereotipo, seppur antico di millenni, né di essere più buono a Natale.
    Che se sei buono sei buono sempre, c'è poco da fare; e se sei un bastardo a Natale lo sarai di più, perché ti macchierai anche di ipocrisia.
    Ma sono stanco anche dell'altra faccia della medaglia, per quanto realistica. E cioè che il Natale ormai è solo la festa del consumismo e dei commercianti, che non c'è più l'atmosfera di una vo...
    Basta.
    Voglio pensare che stasera, domani e dopodomani, migliaia di famiglie si ritroveranno insieme, al caldo di un camino metaforico (ormai abbiamo i termosifoni, noi), a riscoprire quanto si vogliano bene, ché la distanza e gli impegni e i problemi sono troppo spesso ormai acqua sul fuoco dei sentimenti.
    Dal mio letto vedo la nebbia che scende sulle colline liguri, e poi vedo due fratelli che giocano a braccio di ferro come quando erano pischelli, e sorelle che scartando i regali scoprono che non hanno mai dimenticato ognuna i gusti dell'altra e riscoprono il piacere di ridere insieme guardando le vecchie foto, mentre il profumo della cucina fa impazzire i bambini. Vedo un figlio che accarezza i capelli bianchi della madre con una carezza che vale più di mille parole, e una figlia che trova il coraggio di dire al vecchio padre quanto lo ami, e il vecchio orso che accusa il vino per gli occhi lucidi che ha.
    Io voglio immaginarlo così, stasera.
    No, io davvero non lo so come si fa a fare gli auguri.

    Ma spero e desidero che tutti quanti voi siate sereni, nessuno escluso. Sempre, mica solo oggi.
    Spero possiate rilassarvi in questi giorni e godervi la compagnia della vostra famiglia e dei vostri cari.
    Vorrei che anche solo per un po' riusciste a dimenticare che siete senza lavoro o che ne avete troppo, vorrei che questo stupido messaggio fungesse da analgesico per farvi passare quel dolore e per così ridere un po'.
    Vi mando un abbraccio sincero come il Nero d'Avola, affinché vi rimborsi almeno nel morale tutti i soldi che avete speso per i regali, che dia riposo alle donne distrutte dai fornelli e pace a chi è costretto a lavorare anche in questi giorni.
    Spero che smetta di piovere in Italia e che piova dai miei amici africani. Spero che chi abbia il blocco dello scrittore possa rimuoverlo e scrivere cose bellissime, spero che troviate il tempo, in questi giorni, di ascoltare anche voi stessi, perché di certo avete molto da dirvi e nemmeno lo sapete.
    Vorrei che riceveste un libro in regalo, un bel libro, e che dentro ci leggiate qualcosa che vi faccia venire i brividi nella schiena.
    Spero che abbiate il meglio di tutto quello che c'è, ognuno di voi, ognuna delle persone che conosco e che stimo e chiunque lo meriti, anche se non lo conosco.
    Un abbraccio da parte di tutto lo staff di SPS, grazie perché ci siete e ci tenete compagnia.

    Ho scritto troppo, ve l'avevo detto che non sono cosa. Chiudo qui e mi raccomando: cercate di essere felici.
  4. .
    Il mio non è un avatar... cioè quello sono proprio io, prima dell'incidente. E' la mia facebook, nel senso che quando il mio romanzo andrà in pubblicazione, quella sarà la foto nella quarta di copertina e nei poster che riempiranno l'Italia e che apparirà in tutte le trasmissioni televisive internazionali.
    Se ciò non dovesse accadere (cosa probabilissima) allora diventerà il mio avatar... :sbam.gif: :sbam.gif: :sbam.gif:
  5. .
    - Ahi! Ahi-ahi! Ahi! Ahi-ahi…
    - Che c’è?
    - Nun’u sacciu. Forse c’è l’ago misu male, sta frebocrisi mi sta ‘mmazzannu…
    - Chiamo l’infermiere?
    - No, pi’ carità, chiddu è ‘n macellaio. Chiama a’ambulanza…
    - Ma quale ambulanza? Semu o’ospedale…
    - Dici che non vengono?
    - Minchia, zù Ciccio, vuliti ca l’ambulanza acchiana fino’o terzu pianu?
    - Vabbo’ va, allora chiama u ‘nfermere.
    - Eh, ora vado a cercarne uno bravo.
    - Se se, cerca qualche veterinario.
    - E picchì, cchi siti ‘na bestia?
    - No, ma chiddi cchiù anziani su cchiù bravi.
    - Ah, veterani, no veterinari.
    - Miiii, u stissu è. Fors’ i bestie megghiu sa passano…
    E come dare torto porto al povero Ciccio Zappalà, mio compagno di cella, la numero sei, nel famigerato reparto di ortopedia dell’ospedale di Siracusa? Ricoverato per una protesi d’anca, da un mese aspettava di essere dimesso, ma una febbre leggera e persistente impediva le dimissioni. Sospetta infezione da virus vari. Calvo e rotondo, aveva la faccia sempre sofferente, anche senza motivo, come se la pensione che prendeva aumentasse in proporzione alle smorfie che faceva.
    Ma aveva anche le sue ragioni.
    Prendo le mie stampelle e mi avventuro per il corridoio, cercando un infermiere che non fosse Ianuzzu Mangiafico, soprannominato ‘Il terrore delle vene’ in italiano e ‘u macellaro spunnafrazza curnutu ca può fare sulu u zappaturi’ in siracusano corrente. Come per magia (o sfiga), il soggetto in questione esce dall’infermeria/bar del reparto e si avvicina sorridente. Basso, barba incolta, senza incisivi, camicia sporca di caffè e pomodoro, era il classico personaggio che si era inventato una qualifica nel periodo in cui in quell’ospedale assumevano anche i muratori come infermieri professionali
    - Uè Rub, cchì ti sebbe?
    - No, nente nente, facevo ‘na passiata…
    - E unne ti senti, aa Marina? Oppuru o’ lungomare?
    - Magari, almeno aa Marina qualche culu si viri, ‘cca invece ci si sulu tu, e non è che sia il massimo.
    - Sta parlando, Steve Senegal…
    - Se, James Afghanistan. Ma unnè a caposala?
    - Sa gghiùtu a pigghiàri u cafè. Picchì?
    - C’è i cangiari l’ago a Ciccio, ca sta murennu i duluri.
    - Uora vegnu.
    - No, tu no.
    - E picchì?
    - Picchì Ciccio è stanco, che ogni volta per mettere un ago ci fai dumila puttusi, e manco ta firi.
    - Iu? Iu sugnu u’ principe delle flebo, uora…
    - Uora nente, lassalo stare. Tu sei il principe del buco, lo stupro del laccio emostatico, la depravazione del sistema circolatorio, la violenza carnale delle vene…
    - Ma come ti pemmetti? Così iu m’affennu…
    - Ianuzzu, tu sei un bravo cristiano, ma levaci manu cu tuttu ciò che riguadda vene e aghi. Nunn’è cosa tua. La gente soffre.
    E di colpo a Ianuzzu si ci gonfiano gli occhi, e due lacrimoni si arrampicano sulle palpebre. E io puntualmente mi sento un pezzo di merda.
    - Minchia eddai, nun fare accussì…
    Ma lui non riesce a parlare, trattiene due lacrime che puoi riempirci un bicchiere.
    Non so come riparare, tiro fuori tutta la mia faccia tosta.
    - La colpa mica è tua, è Ciccio che c’ha l’accesso venoso impossibile, io l’ho visto.
    - Nunn’è vero, iu u sacciu. Nun ci’a fazzu… tu hai raggiuni, nun è cosa mia…
    Dalla numero sei, arriva l’inevitabile.
    - AHI! AHI-AHI! AHI-AHI-AHI…MUORO! AIUTUUUU!
    Entriamo in camera, ma non appena Ciccio vede Ianuzzu diventa bianco.
    - Vade retro, demonio!
    - No tranquillo – gli dico io – ti toglie solo l’ago e poi la caposala ti trova un'altra vena come si deve.
    - Sicuru?
    - Sicuru, sicuru…
    - Ok, ma occhio vivu, ca se mi fai male ti pigghiu a cauci no culu fino a quannu a gamba ma’a rumpu n’autra vota.
    Con la leggerezza di una piuma, Ianuzzu toglie l’ago e ripulisce la ferita, mentre Ciccio fa delle smorfie da film porno…
    - Ah… sììììììììììììììììì…
    - Apposto?
    - Minchia, mi fai quasi simpatia, Ianuzzu…
    Rientra la caposala e si affaccia alla porta.
    - Mangiafico, tutto a posto?
    - Appostissimo professoressa, ci levai l’ago al paziente che aveva la vena in frebrite.
    - Sì, fu troppo bravo – convenne Ciccio.
    - Bene perfetto – rispose la caposala – trovi un altro accesso venoso e continui la terapia, Mangiafico.
    Ciccio torna bianco come un lebbroso.
    - AIUTU! MUORO! – mi dice, mentre Ianuzzu va a prendere l’ago nuovo – chiama qualcuno, ti prego.
    - Eh no, uora to pìgghi, che io devo andare in bagno e voi ormai siete amici.
    Esco nel corridoio, diretto in bagno e incrocio Ianuzzu con l’ago in mano.
    - Ou, vacci piano, ca chiddu è vicchiareddu e ti muore nelle mani.
    - Se se, starò attento – mi risponde.
    E mentre sono in bagno, sento Ciccio chiamare la mamma e Ianuzzu ridere come un folle, chiusi da soli nella stanza numero sei.

    Edited by The Eclypse - 24/11/2012, 19:36
  6. .
    Quel sorriso
    non trova spiegazione
    come la presunzione di un fuoco
    acceso sotto la pioggia

    Mentre lacrime provano
    a spegnere il pianto
    ci sono bestie
    create da una bestia

    E occhi rossi
    e puzza di vino e nocche insanguinate
    dalle coscienze invase
    da demoni senza barba
    e con le mani piccole

    I veri orchi non puzzano
    e credono in dio
    bevono succo di mirtillo
    e stringono mani

    Loro sorridono
    solo alle spalle
    di sorrisi
    che hanno spento.
  7. .
    Ci vuole tempo per fare ogni cosa, un po' di più se come SPS si è giovanissimi e volenterosi. E io ho dimenticato di scriverlo qui, che già da diverse settimane la nostra prima antologia, Evviva quasi tutto, è in vendita nei maggiori store online.
    Manteniamo quindi le nostre promesse, ed ecco i link che lo dimostrano

    su laFeltrinelli http://www.lafeltrinelli.it/products/97888...uasi_tutto.html
    su IBS http://www.ibs.it/code/9788867515479/zzz99...uasi-tutto.html
    su BOL-Mondadori www.inmondadori.it/Evviva-quasi-tutto-na/eai978886751547/

    e credo di potervi dire che l'antologia sta avendo davvero un riscontro positivo, grazie al vostro lavoro di condivisione che continua e che è il vero motivo di questo successo.
    Grazie mille :appaluso: :appaluso: :appaluso: presto verrà creato un post che testimonierà la collaborazione fra questa iniziativa e i centri di ricerca per la leucemia.

    In ritardo, a causa dei miei ormai proverbiali problemini di salute, tutti gli aventi diritto che ancora sono in attesa stanno per ricevere la loro copia dell'antologia insieme agli altri eventuali premi. Tutti quanti voi siete ancora in tempo per comunicare eventuali cambi di indirizzo.

    Nel frattempo anche l'antologia haiku ha preso forma ed è questione di poco per la stampa e la messa in commercio (creare un book fotografico degno di tale nome è cosa tutt'altro che facile).
    Ricordo quindi, per l'ultima volta, che chi volesse unire al proprio lavoro una breve biografia di sé e ancora in tempo per farlo, e che chi non è sicuro che l'immagine da lui postata sia libera da copyright, deve cambiarla, sennò saremo costretti noi a farlo d'ufficio (alcune foto portano addirittura impresse il watermark). Sia chiaro che abbiamo mandato comunicazioni private a ogni utente che riteniamo possa avere un problema simile, quindi prenderemo la mancata risposta come un via libera alla pubblicazione.
    Siamo ancora in tempo per fare modifiche, ma il tempo stringe rapidamente.

    Grazie a tutti per la vostra collaborazione, per la vostra cortesia e per la vostra pazienza.
    :ok.gif:

  8. .
    Molto, molto bello. Davvero. :appaluso: :appaluso:
  9. .
    Le modifiche al regolamento sono qui:

    https://scrittoripersempre.forumfree.it/?t=63367068

    Sono stati mostrati i cambiamenti e le motivazioni, avvenute sì durante un concorso, ma durante un concorso lungo e che avviene fase per fase. Simili decisioni non me le tiro io fuori dalla tasca, ma nascono dall'interazione con i moderatori, con i prof e spesso ma non sempre con i membri del gruppo Genesi (il gruppo che ha fondato SPS)
    Modifiche che hanno riscontrato la comprensione e l'accettazione positiva di quasi tutti gli intervenuti, compreso Viv che ha solo fatto notare come la mancanza del cdl fosse un deficit per un concorso simile.
    E poi la discussione sui commenti aperta da Audrey.
    E qui voglio spendere due paroline. Io non credo che i commenti abbiano una simile influenza sul voto. Perché quando andiamo a leggere un racconto, tutti noi (che siamo concorrenti) lo facciamo con un occhio più critico di quando leggiamo un racconto che non è in gara (guardate i commenti alle moment stories e ditemi se sbaglio). Cerchiamo i difetti, è naturale che sia così, è lo spirito stesso del concorso. L'autore può non condividere l'opinione di chi scrive, ma deve rispettarla, così come la sua opinione è stata rispettata anche se non condivisa. Siamo tutti sulla stessa ruota, in gara.
    Ne 'Il liberatore' c'è stata una prima sequenza di commenti al massacro, tutti sulla scia di un presunto plagio, poi un commento positivo. Allora io devo pensare che tutti quelli che avete commentato il mio racconto siete pecore, tranne quel genio che ci ha visto giusto? Non c'è esempio più lampante del mio racconto.
    Questo è offensivo nei confronti degli altri, che buttano tempo e sudore e ci mettono passione per leggere, rileggere e commentare.
    Anche se io sono straconvinto di avere ragione.

    Quando si vota, tutto invece cambia. Perché il gesto che stiamo per fare non è critico, ma positivo.
    E allora chiudiamo gli occhi e votiamo il racconto che ci è piaciuto per davvero.
    I commenti degli altri nemmeno li ricordiamo più.
    Non è forse vero?
    Se un racconto piace, niente può non farcelo piacere, se non un riscontro vero e obiettivo che spesso si può cogliere anche nei commenti altrui. Perché prima di leggere i commenti degli altri (e sono in tanti a dire di non farlo, e nessuno può permettersi di dubitarne) abbiamo letto il racconto e se quel racconto ci ha colpito io non credo che l'opinione negativa di qualcun altro possa farcela cambiare.
    Come dice Tonton, siamo tutti scrittori, e al momento del voto scegliamo il racconto che ci è piaciuto di più.
    Non si scappa.
    Poi, ognuno può pensarla come vuole; ciò non modificherà necessariamente la linea di condotta di un forum.



    Il CDL
    .

    Come si fa a dire che l'amministrazione si barrica dietro il muro del 'non siamo tenuti a dire niente'? Come lego ha sottolineato, per esperienza diretta, non c'è forum più trasparente del nostro.
    Io devo corrompere gli infermieri, per un'ora insieme a voi, e passo tutto il mio tempo a rispondere a ogni genere di domande da tutti, in pubblico e in privato. Mai chiuso la porta in faccia a nessuno, mai negato una spiegazione, nemmeno all'ultimo arrivato.
    Tu stesso, Viv, ti sei mostrato spesso sorpreso per come io e i ragazzi rispondessimo sempre a ogni domanda e per la nostra disponibilità. Hai scritto che negli altri forum gli admin rispondo 'vattelo a leggere'. O no?
    Poco prima di iniziare il dibattito, ieri, in coda al topic che segnalava i vincitori hai urlato che SPS è il forum migliore del mondo, o no?
    Poi il finimondo, che tutti hanno letto. E se tu (o qualcun altro) mi chiedi chi è il cdl in questo modo:

    Allora la polemica ora la faccio eccome, poi se vuoi butti tutti e te la vedi te, ma che tu debba prendermi in giro, E ORA lo stai facendo, non lo accetto. Di' da chi è composto il CdL allora, su: lo vogliamo sapere tutti!
    Se non dici i nomi del cdL, allora la cosa mi puzza, ok?


    io non ti rispondo, perché non sono obbligato a farlo, e il modo in cui è formulata la domanda mi spinge a chiudere la discussione, perché su toni simili si va solo alla rovina.
    E se tu nutri il dubbio (brutta bestia), che differenza farà se io ti rispondo che il cdl è composto da Vlad, O'hara e Traindog o da Dacia Maraini, Mario Merola e Arthur Conan Doyle? Il dubbio ti spingerà a mettere in dubbio le loro capacità o (come hai fatto) la trasparenza di tutto il forum. Questo comportamento è ingiusto verso tutti i ragazzi e fortemente deleterio per il forum.
    Io lo so cosa si prova, io detengo forse il record dei racconti massacrati nel web, ma non è una giustificazione per un simile atteggiamento.
    Se tu non ti fidi di me e dei miei collaboratori, non vedo quale rapporto possa esistere fra di noi, e io non posso farci nulla.
    Ma voglio credere che non sia così, che tutto sia nato da un'incomprensione in un momento di rabbia.

    P.S: Il cdl valuta i racconti in base a svariati parametri, e ogni componente è bravo in un certo tipo di analisi.
    Si valuta l'impianto narrativo e la struttura di base della storia, l'efficacia dei dialoghi (anche in base alla costruzione dei personaggi), la costruzione dei personaggi (mentre l'impatto personale del personaggio sul lettore, come quello eccellente che troviamo in Anna di Francia è quello che spesso condiziona il voto ed è difficilmente influenzabile). Si osservano l'efficacia di incipit ed excipit, ma anche cose più sottili, come l'uso delle metafore e delle similitudini, la proporzione fra storia e le battute utilizzate per raccontarla, il ritmo del racconto e non per ultima la cura dimostrata nello scriverlo. Questo è uno schizzo generale, molto da approfondire, cosa che verrà fatta in un post più adatto, con la collaborazione di tutti.


    Lascio la discussione aperta, chiunque può intervenire e dire la sua, con calma e rispetto, e spero che questa fiammata serva più a fare luce che a bruciare.
    Sia chiaro che nessuna ulteriore polemica, né velata e né svelata sarà permessa.



    Vado a finire la fisioterapia che ho lasciato in sospeso. :sbam.gif: :sbam.gif:
  10. .
    CITAZIONE (vivonic @ 11/9/2012, 04:18) 
    Io non sono un tipo che predilige barlumi di speranza alla fine di un racconto tetro, eppure qui me lo sarei quasi aspettato quando dici che stavolta la morte l'avrà vinta. Ci sono rimasto male, non so perché.
    Inoltre, mi stona il finale con i puntini di sospensione, che quasi rendono amena la chiusa; mi spiego: sembra la barzelletta dei palloncini nel deserto. Perché farla finire così quando hai provocato un gran magone, un gran groppo in gola? Io avrei scritto il "re" finale e avrei messo un bel punto: in fin dei conti, che c'è di sospeso in questo racconto, in questo finale?
    Il momento è narrato con originale bravura, e la scrittura impeccabile coadiuva a rendere il testo veramente un ottimo lavoro... Nel mio gusto personalissimo, c'è solo quel finale che non va.
    :appaluso:

    Io il re finale ce lo stavo mettendo. Mica è colpa mia se mi sono spiaccicato al suolo prima di riuscirci... :sbam.gif: :sbam.gif:
  11. .

    Cosa sono le moment's stories?


    Sono esattamente quello che immaginate. Le moment's stories possono avere qualsiasi argomento e qualsiasi forma. Devono solo avere "quel" momento come protagonista e risolversi nella sua sintesi.

    REGOLAMENTO



    1. 100 bottiglie di vino per 100 moment's stories è un concorso per opere brevi senza nessuno scopo lucrativo.
    2. La gara è aperta a tutti, italiani e stranieri, purché le opere siano scritte in italiano. I minori possono partecipare con il consenso specifico dei genitori.
    3. Per partecipare è richiesta una donazione minima di 10 euro da inviare qui:
    GOD OUR FATHER CENTRE FOR NEEDY CHILDREN
    A/C NO. 1110757093
    KENYA COMMERCIAL BANK Ltd. – MALINDI
    SWIFT CODE: KCBLKENX

    Questo è il conto corrente dell'orfanotrofio. Niente intermediari, i soldi andranno tutti e direttamente ai bambini. Per maggiore sicurezza vengono prelevati non da una persona, ma da tre responsabili che firmano insieme ogni prelievo.
    Comunicazione di versamento avvenuto verrà inoltrata all'indirizzo [email protected]
    4. Per postare i propri racconti è necessaria la registrazione a Scrittori per sempre, rapida e gratuita, tramite il pannello in alto nella home page. Ricordate poi di confermare la mail che il sistema vi invierà.
    5. Le moment's stories possono essere racconti o poesie, devono essere inedite e devono avere una lunghezza massima di 2.500 battute, spazi inclusi.
    6. Tutte le opere dovranno essere postate dai rispettivi autori, aprendo un 'new topic', sul forum che per l'occasione verrà preparato e aperto a partire dal 1 Settembre 2012. La scadenza del concorso è fissata al raggiungimento di 100 opere postate.
    7. Ogni partecipante si assume, al momento dell'inoltro, la responsabilità della paternità dell'opera. Il sito non si assume nessuna responsabilità in caso di violazione del presente regolamento.
    La redazione di Scrittori Per Sempre (SPS), che si avvarrà per l'occasione di un comitato di lettura esterno, potrà, a proprio insindacabile giudizio, cestinare opere che promuovano l'odio, il razzismo, la pornografia o qualunque violazione della legge.
    8. Con la partecipazione al concorso, si autorizza SPS all'uso del materiale postato per le finalità indicate nella 'premiazione'.
    Rimangono salvi i diritti d'autore.
    9. Come per ogni altro concorso, ci aspettiamo il massimo rispetto da parte di tutti voi verso le opere e i loro autori. Qualunque comportamento offensivo sarà ritenuto intollerabile dai moderatori e verrà fermato. In caso di reiterato comportamento negativo, l'utente potrà essere richiamato e a discrezione dell'amministratore, bannato dal forum.
    10. La partecipazione al concorso sottoscrive implicitamente l'accettazione del presente regolamento.


    Premiazione


    Verrà aperto un apposito confessionale, dove ogni utente partecipante e non potrà votare i suoi tre racconti preferiti così:
    1° posto: il racconto più bello (riceverà 3 punti)
    2° posto (il racconto riceverà 2 punti)
    3° posto (il racconto riceverà 1 punto)
    Per chi partecipa, il voto è obbligatorio. Non si può votare il proprio racconto.
    Ogni utente attivo di SPS può votare, anche se non partecipa.


    Saranno i punti a decidere i tre racconti vincitori che verranno premiati così:
    1° classificato: 100 bottiglie di vino
    2° classificato: 30 bottiglie di vino
    3° classificato: 20 bottiglie di vino
    I vincitori riceveranno il premio in una serata speciale, in data e luogo ovviamente ancora da decidere, visto che non abbiamo una scadenza precisa per il concorso.

    Oltre a ciò, tutte le opere selezionate verranno pubblicate, a cura di SPS, in una grandiosa antologia con il titolo ancora da scegliere e per scegliere il quale verrà aperto un sondaggio a giochi iniziati. L'antologia verrà immessa nelle migliori librerie online, come Amazon e laFeltrinelli e l'intero ricavato continuerà a essere devoluto ai cuccioli africani.
    Oltre a questo, stiamo progettando una versione audio e audio/video dell'antologia (abbiamo le voci migliori) che verrà pure pubblicata e distribuita nei più diffusi store online.
    Vogliamo parlare dell'e-book? Naaaaaaaaaa, lasciamo qualche sorpresa per il futuro... :iamgod.gif:

    Che dire di più? Vogliamo vedervi partecipare in tanti, per divertirci insieme sapendo che se anche solo avremo regalato un sorriso, ne sarà davvero valsa la pena.
    Nel frattempo, vi presentiamo i bimbi dell'orfanotrofio...



    Edited by E©ly - 15/4/2020, 14:46
  12. .
    L'autore/autrice di questo racconto è erbalucente.
    :appaluso: :appaluso: :appaluso:



    Non è una gran giornata, oggi.
    Lo capisco appena cerco di spegnere quella stronza di sveglia. Non la trovo e quando la trovo è perché le ho dato una spinta che la fa finire sul pavimento. Rotola via, ma continua a suonare e suonare, imperterrita. La cerco a tentoni. Aumenta il ritmo del bip quasi a volermi dire, cretina, ti svegli o no? M’innervosisco, quasi bestemmio e oggi fa pure caldo, sono già sudata e io non sopporto sudare e quando mi innervosisco fatico a riprendere il buon umore che mi rimane nero per tutto il giorno.
    Non bastasse sono le quattro e oggi mi tocca il primo turno.
    Butto giù solo le gambe dal letto e rimango storta, come una virgola, ad aspettare che mi venga voglia di alzare anche il busto. Mi sforzo e riesco a mettermi seduta, una parentesi graffa, ingobbita dalla pessima impressione che lascia l’alzarsi ancora prima del sole, rubandogli l’esclusiva.
    Sospiro, vediamo di infilare qualche nota positiva in questa giornata: colazione.
    Giro nuda per casa, le tapparelle sono ancora abbassate e mi piace mostrarmi in tutto il mio splendore alle poche suppellettili del mio bilocale.
    Vivere in un appartamento minuscolo ha i suoi pregi e i suoi difetti. Per esempio non c’è spazio per raccogliere minchiate. Si getta via tutto quello che non è strettamente necessario per la sopravvivenza, come su una zattera alla deriva. Non c’è niente da spolverare, non c’è niente da mettere in ordine, e se si sta un poco attenti, non c’è nemmeno nulla da pulire.
    In fondo, per avere il proprio passato a portata di lacrima, non c’è bisogno che i ricordi siano incorniciati e messi in bella vista; sempre che si abbia la fortuna di avere un passato degno di essere ricordato, e forse non è il mio caso.
    Nel mio caso sarebbe meglio dover ripartire ogni giorno, cancellando tutti quegli inutili ieri. Sconfitta ogni volta, ai rigori.
    Comunque il mio bilocale mi piace. È diviso in due come il mio cervello. Un locale per emisfero. In uno ci vivo e nell’altro ci dormo. Una parte per l’amore che, al momento però, odia qualunque persona non amandone nessuna e una per la razionalità, quella con la maschera sempre ingranata.
    I piedi nudi mi trasmettono un poco di refrigerio. Mentre cammino barcollando emetto suoni degni di un porcile. Faccio spallucce e mi guardo intorno, quasi a volermi scusare della maleducazione, ma con chi? Non c’è nessuno, vivo sola. A giorni alterni maledico e benedico questa mia condizione, a seconda dell’umore.
    C’è solo una cosa che mi riporta in equilibrio, è la cosa più preziosa che possiedo, la tengo in cucina, o meglio nel bugigattolo che quello dell’agenzia immobiliare ha definito il cucinotto: un corridoio, tre metri per uno e ottanta.
    Il mio tesoro è attaccato al muro, sopra al minuscolo tavolino da bistrò parigino sul quale mangio e brindo alla vita. Sta lì, ben in vista, appeso come un delinquente appena giustiziato.
    È un poster del vecchio mondo, un poster di tutti gli altri posti che non sono questo:
    Europa, parte della Russia Bianca, Paesi Baltici, e poi a sud, giù, fino al Mar Rosso.
    Svito la caffettiera rovesciandomi sulle cosce il caffè rimasto la sera prima.
    L’avevo detto che era una brutta giornata. Forse però, uno spiraglio di fortuna nella mia vita c’è, non ci fosse, quel caffè sarebbe stato bollente. Forse mi basterebbe spostare i covoni di sfiga compatta e ben legata assieme per scoprire che ho anch’io un santo in paradiso, un po’ pigro e spesso in ferie, ma presente.
    Alzo gli occhi verso il mio mondo bidimensionale.
    Vistosi cerchietti con pennarello nero, evidenziano varie città e nomi geografici.
    In quest’ultimo anno ho quasi visitato il Salento, l’Umbria, l’Adamello, Siviglia, la Terra Santa e il Mar Morto. Non male, direi per essere solo giugno. Con agosto aggiungerò molti altri cerchietti.
    Mi attardo sorseggiando il caffè e pucciandoci dei biscotti al cioccolato. Viaggio.
    Come mi era piaciuto il racconto di Creta e del mar Egeo e che belli quei ragazzi a raccontarmeli. Abbronzati, entusiasti, come la loro vacanza appena terminata.
    Un mare blu, blu cobalto che circonda tutte quelle isole adagiate disordinatamente nell’acqua. La mappatura dei nei dell’Egeo.
    Chiesette candide a picco su rocce di cenere, senza vegetazione, senza intermezzi. Piccole guglie per tetto e il mare pieno di mitologiche creature.
    Quel ragazzo che raccontava era davvero bravo, mentre gli servivo un piatto di pasta zafferano, tonno e taggiasche che poi lo vidi mangiare avidamente, felice.
    Era passato così poco, forse un paio di settimane. L’autogrill era stracolmo, me lo ricordo bene, il self service sembrava la tana delle termiti. Tutti alla riscossa di un pranzo che fosse, finalmente, simile al loro immaginario di la mia mamma ai fornelli.
    Quando arrivano i pullman dei viaggi organizzati c’è sempre il finimondo, se poi i viaggiatori arrivano dall’estero, dopo settimane di cibo locale, spazzolano i piatti con scarpetta e tutto, quasi non serve lavarli. Abbronzati, ma affamati, questo il prezzo da pagare, come se sul nostro Tirreno non ci fosse sole a sufficienza.
    Finisco il caffè e raccolgo con la punta dell’indice i frammenti ammollati di biscotti rimasti sul fondo, li osservo, quasi mi sembra ci sia il mio futuro, laggiù.
    «Ciao Frigo, dimmi.» Mi fido di lui per ricordarmi quel che devo fare. Ho poca memoria o forse è solo che dopo il turno mi butto nel letto senza dare spazio a nessun pensiero. Mi spengo come in un blackout apocalittico, senza preavviso.
    Stacco il post-it e leggo quel che ho scritto ieri sera: cibo x canarini. Certo, ora ricordo: Armstrong ha bisogno del becchime. Scopro la sua gabbietta.
    «Ciao Arm, tutto bene?» Non mi risponde neppure, sbatte un po’ l’ala destra e infila di nuovo il becco sotto le piume. Certo, sono le quattro anche per lui.
    Mi faccio una doccia, infilo la divisa dell’Autogrill ed esco.
    «Ciao tutti!» dico ridendo tristemente. Chiudo a tre mandate il mio mondo, casomai qualcuno volesse portarmelo via o infilarcisi dentro.
    È importante sottolineare sempre la propria situazione, non è permesso dimenticarsene, perdere di vista gli obiettivi. Gli obiettivi devono essere sempre di fronte a noi.
    Questo sostiene il mio psicologo. E se di obiettivi non se ne hanno del tutto? Mi presta uno dei suoi, dottore? Prima o poi glielo chiederò. Lui fa tutto facile, ha teorie e spiegazioni per ogni mia paura. Mica sono soluzioni, però, le sue. Sono solo cose che sapevo già da me. So benissimo che devo farmi degli amici, trovarmi un fidanzato, evadere, viaggiare, persino. È quello che tento di fare quando guardo il mondo appeso.
    Mi piacerebbe, per esempio, andare sul Bosforo, e guardare le due parti dell’Europa, così vicine eppure così lontane e il mar di Marmara racchiuso all’interno di una conca come una mano che offre dell’acqua a un assetato. Lì vorrei andare, per vedere se l’acqua ha un colore diverso, come le culture.
    Parcheggio l’auto sotto la futura ombra di fine turno.
    Mi avvio verso le porte scorrevoli, mentre un ubriaco, dietro una macchina, vomita la sua notte non ancora conclusa, buttandola via, schifato.
    Sospiro, e penso a dove sia finito il mio obiettivo, se mai l’ho avuto, se mai lo placcherò dopo tutto questo braccare infinito che mi toglie il fiato. Mi sento intrappolata in un angusto angolino di civiltà morente. Pigiata, strattonata, e il fiato sempre corto che non scende mai oltre la gola. Ristagna e mi gonfia facendomi implodere.
    Guardo oltre il new jersey di cemento che divide l’autostrada in due.
    Di qui quelli che tornano e di là quelli che vanno. Ognuno in viaggio verso il proprio mare e io nel mezzo, ad aspettare che mi venga il coraggio di infilarmi nello stesso traffico.
    Per il momento resto immobile e aspetto la fine del loro viaggio, avranno bisogno di un buon piatto di farfalle zafferano, tonno e taggiasche, al loro ritorno.

    Edited by The Eclypse - 15/9/2012, 23:47
  13. .


    Dall'idea di legolemmi ecco a voi, siore e siori, l'incipit cafè, l'angolo del ristoro di SPS. Questa quassù è Wiki, il cui ingaggio è costato cifre astronomiche. Tutti la vorrebbero ma ce l'abbiamo solo noi, una barwoman dalle innumerevoli sfaccettature, dalla grande capacità di ascolto e di poche parole. L'ideale per chi volesse venire qui, a sfogarsi tra un drink e un altro. Vediamo come sapete attaccare discorso, vediamo i vostri incipit, su su... io comincerei con una Beck's ghiacciata. Come in un vero locale, i vostri interventi saranno susseguenti, senza aprire nuove discussioni, come un'unica, grande conversazione.
    Salute! :wine.gif:
  14. .
    CITAZIONE (Zakka @ 28/2/2012, 14:29) 
    :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

    ed io che pensavo...
    che od erano i puntini od erano le caporali...

    :sorrysmil.gif:

    :moony.gif: Assassino.
195 replies since 20/12/2011
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