Scrittori per sempre

Votes taken by vivonic

  1. .
    Considerando l'abolizione della Commissione per la questione “genere”, in questo step starò molto più attento a questa voce, premiando anche nella mia classifica personale i racconti che più rispettano il requisito.
    TRAMA E PERSONAGGI. Trama semplice da seguire: uno scrittore di un famoso forum viene arrestato a Roma per un delitto commesso a Milano perché la vittima ha una frase di De André che riconduce a lui. Scagionato, si improvvisa investigatore, fino a scoprire che cosa non torna.
    Ottima la caratterizzazione del personaggio di Tom; quasi inesistente la caratterizzazione dell'assassino, pochi dettagli per il lettore che deve accontentarsi di leggere passivamente senza provare a giocare a “Indovina chi è stato”.
    GRAMMATICA E SINTASSI. Scrittura molto fluida, che si inceppa un po' con le virgole, soprattutto quando vengono infilate tra soggetto e predicato. Manca anche l'apertura di un discorso diretto che confonde per un attimo.
    GENERE. Credo di aver inquadrato il racconto nel genere noir, visto che l'Autore non si sofferma sugli indizi per far risolvere l'enigma al lettore, ma lascia molto spazio alla caratterizzazione psicologica del protagonista, che diventa anche investigatore. Diventa così perdonabile non aver conosciuto l'assassino fino a quando l'Autore non ne rivela l'identità.
    IN CONCLUSIONE. Lettura piacevole, perfettamente inquadrata in uno dei sottogeneri richiesti dallo step, con una scrittura adatta a un Concorso Letterario.
    Un buon lavoro.
    :appaluso:
  2. .
    88 sono gli anni che dimostra.
    Ed è dieci anni che non lo modifica...
  3. .
    E io, come ho scritto anche nella mia votazione, sono d'accordo con byron.
  4. .
    CITAZIONE (Lycia @ 16/5/2017, 17:40) 
    in cambio ci vogliono bene. E questo è l'importante.

    E di questo potete sempre esserne certe :)
  5. .
    Io l'eredità del bus 100x100 l'avevo colta :P
    Grazie della spiegazione. Bene hai fatto, comunque, a partecipare.
    Al prossimo step :)
  6. .
    CITAZIONE (Arianna 2016 @ 15/5/2017, 23:05) 
    Bravo Vivonic, davvero un bel testo!
    Ti ho messo in cinquina, al primo posto!

    :appaluso: :appaluso: :appaluso: :wine.gif:

    Grazie Arianna, a te, allerim e dalcapa (anche mio primo posto) che mi avete messo al primo posto.
    Grazie di cuore anche per i tuoi commenti. Mi hanno aperto il cuore.
    E poi, ovviamente, grazie a tutti gli altri che mi hanno votato, e comunque a tutti quelli che mi hanno permesso di parlare loro attraverso il mio "Mario Balotelli" leggendo questo racconto.
    :tappeto.gif:
  7. .
    Complimenti davvero.
    Primo posto con pochi punti e poca distanza, a dimostrazione di come sia stato uno step con molta eterogeneità negli apprezzamenti.
    Bellissimi spunti, come sempre. Un ringraziamento a Lycia un po' speciale permettetemelo: non si stanca mai di avviare discussioni interessantissime, sempre attiva, e con un'umiltà che insegna.
    Grazie a tutti per il vostro impegno e affetto.
  8. .
    Anzi, forse meglio scriverlo qui :)

    Vi copio, per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, un pezzo tratto da Anna Granata che cita France Twine: l’autore ci introduce il concetto di boundary events, con il quale si riferisce a episodi che mettono in luce una condizione di minoranza. I boundary events possono manifestarsi in varie modalità: una semplice domanda, gesti razzisti o insulti. In linea generale costituiscono avvenimenti che possono avere maggiore o minore portata a livello di azione, ma che hanno sicuramente dei grandi effetti sull’esperienza personale: hanno un forte impatto sull’autostima, condizionano l’identità. Il rischio più grande è che si crei un’identità negativa in particolare quando i figli degli immigrati sono consapevoli fin da giovani di essere diversi, ma nonostante cerchino sempre di far parte della maggioranza, vengono sempre considerati stranieri.
    Mythili Rajiva ha studiato la teoria di Twine, elaborandone la sua lettura. L’autrice ritiene che la prima generazione è più spesso vittima di dinamiche razziste, mentre la seconda generazione è meno attrezzata per difendersi da queste situazioni. Quando questo accade, viene maggiormente colpito il profondo della persona e quindi l’autostima. Inoltre le seconde generazioni si trovano in una situazione ancora più critica rispetto ai loro genitori, in quanto hanno un autostima più debole dovuta dal fatto che crescono in una società che li ritiene appartenenti ad una minoranza, dalla quale loro potrebbero sentirsi distanti.

    La presa di coscienza può avere luogo in tre modalità: i boundary events (eventi confine), i boundary moments (esperienze confine), e i boundary works (processi confine): queste modalità di svelamento della differenza variano in base al tempo e al contesto in cui si realizza.
    I boundary events sono eventi ben precisi, dei quali il soggetto ha il ricordo per un lungo periodo di vita, essi segnano discontinuità rispetto al senso di continuità che il soggetto ha verso il contesto di crescita: ad esempio essere chiamati “diversi”. Il luogo che favorisce più di tutti queste dinamiche è la scuola in quanto è uno dei primi contesti in cui si soggetto viene inserito, ed in cui la diversità riceve visibilità e viene gestita all’interno del gruppo. L’età in cui è più probabile che abbiano luogo queste dinamiche è quella tra infanzia e adolescenza: la preadolescenza, nella quale si stanno notando i primi cambiamenti e sviluppi e prende rilevanza l’aspetto corporeo con le trasformazioni o diversità che comporta.
    I boundary moments, a differenza dei boundary events, generalmente non sono costituiti da un unico episodio, ma portano il soggetto a cogliere la propria diversità unendo tanti piccoli segnali che arrivano ad esso dilazionati nel tempo.
    I boundary works sono un procedimento che coinvolge il soggetto, ma non riguarda la relazione con i pari. È un cambiamento che ha luogo tramite il rapporto con i genitori e quindi la comunità di origine a cui appartengono. Questo potrebbe portare l’adolescente a rifiutare il gruppo dei pari occidentale, per essere fedele e completamente immerso nella cultura di origine. Questo succede quando si prende consapevolezza della propria differenza e i genitori possono auspicare o imporre di rifiutare la cultura del paese ospitante. Insomma questo approccio può avere luogo in varie modalità ma l’elemento che non cambia è la scelta finale ovvero “rifiutare lo stile di vita dei propri coetanei, per accogliere quello della comunità d’origine.
  9. .
    Ho trovato la qualità dei racconti e l'aderenza al genere molto più bassa rispetto alla media.
    Quindi, mai come in questo step, ho deciso di portare in cinquina solo i racconti per me perfettamente aderenti al genere, dando un senso al motivo del concorso. Per cui:

    5 punti: La tecnica dell'opossum: mai avuto dubbi fin dalla prima lettura. Praticamente il racconto perfetto.
    4 punti: Mi ricordo: in ogni step c'è un racconto molto sottovalutato. Nell'attuale, secondo me è proprio questo.
    3 punti: Un sonoro sbadiglio: sicuramente da podio grazie anche a una scrittura encomiabile.
    2 punti: Ritorno a Kigali: credo che l'Autore condivida molto con me e si muove sulle mie stesse corde. Impossibile non portarlo in cinquina.
    1 punto: Riproverò, fallirò meglio: per il coraggio e l'ottima scrittura.

    Ho preferito questi agli ottimi Un motivo per vivere e Tempo di andare solo per questioni di genere.
    Un abbraccio a tutti.
  10. .
    CITAZIONE (zacmail @ 3/5/2017, 18:50) 
    In realtà il verbo assolvere lascia la strada aperta a ben tre interpretazioni: Il prete, Il giudice

    Mi fai riflettere. :tappeto.gif:
    L'assoluzione che per prima mi viene in mente è quella del prete, probabilmente perché la formula rituale è proprio "Ego te absolvo a peccatis tuis, in nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti. Amen" :ouch_ow_oh_ah_geez.gif:
    Il giudice non pronuncia simili parole, perché di solito proscioglie "dichiarando l'imputato non colpevole" per una serie di motivi che è inutile elencare qui. Ma di fatto simile pronuncia si chiama sentenza di assoluzione, e quindi la tua osservazione è assolutamente da condividere!!!
    E ora mi tocca rileggere tutto :rotfl: :rotfl: :rotfl:
  11. .
    Ci sono diversi errori e refusi tra punteggiatura, tempi verbali, articoli, preposizioni, che mi fanno pensare a una scrittura non madrelingua, per quanto ottima :)
    Alcuni refusi, però, potevano sparire con una rilettura, soprattutto quelli ortografici :buckanier:
    L'argomento è a me carissimo, io che ho nel cuore della mia formazione accademica Tina Lagostena Bassi e nella mia formazione cantautoriale Leggenda di Natale e L'amore rubato...
    E il modo in cui l'argomento è stato trattato mi piace molto, perché in alcuni tratti mi sembrava proprio di sentire Tina, in alcune altre parti ho ritrovato i meccanismi di difesa tipici del trauma che racconti, e in effetti la negazione (questo è solo un corpo, io non ci sono, lo sto vedendo dall'esterno) è quello più frequente in questi casi. Credibilità del personaggio perfetta, quindi, tanto da farmi temere che ci sia un quid che va oltre la mera capacità creativa dell'Autore.
    Genere centrato pienamente, con la domanda martellante che cadenza il ritmo e mi sembra la trovata più funzionale di tutto il testo.
    E poi, peccato se io non condivido la vendetta come metodo di catarsi. Sono convinto, tuttavia, che non è il messaggio dell'Autore e che nemmeno fosse sua intenzione far passare questo.
    Poi ognuno carpisce quello che la propria indole e la propria predisposizione gli permettono.
    Per quanto mi riguarda, promosso decisamente.
    Complimenti!
    :appaluso: :appaluso: :appaluso:

    Ah.
    Per me era impossibile staccare gli occhi dal testo, quindi non mi sono curato più di tanto di chi fosse il destinatario del monologo. Ma credo che il verbo "assolvere" dovrebbe non lasciare spazio a dubbi...
  12. .
    :rotfl: nome appropriato...
    Sì, molti chef mi maledicono... Mia nonna, da adolescente, mi nascondeva il macinato ovunque per vedere se me ne accorgevo. :asfalto.gif:
    Ma do piacere ai sommelier, almeno...
  13. .
    Racconto ameno e allo stesso tempo con molti spunti di riflessione, scritto molto bene e che rispetta il genere dello step.
    Non mi piace la riga finale, che a mio avviso interrompe un po' le emozioni create dentro ognuno di noi relegando il monologo a un momento troppo specificato, che sarebbe stato meglio fosse rimasto a piacimento del lettore.
    Giusto per scriverti qualcosa, perché mica mi posso limitare a commentare dicendo che è esattamente ciò che mi aspettavo da questo step e che sei ben saldo in cinquina, no?
    :appaluso: :appaluso: :appaluso:
  14. .
    CITAZIONE (allerim @ 23/4/2017, 15:58) 
    Mi sto chiedendo il perché di questa novità. Se ho ben capito la prima versione del testo è stata rielaborata secondo le "dritte" della commissione che doveva stabilire l'ammissione. Quindi il contest perde la sua natura di sfida e diventa un laboratorio di scrittura. E perché?
    L'autore scusi l'intrusione

    Non è il luogo adatto dove parlarne, quindi adesso rispondo qui, ma poi continuiamo altrove (o in privato ;) ).
    Come diciamo da sempre, se un racconto viene giudicato non in linea con i criteri del concorso o dello step non viene escluso l'Autore, ma il racconto; quindi l'Autore ha facoltà di proporre un nuovo testo, fino ovviamente alla data di scadenza. Non è una novità, Sps ha sempre adottato questa linea.
    Va da sé che l'Autore è libero di rimaneggiare il proprio testo già inviato e "scartato" (come in questo caso), oppure di proporne uno nuovo. La commissione non fornisce nessuna indicazione; al massimo espone il motivo per cui il testo è stato ritenuto non ammissibile, ma questo mi sembra doveroso visto che qui non siamo meri nickname ma ci conosciamo in molti con nomi e visi.
    Non so se ho risposto. In caso, sai dove scrivere ;)
  15. .
    CITAZIONE (Lycia @ 23/4/2017, 15:23) 
    Questo io l'ho capito e mi attengo. Ho notato però che, anche al di fuori dei concorsi, si ricevono i like per i commenti molto più che per i racconti per cui l'indice di gradimento è molto relativo.

    Infatti il like è stato pensato proprio per i commenti.
    Per dimostrare l'apprezzamento per un racconto, esistono i commenti.
    Per dimostrare l'apprezzamento per un commento, esistono i like.
    Per dimostrare l'apprezzamento per lo staff, esistono gli inviti a cena... :rotfl: :rotfl: :rotfl:
213 replies since 30/1/2012
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