Scrittori per sempre

Posts written by vivonic

  1. .
    Sorvolo sul fatto che sia scritta in dieci strofe per un duplice motivo: in primis, perché tanto ormai si è capito (lo abbiamo ribadito anche troppe volte); in secundis, perché effettivamente questa poesia gioca anche sull’effetto visivo, e quindi potrebbe funzionare. Nonostante questo, continuo a preferire i contenuti agli impatti visivi stravaganti.
    Versi liberi, rime non presenti (nei vv. 6-8 appare casuale); il ritmo, ben individuabile, è scandito dai segni di interpunzione.
    Le anastrofi, insieme al ritmo, contribuiscono a dare un senso poetico al testo.
    Difficile la valutazione riguardo il tema. I vv. 4 e 10 sembrano trascinarla dentro ai confini imposti, e una volta parafrasato il testo può emergere l’idea concettuale della scrittura; ma se dovessi attribuire un tema al componimento, non credo che sceglierei quello del concorso.
    IN CONCLUSIONE: nonostante ci sia qualche problema, il componimento ha una sua forza poetica evidente. Un tema appena sfiorato, e con molta generosità non la definiamo esterna a esso, non le permette di avere giustizia all’interno della mia classifica personale.
    Resta comunque un discreto lavoro.
  2. .
    Lessico semplice ma ricercato, con un titolo che conduce quasi da subito in una dimensione onirica.
    Versi liberi; ritmo cadenzato dalla punteggiatura.
    Schema di rime originale, che impreziosisce il componimento: CDECDE nei vv. 3-8, mentra AB dei primi due è in assonanza con AB degli ultimi due, a rimarcare con le rime i concetti espressi.
    Pregevoli le figure retoriche utilizzate: la metonimia del v. 5, e le anastrofi dei vv. 4-7. Interessante anche l’allegoria sottintesa dall’intero componimento.
    Chiaramente in tema.
    IN CONCLUSIONE: un’ottima poesia con un’ottima costruzione, che merita di essere tenuta in considerazione in sede della votazione finale.
    Complimenti.
    :)
  3. .
    Il titolo, nel connubio con il tema del concorso da tutti conosciuti, rovina un po’ l’aspettativa, anche perché i contenuti espressi appartengono molto all’immaginario collettivo (e qualcuno ha citato anche la frase tramandata dalla saggezza popolare in un commento).
    La presentazione del testo in dieci strofe non agevola la lettura, resa ancor più ostica da una metrica ballerina: vanno bene i versi liberi, ma quando manca il ritmo si finisce per leggere in prosa, e questa è la critica che più ti è stata mossa dagli altri commentatori.
    Punteggiatura abusata, che fa risaltare la maiuscola del verso 3 ma anche la congiunzione del v. 5, laddove poi i vv. 7 e 8 hanno sapore di polisindeto.
    Rime non presenti.
    IN CONCLUSIONE: per tutti questi motivi, non posso esprimere un giudizio sufficiente.
    Mi spiace.
    :(
  4. .
    Perdonami Autore, ma a questo punto del concorso non riesco più a fare troppi giri di parole.
    Questa non è una poesia, ma una prosa scritta andando a capo quando ti pareva. Se togliamo tutti gli a capo e la scriviamo di seguito, della poesia non resta niente. Questo te lo suggerisce il fatto che hai utilizzato dodici segni di interpunzione a fronte di dieci versi, e tutti senza una ragione metrica.
    Poi hai scritto dieci strofe di un verso l’uno; questo, unito al fatto che il primo verso sfiora le venti sillabe a fronte delle sei del verso 4, fanno proprio pensare che non ci sia una ragione per andare a capo se non quella arbitraria che hai deciso tu, rendendo la tua prosa simile alla forma poetica.
    Ma, come ho già avuto modo di argomentare abbondantemente in questo concorso, la poesia è altro da questo.
    IN CONCLUSIONE: per tutti questi motivi, non posso esprimere un giudizio sufficiente.
    Mi spiace.
    :(
  5. .
    Quando ho capito che commentare questa poesia sarebbe stata la cosa più difficile di oggi, sono andato a leggere i commenti degli altri.
    Per fortuna, così posso commentare partendo da quelli.
    Discorso “tema”: non ha tutti i torti Lycia quando afferma che di scrittura non si parla, e se dovessi giocare a indovinare qual era il tema del concorso leggendo la poesia, probabilmente non direi “La scrittura” nemmeno come centesima opzione.
    Ma procedendo a ritroso sembra invece più facile: davanti allo schermo dove il documento word è ancora vuoto (“il sussulto del bianco in una barriera di vetro”), il poeta cerca un’ispirazione. Non che io ami lo spiegone (e difatti non ricorro mai a questa pratica), però è l’unico modo per affrontare la questione se sia in tema oppure no.
    Appurato che per me, seppur in zona Cesarini, il tema lo rispetta, parliamo dei contenuti.
    Le narici che si appoggiano, col bianco richiamato dal titolo e dal verso iniziale, sembrano dire che Parnassius non abbia proprio delirato nel proprio commento; tuttavia, dubito che questa poesia sia un’apologia all’uso di sostanze.
    Semplicemente, davanti alla mancanza di idee, tutti i sensi sono buoni per cercare un’ispirazione, e il poeta, tra metonimie e sinestesie, ci racconta come nascono le proprie Opere. Opere in cui, ricordando O poeta fingidor di Fernando Pessoa, l’onestà cela il proprio grido di dolore.
    Versi liberi, ritmo ben cadenzato; schema rimico assente.
    IN CONCLUSIONE: questa poesia spicca, sia nei contenuti sia per l’uso sapiente delle figure retoriche proprie del genere che ne impreziosiscono la fruizione degli stessi.
    È una poesia raffinata, elegante, e non di facile lettura come la maggioranza dei lavori che partecipano a questo concorso.
    I miei più vivi complimenti.
    :)
  6. .
    Titolo adatto a una composizione chiara e dal lessico semplice e facilmente fruibile.
    Versi liberi, concettualmente si ritrovano una parte iniziale e conclusiva di due versi, e un corpo centrale di sei, visivamente delimitati dai segni di punteggiatura inutili alla metrica ma non al ritmo.
    Presente una rima (cfr. vv. 6-8) che però non impreziosisce il testo (cfr. il commento di Bucaneve: sottoscrivo).
    Bella l’immagine del poeta che ara i campi d’antichi sentimenti.
    Tema rispettato chiaramente.
    IN CONCLUSIONE: una poesia degna di questo nome, ben costruita nella sua semplicità.
    Complimenti :)
  7. .
    Io non voglio fare polemica inutile né accusare qualcuno o qualcun altro.
    Che ci posso fare? Sarà la mia indole, ma io certe cose non le concepisco, non arrivo a comprenderle, figuriamoci a giustificarle.
    Dietro la facile obiezione "Non sono capace, so fare così" ci sta quanto di più contraddittorio possa esprimere qualcuno che partecipa a un concorso, qualunque esso sia. Perché, come dice Buck (e sottoscrivo), lo scopo di questi concorsi dilettantistici è proprio quello di far provare, di far "uscire dal guscio". Una volta che partecipi, lo fai bene, a dovere, con cognizione di causa. In tutte le parti del regolamento.
    Poesie di dieci strofe da un verso l'una, prose scritte andando a capo alla porcogiuda, versi di trenta sillabe... Tutte queste non sono prerogative di una poesia. Stefia dice che dovrei lamentarmi con chi le ha ammesse: e perché mai dovrei lamentarmi? Non è poi chiaro che i Comitati di ammissione sono stati aboliti? Pensavo lo fosse, ma di nuovo l'altra facile giustificazione "se è stata ammessa, allora..."
    Questo è il modo per circondarsi di assoluta mediocrità. No, io parlo con chi le ha scritte le "poesie" così, perché ormai siamo arrivati al punto che "la poesia è emozione, se emoziona è fatta bene".
    Sono cazzate. A me può emozionare anche la voce di Adriano Pappalardo, non entro nel merito della soggettività, ma laddove vi è rimasto qualcosa di oggettivo in questo mondo dobbiamo preservarlo, non mortificarlo.
    E un'altra cazzata enorme sono i commenti di una o due righe in cui si parla di tutto fuorché di poesia. Se davvero lo scopo del concorso è stato raggiunto, è di far scrivere e far commentare parlando di poesia, non di "emozioni personali"; in caso contrario, il concorso è un fallimento.
    Se uno ha partecipato provando a scrivere una poesia, poi commenta parlando di poesie, non di altro. E nessuno chiede un commento tecnico o il conteggio delle sillabe o il ritrovamento di arcane figure retoriche. Porca miseria, qui ormai un commento che supera le due righe è diventato un animale mitologico. Ci sono poesie che non hanno uno, che sia uno, un commento utile non c'è. Bella, mi è piaciuta vs mi dispiace, non mi è piaciuta. Ma chi se ne frega a chi è piaciuta o a chi no: spiegatemi il perché. Che se ne fa l'Autore del nostro soggettivissimo gusto personale?

    Io potrei continuare per ore a scrivere dell'argomento, ma non è questa la sede adatta.
    Concludo, e probabilmente neanche intervengo più sulla questione.
    Sottolineo, però, che questo modo di ragionare non lo concepisco e non lo accetterò mai. Le cose vanno fatte, per mettersi alla prova; e quando ti metti alla prova, le fai come Dio comanda, se no davvero è la stessa cosa di non averle fatte.
  8. .
    CITAZIONE (E©ly @ 9/5/2018, 18:59) 
    Ma davvero vuoi mettere una cischeik con la parmiggiana? :risata.GIF:

    Mai al mondo, soprattutto se l'hai cucinata tu... :tisupplico.gif: :tisupplico.gif: :tisupplico.gif:
  9. .
    Il titolo mi sembra eloquente, e le immagini proposte dal poeta sono difficilmente discostabili dall’argomento. Certo, l’allegoria è chiarissima: ma in che modo essa è riferita alla scrittura?
    Mi pare che il tema sia stato dimenticato dal poeta, quindi la poesia risulta difficilmente votabile.
    Strano trovare refusi in un componimento di dieci versi, e strano che si sia usata una virgola del tutto inutile al v. 4 per poi dimenticarsi il punto al verso finale.
    Inoltre lo schema libero va bene, ma ritengo che versi che superano le venti sillabe non siano propri della poesia, e difficilmente contribuiscono alla creazione di un buon ritmo.
    Le immagini sono, comunque, molto belle ed evocative.
    IN CONCLUSIONE: per quanto la poesia sia ben costruita dal punto dei vista dei contenuti, difetta di ritmo ed è palesemente fuori tema, per cui non posso ritenerla un lavoro sufficiente.
    Mi spiace.
    :(
  10. .
    Sono molto deluso da questo concorso. Si vede che gli utenti di Sps non sono poeti, ma (ottimi) scrittori.
    Certo che se mi presento a una mostra di quadri con un fumetto, o a un concorso lirico con una canzone rap, o a un concorso di dolci con le melanzane alla parmigiana (continuo?) non posso sperare che la giuria mi apprezzi.
    E questo non significa che quel fumetto, quel pezzo rap o quella parmigiana non siano una forma artistica visiva, musicale o di cucina perfetti, nel loro campo; ma si tratta di fumetti e non di quadri, di musica leggera e non lirica, di secondi e non di dolci.
    E se un giurato sottolinea la mancanza dei requisiti fondamentali, che gli diciamo? Che quella parmigiana è buonissima e chiunque la mangia piange di commozione? Ok, sono d'accordo anch'io; ma sempre parmigiana resta, non un dolce.

    Qui di poesie ce ne sono meno della metà. Di commenti che non tengono conto minimamente di cosa sia una poesia ce n'è almeno il 90%.
    Di commenti che tendono a denigrare o a svilire i commenti che entrano nel merito, poi, ne ho letti diversi: "io non conteggio", "io vado di pancia", "l'emozione prima di tutto": bravi! Così ci ritroviamo le melanzane al concorso dei dolci.
    Io sono esterrefatto e non credo di essere più in grado di sopportare simili commenti.
    Che poi passa la cheese-cake migliore del mondo, e gli si dice: "Sì, è buona; però quella parmigiana..."

    E se qualcuno pensa che io stia parlando di me, vuol dire che non riesce a cogliere il significato di quello che sto dicendo. E se non lo capisce, beh, credo che sia proprio la persona che butta le cheese-cake per tenersi le parmigiane.
    :mazzate.gif:
  11. .
    CITAZIONE (Giancarlo Gravili @ 9/5/2018, 15:05) 
    Ciao Vivonic ho notato anch'io questi spazi che configurano i versi in strofe. Questa cosa anche in altre opere, mi sorge il dubbio che non sia accaduto qualcosa a livello di pubblicazione che non fa capo all'autore.

    Penso che se così fosse l'autore lo avrebbe segnalato.
    Se lo staff non corregge significa che è il file originale a riportare così le spaziature...
  12. .
    Devo prendere atto che molti partecipanti al concorso non hanno idea della distinzione tra verso e strofa, che è come scrivere un giallo senza un caso da risolvere. Non vado oltre perché mi assale un senso infinito di frustrazione.
    Il lessico è ricercato, e a fronte della presenza di dieci strofe mi arriva come artificioso, con il chiaro intento di colpire il lettore. In realtà poi i contenuti non è che siano così originali e le immagini rimandano ad altre di Poeti abbastanza nell’immaginario collettivo, che si fatica a non ricollegare.
    Versi liberi, schema rimico incomprensibile (ABCDACEAEA).
    Cospicua presenza di figure retoriche di ordine a impreziosire il testo: l’ellissi iniziale è efficacissima, come i vari iperbati (cfr. vv. 2-3-4-8-10).
    Difficile cogliere il collegamento col tema del concorso, se questo non fosse richiamato dal titolo e dal verso conclusivo, abbastanza enigmatico e di difficile comprensione. Ma il poeta “scrive di loro” (cfr. v. 2) e così il tema è salvo.
    IN CONCLUSIONE: un lavoro sicuramente sufficiente, che poteva essere ottimo se si fosse curata la forma poetica (strofe, schema metrico e rimico).
  13. .
    Il titolo avverte già che stiamo per leggere una filastrocca, ma in realtà questo componimento non credo lo sia. È semplicemente una poesia che segue lo schema delle rime baciate, che non fa automaticamente di una poesia una filastrocca.
    Non volendo addentrarmi oltre in un quid che non avrei trattato se non fosse stato espresso dallo stesso Autore nel titolo, parliamo della poesia così com’è.
    La presenza di dieci strofe di un verso l’una annienta già tutte le positività, come ho già avuto modo di argomentare già in altre poesie e per il qual motivo, non me ne vorrà l’Autore, non approfondisco oltre la questione.
    La metrica è davvero ardua da seguire, con i versi 5 e 7 completamente errati che fanno sballare tutto il ritmo di una poesia scritta, alla ben’e meglio, in endecasillabi.
    Le rime baciate talvolta sono alquanto abusate (cfr. vv. 1-2) e per questo poco coinvolgenti.
    Un’ode all’alfabeto è quantomeno originale come centratura del tema del concorso, e quindi apprezzabile.
    IN CONCLUSIONE: un lavoro che, per quanto mi riguarda, nonostante mi abbia convinto nei contenuti, non può raggiungere la sufficienza in poesia visti gli evidenti problemi analizzati.
    Mi spiace :(
  14. .
    Per me è difficile commentare questo testo come “poesia”.
    Alla fine, c’è un concetto espresso per dieci strofe, perché dieci dovevano essere i versi e questo ha fatto l’Autore, che non penso avrebbe scritto dieci versi se il componimento non avesse avuto questo must legato al concorso.
    Oltretutto della poesia non ritrovo nulla: metrica, rimica, figure retoriche, linguaggio, e nemmeno i contenuti. Un verso di ventisette sillabe è incommentabile, e dimostra l’intento di scrivere una prosa con una formattazione originale più che una poesia.
    IN CONCLUSIONE: un lavoro che, per quanto mi riguarda, non può raggiungere la sufficienza in poesia visti gli evidenti problemi a rientrare nella forma.
    Mi spiace :(
  15. .
    Il titolo ha il pregio di mostrare l’intento del poeta, che poi si ritrova nella poesia con un lessico semplice e adeguato al messaggio.
    Completamente da sistemare la questione strofe, che dimostra poca dimestichezza dell’Autore con la poesia e di cui ho già detto in altre poesie e qualcuno ha già detto anche qui.
    Impossibile, di conseguenza, inquadrare uno schema metrico o rimico in dieci strofe di un verso ciascuno.
    C’è qualche figura retorica di ordine a impreziosire il testo, ma è difficile parlare di anastrofe da una strofa all’altra. E si intuisce ma un po’ si perde il significato dell’ultima strofa.
    Contenuti comunque fruibili, che risultano diretti e, a mio avviso, per niente banali.
    IN CONCLUSIONE: un lavoro che, per quanto mi riguarda, non può raggiungere la sufficienza in poesia visti gli evidenti problemi a rientrare nella forma.
    Mi spiace :(
3643 replies since 30/1/2012
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