Scrittori per sempre

Votes taken by asbottino

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    Di solito mi astengo dal dare giudizi sull'attinenza al genere, visto che spesso sono stato un possibile colpevole a piede libero. Ma volevo dire che questo per me è un monologo. Ci tenevo, ecco tutto. Come impostazione mi ricorda un racconto di Wallace in Oblio, un monologo confessione di un suicida. QUi è tutto più semplice e piccolo e sentimentale e femminile rispetto alla scrittura di Wallace. Ma mi è piaciuto molto e mi piace che il flusso sia così ordinato. Ci ricorda anche come la scrittura sia un modo per mettere ordine nei pensieri. Bellissimo
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    Ha bisogno di un pubblico. Questo è certo. Più di un pubblico d'ascoltatori che di lettori.
    Mi dicono che si tende sempre avanti, senza tende d'avanti agli occhi, o era prosciutto? E i vegani? Han sempre gli occhi liberi per guardare? E gli ariani? Han sempre lo stomaco che ha disimparato a brontolare? È Brontolo? Era uno dei nani? E i giardini? Son belli anche senza nani?
    Mi ricorda Bergonzoni. Più che interiore è un monologo esteriore.
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    Anche questo da fastidio. E parecchio. Ed è riuscitissimo. Tecnicamente ineccepibile. Ma ho idea che saranno tanti così. Io sono uno di poche parole. Qui c'è un fiume in piena e vengo un po' travolto. Non posso dire che non mi piace e non posso dire che mi piace. E non è una questione di indecisione: quando la corrente ti trascina via, alle volte tieni la testa fuori e alle volte vai sotto e non respiri.
    Non credo che in molti dei flussi che stiamo leggendo tutto quello che c'è scritto vada davvero capito. Uno rovescia un po' la sua testa sulla pagina. Chi sta sotto viene investito. Bravo, davvero bravo.
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    Funziona davvero bene. Fin troppo castigato, conoscendo la storia. Forse potevi spingere anche di più. Non credo che debba piacere. Non è il suo scopo. Anzi. Ed è perfettamente riuscito. Ottimo.
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    CITAZIONE (Akimizu @ 22/3/2017, 15:12) 
    In effetti l'Ulisse è un po' troppo estremo come esempio. Non sono riuscito a finirlo neppure io che sono un lettore compulsivo. Comunque, parer mio, anche il Giovane Holden, in alcune parti è un flusso di coscienza vattelapesca. La letteratura americana del ventesimo secolo e quella contemporanea sono piene di flussi di coscienza comprensibili, come alcuni racconti di Foster Wallace ad esempio o alcun passaggi di molti romanzi di De Lillo. In alcuni punti anche Trainspotting è un flusso di coscienza. Dico questo perché anche io, come Zac, vorrei proprio evitare di dover leggere racconti troppo cervellotici.

    Quotissimo. :appaluso: :appaluso: :appaluso: ti abbraccio e vattelapesca.
    Più che altro nel documento che ho trovato sembra che monologo e flusso siano forme che si muovono in un territorio in cui la trama è un po' assente. Insomma tante parole e basta... Spero che non sarà così.
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    http://online.scuola.zanichelli.it/metodie.../pp526-527n.pdf
    Se può essere utile ho fatto qualche ricerca e al link che trovate qui c'è un PDF che spiega monologo interiore e flusso di coscienza con degli esempi. Sembra ben fatto e la fonte è autorevole.
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    CITAZIONE (Akimizu @ 19/3/2017, 00:40) 
    Asbo, non sai come mi sono violentato per non votarti. Dopo un anno e mezzo che non ti leggevo ti ho riconosciuto subito, incredibile, e ho detto: Eccolo. Ma mi ero dato una regola, prima di iniziare con questo step delle fiabe: non avrei votato quelle che secondo me non rispettavano il genere. Perdonami.

    Ma Aki, non ti preoccupare! Sono felice che sei tornato. E lo hai fatto con una storia bellissima, che meritava di più. Nel commento che ti sei fatto sei stato troppo duro con te stesso. Per me vale quello che ho scritto dopo aver letto la tua fiaba. Credo che ci fossero idee molto diverse, spesso lontane e inconciliabili. Al di là di questo mi ha fatto riflettere il tuo riferimento allo snaturarsi. Personalmente non credo che per affrontare un genere sia necessario snaturarsi. Io lo considero come un'opportunità di trovare nuove libertà. È un po' come camminare sul filo, mentre scrivi. Poi dopo quello che conta sono solo i lettori. Io accetto tutto. Forse fa male se ti dicono che sei fuori posto, ma la storia non è già più mia. Deve trovare la forza di difendersi da sola.
    Grazie ancora e bentornato. Ci sei mancato.

    CITAZIONE (Achillu @ 19/3/2017, 01:01) 
    Alla fine ho pensato alla tua come a una "metafiaba". Non può essere una fiaba nel nostro mondo, ma può essere una fiaba nell'universo del racconto stesso. Il Ricordo che racconta a un gruppo di altri Ricordi questo incontro con il Cacciatore... si tratta di altri Ricordi che probabilmente non hanno mai visto Mister Oblio, quindi tutto il racconto risulta magico. In quell'universo. Quindi "metafiaba".

    Spero che ti possa piacere questa definizione.

    Si, mi piace molto. È qualcosa che ho intravisto anche io, mentre scrivevo il finale e i ricordi erano lì in attesa sotto il Filo. Il ricordo che parla è il Narratore è la fiaba è la storia del Cacciatore. Grazie. E grazie per aver scelto questo genere. Diversamente non avrei mai scritto questa storia.
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    Prima di tutto, ovviamente, non preoccuparti. Ho capito benissimo. Grazie per il tuo commento, per i complimenti e in generale per l'apporto che stai dando con le tue storie e con l'attenzione che dedichi a quelle degli altri.
    Tu mi riconosci dopo tre racconti... Pensa gli altri che mi leggono da cinque anni, che hanno letto tutto ciò che ho scritto in questi cinque anni... Che pazienza che hanno!
    Il tema della memoria: si, è una delle mie ossessioni. Forse perché ne ho poca, davvero poca. E oltretutto vivo da metà della mia vita con una donna che invece ha una memoria prodigiosa. Diciamo che la nostra dinamica è molto simile a quella dei due sposi del primo racconto. E i nostri figli hanno preso da lei! Ma al di là di questo, non è ciò di cui siamo fatti? Di ricordi. Alla fine della vita metteremo sulla bilancia quelli che abbiamo, da una parte i buoni e dell'altra quelli dolorosi. Magari non è così semplice. Speriamo che non sia così semplice.
    Ma non è intenzionale, non a livello razionale almeno. Però mi piace l'idea del filo, che la storia successiva che scriverò prenda qualcosa della precedente e da quelle prima. Ne ho scritte poche, in questi cinque anni. Ma le trovi tutte qui, su questo posto favoloso che chiamiamo SPS. Non ho un cassetto per le storie. Non mi piacciono i cassetti.
    Tornando a questo racconto, se ci pensi un po' la dinamica "lui che aiuta lei" è presente anche qui. In fondo il Cacciatore scappa dal Dimenticatoio perché pensa che la bambina avrebbe una vita diversa se lui tornasse indietro.
    Bella, la scelta del monologo. Vediamo cosa ne verrà fuori.
    Grazie ancora.
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    Bravissima. E grazie per averci raccontato la storia dietro la storia.
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    Questo è l'ultimo racconto che leggo. Ed è giusto così, perché mi resta nel cuore. Una scrittura e una storia straordinaria, che ha agito su di me come un filtro d'amore. Ha qualcosa di orientale, di indiano forse, e riconsegna la parola fiaba al suo significato più ampio, che la lega al folklore, alle leggende, a tradizioni e racconti orali spesso lontani dalla nostra sensibilità, nello spazio e nel tempo.
    Mi permetto una riflessione in generale, per chiudere con i commenti, perché in questa come in tante altre fiabe ho scorso commenti così diversi uno dell'altro. E questo mi porta a riflettere una volta di più sul genere che abbiamo affrontato, su come l'idea che ne avevamo è uscita sconvolta o rafforzata da queste letture, su come la tradizione occidentale e la nostra cultura e poi le esperienze differenti di ognuno di noi contribuiscano a creare quella che è la nostra idea di fiaba. Su come siano differenti e in certe circostanze inconciliabili e lontane queste idee, su come siano invece alle volte, senza accorgersene, inconsapevolmente vicine. Credo che sia stata un'esperienza interessante, forse irripetibile con altri generi. Ma proprio questo, più di altri, ha qualcosa di antico, che pesca nelle acque profonde dell'istinto stesso di narrare, quindi è giusto così.
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    Un inizio tradizionale tradito da un finale sospeso e lontano dalla tradizione. Il racconto secondo me risente di questa indecisione. Il fatto che la principessa sia brutta non è funzionale alla storia, credo, e la maledizione non trova un fondamento abbastanza forte che la giustifichi. Da rivedere. Le premesse sono buone.
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    Questo racconto spacca. Spacca, scusate il gergo, perchè è scritto davvero bene. Spacca perchè dai commenti viene fuori che i lettori sono spaccati in due squadre, dentro e fuori dal coro. Io che di mio sono già un po' bipolare vengo spaccato nella solita dicotomia tra scrittore e lettore. Mi piace l'approccio innovativo, la tecnica, la follia creativa. Resta più un coinvolgimento di testa che di pancia, però. Se esiste un'emozione razionale, allora sono razio-emotivamente coinvolto, ma no, mi sa di no, non esiste. Grande lavoro. Le parti in rima soprattutto.
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    Spesso, molto spesso. Sta cercando di dirci qualcosa che ci riguarda da vicino, tutto noi che scriviamo storie. Rimandare, trovare scuse per non affrontare il sogno, vivere su un'altalena tra desiderio e paura, e poi abbondonarsi a se stessi, a ciò che si è, a ciò di cui abbiamo bisogno più che a ciò che desideriamo. Una favola per scrittori, secondo me. Un lavoro notevole.
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    Una scrittura favolosa. No, non solo. Mi correggo. Una voce. Una voce che potrebbe raccontarci qualunque cosa, andare oltre qualunque genere e che sa vedere il reale in ciò che è fantastico e viceversa. Il bambino mi ricorda mio figlio, che alla stessa età sembra più grande di quello che è ed è più grande di quello che ero io e che forse non ha più bisogno di favole ma solo di sapere che stiamo tutti bene. La favola è negli occhi di chi ti legge. Grazie autore.
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    Bella, delicata, intelligente. Molto classica. Ho un dubbio: la donna crede di essere vecchia ma non lo è, in realtà. Perchè il narratore la chiama "vecchia"? Non potrebbe chiamarla semplicemente "donna" e lasciare che sia il lettore a presumere che è vecchia (così come lei presume di esserlo) e poi sorprendere il lettore (e la protagonista) mostrando che non lo è affatto? Sono stato contorto, lo so, ma spero che tu abbia compreso l'osservazione. Bellissima storia, comunque.
106 replies since 3/2/2012
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