Scrittori per sempre

Posts written by asbottino

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    Manca solo un po' di essenzialità, ma resta un pezzo notevole, perfettamente in genere, profondo, scritto con una mano delicatissima. Complimenti
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    La fiaba non decolla a poco a poco. Diciamo che resta più a motore spento per tre quarti e poi sale in cielo alla velocità della luce. E quando sale, ti porta via con sé. Niente male, davvero niente male.
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    Meriterebbe un po' di approfondimento, ma è un racconto adolescenziale e allora va bene così. Dalla sua ha che si legge alla velocità della luce e dopo tanti racconti complicati è un piacere inaspettato. Vero quanto dice Aki sulla brutta anatroccola e da divoratore di cultura americana non posso che confermare che è così. Se devo dire la mia non ho mai avvertito il passaggio da brutto anatroccolo a cigno come un reale cambiamento. Per un popolo che mette la ricerca della felicità nella costituzione, pur essendo allo stesso tempo un popolo di grandi contraddizioni, il passaggio è più simile a sbozzare un blocco di marmo e scoprire che dentro c' sempre stata una statua. A parte questo, il racconto mi è piaciuto.
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    Ha una sua musicalità e uno stile molto funzionale, ma è un po' ingarbugliata e difficile da seguire. Come sempre quando si inventa un mondo bisogna fare delle scelte e puntare solo su alcuni dettagli. Qui specie al principio ce ne sono troppi. Morale molto chiara.
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    Tecnicamente ineccepibile. Più ancora della scrittura mi ha colpito la gestione della storia. I tempi, il modo in cui gli eventi si susseguono. Davvero notevole. Un passo da scrittore classico, sicuro dei propri mezzi, perfettamente consapevole di cosa significa scrivere un racconto breve. Cosa metterci dentro e cosa no. Bravo davvero
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    Tante, troppe informazioni. Ne vieni quasi sopraffatto all’inizio. Dialoghi difficili per una fiaba e in generale un’atmosfera cupa, orchestrata attraverso un linguaggio che non lascia spazio al lettore. Lavoro notevole ma che cerca nel racconto un territorio troppo piccolo in cui incastrare a forza un mondo intero.
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    Un po' ristretta la forma racconto per una storia così. Finisce che le premesse e la risoluzione sono un po' affrettate. All'inizio non sai tutto quello che c'è dietro e alla fine ti chiedi se basti davvero una serata a risolvere tutto. Non credo, ma va bene così. Il racconto è piacevole ed è molto centrato nel genere e nel tema. L'immedesimazione scatta a diversi livelli. Un buon lavoro.
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    Premetto che non amo la mitologia, però è originale la scelta di Eco. Racconto sbilanciato, come hanno fatto notare altri, in bilico tra ironia e dramma. Forse il suo difetto è che non fa una scelta precisa e che sembra più propenso a ricostruire un mito piuttosto che a raccontarlo, magari rischiando di "de-mitizzarlo" un po', ma provando a farlo arrivare a tutti, anche a chi non ama questo genere.
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    Interessante, molto ambizioso. Non sempre riuscito, ma sicuramente non passa inosservato, perché nasconde di più di quello che emerge in superficie, come un iceberg di cui vediamo solo la punta. E allora forse il suo unico difetto è questo: di nascondersi un po'. Mentre scrivere il più delle volte ha a che fare con il dire tutta la verità. Puoi parlare di incomunicabilità, ma senza tenere nulla soltanto per te.
    Piaciuto.
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    Scelta molto originale e scritto molto bene. L'ultimo paragrafo lo illumina e ti permette di inquadrarlo nel genere e nel tema. Fino a lì resta un po' in ombra e la fedeltà della ricostruzione frena l'impeto della lettura. Nel complesso è un buon pezzo, ma forse avrei cercato di vivacizzarlo strada facendo.
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    Niente male. Ci sono tante cose dentro. Forse troppe ma ben gestite comunque. Buffo, alla fine sembra che l’unico modo per uscire dall’incomunicabilità sia quello di non parlare affatto invece che di trovare le parole mancanti. Piaciuto
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    Tanti dettagli bucolici distraggono un po’ e non li trovo funzionali a una trama che ridotta all’osso avrebbe bisogno di più lavoro sui personaggi e meno sull’ambientazione. Lettura piacevole ma che si chiude a cerchio. Sesso era e sesso rimane e l’impressione è che si parli d’amore perché costretti.
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    Achillu ha parlato di dilatazione del tempo. Ha colto nel segno. Sta proprio lì la potenza di questo racconto. Prendere un attimo e spaccarlo e renderlo infinitamente lungo, attraverso un linguaggio che scava sempre più a fondo, che solo in apparenza sembra fine a se stesso. Era una cosa che Wallace sapeva fare bene, applicandolo a qualunque genere o situazione. E poi è un racconto breve, non ci sono santi, vive di un attimo e di quell'attimo dice tutto quello che va detto. Piaciuto molto.
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    La realtà delle fiabe. Una realtà condivisa. Il finale dice più di quanto riesca a dire il resto del racconto. L'incomunicabilità è un sogno in cui ci si incontra ma non ci si può davvero sfiorare. L'idea non è male. Tra i tanti rimandi, a me ha ricordato Lady Hawke e l'immagine di una dimensione sospesa in cui potersi vedere per pochi istanti ma senza mai potersi davvero arrivare a toccare. Per il resto ci sono scelte che non ho amato particolarmente e che forse banalizzano un po' uno spunto che poteva essere trattato con meno ironia e più romanticismo.
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    Forse non è tutto riuscito, non ti rapisce allo stesso modo dall'inizio alla fine, ma ha delle cose bellissime. Questa su tutte: La felicità è trovare quel qualcosa di nuovo, eccitante e diverso in un universo che rimane uguale a se stesso. La felicità è quando il film che hai visto già tante volte, finisce nello stesso identico modo in cui era finito la volta precedente: con l’eroe che anche questa volta, riesce a superare tutte le avversità che il destino gli rovescia addosso. Ma potrei citarne altre. Resta un racconto coraggioso, che cerca di dire delle cose importanti, che sceglie di farlo in un modo delicato, alle volte un po' nascosto, che delle fiabe sfrutta il linguaggio ma di cui forse non ha la stessa disarmante semplicità. Bello, però. Bello davvero.
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