Gina Forni gentil pastorella

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  1. tontonlino
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    Penna furiosa

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    Sono parecchio affezionato al testo che segue. È una canzone che mia madre mi cantava tanto tempo fa. L'aveva sentita da giovane da qualche cantastorie e soltanto in poche persone la ricordano. Credo appartenga per lo più alla tradizione orale perché non ne ho trovato nessuna traccia scritta che sia stata pubblicata. L'avevo cercata in rete, qualche anno fa, ma senza successo. Poi, casualmente, l'ho trovata qui, ma, come potrete notare, mancano alcuni versi, che ho aggiunto (di memoria) nella versione che vi sottopongo.

    Gina Forni gentil pastorella
    Che l'amore faceva con Tito
    Lei sperava che presto marito
    Suo ne fosse gentile così.
    Lusingata da dolci parole
    al suo Tito dava l'onore
    finché a un tratto
    una bella mattina
    Tito le dice: "più non batte per te questo cuore
    Trova pure un altro amatore
    Ché altra donna io devo sposar"
    Gina dice "Se tu mi lasci così in abbandono
    Lo vedrai te la faccio pagar"
    Lei si dà con gran pena a cucire
    Una monaca volle apparire
    Una vesta infatti si fa.
    La domenica appena sull'alba
    Lei da suora si veste e va via
    Chi la vede non sa chi ella sia
    E in chiesa si va.
    Già gli sposi son nell'altare
    Mentre il prete li unisce e gli dice
    "Questa coppia sia sempre felice
    e dividerli nessuno potrà"
    Escon fuori di chiesa gli sposi
    A braccetto tranquilli e contenti
    Ad un tratto esce fuori
    Una bella e gentil monachella
    impegnando (impugnando) una rivoltella
    All'amante lei dice così:
    "Non per te questa festa di gioia,
    ma sarà solo festa di sangue,
    tu non pensi a chi soffre e chi langue
    trascinata dal tuo disonor."
    Mentre Gina fugge lontana
    La sposina si getta su Tito
    E piangendo abbraccia il marito
    Che tradita quel dì la lasciò.
    Gina corre e va a casa
    Si rispoglia la veste posticcia
    Di vestirsi di nuovo si spiccia
    e di corsa in caserma lei va.
    Ripresenta si triste e tremante:
    "Ho ammazzato il mio amante
    che tradita un dì mi lasciò
    Quanto prima dovrò partorire
    Questo figlio sarà del peccato
    Per un tenero amore ho sbagliato
    Ora date giustizia di me".
    Nella cella la Gina che piange,
    lei si pentì di averlo ammazzato,
    Giorno e notte in preghiera lei sta.
    Non più bianco il vestito da sposa,
    ora porta la bionda Maria,
    come pazza ella va per la via,
    piange e implora il suo Tito così.

    Edited by tontonlino - 23/11/2013, 22:59
     
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