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Premetto che votare, questa volta, per me è un po’ una sofferenza. Ho dovuto escludere quelli che, secondo me, sono i due racconti più belli e divertenti dello step, “La storia senza Gabriele” e “La faglia”. D’altra parte, pur con le migliori intenzioni, non riesco a comprenderli nel genere ucronico, per le motivazioni che ho già espresso nei commenti. Altro problema, negli altri racconti magari l’ucronia c’è, ma spesso è marginale, oppure solo accennata o molto debole. Poi, magari, il racconto che ha una base ucronica più solida non risponde tanto ai miei gusti personali come lettrice (ad esempio “Enrico Mattei”, probabilmente il testo più solidamente ucronico dello step). Insomma, alla fine ho dovuto trovare un compromesso tra l’ucronia e la piacevolezza della lettura del racconto, per cui il mio vincitore ha usato un’ucronia non debole, ma di cui ha esplorato le conseguenze non tanto a livello della macrostoria, quando della storia intima delle persone. D’altra parte, mi piace molto come il racconto è scritto. Dopo il lungo preambolo, ecco la mia classifica:
PRIMO: Polvere
SECONDO: Il negozio di fili
TERZO: Morning Sun
QUARTO: Come il vento
QUINTO: La distruzione di Yalta
Rimangono fuori dal podio “Torneranno”, che a una seconda lettura mi è sembrato più una distopia che un’ucronia, e “L’ossessione di Dave”.
Per gli abbinamenti autore-opera, prima gli inconfondibili: La storia senza Gabriele: dalcapa Polvere: asbottino
Poi i tentativi: La faglia: mangal Morning sun: Akimizu La distruzione di Yalta: vivonic Res Publica: hacherina
Ancora più incerti: Torneranno: Bucaneve? Referendum: Achille? Anablefobia: Caipiroska? E se fosse nato Belzebù al posto di Gesù?: Giancarlo Gravili La storia di colui che ci salvò: Matteo Urgesi? Come il vento: Constance?
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