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Mi annoio. Ho poco da fare e parecchio tempo per farlo. Ecco perché spesso mi capita di girare a vuoto in macchina, correndo lungo strade dritte come uno sparo, e di fermarmi davanti a un campo arato, i fari accesi su chilometri di zolle smosse. Ho sempre immaginato la superficie lunare come la provincia di Rovigo in gennaio. Un'infinita distesa di terra grigia, la nebbia che galleggia, i solchi dei trattori come tracce lasciate dai rover. In questi momenti la noia diventa mistica, svela l'insufficienza delle cose che mi circondano di fronte all'immensità dei miei desideri. Ma sono anche i momenti in cui capisco che non lascerò mai questo posto, mi somiglia troppo, così silenzioso e senza gravità. E piano i desideri diventano vaghe idee di futuro e infine svaniscono nella certezza che la vita sarà solo esistere e lasciar correre. Allora torno a casa, la musica elettronica a volume alto, i finestrini aperti per permettere all'aria gelida di asciugarmi gli occhi.
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Che il protagonista si annoi è palese. Anzi, direi che le sue parole vanno oltre l'essenza stessa della noia, sprofondando nella malinconia, nella tristezza. L'augurio è che il suo pianto possa essere liberatorio.
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Noia che diventa momento di meditazione e di catarsi. Bravo
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Dio della penna
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Noia e nebbia tra Ferrara e Rovigo. Capisco e quando faccio la A13 incrocio le dita per non trovare nebbia. Purtroppo spesso il muro spaventa tanto, una volta ho bivaccato a Rovigo per due ore in attesa di poter riprendere l'autostrada... Che noia!
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Teropode assennato
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C'è della filosofia dietro le parole dello scritto, così come un forte di senso di ineluttabilità, di abbandono alle correnti del fato, che in effetti è tipico di tante situazioni. Un buon lavoro.
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Anche qui la noia ha un aspetto positivo. Diventa mistica presa di distanza dai rumori della vita. Bello e significativo
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Una noia che assumo toni poetici. Bella la corrispondenza tra i campi aridi e arati di Rovigo e la Luna. Forse è lìche è sceso Armstrong.
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Scusa, non mi è chiaro il titolo. Un astronauta, no. Non si annoia di sicuro. Chi guida nella notte per strade note e amate si sente come uno straniero con la testa fra le nuvole? Noia mistica: tra la consapevolezza del vuoto esistenziale e aspirazioni metafisiche? Lo spazio del 48 ti sta stretto.
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Penna d'oca
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Bello. Come la nebbia anche la noia della provincia entra nella ossa. Ma continui a crogiolartici dentro.
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Penna d'oca
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Quando nella terra si sta stretti, si gira a vuoto in macchina, la mente vaga sul mistico a voler scacciare la noia.
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Scrivano
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Mi è venuta in mente una frase usata spesso da Camilleri nei suoi romanzi. “Non riusciva a cataminarsi”. Ho durato fatica prima di comprenderne il significato ma questo tuo racconto lo spiega magnificamente.
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Scritto magnificamente, come le altre cose che ho letto di Akimizu. Mi piace il contrasto fra questa noia totale, dentro nell'anima e fuori nei paesaggi e questi desideri che affiorano, cercano di emergere e poi si nascondono di nuovo in profondità. Resta la rassegnazione e l'attaccamento ai luoghi che sono specchio dell'anima del (o della) protagonista. E' l'ultimo che ho letto e dovrò rivedere almeno in parte la mia classifica ideale.
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Il concetto della noia è espresso perfettamente nelle prime righe. Dopo arrivano altre cose: insoddisfazione, tristezza, ma anche incapacità di reagire. Molto profondo. Bello il paesaggio lunare.
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Ecco la noia: poco da fare e parecchio tempo per farlo. Accettare, trovare la propria dimensione anche in assenza di gravità. sei un uomo sulla luna che pensa e scrive benissimo.
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Penna d'oca
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Il protagonista si sente estraniato al pari di astronauta sulla luna. Viaggia in cerca di quiete e sensazioni in un territorio familiare, che conosce a memoria. Lascia correre i pensieri come le ruote dell’auto, poi rincasa con la consapevolezza che 'la vita sarà solo esistere e lasciar correre'. La noia. Una noia intrinseca nell'animo di per sé rassegnato. Scritto molto bene. Caro Aki, leggerti è sempre un grande regalo.
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