Un infinitesimo di Goethe

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    Molto bello e coinvolgente, però ad un certo punto mi sono persa nella trama che ho faticato a seguire. Ottima prova comunque. :)
     
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    Uno dei racconti finora più belli fra quelli letti dello step, forse la prima parte da sola sarebbe già bastata mentre la lunga successione di brevi paragrafi tende forse un po' troppo a spezzare il ritmo. Titolo magnifico. Comunque vorrei spezzare una lancia contro le critiche: il piano è disperato tanto da essere sciocco ma l'autore non ci mostra un personaggio arguto e stabile, ma più uno che non sopporta più gli orrori della guerra e della deportazione. Per quanto una serie di azioni possa sembrarci inconsueta e lontano dal nostro modo di pensare fa parte della libertà del personaggio, e quindi non la definirei irrealistica.
     
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    Penna furiosa

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    Concordo con Akimizu: poco credibile come racconto storico. Viene meno il criterio del verosimile, che caratterizza il genere.
     
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    Bisognerebbe ripassare il concetto del genere "storico."
     
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    Penna furiosa

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    "Noi esistiamo proprio per rendere eterno ciò che è passeggero."

    Complimenti! Grande autore!
    il tuo stile è elegante, hai una capacità espressiva fuori dal comune. fotogrammi che scivolano davanti agli occhi.

    "la storia siamo noi, nessuno si senta escluso."
    Bravo davvero
     
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    Dio della penna

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    mamma

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    niente da dire, come racconto è splendido.
    scritto molto bene, con pochissimi refusi, è scorrevole nonostante l'argomento non facile.
    poi c'è il lato negativo, se così lo vogliamo chiamare, ossia la poca credibilità della storia.
    non mi permetto di dire che sarebbe stato impossibile, però realizzare un piano simile è davvero molto difficile.
    diciamo che l'ambientazione è storica, ma definire storico il racconto non è semplice.
    in ogni caso è una gran bella prova.
    piaciuto tanto
     
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    Una storia particolare, certo non molto probabile, anche se ci furono in realtà soldati tedeschi che si resero protagonisti di atti di umanità opponendosi ai dettami del loro Stato Maggiore.
    Ho trovato particolare la scelta di una prima parte di storia a blocco, lunga, dettagliata, e poi il viaggio nella steppa ridotto a pochi paragrafi spezzati tra loro: mi è sembrato come uno di quei vecchi film nei quali a una prima parte corposa ne fa seguito una quasi muta fatta solo di scene evocative e paesaggi.
    Non riesco a giudicarlo in maniera del tutto positiva per via di alcune scelte fatte, anche se la storia mi ha molto colpito.
    Apprezzata sicuramente idea e ambientazione.
    Buono!
     
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    Penna stilografica

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    Scrittura fantastica: incisiva, evocativa, toccante.
    All'inizio si fa un po' fatica a entrare nel racconto perché ci sono pochi appigli sul contesto, poi si comprende e la lettura decolla. Bellissimo il cadenziare il testo con quel "viva?", A cui lei alla fine risponde: l'incomunicabilitá si è sciolta.
    Il finale è il punto debole del racconto perché in effetti poco realistico. Il sollievo di lui è incomprensibile: lei è donna e non parla tedesco, come può salvarsi dall'incontro con le truppe della Wehrmacht?
    Comunque complimenti.
     
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    Scrivano supremo

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    Ciao Aut-

    L'inizio fatica a ingranare. All'inizio pensavo addirittura che sul treno ci fosse un passeggero di nome Goethe e che fosse lui il protagonista. Invece la storia va da tutt'altra parte. Avrei preferito un finale con l'arrivo dell'armata rossa e una bandiera bianca, trovo poco verosimile che siano salvati dalla Wehrmacht.

    :emoticons-saluti-6.gif?w=593:

    I paragrafi molto brevi sono intensi e allo stesso tempo spezzano forse eccessivamente, forse no, il ritmo. Molto cinematografico, sia come descrizione delle scene che come taglio del racconto.
     
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    Penna furiosa

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    Tecnicamente ineccepibile. Più ancora della scrittura mi ha colpito la gestione della storia. I tempi, il modo in cui gli eventi si susseguono. Davvero notevole. Un passo da scrittore classico, sicuro dei propri mezzi, perfettamente consapevole di cosa significa scrivere un racconto breve. Cosa metterci dentro e cosa no. Bravo davvero
     
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    Penna furiosa

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    Un racconto indimenticabile!
    Forse più che storico sembra d'ambientazione storica, che non è proprio la stessa cosa, ma sulla quale si sorvola facilmente.
    L'unico appunto che posso fare a questo bravissimo autore è la scelta di delegare l'incomunicabilità a due persone che non parlano la stessa lingua: mi sarei aspettata un contesto più profondo messo a paragone della superba scrittura.

    Per il resto arrivo per ultima e ho poco d'aggiungere, tranne questo: applausi!
     
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    Teropode assennato

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    Ringrazio davvero tutti tutti, è stato bello tornare a vincere e sono contento di essere riuscito a piacere a buona parte dei lettori, cosa che non mi capitava da un po' (dallo step fantasy di Ink, unico che abbia mai vinto).
    Paradossalmente, con quel racconto fantasy questo ha avuto una cosa importante in comune: è stato l'unico altro racconto scritto per Ink che non abbia dovuto sfoltire. Dopo la prima stesura era già buono così e stavo ben al di sotto del massimo dei caratteri, riuscendo quindi a inserire qualche descrizione o dettaglio in più.
    Quando mai!

    Al solito le osservazioni che avete fatto sono giuste e pertinenti, e dovrò tenerne conto per futuri lavori. In particolare mi sono fatto un po' prendere la mano sul gestire la situazione storica, anche se vorrei spendere due parole da terzo tempo per esplicare meglio la vicenda narrativa e alcuni dettagli storici.

    Siegfried è un personaggio ambiguo, mosso da due diverse pulsioni: il dovere e l'interesse personale.
    Come ha ben detto Otter Dan, non è un soggetto stabile e razionale, o non più.
    Il senso del dovere, da buon tedesco, gli ha fatto fare il suo lavoro di assistente ai macellai degli Einsatzgruppe e ha accettato tutto senza troppi problemi finché le regole sono state quelle canoniche.
    Quando la regola viene derogata, ecco che qualcosa s'incrina e lui perde la bussola: è il momento in cui per la prima volta portano delle donne ad essere fucilate invece dei soliti uomini.
    E' un fatto storico: durante l'operazione Barbarossa inizialmente i nazisti fecero pulizia dei soli maschi, mentre donne e bambini venivano reclusi o comunque trattati con maggiore umanità. Man mano che si è delineata la Soluzione Finale (Olocausto) la remora è saltata e non si son fatte più distinzioni, prima con le "razze inferiori" poi direttamente con tutti i nemici del Reich.

    Siegfried non ha il coraggio o l'interesse per aiutare le donne a evitare la fucilazione. La sua preoccupazione è che muoiano senza ulteriori traumi.
    Per questo rimarca con l'ufficiale la faccenda dell'ubriachezza di Starke e dei suoi, perché sa bene che dare delle donne da far denudare e fucilare a dei macellai sbronzi porterà inevitabilmente a eccessi e violenze inutili.
    Si ritrova a quel punto messo in mezzo a prendere il posto di Starke, cosa che avrebbe evitato volentieri, ma il senso del dovere gli fa fare tutto quel che c'è da fare.

    E' il caso a far saltare tutto lo schema. La ragazza sopravvive, lui decide di fare una cosa folle e provare a salvarla.
    Non è mosso da altro che interesse personale, quel tipo di interesse che ti porta a fare anche cose illogiche: è attratto da lei, vorrebbe evitarle la morte. Si chiede anche, verso la fine, se mai sia riuscito a suscitare in lei un minimo di rispetto, di amore persino.

    Riguardo al modo in cui tenta di salvarla, vale grossomodo quanto detto sopra. Non ha un piano, fa solo quello che gli viene istintivo fare.
    La cura, la nutre, quando c'è da andare via la traveste con una uniforme.
    Da dove verrebbe il fantomatico ferito? Siamo in Bielorussia, i Tedeschi sono ben oltre verso est e stanno ripiegando: potrebbe venire dalla steppa, essere uno sbandato. Nella confusione della fuga difficile che si facciano tante domande.
    E dopo? E chi lo sa? Non gli importa neanche, lui sta facendo quello che gli viene spontaneo fare e poi sia come sia, grossomodo quel che succede quando sei innamorato in una situazione in cui è l'ultima cosa che dovrebbe succederti.
    Certo, se fosse stato fatto salire sul camion pieno di Einsatz non avrebbe avuto chance: qualcuno avrebbe potuto riconoscere lei e far finire la storia, ma il buon Starke ci mette del suo e senza volerlo aiuta il protagonista.

    Quando poi nel finale si imbattono in altri Tedeschi in fuga, siamo sempre lì, non c'è un piano. Ci sono solo possibili situazioni.
    In fondo ha raccolto una donna ferita vestita da soldato tedesco. Puoi raccontare qualsiasi cosa, anche lavartene le mani se serve a salvarti la vita: questo non lo sappiamo e non l'ho approfondito per dare massima libertà d'immaginazione.
    Potrebbe anche finire malissimo per entrambi, sarebbe plausibile.
    Io non sottovaluterei però cose come il caos della ritirata e il rango di sergente: sono dettagli utili quando devi fare qualcosa contro le regole.

    Infine infine infine, io due dettagli ve li ho messi nella storia per avere un piccolo hint su cosa Siegfried potesse raccontare per giustificare il salvataggio di una donna vestita da soldato tedesco.

    CITAZIONE
    Apparivano slave nella fisionomia e baltiche nel taglio del vestiario: membri della resistenza bielorussa, ex-collaborazioniste, vagò di fantasia.

    CITAZIONE
    “Viva,” la sentì scandire in un sussurro.

    Pensavo che quest'ultimo sarebbe subito saltato all'occhio, invece nessuno l'ha fatto notare.
    Ma ci mettereste la mano sul fuoco che lei non parli il tedesco?
    ;)



    Grazie a tutti!

    CITAZIONE (Tony-the-sub @ 31/3/2019, 18:34)
    Semplicemente fantastico. Autore credo tu sia un grande e quando scoprirò chi sei cercherò altro di tuo da leggere. Difficilmente qualcuno ti butterà giù dal mio podio... ma non è detto.

    Oh, ti prendo in parola eh!
    :P
     
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    Penna d'oca

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    A tuo favore, poco tempo fa mi è stata raccontata la storia di un uomo italiano che era detenuto in un campo in Germania di cui si era innamorata una segretaria tedesca che l'aveva protetto durante la prigionia. Quando arrivarono i russi gli italiani furono messi in un treno per tornare in patria e quest'uomo fece montare sul treno l'amata tedesca. Al confine fu però scoperta e rimpatriata riconosciuta perché non parlava italiano, questo era prevedibile ma non aveva impedito a quell'uomo di provarci.
     
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