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Da una scadenza si passava a una successiva. Non vi era nemmeno un cambio di etichetta. O forse sì ma era all’esterno! Io non la potevo vedere rinchiuso come ero in questa scatoletta metallica da un tempo che perfino a me sembrava troppo. M’avevano agguantato, strapazzato e infine rinchiuso. Mi ero difeso, ma solo all’inizio, poi m’ero rassegnato e non m’era importato più nulla ma questo continuo cambiarmi la scadenza ora cominciava a sconvolgermi. Non la richiedevo nemmeno io ma un tipo che s’accaniva per mantenermi in quello stato fino a quando comunque non mi avrebbero messo sulla sedia elettrica e infine ucciso!
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Scrivano
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Qui urge l’intervento dei NAS.
Ho trovato molto simpatico questo mini. La storia c’è, è ben scritta e io non posso che simpatizzare per quel povero prodotto scaduto sempre in attesa del supplizio. Roba da dare di matto.
Mi sono venute in mente certe razioni di carne in scatola in dotazione all’esercito. Razioni K,mi pare si chiamassero.
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Mi hai portato fuori pista e poi...
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Scrivano
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Ohibò! Temo di aver sbagliato clamorosamente l’interpretazione...
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Un supplizio prima della definitiva esecuzione, inizialmente ho pensato ai pomodori pelati chiusi nel barattolo e poi messi al forno!
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Dio della penna
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Il famoso miglio verde e questo sembra un "uomo morto che cammina"
Interessante la stesura.
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In poche parole riesce a rendere bene l’inquietudine e l’angoscia di questo continuo rimandare l’appuntamento con la morte che sembrerebbe in fondo ineluttabile. Tuttavia mi dà l’idea di un racconto al passato fatto da chi in qualche modo l’ha scampata. Sono troppo ottimista?
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All'inizio avevo pensato come Petunia: le riflessioni di un tonno o di una sardina in scatola sui comportamenti ambigui di commercianti senza scrupoli. Sarebbe stato non dico geniale, ma quasi. Invece non è stato così. Peccato. Comunque buon pezzo.
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Penna suprema
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Bel prodotto.
Tra i migliori che ho letto.
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Penna d'oca
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Non mi dispiacciono affatto le metafore in prosa per qui, forse perché manca un'ancora di trama risulta un pochino pesante. Non male l'idea dell'allungarsi della data di scadenza, però forse in un racconto così corto non riesce a venir fuori.
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Il racconto, con quel brontolio continuo per il rimaneggiamento della data mi è piaciuto, ma non ho capito bene se si trattava di qualcosa in scatola o di un condannato a morte...
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Penna suprema
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La prima impressione che si ha è di sentirsi soffocare, ma non è un qualcosa di positivo: il racconto, presentato così, soffre di almeno tre a capo e due virgole mancanti, che non agevolano una lettura che richiede all'incirca trenta secondi.
Se si voleva rendere l'idea dei sentimenti del protagonista, in cento parole, si sarebbe potuto optare per un ritmo più serrato piuttosto.
Il cambio di pdv è invece apprezzabile, e condotto anche abbastanza bene sul filo delle cento parole.
E il messaggio che mi comunichi, così come lo ricevo io, non posso che condividerlo e farlo mio.
Il fatto, poi, che alcuni commentatori prima di me non abbiano colto subito quello che ritengo fosse il senso che tu hai attribuito al tuo 100, non può che farti piacere: sei riuscito a spiazzare alcuni di noi ottenendo comunque di suscitare qualche emozione e regalare qualche riflessione.
Piaciuto molto.
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Ho apprezzato la metafora, praticamente tutto il 100 ruota attorno a una ambiguità che si esplica alla fine, ma non mi è piaciuto troppo lo stile e la stesura zoppica, soprattutto per la punteggiatura. Quindi per me è buono solo per metà.
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Tu non lo sai, ma dentro me ridevo.
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Io sto applaudendo! L'hai costruito proprio ben e questo cento. Racconti, in poche righe, l'angoscia che si prova rimanendo lì, nel limbo, dove non sai se quella che hai appena visto è stata la tua ultima alba.
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Penna stilografica
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Non so, forse il tema è troppo ampio per racchiuderlo in un 100, forse la scadenza non l'ho sentita come la metafora migliore per descrivere il dramma, ma il racconto non mi ha coinvolto nè emozionato, Sorry.
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19 replies since 30/9/2019, 11:22 242 views
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