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Dal vangelo secondo Matteo (25, 35-44) 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
26 giugno 2019 «Signor ministro, noi siamo pronti, è tutto sotto controllo.» Lui si gira e lo guarda, soppesando per un istante la situazione. «Ottimo. Se quella stronzetta conferma quanto detto prima, intervenite subito. Avete il mio via fin d’ora.» La bocca dell’ufficiale diventa un ghigno: «Perfetto.» Si gira ed esce. Matteo prende in mano una matita e ci gioca; sbuffa, è impaziente. Devono capire tutti che con lui non si scherza.
A bordo della Sea Watch la situazione è al limite, in ogni senso. Igienicamente, umanamente e anche politicamente. Non ne possono più. «Che facciamo, Carola? Siamo allo stremo.» «Lo so, Verena, lo so.» «Hai deciso? Sai come la penso e sai che obbedirò comunque.» «Sì, ho deciso. Entriamo in porto, non possiamo aspettare ancora, stanno troppo male.» Verena sorride, soddisfatta. «Ora avviso la capitaneria di porto della nostra scelta, tu passa parola agli altri e dì a Haidi di spiegare tutto ai naufraghi» conclude Carola.
Matteo sta seguendo lo svolgersi della situazione con estremo interesse ma soprattutto con ansia. Ansia d’intervento. Squilla il telefono. «Sì?» «Signor ministro, la zecca rossa si è votata al suicidio.» «Magnifico. Schiacciatela!» «Sissignore, agiamo come da accordi.» Chiude la chiamata e si permette un sorriso. Poi si lascia andare e ride sguaiatamente, di gusto, di pancia. Aspettava questo momento e ora se lo gode.
A bordo della nave c’è agitazione, sanno che si sta per arrivare. Quelli in migliori condizioni scrutano le acque e guardano avvicinarsi il porto di Lampedusa, cosa che apre nei loro cuori una grande speranza. Sono loro ad accorgersi del fatto, e avvisano Haidi, che subito comunica col capitano. «Carola, ci stanno abbordando.» «Cosa? Non possono fare una cosa simile, mica siamo in guerra…» «Ovvio, però è quello che sta accadendo.» «Nessuno di noi è armato, dì a tutti di stare il più tranquilli possibile, vediamo cosa vogliono.» Non terminano il loro dialogo, si sentono rumori, grida. Spari. «Ma che stanno facendo?» urla Carola andando verso il frastuono. Vede i militari schierati, mitra in mano, che tengono di mira i migranti e parte dell’equipaggio. «Che state facendo? Questo è un atto di guerra, non potete fare una cosa simile!» Uno degli assaltatori le si avvicina: «Lei è il capitano della nave?» «Carola Rackete, per servirla, ma non così.» «La dichiaro in arresto per violazione della legge italiana. Sia cortese e non opponga resistenza.» «Resistenza? A voi? Non mi sfiora il pensiero, però ho sentito degli spari, vuole dirmi cosa è successo?» «Le verrà spiegato al momento opportuno, per ora è sotto la nostra custodia.» «Siamo ancora sulla mia nave, sono io il comandante e voglio sapere perché avete sparato…» «Forse non ha capito, comandante, lei è in arresto e non ha più voce in capitolo.» «Hanno sparato ai profughi.» La voce è quella di Verena. Si alzano grida dalla folla, parole incomprensibili ma che confermano l’accaduto. E qualcuno sbraccia, prova a reagire. Sono in parecchi, magari possono farsi valere. Le urla crescono, si amplificano, ma subito vengono messe a tacere da una raffica di mitra cui seguono grida di diverso tenore. Dolore, paura. Carola osserva inorridita quanto accade, poi cerca di andare verso i migranti ma viene fermata dal capo militare che le ha ufficializzato l’arresto: «Stia qui, non si impicci o peggiora la situazione.» Sulla nave salgono altri soldati, ne prendono il totale possesso e la dirigono verso il porto. «Missione compiuta» dice qualcuno al telefono «zecca schiacciata.»
27 giugno Vito Matera sta per salire sulla propria barca ma nota qualcosa di strano, manca un remo. E poi il telo di copertura è messo in modo strano, quasi servisse a nascondere qualcosa. Sale e, con delicatezza, sposta il telo. «Ah… minchia, che è…» C’è un uomo, sotto, e pare morto. No, vede il petto sollevarsi, è ancora vivo, anche se pieno di sangue. Prende il cellulare e chiama Nino, suo fratello, che avrebbe dovuto essere già lì. E infatti c’è, dietro di lui. «Qua sono. Chi è?» «Che ne so, però è ferito, bisogna chiamare un’ambulanza.» «No» dice Nino, «non è uno dei nostri, credo sia uno di quelli della nave di ieri, meglio portarlo al centro dal dottor Lorro.» «Sì, credo sia meglio.»
29 giugno Lo squillo del telefono disturba e interrompe il sonno di Matteo, ma quando vede il numero sorride. «Pronto» dice. «Imbecille.» «Come… perché? Ho fatto come avete detto, no?» «No. Ti è stato chiesto di simulare, di fare scena, non un atto di guerriglia vero e proprio. Adesso ci verranno addosso tutti e ci massacreranno, l’Europa si farà sentire.» «Ma quella puttanella comunista ha infranto la legge, doveva venire arrestata.» «Che bisogno c’era di aprire il fuoco? Erano tutti disarmati, a bordo, bastava mostrarsi decisi.» «È quello che abbiamo fatto, poi qualcuno si è innervosito perché quei reietti mugugnavano e si è lasciato scappare una raffica. Ma non è successo niente.» «Tu dici? C’è un ferito e ci sono tre dispersi, lo sapevi?» Rimane un istante in silenzio, Matteo, poi ribatte: «Del ferito sì, sapevo, ma si è fatto male cadendo. Dei dispersi non avevo notizia, mi darò subito da fare.» «Sarebbe opportuno, anche se temo sia tardi.» «Ma cosa volete che succeda, sono stati loro a violare le norme, lo sanno tutti.» «Certo, ma sanno anche come vi siete comportati e agiranno di conseguenza, soprattutto se vedranno il filmato che gira su YouTube. Potrebbe esserci bisogno di cambiare tattica totalmente.» «Filmato? Di cosa?» «L’abbiamo già cancellato più volte, ma continua a tornare in rete, è molto pericoloso. Te lo giro.» Si chiude la telefonata. Matteo scuote la testa, poi inizia a parlare da solo, si alza e si veste. Poi accende il portatile.
30 giugno «Buonasera a tutti. Questa sarà una puntata particolare, organizzata in poche ore e totalmente incentrata sull’argomento Sea Watch e le sue conseguenze. Vi mostreremo anche un filmato che potrebbe avere ripercussioni notevoli sul governo. Sono immagini girate nel centro di accoglienza di Lampedusa che mostrano un uomo ferito da colpi d’arma da fuoco. Ebbene, quest’uomo è uno dei dispersi, e pare che le pallottole siano quelle in dotazione ai nostri Carabinieri. Ma vedremo poi, intanto vi presento gli ospiti della serata. Sono con noi...» «Fanculo, come cazzo ci sono arrivati a quel filmato?» Spegne la tv e prende il telefono. È arrabbiato, Matteo, capisce che la nave in difficoltà adesso è la sua e comincia a chiamare gli amici per la tattica da tenere. Vedranno di cosa sono capace.
Non fa in tempo a chiamarne molti, viene interrotto dal segretario: «Ministro, ho in linea il Presidente del Consiglio, che dico?» «Digli che sto andando da lui, parto ora.» «Va bene.»
Il colloquio non dura molto e, quando esce dall’ufficio, Matteo è stravolto. Arrabbiato, indignato. La Germania ha chiesto chiarimenti sull’accaduto e la liberazione immediata di Carola Rackete. Conte è d’accordo, ma lui no, non vuole cedere. Lui ha ragione. Sempre. Interrogazione parlamentare? Ma che cazzo vogliono, il ministro dell’interno ha agito come doveva per proteggere la sovranità dello stato italiano. La vibrazione del cellulare lo riporta in sé, ma vedendo il chiamante stavolta non sorride. Suda, ma non per il caldo. «Pronto, Maestro.» «Matteo, devi dare immediatamente le dimissioni e chiedere scusa in via ufficiale.» «Cosa? Siete impazziti? Non ci penso nemmeno lontanamente, scherziamo?» «Non è uno scherzo. Dai le dimissioni o va tutto a puttane, poi ne riparliamo.» «A puttane vi ci mando io, per la miseria, figuratevi se calo le braghe davanti a quattro coglioni rossi che vogliono salvare una zecca, una figlia di papà viziata e stronza.» Clic. «Pronto, Maestro… pronto… vaffanculo!»
2 luglio «Le notizie principali sono due, strettamente collegate una all’altra. Infatti il GIP di Agrigento non ha convalidato l’arresto di Carola Rackete, comandante della Sea Watch, che è stata quindi immediatamente scarcerata. La seconda è che gli esami balistici hanno confermato la provenienza della pallottola trovata nel corpo del migrante libico salvato a Lampedusa: viene dal mitra in dotazione ai nostri Carabinieri. Questo apre uno scenario nuovo, con possibili grazi ripercussioni a livello governativo. A tutto ciò si aggiunge che, appena saputo della scarcerazione della capitana tedesca, il vice premier e ministro dell’interno ha annunciato le proprie dimissioni. Appena ci saranno novità vi faremo sapere, per ora è tutto da Roma, linea allo studio.»
Nei giorni successivi accade un po’ di tutto. Le dimissioni vengono accettate e il governo si autosfiducia, sciogliendosi. Ci sono proteste un po’ ovunque per la situazione ingarbugliata creatasi e anche in Europa, al parlamento, qualcuno alza la voce contro l’Italia, rea di chissà quali altre colpe. Quell’Europa che quando serve un aiuto non c’è mai, ora urla contro. Che coraggio, che ipocrisia.
20 Agosto 2019 «Anche oggi apriamo il notiziario con due eventi in primo piano, ma andiamo con calma. Dopo i disordini dei giorni scorsi, sfociati negli scontri a Milano con feriti e contusi, sembra che la situazione sia sotto controllo, ma si teme possa nuovamente sfuggire di mano. Infatti, poco fa è stato emesso un ordine di arresto nei confronti dell’ex vice premier e ministro dell’interno con l’accusa di istigazione all’odio, abuso di potere e tentato omicidio. A breve daremo ulteriori particolari. Nel frattempo, il presidente incaricato, Giuseppe Conte, ha sciolto la riserva e accettato di formare il nuovo governo. Ci colleghiamo con Roma, linea a Morelli.»
«Cosa? In arresto? Io? Non potete, sono un parlamentare e ho l’immunità, serve il permesso del parlamento per agire contro di me.» «Mi spiace, signore, ma in questo caso non serve alcuna autorizzazione a procedere, il mandato è internazionale.» Matteo sbiadisce, non se l’aspettava. Il Maestro l’ha tradito. «Ora vuole seguirci o dobbiamo metterle le manette?» «Le manette a me? Cretino, devi obbedirmi, sono io a dare gli ordini» sbotta l’ex ministro, «non osare mai più farmi una domanda simile o…» «O cosa, signore? Fuscecchi, Rodella, prendetelo e portatelo dove sapete.» «No, non potete, non potete, comunisti di merda, finirete all’inferno…»
Settembre Le proteste della Lega non si fermano. Scontri di piazza, violenti, in difesa del loro leader ora in galera. Ingiustamente, secondo loro, perché in galera devono andarci gli extracomunitari, parassiti della società che ci rubano donne e vita e ai quali regaliamo soldi in continuazione. A nulla servono gli interventi del nuovo governo, del Presidente della Repubblica… Solo l’esercito riesce a fermare i facinorosi, pur con fatica per non peggiorare la situazione. Le immagini dell’ex ministro in manette che continua a insultare chiunque, hanno fatto il giro del mondo e il paese è costantemente monitorato anche dall’estero. Poi, in maniera alquanto anomala, tutto si acquieta e pare tornare alla normalità. Solo qualche caso isolato di solidarietà a un accusato che, a sorpresa, rimane in carcere.
Ottobre «L’ex vice premier è stato rinviato a giudizio, dietro richiesta del Pubblico Ministero, per i reati a lui ascritti. Non risultano, al momento, reazioni di alcun genere se non a livello locale da parte di alcuni sostenitori del partito di cui l’imputato fa, o faceva, parte. È strano, in effetti, che la cosa stia passando un poco sotto banco, ossia che non crei frastuono come dovrebbe, visto di chi si tratta e di come era considerato prima. Pare sia stato abbandonato anche dagli amici più fedeli.»
Amici più fedeli… Spegne il televisore, sospirando, il Maestro. Tutto da rifare, ma prima bisogna chiudere questa storia. In un modo o nell’altro bisogna chiuderla. Nella sua testa partono elaborazioni continue, complesse, intriganti. La soluzione arriverà.
Dicembre 2019 «Il consiglio dei ministri ha approvato il DPEF. La manovra di bilancio contiene misure particolari che approfondiremo tra poco, ma prima volevamo comunicare che l’ex ministro degli interni, in carcere a Opera, pare abbia avuto un malore. Nulla di preoccupante, dicono gli avvocati, un semplice malessere dovuto probabilmente allo stress che lo sta logorando. Infatti hanno presentato nuovamente al Tribunale del Riesame la domanda di scarcerazione o, in caso di risposta negativa, di arresti domiciliari per il loro assistito. La risposta è attesa per i primi di gennaio.»
12 gennaio 2020 «Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati dell’ex vice premier. La motivazione è che si tratta di elemento pericoloso in grado di reiterare i fatti. Per lo stesso motivo sono stati rifiutati anche gli arresti domiciliari. Questi erano stati chiesti anche per motivi di salute, ma l’imputato pare si sia perfettamente ripreso. Appena possibile forniremo aggiornamenti e ulteriori particolari. Passiamo a notizie più gradevoli. Vi ricordiamo che il 17 prossimo, ossia tra cinque giorni, sarà la giornata mondiale della pizza, dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità…»
12 febbraio «Ha superato quota mille il numero dei morti in Cina per la sindrome da coronavirus, la SARS-CoV-2. Per ora non risultano casi in Europa, ma su richiesta dell’Italia si terrà domani a Bruxelles una riunione dei ministri della salute del Consiglio dell’Unione Europea per chiarire la situazione e stabilire eventuali interventi. La stessa Cina ha dichiarato che sono deceduti sei operatori sanitari, contagiati durante il servizio. Il noto virologo Burioni, che sarà nostro ospite nello speciale di stasera dopo il TG, ha detto che ci sono novità.»
11 marzo 2020 «Nel giorno in cui la Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che CoViD-19 è pandemia, dobbiamo registrare, tra le altre, una vittima illustre qui in Italia. È infatti deceduto l’ex ministro degli interni, Matteo, ricoverato la settimana scorsa per chiari sintomi della malattia che sta sterminando mezza Europa. Un caso anomalo, dicono gli esperti, visto che il virus colpisce in maniera letale soprattutto persone di età avanzata. Oltretutto non risulta avesse patologie pregresse, ma in ogni caso appena possibile forniremo tutti i dettagli del caso. Nel frattempo…» «Un imbecille di meno» sbuffa il Maestro spegnendo il televisore. Guarda l’orologio, si sistema il grembiule, apre la porta sulla sua destra ed entra nella stanza dove lo stanno aspettando. Il tavolo di cristallo ha la forma di pesce. Tre uomini per lato, lui si mette dietro la coda. «Ci siamo, dunque. Avete portato i nomi? Uno solo a testa, lo sapete.» I sei si alzano e, inchinandosi, rispondono in coro: «Sì, Maestro.» Si siedono e spingono in avanti, sul tavolo, un foglio a testa. Il Maestro sorride. «Perfetto» dice, «si riparte, finalmente.»
Edited by mangal - 2/5/2020, 19:02
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