Una luce negli occhi

aut. Esterella

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    Ciao, a me come tutti i tuoi racconti, piace molto! Il tuo stile di scrittura, mai complesso ma scorrevole e ritmato al punto giusto, rende la lettura facile e avvincente. Mi piace il messaggio che lascia questa storia (sono le cose che preferisco nei racconti i messaggi positivi) ovviamente tutta una mia opinione personale. Per il resto hanno scritto tutto gli altri ed io non sono in grado di giudicare altro, complimenti.
     
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    Una serie di bozzetti di vita africana ben collegati fra loro diventano racconto che si legge facilmente. Un po' di suspense è dato dal buio che avvolge Nyah e dal delirio di Simba che sembra profetico, ma per fortuna non è. Per farne un vero racconto manca la tensione dell'obbiettivo che il protagonista (che non c'è) si propone di raggiungere. Questa mancanza di scopo e di conflitto fanno classificare lo scritto un bozzetto piuttosto che un racconto. Ben fatto, efficace, scorrevole.
    Stilisticamente non ci sono grossi rilievi da fare, qualche frase un po0 pesante, risolvibile con una attenta revisione. Piuttosto occorrerebbe variare il tono con la situazione. Nel deliro del nonno manca del tutto l'accento allucinatorio. Il suo è un racconto troppo da 'nonno e nipoti attorno al fuoco' Quì occorrerebbe concitazione, sincopi, animazione e anche incoerenza. E qui, in qualche modo, dovrebbe esserci l'elemento che induce a mandare Khamisi a scuola.
    Sono un po' stringato, non trovo altro da dire.
    Se l'autrice mi vuole fare domande specifiche, sono disponibile a rispondere, per quel che posso.
     
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    CITAZIONE (NovelleVesperiane @ 2/12/2020, 12:16) 
    Immersivo. I colori, gli spazi, i vestiti e i suoni del posto sono ben descritti e ci trasportano subito nella regione dove é ambientato il racconto.

    Ho adorato la sequenza onirica del nonno. Buona anche la scelta del linguaggio: fruibile da tutti ma accattivante.

    Una prova ben eseguita. Complimenti.

    grazie novelle , sono contenta ti sia piaciuto.

    CITAZIONE (tommasino2 @ 2/12/2020, 17:00) 
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    Hai mostrato, con garbo, tutte le difficoltà, tutti i problemi, di chi vive in quel continente.
    Scrittura limpida, pulita, corretta.
    Il vecchio quando riconquista guarigione e lucidità non ricorda nulla.
    Ma ha il consiglio giusto per il ragazzo, il sapere ha più valore di ogni cosa.
    E non lo afferma per far colpo su di lui, ne è assolutamente convinto.
    Io no, non ne sono convinto.
    Ci vogliono altri meccanismi per allontanare quei popoli lontani in ogni senso, da fame, povertà, malattie, guerre.
    Ma questo è un discorso da approfondire da qualche altra parte.
    Godiamoci la saggezza del vecchio.
    Godiamoci l'istinto protettivo di una mamma.
    Godiamoci l'ingenuità disarmante.
    Di un ragazzo.
    Brava, Esterella.

    Tom hai centrato quello che il racconto attraverso questa famiglia in fondo a modo suo felice voleva dire

    la saggezza del vecchio.
    l'istinto protettivo di una mamma.
    l'ingenuità disarmante.
    che poi la scuola non rivolva assolutamente i problemi è un dato di fatto, ma in quel frangente il vecchio la pensava così.
    un abbraccio. :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
     
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    CITAZIONE (Byron.RN @ 3/12/2020, 20:49) 
    A me questo racconto è piaciuto tantissimo.
    Si legge bene, è semplice, è costruito bene ed è avvincente. Leggendo la storia ti trovi a chiederti: il vecchio Simba guarirà dalla febbre? Riuscirà Nyah a trovare la strada per l'ospedale prima che faccia buio? E poi c'è l'appassionante racconto del vecchio a tu per tu col leone.
    Credo sia tutto davvero molto buono.
    Ti segnalo solo due piccole cose, due sole cose che nella lettura mi sono suonate poco bene.
    La capanna dove abitavano era distante, ma madre e figlio parevano maratoneti che si sfidano per arrivare al traguardo. Non mi piace molto questa similitudine, io la toglierei.
    In realtà il ragazzo non sapeva se credere o meno alla storia che il vecchio gli aveva raccontato, sembrava un sogno, ma una cosa gli era molto chiara il più forte trovava sempre il modo di decidere ed esprimere il proprio potere. Questo concetto espresso in questi termini da un bambino di 6 o 7 anni mi è parso subito troppo perentorio troppo risoluto, non molto credibile, io lo attenuerei, lo metterei in altri termini. Mi limiterei al concetto di forza, non di potere.
    Ti faccio tanti complimenti Esterella, la storia mi ha preso dall'inizio alla fine. Davvero una gran bella prova.

    Grazie Byron farò tesoro dei tuoi suggerimenti.

    CITAZIONE (Arianna 2016 @ 4/12/2020, 18:41) 
    Bel racconto, mi è piaciuto.
    Una storia dolce e anche raccontata in modo dolce. Sei riuscita a creare una particolare atmosfera.
    Complessivamente ben scritto. Ti segnalo qualche cosa da correggere:
    erano molto tempo= era
    definire: una= senza i due punti
    Simba nonostante l’età lavorava= Simba, nonostante l’età, lavorava
    non avere timore ci= non avere timore, ci
    Mamma che prepari= Mamma, che prepari
    poi rapito dal quello che stava raccontando aveva= poi, rapito da quello che stava raccontando, aveva
    giovane non= giovane, non
    Ero diventando= diventato
    molto chiara il più forte= molto chiara: il più forte
    Nonno ti ricordi= Nonno, ti ricordi
    niente accidenti= niente, accidenti
    raccontare devo= raccontare, devo
    Contento il ragazzo= Contento, il ragazzo
    fuori la capanna= fuori dalla capanna

    Davvero un buon lavoro.

    Grazie dell'accurata analisi del testo, contenta che tu lo abbia apprezzato.

    Grazie a genoveffa frau a dafne,speaking, e daxcosti per i loro commenti.

    CITAZIONE (mezzomatto @ 6/12/2020, 22:28) 
    Una serie di bozzetti di vita africana ben collegati fra loro diventano racconto che si legge facilmente. Un po' di suspense è dato dal buio che avvolge Nyah e dal delirio di Simba che sembra profetico, ma per fortuna non è. Per farne un vero racconto manca la tensione dell'obbiettivo che il protagonista (che non c'è) si propone di raggiungere. Questa mancanza di scopo e di conflitto fanno classificare lo scritto un bozzetto piuttosto che un racconto. Ben fatto, efficace, scorrevole.
    Stilisticamente non ci sono grossi rilievi da fare, qualche frase un po0 pesante, risolvibile con una attenta revisione. Piuttosto occorrerebbe variare il tono con la situazione. Nel deliro del nonno manca del tutto l'accento allucinatorio. Il suo è un racconto troppo da 'nonno e nipoti attorno al fuoco' Quì occorrerebbe concitazione, sincopi, animazione e anche incoerenza. E qui, in qualche modo, dovrebbe esserci l'elemento che induce a mandare Khamisi a scuola.
    Sono un po' stringato, non trovo altro da dire.
    Se l'autrice mi vuole fare domande specifiche, sono disponibile a rispondere, per quel che posso.

    Caro mezzomatto non avrei mai creduto che il mio racconto fosse un bozzetto, ma rispetto la tua opinione. Comunque in questo testo, come in altri racconti la protagonista è la famiglia nei suoi componenti evidentemente colpa mia se non sono riuscita a evidenziarlo.
    Grazie del commento.
     
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    ed erano molto tempo/ed era molto tempo; Ero diventando di pietra/Ero diventato di pietra; Nyah aiuto suo padre/Nyah aiutò suo padre; A parte questi refusi il racconto è ben scritto, fluido e ti porta fino alla perfetta conclusione dell'excipit obbligatorio. L'Africa appare già nel racconto, completamente diverso, di Kiriku92 e questo l'ha reso ancora più interessante ai miei occhi essendo il mio ultimo libro Mzungo, dedicato ai bambini albini africani (un po' di pub non fa male). Non ho altro da dire tranne che mi piacerebbe leggere altro di tuo. Brava.
     
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    Titolo arguto, come il nome femminile che troviamo nella storia,Nyah, ossia brillante.
    Mi addentro nella storia, vedo questa famiglia smembrata dalle vicissitudini della vita, ma nonostante la difficoltà di andare avanti, trovano il sorriso e una luce che brilla in quegli occhi color pece. Mi preoccupo per la malattia del babbo, ma vedo che Nyah è risoluta, prende la decisione di
    attraversare quelle strade impervie per arrivare all'ospedale della salute. Nel frattempo ascolto i racconti che il vecchio Simba, nonno di Khamisi racconta al nipote che frastornato e pensieroso lo accudisce con quello che ha. Una pezzuola intrisa di acqua. Non può offrire altro, nonostante le vendite al mercato mattutino siano andate bene, non hanno medicinali. Dopo storie di leoni buoni e gazzelle che scappano, arriva finalmente la salvezza. Il dottore dona loro la soluzione per uscire dalla brutta malaria che ha colpito il vecchio. Di nuovo lo coccolano, intanto che Nyah si procura il cibo. Poi il nonno si riprende e consiglia il nipote di frequentare la scuola giù al villaggio, perchè così può diventare forte come il leone della storia. Riflessioni, ottimo racconto, tenero, rilassante siamo nel centr'africa, ne sento il calore, ne odoro i profumi. I personaggi ballano tra dialoghi ben strutturati e riflessioni ponderate. Lo sviluppo della trama è ben snocciolato. Linguaggio e stile armoniosi e fluidi. In ed EX mirati.
     
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    Tony-the-subgrazie Tony del tuo commento, in realtà hai letto altre cose mie ai tempi di meetale e le olimpiadi letterarie mi chiamo Liliana scrivevo e scrivo soprattutto poesie, ma il mio pallino è raccontare. Leggerò senz'altro il tuo libro, pensa che mentre sbirciavo su amazon mio figlio che è stato in africa alcuni mesi , e mi ha ispirato questo racconto , mi ha detto che quando era ai villaggi lo chiamavano Mzungo per dire europeo, bianco.
    solenebbia sei stata bravissima a considerare il titolo e il nome Nyah che non sono stati scelti a caso, aggiungo ancora Simba il nome del nonno che significa leone, per la forza d'animo che lo caratterizza e Kamisi, nato di giovedì, nel mezzo della settimana , si ritrova ad essere nel mezzo tra la tradizione e un possibile cambiamento futuro grazie all'apertura mentale offertagli dallo studio.
    un caro abbraccio. :emoticons-saluti-6.gif?w=593: :pazzo.gif:
     
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    storia dolcissima, pur nella sua tristezza.
    tristezza dovuta alla situazione in cui versano i protagonisti, non per altro.
    il racconto trasmette belle sensazioni, emozioni palpabili, e i personaggi sono ben ccaratterizzati, soprattutto Nyah.
    molto bello il titolo e azzeccati incipit ed excipit.
    però vi sono tanti refusi e parecchie ripetizioni, quindi una bella revisione sarebbe utile per far diventare un gioiellino questa storiella.
    brava, Lily.
     
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    CITAZIONE (mangal @ 10/12/2020, 10:05) 
    storia dolcissima, pur nella sua tristezza.
    tristezza dovuta alla situazione in cui versano i protagonisti, non per altro.
    il racconto trasmette belle sensazioni, emozioni palpabili, e i personaggi sono ben ccaratterizzati, soprattutto Nyah.
    molto bello il titolo e azzeccati incipit ed excipit.
    però vi sono tanti refusi e parecchie ripetizioni, quindi una bella revisione sarebbe utile per far diventare un gioiellino questa storiella.
    brava, Lily.

    Grazie Fausto. Farò tesoro di tutte le indicazioni che mi sono state date. :noviolence.gif:
     
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    Un bel racconto come tutti quelli che sono ambientati in Africa: chissà perché ma hanno un fascino tutto particolare!
    Il racconto avrebbe meritato, forse, un'attenta rilettura in quanto ci sono delle frasi che avrebbero potute essere scritte meglio, te ne indico una su tutte che mi ha creato qualche difficoltà:
    CITAZIONE
    Suo marito e i figli più grandi erano lontani a cercare fortuna in Europa, ed erano molto tempo che Nyah non aveva più loro notizie. La sua era quella che si poteva senza dubbio definire: una famiglia povera e infelice, ma negli occhi delle persone che vivevano in quella capanna non c’era rabbia o sconcerto per una misera condizione, anzi a volte sui loro volti spuntavano sorrisi e gli occhi si rivestivano di luce.

    E' scappato un "erano" al posto di "era" e secondo me i due punti lì proprio non ci vanno; la frase, in generale, poi è un po' troppo lunga , avresti potuto spezzarla in due.
    nel leggere il racconto, infine, mi è rimasta la curiosità di sapere se la storia del nonno sia vera o frutto della febbre alta, ma forse non è poi così essenziale nell'economia della storia.

    A proposito: grazie per avermi fatto scoprire l'"anona". non la conoscevo!
     
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    Ciao!

    Mentre leggevo la tua bella storia sono rimasta colpita dall'uso dei colori, così presenti ed effettivamente in grado di trasportare in Africa; mi è piaciuta tantissimo l'espressione "madri e figli, avviluppati nella stessa veste, diventavano così una cosa sola".
    Rivedrei un po' la punteggiatura, come ti hanno già segnalato, e in generale (ma secondo me quasi tutti i racconti che ho letto meritano maggior spazio) utilizzerei questo racconto come scheletro per una storia più lunga e di più ampio respiro.

    Ti segnalo solo un'ultima cosa:
    CITAZIONE
    Il vecchio lo guardò: — Tu? — Non disse altro, poi lo fece sedere accanto a sé.
    — C’è una forza che non conosci, figlio mio, e che si può acquisire in maniera diversa dall’esercizio fisico.
    — E quale sarebbe?
    — Il sapere. Credo sia arrivato il momento che tu cominci a frequentare la scuola che hanno costruito in città.
    ¬¬— E diventerò forte?
    — Il più forte di tutti, Khamisi.
    Contento il ragazzo arrotolò alcuni stracci si mise a giocare fuori la capanna palleggiando col suo rozzo giocattolo, fino a che la luce del giorno cominciò a scemare.
    Il buio stava tornando a invadere il villaggio e rientrò in casa, presto sarebbe ritornata sua madre e le avrebbe detto della sua decisione di cominciare la scuola. Prese una seggiola e raggiunse suo nonno

    Secondo me sarebbe più efficace se la proposta della scuola per Khamisi provenisse da Simba piuttosto che dal bambino; credo che Nyah ne verrebbe convinta più facilmente.

    Complimenti!
     
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    In una capanna come le altre, fatta di paglia e fango, viveva Nyah con il vecchio padre Simba e il piccolo Khamisi.

    Telefono. Dal nome di nonno Simba ho subito intuito l'excipit che avresti utilizzato.

    CITAZIONE
    Suo marito e i figli più grandi erano lontani a cercare fortuna in Europa, ed erano molto tempo che Nyah non aveva più loro notizie.

    "...ed era molto tempo che Nyah...". Credo lo abbiano già segnalato.

    CITAZIONE
    Indossò i suoi kanga colorati, uno come gonna e l’altro avvolto intorno al busto e si avviò al mercato aiutata da Khamisi. Spingendo insieme un carretto che avevano caricato di frutta e verdura, si avviarono al mercato.

    C'è una ripetizione, si avviò / si avviarono al mercato, ma anche questa credo te l'abbiano già segnalata.

    CITAZIONE
    I piedi nudi, ormai incalliti, sollevavano la polvere delle strade sterrate

    Qui, a mio gusto, poiché è comunque corretto, avrei scritto dalle strade sterrate anziché delle.

    CITAZIONE
    “Devo solo raggiunge la collina. Lì c’ è la luce dell’ospedale” si diceva.

    Spazio di troppo tra c' ed é.

    CITAZIONE
    Nyah aiuto suo padre a togliere i laceri vestiti zuppi di sudore e lo aiutò a indossarne di puliti e asciutti.

    Aiutò. Poi aiutò è ripetuto, stona. Il secondo lo toglierei, non altera il senso della frase.

    CITAZIONE
    Simba nonostante l’età lavorava in una risaia, poco lontana dal villaggio, guadagnando pochi scellini.

    Attenzione: io sono ignorante circa il continente nero e per di più sono novarese d'origine: una risaia in Africa?

    A parte tutto questo credo che la tua storia sia ben costruita attorno all'incipit, al suo sviluppo e alla conclusione che sfocia nell'excipit. Mi permetto di dirti che, in questo racconto, come in altri tuoi racconti e tue poesie che ho letto, traspare tutta la tua umanità, tutto il tuo amore per la vita e le cose semplici. Non è da poco, una grande qualità secondo me, che un poco t'invidio.

    Una bella revisione e tutto si sistema. Buon lavoro.
     
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    Non ripeto quello che puntualmente ti ha fatto notare chi mi ha preceduto. Piccoli difetti che è molto facile eliminare e correggere con una revisione più attenta.
    Non altrettanto facile è riuscire a scrivere così bene. Del racconto mi è piaciuto tutto: la scelta dell'ambientazione, la descrizione dei luoghi (Tanzania?), l'uso della parola mai forzata, l'utilizzo di incipit e soprattutto excipit (scelta non facile). Proprio su quest'ultimo punto sei stata molto brava a preparare il campo per finale, con quel delirio/racconto, così che l'excipit prescelto si inserisse in modo del tutto naturale. Questo è un punto in più, visto che proprio quella era la sfida.
    Aggiungo una riflessione personale, scaturita da questa tua frase:"una famiglia povera e infelice, ma negli occhi delle persone che vivevano in quella capanna non c’era rabbia o sconcerto per una misera condizione, anzi a volte sui loro volti spuntavano sorrisi e gli occhi si rivestivano di luce." Ho viaggiato abbastanza (almeno fino a quando l'avanzare dell'età e poi l'era del Covid me lo hanno consentito) e mi è capitato assai spesso di cogliere quella luce, oltre a una solida serenità in gente semplice che viveva una vita che noi, con le nostre comodità, non saremmo in grado di sopportare nemmeno per tre giorni.
    Per me sei da podio. '
     
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    Paluca66 grazie per il commento . Riguardo all'anona che in realtà è una variante del mango avevo letto che c'era anche in sud Africa, ma non avendone la certezza credo che lo toglierò dal racconto.
    TomaSgaia grazie per i suggerimenti, tutti giusti, però preferisco che la decisione della scuola la prenda il ragazzo.
    Molli Redigano molli sono lusingata dal tuo commento. le tue osservazioni sul testo sono molto oculate e giuste.
    Il racconto è ambientato in Tanzania e oltre al mais viene coltivato anche il riso specie nella stagione delle piogge. Chiesto conferma anche a mio figlio che è stato lì alcuni mesi.Grazie.
    G.LerouxGrazie di cuore. Carissimo è la prima volta che qualcuno riesce a cogliere il senso profondo di un mio racconto.
    ho scelto i nomi dei personaggi andando a cercarne il significato, ho fatto tesoro delle telefonate con il mio figliolo che mi parlava dei colori di quel luogo, di quei sorrisi che illuminavano i volti. Sono rimasta delusa da tutte le imprecisioni e gli errori con cui ho imbastito il mio racconto se riuscirò a migliorarlo sarà grazie a voi e ai commenti degli altri partecipanti al concorso.
    un abbraccio. :emoticons-saluti-6.gif?w=593: :pazzo.gif:
     
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    ciao
    mi è piaciuto questo tuo racconto.
    hai scritto molto bene, in modo coinvolgente e lineare una bella storia.
    Amo anch’io l’Africa, le sue notti stellate (che non ho più rivisto da nessuna parte)
    l’allegria e i sorrisi della gente, la dignitosa povertà e quanto ancora.
    Mi è piaciuto come all’affanno necessario e risolutivo della donna
    fanno da cornice il sogno del vecchio e quello del bambino.
    L’incipit l’ho sentito più forzato (ma quello era) invece l’excipit è perfetto.
    sembra quasi che tutta la storia sia stata costruita per avere quell’epilogo.

    Molto brava complimenti
     
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