L'ultimo ballo

aut. Molli Redigano

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Il vagabondo
    Posts
    14,769
    Me gusta
    +887
    Location
    mamma

    Status
    Offline
    È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un’ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie, pensò Lady Georgiana tra sé e sé. Poi, con sguardo ammiccante, si rivolse ad Arthur, che sedeva accanto a lei: “Il principe d’Orange è un uomo davvero affascinante”, disse Georgiana indicando il re dei Paesi Bassi con lo sguardo. E aggiunse: “È alquanto balzano che il suo primo fidanzamento sia naufragato come una nave in balia della tempesta.”
    Arthur allontanò il piatto d’argento che aveva davanti, disgustato da quel filetto che grondava sangue: “Guglielmo è uno tra i sovrani più rispettati d’Europa, un eccellente soldato e un grande condottiero. Sono sicuro che appena questa campagna finirà, saprà ben scegliere una degna consorte tra la schiera di pretendenti che affollano la sua corte.”
    Lady De Ros accennò un sorriso e sospirò: “Beata la fortunata che sarà scelta tra loro.”
    Arthur si asciugò la bocca dopo aver bevuto un sorso di vino, rimase per qualche secondo in silenzio e poi disse: “Non sarete invidiosa, Lady De Ros! Quanto a ricchezze e virtù, mi sembra che vostro marito non abbia nulla da invidiare al principe.”
    Lady Georgiana rise imbarazzata portando la mano guantata davanti alla bocca. Arthur attendeva la risposta della dama alla sua velata provocazione, fissandola negli occhi. Lady De Ros era una donna molto affascinante, il vestito color perla che indossava risaltava la lucentezza della sua pelle leggermente brunita, che Arthur ammirava dalla scollatura sino alla fronte, sopra la quale erano raccolti a mo’ di turbante lunghi capelli dal color dell’ebano. Sir Wellesley, in un crescendo di pura debolezza, sentiva stringere dentro di sé la morsa del desiderio, che riuscì a controllare abbandonandosi per qualche istante al profumo di mughetto che Georgiana diffondeva nell’aria a ogni suo movimento.
    Gli occhi magnetici di Lady De Ros ricambiavano lo sguardo con la stessa intensità, ma l’estasi nascosta di Arthur fu bruscamente interrotta dall’arrivo del suo aiutante di campo. L’ufficiale gli si avvicinò sussurrandogli qualcosa all’orecchio, prima di porgergli una pergamena arrotolata.
    Georgiana non smise di guardare di Arthur mentre leggeva il dispaccio. Lo vide cambiare completamente espressione; la fronte era corrucciata, mentre nei suoi occhi andava spegnendosi la luminosità della spensieratezza di poco prima. Il suo viso diventò una maschera cupa e scura.
    “Sir Wellesley, cosa vi turba adesso?” chiese Georgiana con un filo di voce. E riprese, alzando il tono: “Suvvia, qualsiasi cosa sia, non rovinatevi questa splendida festa. Tra poco verranno serviti i dessert, dopodiché potremo finalmente danzare. E sarei molto onorata di concedervi un ballo.”
    Tra gli invitati serpeggiava il buonumore, la cena fu assai gradita e il vino dette il suo contributo accendendo l’allegria anche tra quei commensali in cui pareva sopita. Oltre la grande tavola, verso il maestoso camino in fondo alla sala, la servitù stava predisponendo gli arredi per il ballo successivo alla cena. La luce delle candele rifletteva nei marmi lucidi e nei cordoni dorati che fissavano i tendaggi agli angoli degli ampi finestroni. Fuori, grosse nuvole nere incombevano minacciose nel cielo tempestato di stelle e l’ultimo raggio di luna scomparve tra le folate di vento.
    “Lady Georgiana, per nessun motivo rinuncerei a ballare con voi questa sera. Nemmeno la più funesta notizia mi toglierà questo privilegio” disse Arthur cercando di cambiare l’espressione del volto, senza riuscirci.
    Lady De Ros sorrise: “Ne ero sicura!” Nonostante questo, però, la dama percepiva bene tutto il malessere che aveva invaso l’animo di Sir Wellesley e che, da quel momento, sembrava stesse contagiando tutti i presenti come un morbo infernale.
    “Notizie dalle avanguardie?” sussurrò dunque ad Arthur.
    Il duca di Wellington fece un lungo sospiro: “Le truppe francesi muovono verso il confine. Presto dovrò tornare al posto di comando. E lo stesso sarà per tutti i valorosi ufficiali presenti in questa casa.”
    “Godiamoci dunque questi ultimi istanti di letizia, prima che i venti di guerra li soffino via come granelli di polvere” rispose Georgiana con squillante amarezza.
    Il lumicino del divertimento parve essersi spento di colpo. Alcuni invitati iniziarono ad abbandonare la tenuta di Richmond per raggiungere le proprie truppe. Il malumore per una battaglia che d’improvviso era diventata imminente rimbombava tra le mura della lussuosa dimora. La festa era rovinata. E per molti tra i presenti, sarebbe stata l’ultima.

    “Questo piccolo inglese ha bisogno di una lezione!”
    La pioggia cadde incessante fin oltre le otto del mattino. I generali arrivarono alla spicciolata a Le Caillou, dove l’imperatore li attendeva per impartire gli ultimi ordini circa la battaglia imminente. I sottopancia dei cavalli grondavano fango liquido, il teatro degli scontri si era trasformato in un grosso pantano.
    Sarebbe stato difficile muovere l’artiglieria in una simile palude. L’imperatore, ufficiale d’artiglieria agli inizi della carriera militare, contava molto sull’utilizzo dei suoi cannoni. Tant’è che da sempre manteneva personalmente il comando di quei reparti. Le condizioni del terreno purtroppo, ne rallentavano la manovra e la superiorità numerica diventava del tutto relativa. Le avverse condizioni metereologiche fiaccarono financo l’animo guerrafondaio della cavalleria e della fanteria, inzuppato dalla pioggia fredda del cielo mista al fango tiepido della terra.
    L’imperatore ebbe uno scatto d’ira e tirò un pugno sul tavolo di legno. Gli spilli dalla capocchia colorata puntati sulla mappa saltarono. Nessuno tra i presenti osò proferir parola. Per un attimo, il sovrano sembrò in preda a una collera irreversibile. Poi il suo volto si distese e con calma iniziò a rimettere a posto ciascuno spillo: quelli con la capocchia blu su Ligny e Quatre-Bras, quello giallo su Mont-Saint-Jean e il nero su Wavre. Rimase per qualche istante ancora con lo sguardo basso a guardare la mappa: prese un altro spillo, di colore rosso e lo puntò più a nord. Quel punto corrispondeva al luogo dove le truppe alleate avevano stabilito il loro quartier generale: Waterloo.
    Per cercare di smorzare la tensione che si era creata nello strano silenzio di quella riunione di alti ufficiali, il maresciallo Soult cercò di riportare nell’imperatore quell’ottimismo che aveva esternato fino a poco prima.
    “Dovete sapere, Sire, che nell’attesa della sconfitta, gli inglesi hanno pensato anche al divertimento.”
    “Davvero?” disse sorpreso l’imperatore.
    “Le nostre spie hanno svolto un lavoro eccellente” spiegò Soult. E continuò: “Due notti fa, il duca di Wellington e la maggior parte dei suoi ufficiali hanno partecipato a una festa presso la tenuta di Richmond, su espresso invito della duchessa Charlotte e suo marito.”
    L’imperatore sembrò sorpreso. Non s’impressionava facilmente, ma in quell’occasione si domandò con quanta sfacciataggine gli inglesi pensassero al divertimento invece di preoccuparsi delle prossime operazioni belliche. Disse soltanto: “C’è altro, maresciallo?”
    “Durante la festa iniziò a girare la voce che le nostre truppe muovevano verso il confine. Le spie ci riferiscono di quanto questa notizia abbia agitato gli animi di tutti i presenti.”
    Soult fece una pausa, poi esclamò: “Davvero bizzarro il comportamento di questi inglesi. Se gli abbiamo rovinato la festa in quell’occasione, ci faremo perdonare poiché il vero ballo sarà oggi!”
    La battuta fece scoppiare i presenti in una risata generale. Anche l’imperatore sorrise, alzando per un momento lo sguardo dalla mappa.

    Le onde s’infrangevano rumorose sulla prua della nave. Era impossibile scrivere in mezzo a quella burrasca. Eppure, certi pensieri avrebbero avuto bisogno, per vivere, di essere immortalati sulla carta. L’inchiostro del calamaio bolliva come il suo animo sconfitto. Era come se quello strano racconto dovesse compiersi prima della fine del viaggio. Un viaggio che, sapeva benissimo, sarebbe stato senza ritorno.
    Non aveva accettato la sconfitta, né mai lo avrebbe fatto. Ricordava bene tutto l’ottimismo che aveva coltivato, la sicurezza che era riuscito ad infondere ai suoi ufficiali, ai suoi soldati. Uomini che impavidi andavano incontro alla morte in una battaglia già vinta. Un’umiliazione grande, pesante come un macigno. Il concentramento di queste sensazioni negative non riusciva a scalfire la tempra di quell’uomo d’acciaio, ridotto a un barile che rotola nella stiva di una nave in balia delle onde.
    Qualcosa che lo scuoteva più del resto c’era, e non riusciva a toglierselo dalla testa. Più che un pensiero, un’immagine, tante immagini. Volti deturpati, insanguinati, col respiro mozzato; gli occhi cavati, le orecchie tagliate, le gole trafitte. Una schiera infinita di cadaveri che gridava vendetta, che chiedeva il perché di una morte a cui lui, l’imperatore, era sfuggito. Un coro di voci in sottofondo, che andavano e venivano insieme alle onde.
    Il mare aperto era sbarrato da un banco di nubi nere, e il quieto corso d’acqua che portava ai confini estremi della terra scorreva cupo sotto un cielo offuscato. Pareva condurre nel cuore di una tenebra immensa.
    Forse non era così che dovevano andare le cose. Ma così stavano. “Nel complesso”, rifletté, “sarebbero potute andare decisamente peggio.”
     
    .
  2.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,438
    Me gusta
    +260
    Location
    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

    Status
    Offline
    Racconto storico esposto in maniera chiara e pulita, molto gradevole da leggere.
    Ho un appunto da fare ma ho il dubbio che sia dovuto solo a un mio problema di comprensione:
    A un certo punto Wellesley riceve la missiva e scrivi:
    " Tra poco verranno serviti i dessert, dopodiché potremo finalmente danzare. E sarei molto onorata di concedervi un ballo.”
    Tra gli invitati serpeggiava il buonumore, la cena fu assai gradita..."
    Quel 'fu assai gradita' mi ha portato a pensare che la cena sia stata servita dopo il ricevimento della missiva e la situazione mi sembrava 'stonata': riceve una lettera che lo preoccupa, poi però la cosa cade e si parla di come fosse buona la cena.
    Invece no, ovviamente: la cena era stata prima del ricevimento della missiva e allora mi sarei aspetta un "la cena era stata assai gradita.." per posizionarla, in senso temporale precedentemente all'evento che turba Wellesley.
    Detto questo, trovo che incipit ed excipit siano integrati perfettamente con il racconto e mi piace molto come hai descritto l'umanità di Napoleone parlando del dramma interiore che lo tormenta durante la fuga.
    Per quanto mi riguarda, una buona prova.
     
    .
  3.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,653
    Me gusta
    +429

    Status
    Offline
    Ciao Molli.

    Prima di tutto complimenti per la scelta del genere letterario. Sarebbe piaciuto anche a me scrivere un racconto storico, ma non ho trovato l’aggancio. Perfetto il tuo che scivola leggero e senza scosse, come se fosse la naturale prosecuzione della storia.

    Il racconto si dipana in tre momenti ben definiti anche graficamente dalla spaziatura.
    Nella prima parte ci trasporti all’interno di una cena di gala di altri tempi. Quasi una operazione alla Franco Zeffirelli. In questa parte ti consiglierei di utilizzare gli stessi nomi per i personaggi. Mi spiego: a volte usi il cognome, a volte il nome e il risultato è che la lettura rallenta un attimo per cercare di mettere a fuoco i vari soggetti.
    È un compito ingrato quello di riprodurre uno stile di scrittura ottocentesco. Il risultato non è sempre ottimale. Forse potevi mantenere uno stile moderno e fresco piuttosto che infarcire il testo di parole un po’ desuete, ma questo è ovviamente per mio gusto.
    Nella parte centrale ci trasporti nella fase preparatoria della battaglia dove traspare l’atteggiamento arrogante di Napoleone, si uro di una vittoria facile.
    Alla fine ci mostri un Napoleone vinto, ma non sconfitto donandogli anche una pennellata di umanità.

    Ti segnalo qualche termine che a mio avviso potresti rivedere:

    CITAZIONE
    Tra gli invitati serpeggiava il buonumore

    il buonumore aleggia non serpeggia


    CITAZIONE
    Fuori, grosse nuvole nere incombevano minacciose nel cielo tempestato di stelle

    eh eh eh... con le nuvole nere e grosse è difficile vedere un cielo tempestato di stelle... parola di astrofila!

    CITAZIONE
    squillante amarezza.

    anche qui non suona bene. è un ossimoro che per conto mio non funziona. Al momento non mi viene in mente una sostituzione da proporti. Casomai te lo dirò in seguito.

    CITAZIONE
    financo

    Questo financo è un esempio di quello che ho scritto nel commento. Serve riprodurre una scrittura così fuori dal tempo?

    CITAZIONE
    Il concentramento di queste sensazioni

    Concentramento... mmmm non mi piace. Al limite “il concentrarsi di queste sensazioni”

    CITAZIONE
    Ricordava bene tutto l’ottimismo che aveva coltivato, la sicurezza che era riuscito ad infondere ai suoi ufficiali, ai suoi soldati. Uomini che impavidi andavano incontro alla morte in una battaglia già vinta.

    In questa frase si percepisce il senso, ma la costruzione è un po’ faticosa. Gli uomini andavano incontro alla morte più che impavidi direi inconsapevoli. Non sprezzavano il pericolo, piuttosto lo sottovalutavano perché indotti dal loro imperatore a credere di essere forti e invincibili.

    Buono l’aggancio con l’excipit.

    A leggerci!
     
    .
  4.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,178
    Me gusta
    +190

    Status
    Anonymous
    Ciao Molli,

    mio fedele lettore e fan numero 1(va bè, anche di Achillu quando partecipa).
    Dalle tue ultime scelte intuisco che hai una passione viscerale per il romanzo storico. Si tratta di una scelta coraggiosa, poiché in linea di massima si è costretti a destreggiarsi in un perimetro prestabilito, circoscritto, senza poter volare troppo con la fantasia.
    Detto questo la lettura mi ha soddisfatto, non c'è un evento fantasmagorico, come evidenziato dalla mia premessa, però l'impianto narrativo regge molto bene.
    Il linguaggio usato è funzionale al contesto e lo trovo adeguato, per nulla pesante.
    All'inizio, come dice Petunia, usare una volta il nome, poi il cognome o il titolo nobiliare può lasciare interdetti, ma è un attimo. Alla fine i personaggi della prima parte sono due, quindi vederli nominare in modi differenti diventa pure gradevole.
    Anche la suddivisone in tre parti mi ha convinto. All'inizio mi aveva lasciato dei dubbi, mi pareva troppo frammentata, poi alle successive letture mi sono dovuto ricredere, perché sono gestite bene. Sai cos'è? La sensazione iniziale è quella di non leggere di un evento storico preciso, delineato, ma tre pilloline separate. Invece no, è il contrario, ci fai un affresco di un periodo ben preciso, sfumandocelo con tre quadretti particolari e collegati tra loro.
    Anche qui, come ho detto per altri, mi manca un sussulto, qualcosa che movimenti la narrazione, ma in questo contesto era difficile. Una buona prova.

    L'ultimo ballo, tra l'altro, è pure il titolo di un mio racconto scritto qualche anno fa e che credo di aver postato pure qui su Sps.
     
    .
  5.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Il Conte

    Group
    Member
    Posts
    482
    Me gusta
    +34

    Status
    Offline
    Un racconto diverso dal resto, non c'è che dire. Sai maneggiare bene il gnere storico ed anche il cambio di prospettiva che accompagna i tre momenti di questa vicenda è ben reso. Ho apprezzato molto questo tuo modo di narrare basato sul "non detto": dalle conseguenze che vengono mostrate ricostruiamo cosa è successo nel cambio d'inquadratura. Ovviamente, la storia ci aiuta ;)

    Davvero una buoa storia, ben narrata e molto molto dinamica. Complimenti
     
    .
  6.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Soldato semplice

    Group
    Member
    Posts
    362
    Me gusta
    +59

    Status
    Offline
    Un racconto con sfondo storico scritto con un linguaggio raffinato ed elegante.
    I dialoghi sono ben orchestrati e impreziosiscono la narrazione.
    Il ballo nell'atmosfera ottocentesca che precede la battaglia è un elemento che compare come anche in qualche film ad affermare una sorta di tregua dal campo di battaglia durante il quale i soldati si riposavano e divertivano.
    Intuitive e molto efficaci le caratteristiche dei personaggi: il sovrano ci appare dall'alto della sua vanità, del suo l'orgoglio, non ammetterà mai la sconfitta, ma alla fine avrà troppe immagini di morte da cancellare.
    Rispettati incipit ed excipit.
    Complimenti.
     
    .
  7.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    Fin dai tempi di scuola sono addestrato a non amare i racconti storici.
    E l'unico film storico visto fu Ludwig perché avevo conosciuto nel cesso del Jackie O, Helmut Berger.
    Ubriaco fradicio mi urlò in un orecchio: Questa vodka fa un sacco pisciare.
    Quando ritornai sul divano raccontai il siparietto alla ragazza che era con me.
    (non lo dico più... la mia futura moglie)
    E per curiosità il giorno dopo siamo andati a vedere quella 'palla' di film.
    Tu non sei Visconti, e le immagini che sai dare attraverso la tue bella scrittura quasi lo superano.
    Che poi Lady Georgiana non c'entra niente con Lodovico di Baviera.
    Mannaggia a te, mi hai fatto fare pure la ricerca.
    Si vede la smorfia?
    Hai corso un grosso rischio, di non beccare un punto.
    E invece ti ritrovi sul podio.
    Ringrazia Helmut e la sua sbronza di vodka.
     
    .
  8.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,824
    Me gusta
    +369

    Status
    Offline
    Saranno l’orario serale e gli occhi stanchi, ma la lettura mi ha spesso destabilizzata. L’incipit e le righe immediatamente seguenti sembrano andare nella direzione di un racconto sentimentale. Poi invece si prende un’altra direzione, lasciando insoluta la prima parte (tanti chiodi a cui alla fine non vengono appesi cappelli).
    Vengono usati alternativamente nomi propri e titoli (due addirittura, per il personaggio maschile), motivo per cui sono dovuta tornare indietro per capire se fosse stato introdotto qualche altro personaggio o fossero sempre i primi due.
    La seconda parte vira decisamente verso il racconto storico.
    Poi il terzo pezzo, di nuovo racconto storico, dopo un salto temporale.
    Hai usato addirittura due excipit, e sinceramente mi chiedo perché: il secondo rovina l’effetto finale che avevi ottenuto col primo.
    Nel complesso, ho ricavato l’impressione di un racconto non bene amalgamato, con tre scene che tu avevi in mente ma che non si sono fuse come avrebbero dovuto. Anche l’uso dei due excipit, che trasmettono due stati d’animo davvero diversi, lasciano questo effetto.

    La scrittura di per sé è buona, chiara.
    Ti segnalo:
    risaltava la lucentezza= faceva risaltare
    di guardare di Arthur= di guardare Arthur
    rifletteva nei marmi= si rifletteva
    la cena fu assai gradita e il vino dette= hai usato il passato remoto, mentre invece occorre il trapassato prossimo: “era stata”, “aveva dato”
     
    .
  9.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Regina di cuori

    Group
    Member
    Posts
    10,501
    Me gusta
    +63
    Location
    oltre

    Status
    Offline
    Racconto ben strutturato e particolareggiato anche negli spilli con la capocchia di diversi colori,
    profumi e abiti in uno scenario interessante mi ci sono quasi ritrovata dentro come un film che appassiona,
    mi congratulo con te, argomento non facile, sei riuscita abilmente a evidenziare anche diversi stati d'animo dei protagonisti.
    Buona prova!
     
    .
  10.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,383
    Me gusta
    +227
    Location
    Branzack

    Status
    Anonymous
    Ringrazio gli amici che hanno commentato finora. Ogni osservazione, che sia puramente tecnica o semplicemente "di gusto", è da tenere in considerazione poiché volta a migliorare il testo e la sua resa finale.

    Ho voluto a tutti costi buttarmi sul genere storico, il mio preferito. Consapevole di tutti i vantaggi e gli svantaggi che comporta. Aldilà dei commenti arrivati fin qui e che arriveranno, non vi nascondo la mia soddisfazione per questo "ultimo ballo". E non mi capita spesso.

    In ogni caso: elogiatemi se volete e massacratemi se dovete. Sappiate che, in questo frangente, mi sento un po' come il mio Napoleone.

    L'ispirazione mi è venuta leggendo "I miserabili" di Hugo, quando Thénardier si aggira per il campo di battaglia di Waterloo rubando ai cadaveri denaro, orologi e preziosi. Ci tenevo a dirvi da dove è partito tutto.

    Grazie *_*
     
    .
  11.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,014
    Me gusta
    +257

    Status
    Anonymous
    Un buon testo, corretto e ben delineato nella trama e personaggi, anche se - in questo momento - il romanzo storico mi annoia parecchio, dunque sono poco propensa ad apprezzarlo. Lavoro in ogni caso apprezzabile. :)
     
    .
  12.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna d'oca

    Group
    Member
    Posts
    169
    Me gusta
    +34
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Racconto, ben scritto, che inizia presentandoci il duca Arthur Wellington che, alla vigilia della battaglia di Waterloo, partecipa a un ballo della duchessa di Richmond e lì riceve la notizia dell’avanzata di Napoleone. Poi la scena si sposta sul campo di battaglia e, infine, l’ultimo siparietto ci presenta lo sconfitto Napoleone che si avvia tristemente verso Sant’Elena, per l’ultimo confino. Non ho capito perché hai usato due excipit; a mio modesto avviso bastava il primo, che tra l’altro mi sembra più calzante. Un refuso: ‘Giorgiana non smise di guardare di Arthur mentre leggeva il dispaccio’ – “Questo piccolo inglese ha bisogno di una lezione!” a chi si riferisce? – Comunque un buon lavoro.
     
    .
  13.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Il vagabondo
    Posts
    14,769
    Me gusta
    +887
    Location
    mamma

    Status
    Offline
    molto bello, soprattutto a livello emotivo.
    racconto storico che esce dalle righe e descrive sensazioni e stati d'animo dei protagonisti.
    quelli che decideranno poi le sorti dell'europa.
    certo, ci sono frasi da sistemare, parole da modificare, ma la punteggiatura, per esempio, è ok.
    e mi basta per darti un punto in più.
    una storia carica di umanità, pur nella sua violenza, molto ben esposta e suddivisa.
    complimenti davvero
     
    .
  14.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna stilografica

    Group
    Member
    Posts
    660
    Me gusta
    +21
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Sono un appassionato lettore e un feroce critico della narrativa storica. Per me l'aderenza alla realtà è essenziale, basta scegliere i fatti suscettibili di drammatizzazione e non forzarli o stravolgersli come succede in troppa narrativa pseudo-storica. Il tuo racconto è molto fedele ai fatti accaduti, scelti con estrema perfezione e di scrittura pregevole, molto gradevole da leggere. Non disturba per niente il diffuso passatismo della tua prosa. Forma e contenuto nel tuo caso, si sposano alla perfezione.

    Il tema del ballo lega i tre momenti della storia, che altrimenti sarebbero completamente staccati. Forse sarebbe il caso di renderli ancor più espliciti. Nel secondo il ballo è tirato... in ballo solo alla fine, e nel terzo il ballo della nave sul mare grosso non è così azzeccato. Forse occorrerebbe carattaerizzare il ballo, sia quello da sala, che quello guerresco, che quello nautico, come tumulto di sentimenti. Nel tuo racconto c'è questo tumulto, ma non è così centrale come sarebbe necessario. Belle le immagini dell'inchiostro che bolle e dei barili che rotolano.

    Pochi sono gli appunti che ritengo di fare, e condivido quelli già esposti da altri:
    - la farraggine dei nomi nel primo episodio. E' buona norma, anche se un po' scolastica, dare il nome per intero alla prima apparizione del personaggio, per esempio Sir Arthur Wellesley Duca di Wellington, in seguito potrai usarne solo una parte senza ingenerare confusione.
    - due piccole imprecisioni storiche: il Duca per tutto il ballo mantenne un contegno assolutamente sereno, non voleva allarmare la cittadinanza di Bruxelles, tanto che ordinò che gli ufficiali lasciassero il ballo alla spicciolata, non tuti assieme, alcuni si trattennero fino al mattino. Hai fatto bene a far trasparire la preoccupazione del Duca, ma, a mio avviso, avresti fatto meglio a mettere in evidenza lo sforzo di mascherarla, anche se all'intuito femminile la preoccupazione non sarebbe comunque sfuggita. In secondo luogo durante il ballo non gli arrivò la notizia che i francesi muovevano verso il confine (lo sapeva fin dalle nove del mattino), ma che stavano ammassandosi davanti a Quatre Bras (un reggimento di cavalleria polacca aveva addirittura occupato per breve tempo la cittadina)
    - un'altra precisazione che potresti fare nel secondo episodio riguardo l'artiglieria e il terreno molle: non solo il fango rallentava i movimenti, ma impediva anche il rimbalzo delle palle, che era un effetto non secondario delle cannonate. Non occorreva dare un alzo precisissimo, bastava sparare davanti alle fanterie o ai ripari dei cannoni che sarebbero stati comunque colpiti dal rimbalzo del proiettile.
    - infine è migliore il primo excipit.
     
    .
  15.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    New entry

    Group
    Member
    Posts
    37
    Me gusta
    +11

    Status
    Offline
    Il racconto è scritto in maniera lineare e coerente con il periodo storico nel quale è collocato.
    Lo stile è scorrevole e non ho trovato errori di alcun tipo, né refusi né grammaticali.
    Con i nomi dei personaggi mi sono un po' persa, ma mi succede spesso quando questi sono stranieri. I dialoghi sono ben orchestrati.
    Amo il genere storico, quindi ho letto con piacere il tuo scritto.
     
    .
35 replies since 26/11/2020, 21:53   569 views
  Share  
.