Infelicità virtuale

aut. Leroux

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  1. mezzomatto
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    Penna stilografica

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    Linguaggio e tono classici, scorrevoli, appropriati per l'ambienta (classe sociale elevata, benstante, donna intelligente e colta, anche se di umili origini), ben giocato sui due piani reale/virtuale. Struttura ben congegnata: coerente l'incipit, l'inizio chiarisce l'ambiente e il personaggio di Addie, il centro lo sviluppa e introduce l'enigma Ermes (mercurio non era anche dio dei ladri?), la conclusione è il classico effetto Murphy, uno spiritello ha fatto sbagliare qualcuno e la frittata è servita.
    Però ci sono delle confusioni: l'uso del corsivo sia per i pensieri di Addie, sia per gli eventi nel virtuale disturbano l'equilibrio. A mio parere è indispensabile caratterizzarli in modo differente, i pensieri appartengono comunque al mondo reale anche quando si intrecciano agli eventi del virtuale.

    Poi c'è l'ambiguità del colpo di scena. E' Ermes che sta chattando in simultanea e ha sbagliato chat (cosa per sui io propendo), o è il marito di Addie che, magari sta spiando la moglie mentre chatta a sua volta, e combina il pasticcio?

    Un solo refuso, già segnalato.

    Excipit perfettamente apppropriato. Ottima prova.
     
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30 replies since 23/11/2020, 15:30   402 views
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