Non esistono vite sterili

aut. Conrad Siever

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  1. caipiroska
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    Penna furiosa

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    Ciao Conrad Siever,
    la prima cosa che mi viene da dirti è "Peccato!"
    Sì, peccato perchè la storia che hai proposto è molto ricca e intensa, ma a un certo punto mi sono persa e tutt'ora non riesco a riallacciare in maniera soddisfacente i fili della trama. Mi rimane la strana sensazione di aver letto due storie distinte cucite insieme frettolosamente e con poca cura. Sembra quasi che dal momento in cui entra in scena Carl (a proposito, chi è?) inizi un nuovo racconto: fino a quel punto hai proposto i ricordi e le sensazioni di un professore della Sorbona che sembra rivangare quasi con piacere dei frammenti del passato (no, aspetta, ma dopo muore? Quindi come fa a ricordare? Quando, ricorda?) e dopo descrivi la scena di una specie di agguato ( con immagini intese ed efficaci, complimenti!). Poi siamo davanti a un plotone d'esecuzione e il racconto finisce.
    In effetti non dici da nessuna parte che il professore muore, quindi quelli iniziali possono essere davvero i suoi ricordi, ma al fine di quello che hai proposto il tutto non regge in maniera soddisfacente.
    Non capisco nemmeno la scelta di cambiare l'io narrante ( a meno di due testi già scritti uniti in maniera veloce...), che non aiuta a comprendere il testo, anzi, aggiunge confusione a una situazione già poco solida.
    Suggerirei di andare a capo, almeno con i dialoghi.
    Da quello che hai proposto mi è arrivato il livello di potenza della tua voce e questo mi è piaciuto molto: s'intuisce la profondità del pensiero di Dean, ma la struttura ballerina dell'intero testo non mi ha fatto apprezzare fino in fondo ciò che volevi dire.
     
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30 replies since 23/11/2020, 15:44   420 views
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