Incomprensioni nel mezzo di una pandemia

aut. andrepoz

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  1. mezzomatto
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    Penna stilografica

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    Stile pulito, esposizione gradevole, proprietà di lessico, sintassi, tempi verbali, punteggiatura. Il tono però è un po' cronachistico: ti dico come stanno le cose, vedi tu che conclusioni trarne. Non c'è una scena vera e propria, solo considerazioni. Rifacendomi all'abusato conflitto fra dire e mostrare, direi che qui sei rimasto nel dire.
    Come fare a mostrare, in questo caso specifico?
    Anzitutto scrivere una scena in cui la lista delle lamentele ("Ti sei lavaro le mani" eccetera) diventano elementi di un dialogo, anzi di un non dialogo, condito con gesti opportuni.
    Per esempio: descrivere il disagio nell'andare a prendere il pane, zig zag sui marciapiedi per evitare incroci ravvicinati con i rari pedoni, e anche per evitare le deiezioni canine che, dove abito io, abbondano (e non sono gli immigrati quelli che hanno i cani!). Coda davanti al panettiere (si entra uno alla volta) e chiacchere insulse nell'attesa. Un'ambulanza urlante che quasi ti travolge mentre passi un incrocio col verde. Un cretino che si toglie la mascherina per starnutire al vento. Insomma torni a casa per goderti la pace domestica e invece l'altra metà del cielo ti incalza con la lista delle lamentele.
    Lamntele che continuano quando vi mettete sul divano a guardare la TV, "mi si formeranno le piaghe da decubito", "mi si sta bloccando l'anca" a furia di restare seduta! eccetera.
    Poi occorre il colpo di grazia per immaginare la scena che mostri il "Soprattutto, non restando soli. Dandosi una mano a superare tutto quanto. Non potevano cedere proprio adesso, non quando mancava così poco alla fine".
    E' faticoso, sì, ma è questo che i lettori chiedono agli autori.
    Rimboccati le maniche e dacci dentro. La materia prima (la correttezza stilistica) ce l'hai.

    Stile pulito, esposizione gradevole, proprietà di lessico, sintassi, tempi verbali, punteggiatura. Il tono però è un po' cronachistico: ti dico come stanno le cose, vedi tu che conclusioni trarne. Non c'è una scena vera e propria, solo considerazioni. Rifacendomi all'abusato conflitto fra dire e mostrare, direi che qui sei rimasto nel dire.
    Come fare a mostrare, in questo caso specifico?
    Anzitutto scrivere una scena in cui la lista delle lamentele ("Ti sei lavaro le mani" eccetera) diventano elementi di un dialogo, anzi di un non dialogo, condito con gesti opportuni.
    Per esempio: descrivere il disagio nell'andare a prendere il pane, zig zag sui marciapiedi per evitare incroci ravvicinati con i rari pedoni, e anche per evitare le deiezioni canine che, dove abito io, abbondano (e non sono gli immigrati quelli che hanno i cani!). Coda davanti al panettiere (si entra uno alla volta) e chiacchere insulse nell'attesa. Un'ambulanza urlante che quasi ti travolge mentre passi un incrocio col verde. Un cretino che si toglie la mascherina per starnutire al vento. Insomma torni a casa per goderti la pace domestica e invece l'altra metà del cielo ti incalza con la lista delle lamentele.
    Lamntele che continuano quando vi mettete sul divano a guardare la TV, "mi si formeranno le piaghe da decubito", "mi si sta bloccando l'anca" a furia di restare seduta! eccetera.
    Poi occorre il colpo di ingegno per immaginare la scena che mostri il "Soprattutto, non restando soli. Dandosi una mano a superare tutto quanto. Non potevano cedere proprio adesso, non quando mancava così poco alla fine".
    E' faticoso, sì, ma è questo che i lettori chiedono agli autori.
    Rimboccati le maniche e dacci dentro. La materia prima (la correttezza stilistica) ce l'hai.
     
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