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Arianna 2016
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Un racconto scritto da Caipiroska che si intitola “E vissero per sempre felici e contenti” mi fa venire in mente subito un ossimoro, per cui ho iniziato a leggere con un certo senso di attesa. L’idea è incredibile, bellissima e – mi sembra – davvero originale. La realizzazione non mi prende del tutto, per un annoso problema di enfasi linguistica di cui ormai ti sarai oltremodo stufata di sentirmi parlare, quando leggo i tuoi racconti. Comunque, non badarmi: evidentemente quello è il tuo stile e credo anche piaccia ai tuoi lettori, quindi non ti curar di me ma guarda e passa. Mi risulta oscuro questo pezzo: “Lei: e vide i suoi capelli e il suo sorriso. Lei: e tutto si tinse di una nuvola rosa. Lei: e il modo tutto strano che aveva di essere ironica.”
“Pensa se tu fossi stato il figlio di Belle!” = Belle è un essere umano, per cui non ho capito bene cosa faccia ridere i due, e credo che non sia il pensiero che lui, così, sarebbe prima o poi rimasto orfano. La Bestia torna un essere umano, prima di sposare Belle, per cui immagino che non sia nemmeno una qualche battuta sul suo aspetto.
La scrittura è corretta. Ti segnalo solo da l’eco= dall’eco chiudendo la porta alle spalle= alle spalle di chi? “Alle proprie spalle” oppure “si chiuse la porta alle spalle” e segnò= qui non avevo proprio capito cosa tu intendessi; avevo l’impressione che si trattasse di un pezzo rimasto da una precedente versione del racconto, poi ho capito, andando avanti a leggere, però secondo me è un passaggio da chiarire
Alla fine, il titolo trova nel racconto il suo compimento e la sua ragion d’essere e, come un po’ mi aspettavo, è pure un po’ ironico. Incipit ed excipit sono integrati molto bene.
Quanti dei tuoi racconti (per tacere del tuo romanzo) parlano di madri con figli maschi, nati o non nati! E dei sentimenti di queste madri verso i figli… Ora che ci penso, forse quasi tutti. Evidentemente, non sono l’unica la cui mente gira attorno a dei temi ricorrenti.
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